| Nel quinto capitolo della sua Storia 
                  sociale del giallo (Todaro editore, Lugano 2003), lamico 
                  Carlo Oliva parla de Luomo che fu giovedì, 
                  un romanzo di Chesterton, che definisce straordinario 
                  classificandolo come una sorta di allegoria religiosa 
                  in forma di romanzo poliziesco. Non ha tutti i torti, 
                  beninteso, ma, avendoci spazio tempo e voglia, sarebbe opportuno 
                  ricordarlo anche per altri aspetti  molto attinenti, per 
                  esempio, alla storia socioideologica dellanarchia. 
                  Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) era un liberale che amava 
                  definirsi distribuzionista in grazia delle attenzioni 
                  che rivolgeva ai problemi sociali del suo tempo nella sua Inghilterra. 
                  Fondò riviste e scrisse saggi, romanzi e racconti. La 
                  conversione al cattolicesimo cui allude il giudizio di Oliva 
                  avvenne nel 1922, ma, di certo, qualche suo interesse nei confronti 
                  della religione apparve molto prima, se è vero, come 
                  è vero, che il personaggio da lui creato di maggior successo 
                  fu un prete, un prete detective, Padre Brown, databile intorno 
                  al 1910.
 Luomo che fu giovedì (il cui sottotitolo 
                  recitava A Nightmare, un incubo) venne pubblicato nel 
                  1908 e, al di là dello stile narrativo fortemente allegorico 
                   dove lenfasi descrittiva trascende spesso la plausibilità 
                  dellazione, dove lonirico e il simbolico concorrono 
                  equamente a risolvere lintrico , costituisce un 
                  prezioso documento sul modo con cui era percepito il movimento 
                  anarchico dalla borghesia intelligente che Chesterton 
                  a buon diritto rappresentava. Vi si racconta, per esempio, di 
                  un Consiglio Centrale Anarchico  sette membri 
                  chiamati ciascuno con il nome di un giorno della settimana  
                  e del suo Presidente, Domenica il Sanguinario 
                  e vi si formula la vecchia teoria dei due cerchi. 
                  Lanarchia, spiega un personaggio, è 
                  un vasto movimento filosofico, che consta di due cerchi. 
                  Il cerchio esterno si potrebbe chiamare laicato, e quello 
                  interno sacerdozio, analogamente ai cerchi esoterici 
                  ed essoterici dellantica dottrina pitagorica. 
                  Va da sé che al primo tocca un verdetto di innocenza, 
                  mentre al secondo quello di colpevolezza, perché 
                  gli uni crederebbero ingenuamente davvero che la felicità 
                  sul pianeta sia stata distrutta da regole e formule, 
                  mentre gli altri mirerebbero e alla distruzione dellumanità 
                  tutta e alla distruzione di se stessi. Con il che lanarchia 
                  come progetto politico  ci si ricordi che linsegnamento, 
                  e lammonizione in esso implicita, sono impartiti nei primi 
                  anni del Novecento  è facilmente sottratta alle 
                  masse eventuali e riconsegnata, come gioco di società 
                  o di asocialità, alla conventicola di ricchi e annoiati 
                  intellettuali.
 Va da sé pure, allora, che la dinamite sia 
                  presentata non solo come lo strumento migliore, 
                  ma anche come il miglior simbolo, paragonabile allincenso 
                  delle preghiere per i cristiani e che la buona borghesia 
                  cui il messaggio è destinato frema di orrore pensando 
                  allanarchia come alla peggiore delle dittature.
 Per quanto possa sembrare strano questo modello di narrazione 
                  ha avuto tanto successo da insediarsi durevolmente nel retropensiero 
                  di molti.
  Felice Accame
 P.S.: oltre alla costruzione della figura di un 
                  anarchico oligarca-autoritario, Chesterton provvide anche alla 
                  costruzione di una seconda figura altrettanto inesistente e 
                  parimenti pericolosa: il filosofo moderno, il delinquente 
                  più pericoloso, perché non riconosce 
                  legge alcuna. Delinquente pericoloso e inafferrabile, 
                  visto che, nella Storia sociale del giallo, non compare 
                  alcun filosofo nel ruolo dellassassino.  |