| Introduzione
 
  Fuori dal mercato 
 Questa espressione appare oggi familiare, nota, condivisa da 
                  coloro i quali si situano in posizione fortemente critica nei 
                  confronti della società di mercato e di mercanti, condizione 
                  ineliminabile per contrastare efficacemente i criteri che si 
                  cerca di imporre al mondo intero da parte della cultura dominante. 
                  Eppure non è stato sempre così. Le straordinarie 
                  acquisizioni del movimento contro la globalizzazione, fin dalla 
                  sua nascita, hanno fatto pensare allestensione di un discorso 
                  libertario che fino a pochi anni prima sarebbe stato impensabile 
                  su scala così vasta e così eterogenea. Una delle 
                  discriminanti più evidenti che il movimento ha posto 
                  alle sue basi è stata proprio la battaglia concreta alla 
                  società di mercato attraverso lestensione di pratiche 
                  che si situassero fuori dal mercato. Sottrarsi alle leggi 
                  delleconomia capitalista avanzata era ed è un obiettivo 
                  da perseguire prioritariamente, nella consapevolezza non solo 
                  della possibilità ma della necessità di sottrarsi 
                  dallinterno al modello che viene imposto. Su questo 
                  terreno di consapevolezza sono state affrontate mille pratiche 
                  (boicottaggi, pratiche di contrasto al consumo indiscriminato, 
                  commercio equo e solidale ecc.) che, pur con caratteristiche 
                  diverse, hanno confluito a formare una realtà tangibile 
                  di altro modello, senza porsi il problema di attendere 
                  di essere il nuovo modello per cominciare ad agire concretamente. 
                  Il nuovo modello si costruisce in corso dopera 
                  e attraverso lopera stessa, badando che i criteri fondamentali 
                  siano rispettati. Fuori dal mercato: questo è uno dei 
                  criteri più saldi e più condivisi. Ma non è 
                  stato sempre così, per lo meno non lo è stato 
                  per tutta una vasta area di sinistra che, negli anni passati, 
                  ha praticato limpegno e la lotta politica di contrasto 
                  al mondo capitalista. Un esempio è appunto lesperienza 
                  di Giancarlo Celli. Negli anni in cui Giancarlo Celli praticava 
                  luso libero, Lotta Continua metteva in atto 
                  il mercato rosso in varie parti dItalia. La 
                  differenza fra le due esperienze è centrale: nel mercato 
                  rosso gli oggetti erano sempre merce, nelluso 
                  libero la merce tornava ad essere oggetto duso. Il Mercato 
                  Rosso non faceva che eliminare dalla filiera di distribuzione 
                  delle merci un gradino di intermediari: i compagni si rifornivano 
                  direttamente ai mercati generali e rivendevano a prezzo più 
                  basso le merci acquistate. Ma per il resto, condizioni dei produttori 
                  comprese, tutto restava invariato. Veniva colpita una parte 
                  della distribuzione, non i criteri della forma complessiva che 
                  erano sottesi. La pratica attuata da Giancarlo Celli era altro da questo, era 
                  aver individuato uno dei possibili mezzi di reale costruzione 
                  di una pratica politica efficace, che non si limitasse 
                  ad essere servizio, ma che diventava denuncia e critica sociale 
                  e culturale. Certo Giancarlo avrebbe avuto vita molto più 
                  facile oggi, in cui questa ottica dazione è diffusa 
                  e condivisa, non la ebbe allora, neanche allinterno del 
                  movimento anarchico, in cui erano presenti vaste aree di inutile 
                  e improprio dogmatismo pseudocomunista. Ma certo va ascritto 
                  al movimento anarchico, per fortuna non solo a Giancarlo Celli, 
                  aver individuato con molti anni di anticipo non solo che un 
                  altro mondo era possibile, ma che lo si dovesse cominciare a 
                  costruire qui e ora, attraverso una pratica che 
                  fosse riconoscibile e concreta, che restituisse valore allazione 
                  di ogni individuo e valore ad ogni azione che 
                  fosse compiuta con coerenza e consapevolezza. In quei tempi 
                  si aspettavano le masse, senza le masse qualunque azione 
                  era destituita di importanza. Gravissimo, fatale errore, a cui, 
                  per fortuna, il corso degli eventi ha posto riparo. Sarà 
                  il caso di vigilare affinché, se possibile, non si torni 
                  a ripetere inutili errori in tal senso.
