| 1. Nellattività della scienza è implicita 
                  la ripetibilità delle sue procedure. In linea di principio, 
                  quel che faceva Von Braun avrebbe potuto esser ripetuto da Gianni 
                  e Pinotto. Allorché il risultato è connesso allabilità 
                  di qualcuno  e allorché questa abilità non 
                  è tradotta in istruzioni positive ed è sostanzialmente 
                  incomunicabile  o si parla di magia o di miracolo, a seconda 
                  dello schema fideistico in cui si inserisce levento.  2. Trovandosi a passare nella città di Nain, Gesù 
                  si imbatte in un funerale. Stavano portando a seppellire lunico 
                  figlio di una vedova. Lei è disperata e molta gente laccompagna. 
                  Gesù le dice di non piangere, tocca la bara, ordina al 
                  giovinotto di alzarsi e quello si alza (Luca, 7, 12-17). Oppure. 
                  Dopo aver preso a maleparole un suo povero discepolo che pretendeva 
                  di partecipare ai funerali del padre («Lascia i morti 
                  seppellire i loro morti»), Gesù va per mare. Sono 
                  su una navicella e lui se la dorme anche allorquando una tempesta 
                  sta per mandarli a picco. I discepoli lo svegliano, lui gli 
                  fa la consueta lavata di capo («perché avete paura, 
                  uomini di poca fede ?») e poi sgrida venti e mare fino 
                  a che non torna la bonaccia (Matteo, 8, 22-27). I Vangeli non 
                  lo dicono, ma lui, subito dopo, se ne torna a dormire con il 
                  sorriso sulle labbra di uno cui è andata bene e, una 
                  volta sullaltra sponda, è bello che pronto per 
                  tramutare due indemoniati in porci. Poi, ancora in navicella, 
                  e via a proseguire il suo giro elettorale  e tocca al 
                  paralitico di Capernaum.  3. Abbiamo ben presente quelliconografia che prescrive 
                  un Redentore con i capelli molto lunghi. Sia dal saggio di Frazer 
                  sul Folklore nellAntico Testamento (Londra 1919) 
                  che dal saggio di Bloch su I re taumaturghi (Parigi 1961) 
                  apprendiamo che questa lunga capigliatura  che, peraltro, 
                  costituiva lattributo tradizionale della dinastia franca, 
                  fino al punto che il cadavere di re Clodomiro, ritrovato al 
                  carpaccio sul campo di battaglia di Vézeronce, venne 
                  riconosciuto soltanto grazie ai capelli  «era certamente 
                  stata in origine un simbolo di ordine soprannaturale». 
                  Come figli della razza eletta, dice Bloch, «i reges criniti 
                  erano altrettanti Sansoni». Ne I re taumaturghi, daltronde, Bloch tende a dimostrare 
                  che i re medioevali di Francia e di Inghilterra, nel tentativo 
                  riuscitissimo di autoratificarsi al potere, arrogavano alle 
                  proprie facoltà lesercizio divino del miracolo. 
                  È così che, non si sa bene esattamente da quando 
                  ma più o meno dal dodicesimo secolo, i re, nelle feste 
                  comandate, «imponevano le mani» sopra tutti gli 
                  affetti da adenite tubercolare e da quantaltro potesse 
                  passare per «scrofola». Toccavano e guarivano, si 
                  fa per dire, sostituendo leconomia di un gesto altamente 
                  simbolico alla più dispendiosa, seccante e poco dignitosa 
                  distribuzione di viveri.
 4. Silvio Berlusconi non porta i capelli alla nazarena e non 
                  è ancora riuscito a toccare uno scrofoloso sanandolo. 
