|  L’odio 
                  stigmatizzato
 Ciampi è convinto che non si debba “lasciare 
                  nulla di intentato nel salvare la vita degli altri ostaggi”. 
                  Ed è altrettanto convinto che anche i fatti tragici di 
                  questi ultimi giorni debbano spingere l’Italia a sbarrare 
                  “con forza e fermezza la strada all’odio” 
                  e a operare per la realizzazione di una “convivenza pacifica 
                  in Iraq”. Dunque, nessun dubbio sulla necessità 
                  di mantenere le nostre truppe su quel territorio (AGI – 
                  17/04/04). Carlo Azeglio Ciampi scrive alla famiglia di Fabrizio Quattrocchi, 
                  l’ostaggio italiano ucciso in Iraq e riafferma “la 
                  determinazione dell’Italia di sbarrare la strada dell’odio” 
                  (Repubblica – 15/04/04).
 “Io dico no all’Italia dell’odio: questo 
                  sentimento è, e deve restare, estraneo all’animo 
                  degli italiani”. (Repubblica – 04/02/04).
 Toccano i nostri cuori le parole che il Papa rivolge all’umanità. 
                  Egli ha invitato tutti “a mobilitare le migliori energie, 
                  perché l’amore prevalga sull’odio, la pace 
                  sulla guerra, la verità sulla menzogna, il perdono sulla 
                  vendetta” (Discorso di fine anno del Presidente – 
                  31/12/01).
 Ho fatto un piccolo esperimento. Ho scritto le parole “ciampi” 
                  e “odio” e ho lasciato andare il noto motore di 
                  ricerca su internet (google): il risultato è impressionante 
                  (quelli sopra citati sono solo un piccolissimo esempio del risultato 
                  ottenuto). È difatti infinito l’elenco di discorsi, 
                  interviste, dichiarazioni in cui il Capo dello Stato stigmatizza 
                  l’odio intestino, dice di no “all’Italia dell’odio”, 
                  dice basta “all’odio e ai rancori” fra connazionali. 
                  Questo fino a ieri. Da oggi compito degli italiani tutti – 
                  e il Presidente della Commissione europea (l’italianissimo 
                  Prodi) rincara la dose, agitando per l’occasione il vessillo 
                  della “unità nazionale contro il terrorismo” 
                  – sarà quello di “sbarrare la strada” 
                  all’odio altrui.
 Quelle di Ciampi sono affermazioni apodittiche; infatti, connotare 
                  negativamente quel sentimento che mai dovrebbe albergare negli 
                  animi delle persone dabbene, è cosa buona e giusta: sono 
                  costretto a trovarmi d’accordo con lui.
 Mi spiego meglio: è giusto parlare di odio quando si 
                  tratta di azioni terroristiche, riconosco anche quale terribile 
                  sentimento possa essere l’odio di classe – cioè, 
                  come sempre, della classe sfruttata contro gli sfruttatori – 
                  , è perciò evidente che gli italiani uniti nel 
                  sentimento di concordia nazionale contro il perfido nemico esterno 
                  – con cui “mai si può trattare”, che 
                  dunque si può solo combattere con quegli giusti “strumenti 
                  democratici” di cui sono dotate le sole nazioni occidentali 
                  – giammai potranno offrire il proprio animo all’odio.
 E già, questo vale non solo per gli italiani, ma per 
                  tutti gli occidentali. L’odio dei terroristi colpisce 
                  tutto l’Occidente democratico: tutti gli occidentali devono 
                  combattere l’infido sentimento, cioè “sbarrare 
                  la strada all’odio”.
 “La rabbia e l’orgoglio” sì – 
                  perché no! – e anche gli atti individuali di eroismo 
                  “patriottico” con relativo sprezzo del pericolo 
                  e tragico epilogo di morte sono bene accetti e ci rendono orgogliosi 
                  della nostra occidentale italianità. Ma l’odio 
                  no, l’odio lo lasciamo agli sciagurati antidemocratici, 
                  alla violenza terroristica.
 Vorrei però essere sincero, dire quindi tutta la verità: 
                  qualche volta il dubbio mi attanaglia la mente. Ciampi ha ragione, 
                  ma lui non sa, non può sapere che un terribile germe 
                  libertario e per certi aspetti antidemocratico mi rode l’animo. 