  Giancarlo Celli e il Dioniso 
 Malgrado lui stesso non avrebbe mai voluto che così 
                  si dicesse e così fosse, il Gruppo Dioniso è stato 
                  Giancarlo Celli. Lucchese di nascita, classe 1927, laureato 
                  in giurisprudenza, negli anni Sessanta si dedicò allattività 
                  teatrale ed espressiva in genere, connotata da spiccate valenze 
                  di denuncia e critica sociale. Nel 1965 fondò il Gruppo 
                  Dioniso, che dal 1968 si collocò nettamente in area libertaria 
                  ed anarchica. (Relativamente allattività teatrale 
                  del Dioniso è fondamentale: Franco Quadri, Lavanguardia 
                  teatrale italiana, Einaudi Editore, Torino, 1977). Con il Dioniso Giancarlo Celli intraprese molteplici iniziative 
                  che, partendo dal terreno culturale, si estesero a coinvolgere 
                  le persone in prese datto critiche nei confronti della 
                  politica, della società, della cultura e, spesso, delineando 
                  concrete alternative allordine sociale vigente e dominante. 
                  Gli esperimenti riguardarono il teatro (teatro guerriglia 
                  con partecipazione attiva), la pittura murale collettiva (in 
                  particolare in Sardegna nel 1969), il laboratorio comune di 
                  grafica e pittura, la scuola libertaria ai ragazzi, luso 
                  libero, le sedute di poesie in casa, ecc. Lattività 
                  si svolse a tutto campo, passando da Milano, alla Sardegna, 
                  a Roma.
 Ed è stato a Roma, in via Arbib, quartiere Tiburtino, 
                  che fu affrontato lesperimento dellUso Libero, in 
                  concomitanza con altre iniziative portate avanti dal gruppo. 
                  In realtà il Dioniso, specialmente a Roma, non contò 
                  mai più di quattro, cinque elementi componenti, ed in 
                  certi periodi Giancarlo Celli si trovò praticamente solo 
                  a portare avanti il lavoro. Malgrado difficoltà, a volte 
                  notevolissime (dormì per sei mesi in una vecchia automobile 
                  e, in seguito a questo tour de force, si ammalò 
                  seriamente ai polmoni), lattività del Dioniso non 
                  fu mai interrotta.
 Quando un infarto lo fermò per sempre aveva cinquantanni, 
                  e lattività del Dioniso era sempre e ancora sostenuta 
                  dalla sua presenza e dalla sua tenacia.
  I documenti presentati 
 Di seguito verrà presentata una serie di documenti originali 
                  e mai pubblicati relativi allattività del Dioniso 
                  sullUso Libero. In questa sede si è omessa tutta la parte di documentazione 
                  che non riguardasse strettamente lesperienza di Uso Libero. 
                  In realtà lattività del Dioniso fu molto 
                  più estesa e articolata. Ci ripromettiamo in futuro di 
                  dar conto anche di questa ulteriore area di esperienza.
 Dai documenti, che saranno più eloquenti di qualunque 
                  nostra descrizione, sono state stralciate solo le parti che 
                  riguardano lesperienza dellUso libero, nei quali 
                  emerge la puntigliosa opera di registrazione e documentazione 
                  che il Dioniso fece relativamente alla sua attività. 
                  La conservazione dei materiali, che a noi sono pervenuti dopo 
                  la morte di Giancarlo Celli, sta ad indicare il valore che Giancarlo 
                  attribuiva a queste esperienze. Purtroppo la documentazione 
                  non è assolutamente completa, ma certamente esauriente 
                  per delineare il quadro del lavoro svolto e della sua importanza.
 È interessante notare lo scrupolo e lattenzione 
                  posta nellosservare il fenomeno di partecipazione in tutta 
                  la sua interezza, con uno scorcio di analisi sociologica che 
                  oggi ci consente di osservare i dati a vari livelli. E la consapevolezza 
                  politica di essere parte di una esperienza propria del movimento 
                  anarchico che ci ricorda come la pratica e non solo la teoria 
                  anarchica ha avuto nel tempo solide basi di verifica.
