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                  questione Le condizioni Il problema energetico caratterizza la nostra epoca. Grandi 
                  consumi, grandi emissioni ed angosciosi scenari futuri sul controllo 
                  delle fonti e della produzione sono i principali fattori che 
                  delineano la problematicità del tema.
 Il modello vigente è definito dalla combinazione di alcuni 
                  elementi:
 Un serrato monopolio delle produzioni energeticheGran parte dellenergia mondiale è ottenuta con 
                  luso di combustibili fossili la cui gestione è 
                  concentrata in poche decine di soggetti che godono dei maggiori 
                  profitti esistenti nel pianeta e determinano le politiche energetiche 
                  mondiali sia con una azione diretta di promozione dei propri 
                  prodotti sia attraverso i governi, ed in particolare quello 
                  degli Stati Uniti dAmerica a cui afferiscono più 
                  del 40% dei consumi energetici e la quasi totalità dei 
                  soggetti che gestiscono le fonti di energia non rinnovabile.
 La posizione fatta tenere al governo americano, nellambito 
                  del protocollo di Kyoto e dei successivi incontri, e lazione 
                  di disturbo attuata negli anni al fine di minimizzare il problema 
                  dei mutamenti climatici hanno rallentato e confuso ogni processo 
                  internazionale mirante alla riduzione dei consumi e delle emissioni 
                  inquinanti.
 Unenorme richiesta di energiaOgni azione compiuta, dal muoversi, al lavarsi, allalimentarsi, 
                  ed ogni attività produttiva, dallagricoltura alle 
                  comunicazioni, tutto è fondato sulluso di energia 
                  da fonti non rinnovabili. In ciò è stata attuata 
                  una completa sostituzione dellenergia umana, e di quella 
                  direttamente gestita dalluomo, non sempre migliorando 
                  la qualità dellesistenza e sicuramente comportando 
                  uno stato di alterazione del pianeta insostenibile.
 Un enorme spreco di energia Un autoveicolo che viaggia a 180 km/h consuma il doppio di un 
                  autoveicolo che viaggia a 90 km/h. Ma quando si cambia un autoveicolo 
                  ancora funzionante si consuma energia: lenergia necessaria 
                  al prelievo ed alla preparazione dei materiali, alla fabbricazione, 
                  alla distribuzione ed alla commercializzazione, alla demolizione 
                  e allo smaltimento.
 Ogni oggetto inutile è uno spreco di energia. Ogni oggetto 
                  riutilizzato, a cui è data una nuova funzionalità, 
                  seppur diversa dalloriginale, è energia risparmiata.
 Una richiesta di energia nuova Lenergia richiesta, al di là di come sia prodotta, 
                  è sempre nuova; è raro inserire le 
                  proprie attività in un ciclo energetico equilibrato.
 Nella società contemporanea è difficile recuperare 
                  la parte organica dei rifiuti dellabitazione che è 
                  energia per lagricoltura, recuperare le potature dellagricoltura 
                  che è biomassa per impianti civili, recuperare il calore 
                  dei processi industriali.
 Considerare la complessità dellabitare 
                  permette di chiudere il ciclo energetico, mentre lapparente 
                  semplicità dellacquisto di energia 
                  dal mercato lascia aperto il ciclo scaricando un enorme peso 
                  destrutturante lambiente e la società.
 Le soluzioni proposte Lesistenza del problema energetico è unanimemente 
                  constatato, a parte alcuni che lo riducono alla dimensione esclusivamente 
                  produttiva. Per coloro i quali hanno posto attenzione alle questione 
                  ambientale le proposte sono volte in tre direzioni: la riduzione 
                  dei consumi, il miglioramento dellefficienza tecnologica 
                  dei processi, luso di energia rinnovabile.
