| Pacchi-bomba. Anarchici, pista anarchica, bombe anarchiche 
                  in prima pagina sui giornali e, in genere, nei mass-media. Le 
                  ultime settimane «ci» hanno riportato agli onori 
                  della cronaca. Purtroppo. Sul «tradizionale» binomio anarchia/violenza abbiamo 
                  già scritto ampiamente. Sentiamo, come sempre, puzza 
                  di imbecillità e di strumentalizzazioni.
 Ai giornalisti che hanno telefonato in redazione per raccogliere 
                  la nostra opinione abbiamo risposto: richiamateci in altra occasione, 
                  per chiederci informazione su quello che davvero facciamo, sulle 
                  nostre attività culturali, sullimpegno nel sindacalismo 
                  di base, sulle battaglie ecologiste, ecc.
 Passiamo ad altro.
 Ambiente. Inizia, con la prima puntata 
                  dedicata ai rapporti tra energia e comunità, una serie 
                  di articoli sulla più generale tematica «Ambiente 
                  e comunità». La loro uscita è prevista a 
                  mesi alterni. Lobiettivo che si propone lautore 
                   Adriano Paolella  è quello di affrontare, 
                  seppure in via introduttiva, i problemi legati ai modelli abitativi, 
                  prospettando soluzioni ambientalmente equilibrate, non autoritarie, 
                  tese al benessere. Lo spazio di riflessione è articolato, ogni volta, in 
                  tre parti distinte: la prima («la questione») si 
                  occupa delle principali questioni irrisolte; la seconda («la 
                  testimonianza») riferisce di insediamenti configurati 
                  in relazione ai caratteri ambientali dei luoghi; la terza («osservazioni 
                  dalla contemporaneità») fornisce notizie e osservazioni 
                  critiche legate ai nostri giorni.
 Ricordiamo che Adriano Paolella è da vari anni uno dei 
                  nostri collaboratori più prolifici. Docente di Tecnologia 
                  dellArchitettura presso lUniversità Mediterranea 
                  di Reggio Calabria, direttore di «Attenzione» (rivista 
                  del WWF Italia), esperto in progettazione ambientale, è 
                  autore di numerose pubblicazioni, tra le quali ricordiamo, da 
                  poco uscito per i tipi di Elèuthera, il volume «Progettare 
                  per abitare».
 Con Zelinda Carloni ha realizzato la serie (al momento conclusa, 
                  ma
 nella vita mai dire mai) di 7 
                  dossier sulla globalizzazione, nonché quello su «un 
                  altro modo è possibile», tutti usciti allinterno 
                  di «A» negli ultimi due anni e mezzo.
 Con questa serie di mini-dossier su vari fronti della questione 
                  «Ambiente e comunità», prosegue lattenzione 
                  della nostra rivista non solo per il pensiero e le tematiche 
                  ecologiste, ma anche per la proposta di soluzioni concrete, 
                  pratiche. Ad Adriano Paolella il compito di proporre dati, riflessioni, 
                  possibili soluzioni. A voi tutti la possibilità di contro-proporre, 
                  discutere, approfondire.
 La seconda puntata verrà pubblicata su «A» 
                  296 (febbraio 2004).
 Opinioni. Nella rubrica della posta ospitiamo un lungo 
                  intervento dellamico Luigi Veronelli, che propone agli 
                  anarchici di partecipare alla prossima tornata elettorale nellambito 
                  di liste denominate «I centri sociali», nelle quali 
                  dovrebbero a suo avviso confluire, tra gli altri, i centri sociali, 
                  le forze del volontariato laico e cattolico e appunto gli anarchici. 
                  Ci è difficile pensare che, in unepoca di sempre 
                  maggiore disaffezione dal voto, proprio dagli anarchici  
                  da sempre contrari, e motivatamente, alle elezioni  possa 
                  giungere un segnale in controtendenza. La storia del movimento anarchico non è stata certo, 
                  nemmeno in questo ambito, univoca (basti pensare alla Spagna 
                  del 1936, quando nel governo repubblicano ci furono addirittura
 
                  quattro ministri anarchici). Noi non abbiamo dunque paura di 
                  riesaminare scelte che pur fanno parte della nostra «tradizione». 
                  E proprio lastensionismo è stato oggetto su questa 
                  rivista, poco tempo fa, di un dibattito che ha fatto storcere 
                  il naso a non pochi anarchici.
 Veronelli ora dice la sua e noi, che seguiamo con simpatia il 
                  suo impegno in difesa non solo del mondo agricolo ma di un modo 
                  di produzione e di vita antagonisti a quello dominante, volentieri 
                  pubblichiamo il suo scritto.
 Ci limitiamo a fargli notare che la scelta astensionista non 
                  è stata «imposta» al movimento anarchico 
                  dai suoi «dirigenti», ma è stata  fin 
                  dalla nascita del movimento, un secolo e mezzo fa  il 
                  conseguente corollario di una scelta di impegno e di lotta al 
                  di fuori delle istituzioni.
 Per parte nostra, restiamo convinti astensionisti. Il buon Gino 
                  non ce ne voglia.
 
   |