| Uno dei miti della 
                  nostra cultura è costituito dallidea che le scienza 
                  è al servizio dellumanità. Come molti miti 
                  ha un effetto tranquillizzante sulla coscienza della gente. 
                  Su quella degli scienziati, i quali pensano con soddisfazione 
                  di svolgere un lavoro importante. Su quella di tutti gli altri, 
                  i quali guardano con fiducia alla scienza come a una madre sollecita 
                  la cui unica ragion dessere è quella di risolvere 
                  i loro problemi ed eliminare le loro sofferenze. Ma, appunto, si tratta solo di un mito.
 Innanzitutto va precisato che, da un punto di vista sociale, 
                  lumanità è unastrazione. Nella realtà 
                  esistono piccoli gruppi di esseri umani che detengono il potere 
                  e sterminate moltitudini che lo subiscono. E questo avviene 
                  nelle dittature come nelle cosiddette democrazie. Nei due casi 
                  cambiano solo la misura e il modo in cui il potere viene esercitato.
 Dire che esistono piccoli gruppi che detengono il potere e sterminate 
                  moltitudini che lo subiscono è ovviamente una semplificazione 
                  che mi permette di non dilungarmi su un argomento che non intendo 
                  trattare in questo articolo. Di fatto le società umane 
                  sono sistemi di potere che si conservano soprattutto per mezzo 
                  di ideologie che legittimano il potere e insegnano alla gente 
                  ad accettarlo. Nella misura in cui un sistema di potere diventa 
                  un modello di vita le moltitudini che subiscono il potere sono 
                  costituite da individui che a loro volta esercitano quel poco 
                  di potere che hanno su altri individui che hanno ancora meno 
                  potere di loro. La quantità di potere posseduta da queste 
                  moltitudini è irrilevante sul piano globale in rapporto 
                  alla quantità di potere posseduta da quei pochi che realmente 
                  controllano gli aspetti fondamentali della società, ma 
                  è tuttavia sufficiente a permettere a ciascuno di controllare 
                  parzialmente la vita delle persone che hanno meno potere di 
                  lui ed eventualmente di produrre la loro sofferenza. In definitiva, 
                  nessuno è completamente privo di potere. Anche un barbone 
                  può esercitare il potere su un altro barbone, o magari 
                  su un cane.
 
  La scienza è unastrazione
 Quindi va precisato che anche la scienza, da un punto di vista 
                  sociale, è unastrazione. Di fatto esistono tre 
                  scienze. Cè una prima scienza, che promuove gli interessi 
                  dei gruppi che detengono il potere politico o economico (1). 
                  La sua utilizzazione è sempre pronta e completa.
 Cè una seconda scienza, che promuove gli interessi 
                  delluomo della strada senza interferire con gli interessi 
                  dei gruppi che detengono il potere. Anche questa seconda scienza 
                  viene utilizzata, sebbene non con la prontezza e la completezza 
                  della prima, perché nelle società umane gli interessi 
                  delluomo della strada non sono neanche lontanamente paragonabili 
                  a quelli dei gruppi che detengono il potere.
 Poi cè una terza scienza, che promuove gli interessi 
                  delluomo della strada e interferisce con gli interessi 
                  dei gruppi che detengono il potere. Questa scienza non viene 
                  utilizzata, o viene utilizzata solo in minima parte. È 
                  sostanzialmente una scienza inutile.
 Due semplici esempi per chiarire questo punto.
 Già da molto la scienza ha individuato i danni per la 
                  salute umana prodotti dai gas di scarico delle automobili. Quello 
                  alla salute, daltronde, è considerato un diritto 
                  fondamentale del cittadino nelle costituzioni dei vari stati. 
                  Ma lindustria automobilistica e quella petrolifera non 
                  sono disposte a diminuire i loro guadagni. E le nostre città 
                  continuano ad essere enormi camere a gas.
 Anche il campo della pubblicità commerciale è 
                  particolarmente significativo. Sappiamo come educare un bambino 
                  in modo che diventi un adulto razionale, maturo, responsabile. 
                  Sappiamo in quale ambiente sia sociale che fisico sarebbe opportuno 
                  che un bambino sviluppasse la sua personalità. Ma poi, 
                  di fatto, lo sviluppo della sua personalità è 
                  molto più influenzato dalla pubblicità che dalla 
                  psicologia. E scopo della pubblicità è quello 
                  di fare di un bambino un consumatore ideale.
 La convinzione di molti scienziati che essi devono solo accumulare 
                  conoscenze mentre la loro applicazione non li riguarda è 
                  una convinzione sbagliata. Nel concetto di scienza deve essere 
                  compresa anche lidea della sua utilizzazione.
 La nostra cultura ha portato ad una estrema frammentazione dei 
                  ruoli, molto funzionale agli interessi di chi detiene il potere. 