 La riduzione dei consumi È il sistema che in maniera migliore risponderebbe alla 
                  gravità della situazione. Attraverso la riduzione dei 
                  consumi si potrebbe garantire intanto una riduzione delle emissioni, 
                  lallentamento delle tensioni nei bacini geografici in 
                  cui sono presenti le risorse, e forse una maggiore attenzione 
                  nei confronti delle modalità di produzione.
 È evidente che tale azione si può concretizzare 
                  esclusivamente contrastando quelli che sono gli interessi dei 
                  produttori di energia e dei venditori di combustibili che spingono 
                  invece per un continuo aumento dei consumi di energia.
 Ma sarebbe necessario anche contrastare quel fenomeno, anchesso 
                  proprio della società di mercato, della promozione di 
                  comportamenti basati sul consumo di merci che richiedono un 
                  crescente utilizzo dellenergia per essere prodotte e per 
                  funzionare.
 Il miglioramento dellefficienza tecnologica dei 
                  processi Migliorare lefficienza dei processi è un sistema 
                  utile alla riduzione degli sprechi energetici. È un atto 
                  dovuto anche in una società di mercato, atto che in qualche 
                  caso si combina con gli interessi economici dei produttori attenti 
                  al risparmio energetico in fase di costruzione delle merci.
 Il miglioramento dellefficienza ha però il suo 
                  limite nellaumento dei consumi. Se infatti lefficienza 
                  di un meccanismo aumenta, ma aumenta anche il numero dei meccanismi 
                  e il tempo di uso degli stessi, il beneficio della migliore 
                  efficienza è recuperato dalla maggiore quantità 
                  di uso.
 Il miglioramento dellefficienza è tendenzialmente 
                  perseguito da alcuni ambiti di ricerca che ritengono opportuno 
                  lasciare immutate le modalità di vita e quindi i consumi 
                  connessi; ciò sia perché interessati al mantenimento 
                  dellampiezza del mercato, ed in tal caso sono ambiti connessi 
                  allindustria, sia perché ritengono maggiormente 
                  plausibile indirizzare lindustria verso un aumento dellefficienza 
                  piuttosto che verso la riduzione delle quantità della 
                  produzione.
 Luso di energia rinnovabile Si basa sulla consapevolezza che se lenergia fosse prodotta 
                  attraverso luso di fonti rinnovabili si ridurrebbero fortemente 
                  le emissioni (si eliminerebbero di fatto luso dei combustibili 
                  fossili) e si permetterebbe il mantenimento o, eventualmente, 
                  laumento dellattuale livello di consumi energetici 
                  migliorando nel contempo le condizioni ambientali del pianeta.
 Anche in questo caso ad opporsi sono le grandi compagnie che 
                  controllano combustibili fossili e centrali energetiche tradizionali, 
                  che ritengono non conveniente passare ad altri sistemi produttivi 
                  senza prima avere consumato tutti i vantaggi connessi allattuale 
                  loro controllo monopolistico delle fonti energetiche.
 Il rinnovabile possiede una grande potenzialità; il problema 
                  della diffusione è nei costi delle soluzioni che sono 
                  comunque, in alcuni casi volontariamente, più elevati 
                  di quelli dellenergia tratta da fonti non rinnovabili 
                  [ciò è vero solo senza considerare i danni alla 
                  salute ed allambiente comportati dalluso dei combustibili 
                  fossili].
 Il ruolo attivo delle comunità e degli individui 
                  La concentrazione della produzione e della distribuzione in 
                  pochi soggetti ha espropriato della capacità diffusa 
                  di produrre e gestire energia che era propria delle comunità 
                  e degli individui.
 Questa condizione mette le persone e le società in una 
                  situazione di totale dipendenza degli interessi e dalle scelte 
                  di chi fornisce lenergia. Se lenergia è oggetto 
                  fondamentale per la nostra esistenza, alle soluzioni proposte 
                  ed attualmente praticate è necessario aggiungere una 
                  gestione diretta delle stesse.