 
 Documenti  Il documento che segue è lo stralcio di un originale 
                  prodotto dal Dioniso nel 1975 in cui viene presentato il gruppo 
                  dalla sua nascita, sia nella determinazione dei suoi obiettivi 
                  e linee teoriche, sia nellescursione delle sue attività. 
                  Venne stilato a Roma da Giancarlo Celli e dagli allora appartenenti 
                  al gruppo.   Documento n°1. Il gruppo Dioniso. Ciclostilato. Marzo 1975.
 È nato come circolo culturale nel 1965. Solo nel 1968 
                   in seguito alla chiarezza che impose a tutti il maggio 
                  francese  ha definito i suoi scopi in direzione libertaria. 
                  Dal documento teorico del gruppo, Funzione libertaria del 
                  gruppo dintervento (stampato a Nuoro il 5 aprile 1970 
                  e perfezionato a Roma il 7 aprile 1974), gli scopi del gruppo 
                  sono di:
 favorire lautentico processo rivoluzionario: dallautogestione 
                  delle lotte sino allautogestione del lavoro comune; dallautogestione 
                  del tempo libero sino allautogestione della creatività. 
                  E, per obiettivo finale, lautogestione totale della vita 
                  di ogni singolo individuo;
 contribuire alla definizione teorica e allattuazione pratica 
                  della connessione dialettica esistente tra momento culturale 
                  e momento politico (il corsivo è nostro. N.d.C.). 
                  Ciò significa accelerare il processo di abbattimento 
                  del potere, di ogni potere, in un unico processo rivoluzionario 
                  per lavvento di una società di uguali basata su 
                  nuovi valori che sono politici e culturali insieme (idem. 
                  N.d.C.): lautogestione della vita ad ogni livello, il 
                  mutuo appoggio e la collaborazione fra gli uomini, il possesso 
                  e luso comune dei beni, la creatività del lavoro.
 In virtù della scelta libertaria, ne è derivata, 
                  come esigenza culturale del gruppo, lautonomia economica, 
                  premessa allindipendenza politica. Ciò spiega la 
                  necessità del lavoro comune e la stretta vita comunitaria, 
                  con cassa comune per tutte le esigenze politiche e individuali 
                  quando il gruppo fa interventi fuori sede (es. quasi due anni 
                  in Sardegna, 1969). Lavoro comune, oltre che attività 
                  politica, erano per il gruppo le due compagnie teatrali, Dioniso 
                  Teatro di Roma e il Dioniso di Milano. E ora, dal 1971, il Laboratorio 
                  Comune Dioniso di grafica e pittura.
 Proprio per la doppia natura politica e culturale del gruppo 
                  Dioniso, le esperienze fatte in questi anni sono le più 
                  disparate e apparentemente lontane.
 Citiamo le esperienze più significative:
 (segue dettagliato elenco con indicazioni di luoghi, date 
                  e attività, riflessioni teoriche contingenti e prospettive 
                  di lavoro future).
  Documento n°2. Notizie sul Laboratorio Comune Dioniso. Ciclostilato. 
                  Giugno 1972.
 Questo laboratorio che siamo riusciti a creare quasi dal nulla 
                  in otto mesi di lavoro, di sacrifici personali e grazie alla 
                  collaborazione dei compagni di Roma, Milano, Cagliari, nonché 
                  allaiuto di alcuni abitanti del quartiere Tiburtino, non 
                  è un laboratorio come tutti gli altri. È necessario 
                  pertanto chiarire sinteticamente alcune sue caratteristiche.
 È, certo, un luogo di lavoro, ma dove si sperimentano 
                  dei nuovi valori culturali, come per esempio la produzione in 
                  comune.
 Secondo noi, lavorare e produrre in un modo che sia diverso 
                  e alternativo al modo di lavorare e produrre del sistema capitalistico, 
                  che è basato sul profitto di pochi e sullo sfruttamento 
                  di molti, significa cominciare sin da oggi a produrre in comune.
 Il lavoro che ognuno di noi fa non è sottoposto a qualifiche, 
                  avanzamenti, divisioni tra dirigenti ed esecutori ma è 
                  invece basato su questi punti:
 ogni decisione su ciò che si deve produrre e come si 
                  deve produrre è presa dallassemblea del gruppo;
 i proventi dellattività di ognuno vengono versati 
                  alla cassa comune;
 ogni individuo preleva dalla cassa comune ciò che è 
                  necessario per la sopravvivenza, secondo i suoi bisogni e secondo 
                  la sua coscienza.