                  Ha scritto Nietzsche: “Potete avere solo nemici che siano 
                  da odiare, ma non nemici da disprezzare. Dovete andare fieri 
                  del vostro nemico: allora i successi del vostro nemico saranno 
                  anche i vostri successi. Ribellione – questa è 
                  la superiorità in uno schiavo”.
 È proprio questo è il punto. Noi italiani – 
                  noi occidentali – non odiamo i nostri nemici: li disprezziamo. 
                  Disprezziamo la loro cultura, disprezziamo la loro volontà 
                  di ribellione, la loro mancanza di arrendevolezza, la loro ostinata 
                  insubordinazione, la loro non voglia (o contingente impossibilità) 
                  di aderire ai valori imperativi (o imperialistici?) delle democrazie 
                  occidentali.
 Loro – i terroristi, con forse eccezion fatta per certi 
                  capi “islamici”: quei miliardari frustrati nel desiderio 
                  di dominio non eterodiretto del proprio popolo – non ci 
                  disprezzano, anzi, forse un pochino ci invidiano (alcuni potrebbero 
                  invidiare il nostro “benessere”, per esempio), ma 
                  ci odiano – eccome se ci odiano! – con tutta l’anima, 
                  con tutta la disperazione degli schiavi mai domiti. È 
                  un odio mal indirizzato perché non discrimina, perché 
                  colpisce nel mucchio, un odio che non posso condividere per 
                  queste e molte altre motivazioni, non ultima la mia avversione 
                  di impronta etica e razionale – direi caffiana – 
                  per la violenza. Inoltre – devo ammetterlo – le 
                  loro aspirazioni e i loro desideri non sono e non potranno mai 
                  essere i miei, sono profondamente diversi. Ma loro guerra senza 
                  quartiere verso l’Occidente democratico è ispirata 
                  da sentimenti sinceri, com’è vero l’odio 
                  che li anima.
 Caro Ciampi, forse il disprezzo – fra i due succitati 
                  – è oggigiorno il sentimento più infidamente 
                  pericoloso, quello che anima i più nefandi desideri e 
                  le peggiori azioni di vendetta.
 Alessandro Milazzo(Linguaglossa)
 1. F.W. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, 
                  “Della guerra e dei guerrieri” 2. Mi riferisco al socialista libertario Andrea Caffi e la sua 
                  Critica della violenza
      Dovute 
                  rettifiche
 Con la presente intendo effettuare alcune precisazioni 
                  riguardo a quanto riportato nel Dizionario Biografico degli 
                  Anarchici Italiani, di recente pubblicazione, in quanto nella 
                  biografia di mio padre, l'anarchico Antonelli Virgilio, si dice 
                  che egli è citato con il soprannome di “Bimbo” 
                  nel libro dello scrittore Ezio Taddei Il pino e la rufola. 
                  (…). Per quanto concerne le coordinate storiche di riferimento, 
                  si legge nel libro che nell'ottobre 1919, a seguito di un decreto 
                  di amnistia per reati militari il giovane “Bimbo” 
                  esce dal carcere. Bene in tale data mio padre non aveva ancora 
                  compiuto quindici anni, età ben lontana dagli obblighi 
                  militari.
 Proseguendo nella lettura del libro, il personaggio subisce 
                  una condanna di venti anni per omicidio: mio padre non ha mai 
                  riportato tale condanna.
 (…). Spero pertanto che si trovi il modo per apportare 
                  le dovute rettifiche.
 Alba Antonelli(Livorno)
   
     
                    
                     
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                          nostri fondi neri 
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                           Sottoscrizioni. Giancarlo Nocini (San Giovanni Valdarno) 5,00; Aurora 
                            e Paolo (Milano) ricordando Umberto Marzocchi nel 
                            18° anniversario della scomparsa (4 giugno 1986), 
                            500,00; Giuseppe Ceola (Malo) 20,00; Stefano Boni 
                            (Siena) 10,00; Biblioteca Comunale (Marcon) 1,00; 
                            Marco Cardini (Piacenza) 1,00; Giancarlo Tecchio (Vicenza) 
                            20,00; Medardo Accomando (Manocalzati) 10,00; Alessandro 
                            Natoli (Cogliate) 3,00; a/m Cesare V., Rocco Tannoia 
                            (Settimo Milanese) 10,00; Ettore Valmassoi (Quero) 
                            ricordando Belfa, 25,0.
 Totale euro 615,00.
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