 Laumento dellefficienza dei sistemi produttivi e 
                  luso di risorse rinnovabili se da un lato ridurrebbe sostanzialmente 
                  le emissioni inquinanti dallaltro lascerebbe comunque 
                  la comunità nello stesso stato di sudditanza verso un 
                  sistema centralizzato e monopolistico.
 È proprio il sistema produttivo e distributivo che deve 
                  adattarsi alle necessità delle comunità e non 
                  queste che debbono piegarsi alle esigenze del mercato dellenergia. 
                  La concentrazione della produzione abbassa i costi e la rete 
                  è il sistema di relazione tra la concentrazione della 
                  produzione e la diffusione del prodotto ovvero è uno 
                  degli strumenti attraverso cui si concretizza la sudditanza.
 La delicatezza della rete non è solo insita nella sua 
                  enorme articolazione e nella interdipendenza delle parti (al 
                  collasso di una può rispondere il collasso del sistema) 
                  ma anche nel sovradimensionamento della produzione che deriva 
                  dalla necessità di risposta ad una potenziale domanda, 
                  di cui non è possibile una valutazione in dettaglio ma 
                  solo in grandi numeri, e dalla dispersione di energia in rete.
 Nella rete le diverse modalità di produzione si omogeneizzano, 
                  nessuno sa se la sua è energia idroelettrica o nucleare, 
                  e non differenzia le necessità dei clienti. Nella rete 
                  i poli forti e quelli deboli sono determinati dai consumi e 
                  dalla tipologia degli stessi e quindi le comunità si 
                  trovano in una scala gerarchica le cui priorità possono 
                  non rispondere alle reali necessità locali.
 Connettere i consumi con le produzioni in maniera diretta appare 
                  il mezzo per ridurre i consumi e aumentare lefficienza 
                  del sistema ma serve principalmente ad evitare la corrispondenza 
                  tra energia e mercato dellenergia, ridando senso sociale 
                  ed ambientale allenergia medesima.
 È del tutto evidente che luso del combustibile 
                  fossile sia quello che garantisce i massimi profitti: si brucia 
                  una risorsa rubata, o comunque sottostimata, si ribaltano sullambiente 
                  gli effetti negativi provocati, si gestiscono profitti e processi 
                  molto concentrati; non vi è alla scala di produzione 
                  industriale nessun sistema più economico. Se ci fosse 
                  stato lo avrebbero già utilizzato.
 Non è dunque a scala globale né industriale che 
                  si possono trovare forme di convenienza al cambiamento.
 Per un individuo la differenza economica tra luso di un 
                  bruciatore a gasolio, a gas o a biomasse è minima; la 
                  comunità e gli individui non guadagnano nella vendita 
                  di energia, non hanno necessità di ridurre i costi di 
                  produzione, hanno invece necessità di gestirla direttamente 
                  e di non acquisirla a caro prezzo da altri.
 Nel caso di possesso della fonte, come per le biomasse, la convenienza 
                  è sostanziale e contrapposta a quella del grande produttore
 È proprio questo cambiamento di ottica tra le logiche 
                  di chi produce e vende che ha dominato il comparto energetico.
 Per favorire questa autonomia e riprendersi la gestione diretta 
                  delle risorse è necessario chiudere i cicli dellenergia 
                  dando alla comunità locale la gestione delle proprie 
                  necessità fuori dalla rete, fuori dal mercato.
 I cicli integrati di produzione, consumo, recupero energetico, 
                  le connessioni delle diverse attività, la comprensione 
                  delle potenzialità e ladattamento alle condizioni 
                  naturali dei luoghi sono alla base delluso di energia 
                  della singola comunità.
 La produzione si diversifica in infinite soluzioni specifiche 
                  e ottimali per risparmiare, ridurre, recuperare.