 Produzione e scambio
 Ma non basta produrre in comune con la cassa comune. Restando 
                  fermi a questo punto si avrebbe solo un fenomeno più 
                  avanzato di cooperazione.
 Pertanto, dopo otto mesi, vogliamo fare anche un tentativo, 
                  per un breve periodo, di:
 produzione in comune e per tutti.
 A ben vedere, anche i lavoratori, in sistema capitalista, producono 
                  in un certo senso per tutti
 Chi è cosciente 
                  del proprio sfruttamento capisce che i padroni hanno ingannato 
                  ed espropriato gli uomini perché noi tutti collaboriamo 
                  alla produzione della ricchezza, come lavoratori, e al mantenimento 
                  della ricchezza, come consumatori, ed abbiamo perciò 
                  pieno diritto ad usufruire di essa.
 Uso libero
 Pertanto riteniamo che ognuno dovrebbe dare un contributo a 
                  questa progressiva presa di coscienza dei nostri diritti sia 
                  con la parola che con lesempio. E quindi anche noi, nel 
                  nostro piccolo ambito.
 Noi sosteniamo che: produrre in modo diverso, alternativo al 
                  sistema capitalista, significa prima di tutto produrre in 
                  comune e per tutti.
 Ma il sistema non è basato solo sulla produzione ma anche 
                  sullo scambio. Scambiare i prodotti in modo diverso, alternativo 
                  al sistema capitalista, significa prima di tutto prendere 
                  in uso libero ciò che è necessario secondo i bisogni 
                  e secondo coscienza.
 Ecco perché, a titolo di azione esemplare, gli abitanti 
                  del quartiere possono prendere in uso libero i nostri 
                  prodotti senza pagare.
 Non è affatto beneficenza. (
). La ricchezza e luso 
                  dei beni appartiene a tutti e non solo ai padroni, come vorrebbe 
                  il sistema e la mentalità capitalista.
 (
). La strada verso la società libertaria dove, 
                  con labolizione dei privilegi dei padroni e con labolizione 
                  della moneta come mezzo di scambio, il laboratorio comune non 
                  sarà più leccezione ma la regola, è 
                  ancora molto, molto lunga
 Nella futura società libertaria:
 - tutti produrranno per tutti
 - ognuno userà dei beni secondo i bisogni e secondo coscienza
 - la moneta diverrà superflua
 A partire dal 1973 collaborò attivamente con il Dioniso 
                  il Gruppo Comunista-Anarchico Portonaccio, composto di un numero 
                  di militanti certamente superiore a quello del Dioniso e che 
                  fornì un contributo attivo alle iniziative intraprese 
                  dal Dioniso. Nel tempo questo gruppo si stabilizzò su 
                  posizioni più marcatamente comuniste e continuò 
                  ad operare nel quartiere di Portonaccio per parecchi anni successivi 
                  alla cessazione delle attività del Dioniso. In parte 
                  esiste ancora, con altre denominazioni. La presenza di questo 
                  gruppo è certamente rilevabile nel linguaggio dei documenti 
                  seguenti che, confrontato con quello precedente, schiettamente 
                  libertario, rivela linfluenza di ambito marxista. Va però 
                  ascritto a questi compagni il merito di aver creduto e sostenuto 
                  le iniziative del Dioniso in un momento in cui gli ambiti più 
                  accreditati dellanarchismo italiano guardavano con sufficienza 
                  a queste proposte.   Documento n° 3. Esperienza delluso libero. Fascicolo ciclostilato. Novembre 
                  1973.
 Da NotiziarioPortonaccio, Dioniso Tiburtino.
 Cosè luso libero?