                  Tuttavia una certa dimestichezza con lidea della consustanzialità 
                  del divino e del potere politico lha manifestata da tempo, 
                  se è vero, come è vero, che, il 25 novembre del 
                  1994, ebbe a definirsi «lUnto del Signore», 
                  perché, a suo avviso, ci sarebbe stato «qualcosa 
                  di divino nellessere scelto dalla gente». Si è 
                  lasciato andare ad analogie fra se stesso e San Pietro  
                  per il problema del camminare sulle acque  e non ha disdegnato 
                  di istituire un parallelo piuttosto coraggioso con lerede 
                  attuale del medesimo. Il 30 marzo del 1994 aveva detto che «il Papa è 
                  un uomo straordinario», perché «ogni suo 
                  viaggio è come un gol» e, dandoci dentro nellanalogia 
                  calcistica, aveva posto le basi per ladattamento mediatico 
                  della Rivelazione nonché per tutti i Lodi maccanici e 
                  meccanici a venire. «Il Papa», diceva, «ha 
                  la stessa idea vincente del mio Milan, che è poi lidea 
                  di Dio, la vittoria del bene sul male»  e larbitro 
                  che avesse avuto orecchie per intendere avrebbe inteso.
 Così, non può suonare strano che Berlusconi, incontrando 
                  un sedicenne, a Roma, allinaugurazione di una mostra di 
                  opere di Sironi, esercitando la massima divinità moderna 
                  che ci è data, lo scopra calciatore, gli chieda il suo 
                  numero di telefono e gli prometta quella sorta di scatto dalla 
                  bara della mediocrità e di «vita eterna» 
                  che è costituita da un «provino nel Milan». 
                  Non è più il momento storico dei dilettanti allo 
                  sbaraglio e dei redentori privi di senso dellonere sociale: 
                  non si moltiplicano i pani e i pesci  perché leconomia 
                  liberista ne subirebbe gravi contraccolpi , ma, al massimo, 
                  si può dire di moltiplicare i «posti di lavoro» 
                  e, in considerazione dello stato delle casse degli istituti 
                  previdenziali, con il figlio unico sarebbe opportuno riuscire 
                  a seppellire anche la vedova. Guai a trasformare in oro tutto 
                  ciò che si tocca  le banche mondiali avrebbero 
                  di che ridire , ma trasformare un giovane calciatore in 
                  un calciatore del Milan per un momento soltanto, o in un calciatore 
                  virtualmente del Milan, è davvero un miracolo utile. 
                  Attiene ad un tempo alla sfera del religioso e dellideologico, 
                  consente immedesimazioni a vasto raggio, testimonia di tutta 
                  lattenzione di chi sta in alto verso chi sta in basso 
                   un Cavaliere che investe prima di venire investito , 
                  celebra in forma solenne quella mistica dellopportunità 
                  che, come in ogni regime che si rispetti, più aumentano 
                  le costrizioni, più frequentemente e più solennemente 
                  va celebrata.
 5. Gesù  come dicono Matteo (13, 58) e Marco (5, 
                  5-6)  a Nazareth combinò pochino. Gli toccò 
                  inventare, o riciclare, quella formula autoassolutoria, ben 
                  nota fin oggi, secondo la quale nessuno è profeta in 
                  patria e «non fece molti miracoli» a causa dell«incredulità» 
                  dei suoi concittadini. Consapevole di ciò, presumibilmente, 
                  il giovane miracolato astuto ha prontamente messo le mani avanti. 
                  Ha dichiarato alla stampa tre cose interessantissime: primo, 
                  che ha incontrato Berlusconi «per caso», secondo, 
                  che suo padre è un industriale e terzo  va da sé 
                   che «vota Polo». Così, narrativamente, 
                  i conti tornano: non cè stato calcolo e il miracolo 
                  è meritato.  Post scriptum La presenza di Berlusconi alla mostra dedicata a Mario Sironi 
                  (1885-1961) mi ricorda qualcosa. Con Alleanza Nazionale al governo 
                  e con il nuovo modello di «uomo della Provvidenza» 
                  a Palazzo Chigi anche i gusti artistici evolvono. Allindietro. 
                  Torna, insomma, lestetica fascista.
 La versione italiana de I re taumaturghi di Marc Bloch 
                  è stata pubblicata da Einaudi nel 1973 e nel 1989. Il 
                  thesaurus berlusconiano è raccolto in un vispo volumetto 
                  a cura di Aldo Vincent, Il libro azzurro di Berlusconi, 
                  edito da Scipioni (Valentano, Viterbo, 2003).
  Felice Accame
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