 Ricomporre lunitarietà tra il soggetto che usa 
                  e quello che produce implica, oltre ad una maggiore consapevolezza 
                  tecnica, ad una maggiore autonomia economica e sociale, anche 
                  una maggiore considerazione dellambiente in quanto è 
                  lo stesso soggetto che, vivendo in quel luogo, tenderà 
                  ad un controllo dei processi, al corretto dimensionamento della 
                  trasformazione e quindi ad un uso congruo dellenergia.
 Riduzione della sudditanza economica, aumento della consapevolezza, 
                  gestione tecnica dei processi portano alla riduzione dei consumi 
                  e dellimpatto nellambiente proprio per essere fuori 
                  da quelle tendenze alla crescita dei consumi che sono invece 
                  alla base del mercato.
 
                   
                    | Consumo 
                        di energia primaria nel mondo Totale 10.000 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio
 Energia nucleare 7%
 Energia da fonti rinnovabili 5%
 Carbone 26%
 Gas naturale 23%
 Petrolio 39%
 |  
                   
                    | Anidride 
                        carbonica Ogni anno i processi di combustione immettono nellatmosfera 
                        20 miliardi di t di CO2.
 La metà 10 miliardi di t incrementa i 700 miliardi 
                        di CO2 già presenti in atmosfera.
 Nel 1860 la concentrazione di CO2 in atmosfera era di 
                        280 ppm.
 Nei prossimi 30-50 anni è prevista una concentrazione 
                        di CO2 in atmosfera di 880 ppm.
 |  
                   
                    | Per 
                        produrre un kW/h posso sfruttare:  il sole che in un giorno colpisce 2 mq di pannelli 
                        fotovoltaici;
  il vento che passa a 36 km/h attraverso 5 mq di 
                        superficie spazzata da un mulino a vento;
  45.000 litri di acqua che cadono da 10 metri di 
                        altezza in una turbina Francis;
  7 kg/h di vapore che, catturati da un soffione, 
                        vengono raccolti da una turbina; oppure
  lenergia prodotta da 300 normali pile stilo 
                        da giocattolo.
 Fonte: Pietrogrande P., Masullo A. (2003), Energia 
                        verde per un paese rinnovabile, F. Muzzio 
                        Editore, Roma
 |  
                   
                    | 
                        Azioni 
                          ed emissioni  Azioni 
                          kW/h
 CO2
 n. alberi per assorbire CO2
 1 
                          giorno illuminazione Colosseo 330
 233
 1
 1 
                          partita allo stadio S.Siro 5.000
 3.500
 15
 1 
                          eurostar da Milano a Roma 10.000
 7.000
 30
 Consumo 
                          di una famiglia in 1 anno 3.030
 2.012
 9
 Luminarie 
                          di una città per Natale 1.000.000
 700.000
 30.000
 Fonte: 
                          Pietrogrande P., Masullo A. (2003), Energia verde 
                          per un paese rinnovabile, F. Muzzio 
                          Editore, Roma  |    la 
                  testimonianza 
 I Nuer ovvero luso di un dislivello 
                  di pochi metri I Nuer sono una popolazione situata in Sudan in unarea 
                  di confluenza di due affluenti del Nilo. Gli studi a cui si 
                  rimanda sono quelli svolti da E. E. Evans-Pritchard negli anni 
                  trenta del secolo scorso e pubblicati in un libro del 1940, 
                  tradotto e edito in Italia nel 2000 con il titolo I Nuer: 
                  unanarchia ordinata.
 La parte di questo bellissimo studio che si desidera evidenziare 
                  è quella relativa al rapporto tra popolazione insediata 
                  e risorse naturali.
 I Nuer vivevano in un luogo in cui la pioggia era abbondante 
                  ma concentrata in un limitato periodo dellanno. Lesito 
                  di questa condizione era che i terreni erano per alcuni mesi 
                  allagati e per i rimanenti mesi sempre più secchi. Una 
                  savana temporaneamente allagata.