 Luso libero è un aspetto pratico della coscienza 
                  e abitudine comunitaria. Noi mettiamo a disposizione degli oggetti 
                  prodotti dal laboratorio in uso libero: cioè gli abitanti 
                  del quartiere possono prenderli, se ne hanno bisogno (o per 
                  pochi giorni o per sempre). Perché tutto questo? Perché 
                  vogliamo contribuire a creare la coscienza che i prodotti del 
                  lavoro appartengono alla comunità. Inoltre perché, 
                  come dicevamo, con questa azione vogliamo cominciare a costruire 
                  sin dora rapporti sociali per gettare le basi di una futura 
                  società più libera, più giusta e quindi 
                  più felice in cui sia abolito lo sfruttamento, vi sia 
                  luso comune dei beni e, di conseguenza, sia abolita la 
                  moneta, che è lo strumento che permette ai ricchi di 
                  essere tali, accumulando la ricchezza sul lavoro degli altri.
 Considerazioni sullesperienza di uso libero
 Nel primo mese di esperimenti (giugno-luglio 1972) su 400 persone, 
                  avvisate con un volantino, 30 hanno usufruito delluso 
                  libero. Circa il 10%.
 Aprile 1973
 Dato che lesperimento è tuttora in atto e nuovi 
                  compagni si sono aggiunti  ogni nuovo compagno apporta 
                  prima o poi nuove idee e nuovi sviluppi  è difficile 
                  fare dei bilanci, tirare delle conclusioni, indicare con certezza 
                  matematica le possibilità di ampliamento o regressione.
 Di certo possiamo ora affermare che:
 non si è verificato un fatto che era nelle previsioni 
                  di alcune persone che hanno collaborato alle fasi iniziali di 
                  allestimento del laboratorio comune e ai primi dibattiti interni 
                  al gruppo sulluso libero: non cè stata la 
                  corsa ad arraffare tutto.
 Alcune di queste persone dicevano addirittura che la gente sarebbe 
                  venuta con carrettino a prendere bottiglie, manifesti, disegni 
                  e quanto altro avessimo esposto in vetrina e lesperimento 
                  sarebbe durato due o tre giorni. Invece cè stata 
                  una disciplinata, quasi timida partecipazione e dallinizio 
                  dellesperimento sono passati sedici mesi. Di più: 
                  dopo circa due mesi dallinizio dellesperimento, 
                  alcuni abitanti che avevano usufruito delluso libero portarono 
                  spontaneamente oggetti che rimettemmo in circolo.
 Se larraffamento non è avvenuto possiamo identificare 
                  tre cause:
 per un lungo periodo di tempo (otto mesi) dallarrivo in 
                  quartiere sino al primo giorno di uso libero, gli abitanti hanno 
                  visto quotidianamente lavorare i compagni. Lavorare nel significato 
                  più semplice della parola. Eravamo, e siamo ancora, artigiani 
                  nel quartiere, come cè a poca distanza, il fabbro, 
                  lelettrotecnico, il fotografo, o il falegname. Chi conosce 
                  i proletari sa che essi hanno un istintivo rispetto per il lavoro 
                  e la fatica umana, poiché essi la conoscono di persona, 
                  la vivono quotidianamente sulla loro pelle. E pertanto hanno 
                  avuto un istintivo proletario rispetto del lavoro dei compagni 
                  e quindi dei prodotti di questo lavoro. Così non cè 
                  stata la corsa allaccaparramento.
 Il grado di coscienza e di autocontrollo dei proletari del Tiburtino 
                  e limitrofi al laboratorio è ben superiore a quanto si 
                  potesse presumere, e forse si può considerare già 
                  sufficientemente maturo per praticare luso libero su scala 
                  più ampia. Lideologia borghese non è ancora 
                  così totale, non ha ancora stravinto.
 Un recondito senso di colpa
 Non è da escludere che larraffamento dei prodotti 
                  sia stato impedito anche da un fattore  che consideriamo 
                  negativo  e cioè il recondito senso di colpa che 
                  noi tutti proviamo quando si prende un oggetto senza 
                  pagare.
 Ricordiamo certe esitazioni di alcune madri di famiglia che 
                  erano in tal senso significative.
 Ma possiamo proprio prendere? Sì 
                  E non dobbiamo proprio pagare? No Devo 
                  dare subito un altro oggetto? No, se in futuro sentirà 
                  di farlo, potrà dare per luso libero quello che 
                  vuole Ma dovrà essere dello stesso valore? 
                  No. Non ci basiamo sul valore degli oggetti ma sulla necessità 
                  di usarli E quanto tempo posso tenere questo oggetto? 