                  Come conseguenza di una divisione del lavoro in parte imposta 
                  da motivi concreti inerenti alla natura del lavoro stesso ma 
                  in parte anche maggiore imposta da esigenze ideologiche, quasi 
                  tutti gli individui, e quindi anche gli scienziati, risultano 
                  incompleti, mutilati, in quanto hanno perso dei ruoli che nessun 
                  essere umano può perdere senza cessare di essere un vero 
                  essere umano, libero e responsabile, diventando un semplice 
                  elemento di un immenso ingranaggio che lo trascende e lo schiaccia. 
                  In particolare ogni essere umano, qualunque sia il suo specifico 
                  lavoro, non può rinunciare al ruolo di membro attivo 
                  della società e ai doveri e alle responsabilità 
                  che questo ruolo comporta. In altre parole, in una vera democrazia 
                  nessuna categoria professionale può sostenere di non 
                  avere anche un compito politico.
 Naturalmente il potere non vuole essere infastidito dagli scienziati 
                  e non incoraggia quindi il loro impegno sociale. Spesso uno 
                  scienziato che ha un impegno sociale viene considerato poco 
                  serio o dispersivo o esaltato. Spesso si dà per acquisito 
                  che limpegno sociale tolga precisione e profondità 
                  alle sue ricerche: lo scienziato ideale è quello che 
                  si occupa solo delle sue ricerche.
   
  Rinviare le soluzioni dei problemi
 Il potere usa anche un altro stratagemma per neutralizzare 
                  lazione sociale della scienza. Capita spesso che, quando 
                  una soluzione scientifica già disponibile deve essere 
                  applicata ad un problema sociale, il potere suggerisce automaticamente 
                  di «fare una ricerca» per chiarire meglio il problema. 
                  La ricerca viene così utilizzata come mezzo per rinviare 
                  la soluzione del problema (e si trovano sempre, naturalmente, 
                  scienziati compiacenti che preferiscono svolgere ricerche e 
                  pubblicare articoli per fare carriera piuttosto che influire 
                  positivamente sulla realtà sociale). Nella migliore delle 
                  ipotesi, comunque, questa è unautentica presa in 
                  giro degli scienziati da parte del potere. Nel contesto di unideologia 
                  che fra le sue principali mistificazioni annovera lideale 
                  della conoscenza della realtà e perciò finge di 
                  attribuire alla scienza un ruolo molto importante nella vita 
                  dellumanità il potere inganna astutamente gli scienziati 
                  neutralizzandone lazione sociale. Fermo restando che indubbiamente 
                  le conoscenze scientifiche non sono mai definitive resta il 
                  fatto che molti aspetti della realtà sono già 
                  sufficientemente conosciuti per poter intervenire subito, senza 
                  aspettare i risultati di ulteriori ricerche. Lalbero di trasmissione fra scienza e società è 
                  dunque in mano a coloro che detengono il potere e viene attivato 
                  solo quando il suo funzionamento non danneggia i loro interessi. 
                  Questa situazione è inaccettabile e gli scienziati, per 
                  le loro competenze, sono i più adatti a modificarla. 
                  Essi dovrebbero organizzarsi e mobilitarsi in tutto il mondo, 
                  e svolgere unazione comune, articolata, per una sistematica 
                  utilizzazione sociale dei risultati della ricerca scientifica.
 Mi rendo perfettamente conto che la mia tesi non è nuova. 
                  È stata sostenuta innumerevoli volte nella seconda metà 
                  del secolo scorso, ma negli ultimi anni sembra essere stata 
                  dimenticata.
 Daltronde, quando questa tesi era diffusa, la situazione 
                  dellumanità non era così problematica come 
                  oggi. Gli incubi della guerra nucleare e della catastrofe ecologica 
                  sono più che mai attuali. Abbiamo pochi spazi disponibili 
                  in cui muoverci. Utilizziamoli. Viviamo in un periodo di confusione 
                  mentale, di scoraggiamento, di disimpegno, forse di disperazione. 
                  Di solito questo tipo di periodo viene definito «di transizione», 
                  poiché è storicamente dimostrato che è 
                  un periodo di passaggio verso nuovi valori, verso nuovi modelli 
                  di vita. In realtà, se non stiamo attenti, questo potrebbe 
                  essere non «un periodo di transizione» ma «lultimo 
                  periodo». Non credo di esagerare sostenendo che mai lumanità 
                  si è trovata in circostanze così tragiche.
  Francesco Robustelli Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione -
 Consiglio Nazionale delle Ricerche - Roma
 1. In realtà il potere 
                  è potere e basta. Gli aggettivi non gli aggiungono nulla. 
                  O forse si potrebbe dire che il potere è sempre, direttamente 
                  o indirettamente, «politico». Infatti il potere 
                  economico, e anche quello religioso, si esercitano condizionando 
                  quello politico. |