 Gli insediamenti e lorganizzazione produttiva erano basati 
                  su questa doppia e contrapposta situazione di abbondanza e scarsità 
                  di acqua.
 Il villaggio era localizzato nella parte alta di bassi rilievi 
                  naturali che emergevano, anche nella stagione delle piogge, 
                  dallarea allagata; qualche metro più in alto, in 
                  terreni asciutti. Durante il periodo delle piogge i pascoli 
                  avvenivano sulle aree alte in prossimità delle capanne. 
                  Con il procedere della stagione secca le acque si ritiravano 
                  verso le parti più basse, verso gli alvei dei corsi dacqua 
                  ed i pascoli non più bagnati si seccavano. I Nuer, per 
                  fronteggiare tale condizione, spostavano una parte della popolazione 
                  maschile nei territori bassi, distanti anche decine di chilometri, 
                  cioè in altri insediamenti temporanei che permettevano 
                  il controllo del pascolo nelle zone ancora umide.
 Gli insediamenti si mostravano così doppi come doppie 
                  erano le condizioni ambientali.
 
 Costruzione 
                  di una stalla Il punto centrale dellalimentazione e anche dei rapporti 
                  sociali erano i bovini allevati. Ma i Nuer mangiavano raramente 
                  la carne e questo per due ragioni. La prima che, come noto, 
                  limpegno energetico, in forma di quantità di foraggio, 
                  acqua e suolo necessario, per una alimentazione a base di carne 
                  è estremamente superiore a quella a base di verdure. 
                  Ovvero se i Nuer avessero mangiato carne non avrebbero potuto 
                  nutrire gli allevamenti. In secondo luogo i bovini soffrivano 
                  in determinati periodi dellanno la siccità e la 
                  riduzione dei foraggi alla stessa maniera della popolazione. 
                  Però in quello stesso periodo riuscivano a fornire il 
                  latte, indispensabile alimento. In sintesi essi adoperavano le mandrie come conserva di alimenti 
                  freschi da utilizzare nei periodi in cui agricoltura, pascolo 
                  e pesca erano meno produttivi.
 Il sistema dei Nuer consentì di fare vivere la popolazione 
                  in un luogo che aveva condizioni di abitabilità estreme 
                  (allagamenti e siccità), terreni a bassa produttività 
                  (lagricoltura era marginale nel sistema), caccia e vegetazione 
                  naturale (savana) molto ridotta.
 È appunto la leggerezza abitativa dei Nuer che ha consentito 
                  di adattarsi ad un ambiente estremo e di poter comporre insediamenti 
                  energeticamente chiusi che si adattano allambiente e adattano 
                  lambiente senza danneggiarlo. Un uso delle risorse variato 
                  durante lanno (i foraggi, la pesca, lagricoltura, 
                  lallevamento, la caccia); ciascuna delle risorse, insufficiente 
                  da sola, allinterno di un sistema di prelievo che non 
                  comprometteva le risorse aveva definito un sistema stabile nel 
                  tempo e lontano dalla possibilità di collasso derivante 
                  dallipersfruttamento dellambiente.
 Questa autonomia sociale fu distrutta dal colonialismo che, 
                  tacciando di inciviltà un sistema evoluto ed adeguato 
                  ai luoghi, lo sostituì con modelli civili che destrutturarono 
                  i luoghi e massacrarono la comunità.
 osservazioni 
                  dalla contemporaneità
 
 Elogio dellambulante La costruzione degli ipermercati e dei supermercati esterni 
                  ai centri abitati ha creato un ulteriore carico ambientale. 
                  Sia in ragione della quantità di superficie di suolo 
                  interessata dalla costruzione, sia in ragione dellinfrastrutturazione 
                  necessaria alluso di tali edifici (si pensi alla vastità 
                  dei parcheggi) sia in ragione del traffico di autoveicoli (principale 
                  mezzo utilizzato per raggiungerli). Emissioni, file di macchine, 
                  desertificazione, modificazioni del microclima, della falda, 
                  del regime delle acque, eliminazione della vegetazione.
