|  Fucilati 161 giovani eritrei
 Il regime eritreo ha compiuto un ennesimo massacro contro il 
                  popolo eritreo. Lo scorso 10 giugno, il regime dittatoriale di Isayas Afeworki, 
                  ha dato ordine di eseguire la fucilazione a sangue freddo contro 
                  161 inermi giovani, quando all’interno di uno dei peggiori 
                  campi di “punizione” del paese chiamato Wi’à, 
                  quest’ultimi hanno osato ribellarsi in massa contro le 
                  indescrivibili torture e la segregazione in cui si trovavano 
                  a versare da lungo tempo. Questa tremenda ed agghiacciante notizia, 
                  pur se giunta all’estero con notevole ritardo, è 
                  stata per la prima volta pubblicata sul sito eritreo news9.asmarino.com 
                  e riportata nel notiziario di Radio Popolare Network, questa 
                  mattina alle ore 7,30.
 
                  
                    |  |  I fatti: Da diversi anni il regime eritreo continua a mandare a Wi’à, 
                  un’impervia località della Dancalia interdetta 
                  a chiunque, tutti coloro che contestano il suo potere politico 
                  e militare. Wi’à è conosciuta dalla gioventù 
                  eritrea con il nome “Inferno”. In questa località, 
                  dove la temperatura supera di gran lunga i 55 gradi all’ombra, 
                  nell’agosto 2001 furono lì deportati, per la prima 
                  volta, gli studenti universitari di Asmara che si erano ribellati 
                  alle direttive del regime di Isayas sulla questione del servizio 
                  civile obbligatorio (in realtà militare) e proprio in 
                  quella occasione due studenti morirono a causa delle torture 
                  inflitte nei loro confronti.
 Da diversi mesi in Eritrea sono in corso continue retate contro 
                  coloro che oppongono resistenza al regime ed in particolare 
                  contro la gioventù eritrea. Il regime, oramai isolato 
                  internamente e senza nessun consenso da parte della popolazione, 
                  in presa al panico ha di recente intensificato la repressione 
                  contro interi settori della società civile ed in particolare 
                  contro la gioventù eritrea. Non solo, ma proprio a partire 
                  dal 16 luglio scorso, il regime eritreo ha dato via ad un’altra 
                  vasta campagna di imprigionamenti in diverse città e 
                  distretti del paese e soprattutto ad Adi Quala, Adi Keyih, Mendefera, 
                  Tera Emni, Arreza, Mai Mine, Mai Aini e Hazemo nei confronti 
                  di genitori accusati di aver fatto “fuggire” i propri 
                  figli all’estero. In pochi giorni tra le 700 ed 800 persone 
                  risultano finite nelle carceri del regime. Ai genitori è 
                  stato loro richiesto, che per essere rilasciati dovranno versare 
                  la somma 50 mila Nakfa, a garanzia che faranno tornare i propri 
                  figli che non si sono presentati a fare il servizio militare.
 Denunciamo questi gravi fatti al mondo intero, ai governi e 
                  alle istituzioni democratiche, esprimiamo la nostra ferma condanna 
                  nei confronti del regime repressivo eritreo e chiediamo che 
                  venga istituita immediatamente una commissione internazionale 
                  che indaghi sui soprusi e le continue violazioni dei diritti 
                  umani in Eritrea.
 Ci appelliamo alla comunità internazionale, al Parlamento 
                  dell’Unione Europea e alle organizzazioni per i diritti 
                  umani affinché faccio immediatamente concreti passi perché 
                  queste continue persecuzione, gli abusi, gli arresti e le fucilazioni 
                  di massa non passino sotto il completo silenzio.
 Il popolo eritreo, sta gridando ad alta voce al mondo intero 
                  per chiedere aiuto, per non essere “dimenticato” 
                  e per non continuamente ad essere calpestato da un regime, che 
                  non ha mai avuto il suo consenso. Nessuno potrà dire 
                  “non lo sapevamo”!!
 25 luglio 2005.   Associazione Immigrati Eritrei in Italia Via Vallazze 34, Milano
 assoeritrea@libero.it
 Coordinamento Democratici Eritrei 
                  in ItaliaViale Lombardia 20, Milano
 eridemocrat@yahoo.it
 ripreso dal sito: http://news9.asmarino.com/content/view/435/103/ 
                      Il portale della galera
 Il giornalista cinese Shi Tao è stato condannato a dieci 
                  anni di prigione sulla base di informazioni fornite da Yahoo 
                  Hong Kong! Il verdetto del suo processo – condannato nell’aprile 
                  2005 a dieci anni di prigione per "divulgazione illegale 
                  di segreti di Stato all’estero" – indica che 
                  la filiale di Hong Kong di Yahoo! ha trasmesso alla polizia 
                  cinese informazioni che compromettono il giornalista.
 Secondo questo documento, la holding avrebbe rimesso il messaggio, 
                  considerato come "segreto di Stato" ed utilizzato, 
                  a carico dell’imputato, in occasione del processo, come 
                  pure l’indirizzo IP del computer del giornalista.
   Liberamente tratto dal sito di “Reporters sans 
                  frontières” www.rsf.fr |