|  Ricordando Giuseppe Pontremoli
 Ho conosciuto Giuseppe Pontremoli molti anni fa, in occasione 
                  della preparazione di un numero di “Volontà” 
                  dedicato all'educazione, Il bambino tra autorità 
                  e libertà. A dimostrazione che le prime impressioni 
                  ingannano, al primo incontro mi è sembrato difficile, 
                  quasi scontroso, quasi come la sua scrittura irruente un po’ 
                  scabrosa. Mi avevano colpito nell'articolo scritto allora, Cattivi 
                  maestri, l’attenzione per i bambini e l’amore 
                  per i libri che leggeva e citava come doni per il lettore. Non 
                  ci voleva poi molto a scoprire la sua generosità e la 
                  sua cura per le persone che incontrava. Era allora nella redazione di “Linea d'ombra”, diretta 
                  da Fofi. Più tardi ci siamo rincontrati e mi ha invitato 
                  ad entrare nella redazione di “école”, dove 
                  siamo stati insieme per anni. Teneva una rubrica di libri, Leggere 
                  negli anni verdi, che era una miniera di tesori: trovavi 
                  scrittori classici, insieme a sconosciuti, tenuti insieme dalla 
                  sua passione di lettore straordinario.
 Ma soprattutto Giuseppe era un maestro, e in particolare un 
                  maestro di lettura. Girava per le scuole, e dovunque lo chiamassero, 
                  per mostrare, con la sua voce profonda e straordinaria, che 
                  leggere può diventare sempre di nuovo un’avventura, 
                  che le storie sono boe essenziali per la navigazione nella vita, 
                  e che cosa vuol dire veramente amare i libri, non come oggetti, 
                  ma mondi viventi.
 Il 9 aprile è morto a Milano, dopo una malattia che l’ha 
                  distrutto in pochi mesi. Era appena uscito il suo libro, Elogio 
                  delle azioni spregevoli, per le edizioni l’ancora 
                  del mediterraneo, dove accanto a squarci autobiografici, ci 
                  sono tutte le sue passioni, il suo mondo, i libri, personaggi, 
                  bambini, maestri.
 “In ogni libro letto, c’è un libro da 
                  leggere che nessuno leggerà. Ogni morte è prematura. 
                  Spiagge sono le pagine del libro.
 L’oceano è stupore del vento.
 Umidi sono i bordi dell’infinito” (Edmond Jabès)
 “école” (www.scuolacomo.com/ecole) 
                  gli dedica il numero di giugno che raccoglie una parte degli 
                  articoli pubblicati sulla rivista. Si può trovare on 
                  line sul sito di Fahrenheit l’ultima intervista di Giuseppe: 
                  www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/puntate.cfm. 
                   Filippo Trasatti  Copertina 
                  di "Rabbia Birabbia" di Giuseppe Pontremoli, edito 
                  da Nuove Edizioni Romane
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