 Il commercio ambulante è forse un sistema più 
                  economico, ambientalmente più economico.
 A meno che per scegliere un paio di scarpe si abbia assolutamente 
                  bisogno di un capannone/negozio di 20.000 metri cubi (60 metri 
                  x 40 metri x 8), dati derivati dallosservazione diretta. 
                  Nel caso, essendo il volume di una scarpa di 4.000 cm3, si può 
                  immaginare che per vedere i 5.000.000 di scarpe contenuti nel 
                  capannone ci potremmo mettere un po di tempo.
 La torcia Fino a sessanta anni fa la notte era buia. Per camminare i viandanti 
                  non urbani illuminavano il proprio cammino. Avevano una torcia 
                  o una qualunque forma di lampada che indirizzavano nel buio 
                  verso il terreno e laria prossima ai loro passi.
 Oggi si illumina la notte anche quando non cè nessuno 
                  che vi cammini.
 Fino a sessanta anni fa quando una persona aveva freddo si copriva. 
                  Oggi accende il riscaldamento. Tutta la casa è riscaldata 
                  anche quando le stanze rimangono vuote. Il golf riscaldava meno 
                  di un metro cubo senza uso di energia esterna, per ottenere 
                  lo stesso risultato, non avere freddo, si riscaldano duecento 
                  metri cubi pro-capite, anche quando siamo altrove nella casa 
                  o fuori di essa.
 Anche in questo è labuso di energia.
 
 Yurta 
                  in Arizona Fuori posto Nella foto si vede una Yurta. È una abitazione tradizionale 
                  della Mongolia; abitazione smontabile e trasportabile a dorso 
                  di animale composta da parti prefabbricate in legno, da teli 
                  e pellicce.
 Labitazione fotografata è in Arizona in unarea 
                  arida dove un signore ama trascorrere parte del tempo, 
                  con la moglie e i loro bambini, un modo speciale di vivere la 
                  solitudine di uno spettacolo naturale che si è definito 
                  cinquemila anni fa, con solo alcuni comfort essenziali: luce, 
                  gas e aria condizionata prodotti da un generatore. Alcune capre 
                  selvatiche rallegrano la piccola abitazione, 
Non lontani, 
                  nascosti fra le rocce del deserto, vivono aquile, puma, serpenti 
                  e coyote (P. Cappabianca in D 19/7/2003).
 La Yurta è una abitazione tradizionale mongola; il fatto 
                  che essa sia utilizzata in Mongolia mostra la permanenza di 
                  modalità di vita non ancora fagocitate dal modello globale. 
                  Una Yurta in Arizona mostra invece lesatto contrario, 
                  ovvero la vittoria del modello globale della indifferenza ai 
                  luoghi, della società degli oggetti validi ovunque, della 
                  gratuità dei gesti tipica del mercato.
 In Mongolia nevica, fa freddo, ci sono i ghiacci; nel deserto 
                  dellArizona fa caldo, il clima è arido, piove poco, 
                  fa freddo di notte ed in alcune stagioni; la Yurta è 
                  pensata per essere trasportabile ed invece è resa residenza 
                  fissa su piattaforma; la Yurta rimanda ad un modello sociale 
                  di uso che qui è ignorato, ha materiali costruttivi locali 
                  mongoli, ha una tecnica che è rappresentazione di una 
                  cultura. Tutto questo nellabitazione del signore è 
                  ignorato: della Yurta rimane una forma, un oggetto estraniato 
                  che non può rimandare ad un luogo né ad una società, 
                  che è oggetto di divertimento come un luna park, come 
                  un prodotto di mercato che ci affascina per le sue forme ma 
                  che non serve né in quel luogo né per quella sua 
                  specifica funzione né per la sua efficienza.
 La Yurta da abitazione è divenuta divertimento.
  Adriano Paolella
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