                  Pochi giorni o finché ne avrà bisogno, quindi 
                  anche per sempre Magnifico! Fosse così in 
                  tutti i negozi.
 Chi volesse tentare lesperimento in altri luoghi, tenga 
                  accuratamente presente la progressione da noi attuata e sappia 
                  interpretarla ed adattarla alla realtà in cui si trova. 
                  Di certo la non progressione, ovvero limprovvisa apertura 
                  di un negozio ad uso libero, potrebbe causare reazioni non controllabili 
                  in minoranze interessate ad intralciare il lavoro sociale degli 
                  anarchici e rivelarsi sostanzialmente controproducente.
 (il documento segue su altri temi)
 Su quali principi si basano questi negozi ad uso libero?
 Chi ha oggetti o capi di vestiario o mobili in eccedenza alle 
                  sue necessità, li consegna al negozio che provvede a 
                  ripulirli o decorarli e vi applica un cartellino con la scritta 
                  Lire 0. Chi ha bisogno di quegli oggetti o beni 
                  li prende e li usa finché gli servono.
 A chi appartengono questi oggetti in uso libero? A tutti e a 
                  nessuno: sono in uso libero.
 Hanno un valore di scambio? Assolutamente no.
 I capitalisti aumentano i prezzi ed i profitti? E noi ci organizziamo 
                  il nostro mercato di uso libero.
 Chiedete tutte le informazioni ai collaboratori del Laboratorio 
                  Comune Dioniso  Via E. Arbib 26/28 Roma
 (il documento segue su altri temi)
 Già da più di un anno viene condotto, per iniziativa 
                  del laboratorio comune, una pratica detta di uso libero.
 Il significato della produzione e scambio ad uso libero è 
                  basato su profondi valori ideologici e pratici. Questo processo 
                  produttivo-comunistico in cui entrano materie prime (bottiglie, 
                  mobili, colori, legno ecc.) e il lavoro dei compagni e dei ragazzi 
                  del quartiere, dimostra in pratica come funzioni e come sia 
                  possibile organizzare leconomia in una società 
                  comunista.
 Tutti lavorano secondo le proprie capacità e consumano 
                  secondo i propri bisogni.
 Lesperimento condotto al Dioniso è riuscito nella 
                  misura in cui gli oggetti non erano presi se non erano utili 
                  a chi li prendeva, ed erano considerati per il loro valore duso 
                  e non come merci da accumulare o da scambiare.
 (il documento segue su altri temi)
 Il valore politico delluso libero è perciò 
                  il seguente: esso ci dimostra la strada su cui camminerà 
                  lumanità una volta eliminati i padroni, il capitalismo, 
                  ma ci dice anche che soltanto se tutte le materie prime, tutte 
                  le industrie, tutte le fattorie, tutti i trasporti, in tutto 
                  il mondo saranno autogestiti dai lavoratori potremo parlare 
                  di uso libero in libera produzione.
 (il documento segue su altri temi)
 Solo, quindi, ripetiamo, un mondo tutto socialista può 
                  eliminare il mercato e lo sfruttamento: insomma o il socialismo 
                  è internazionale oppure non è socialismo ma un 
                  capitalismo più mascherato e potente.
  Documento n° 4. Laboratorio Comune Dioniso. Fascicolo ciclostilato 
                  24/5/1974
 Comunichiamo le decisioni prese durante la riunione del 22 maggio 
                  74 e che segnano linizio di una svolta importante 
                  nelle esperienze di uso libero e di scuola libera:
 su proposta di un proletario del quartiere, luso libero 
                  viene esteso ad un nuovo esperimento della durata di 6 mesi. 
                  E così articolato:
 si redige un elenco di lavoratori, ognuno dei quali è 
                  disponibile (una o più volte alla settimana) a svolgere 
                  il lavoro nel quale è specializzato. Le prestazioni sono 
                  gratuite.
 In tal modo si da un contributo alla costruzione della società 
                  basata sulluso libero e contemporaneamente ognuno avrà 
                  meno necessità di denaro.
 Tra i partecipanti alla riunione, alcuni lavoratori si sono 
                  già messi in lista:
 un elettricista  un erborista  un insegnante di 
                  italiano e latino  un insegnante di lingue  un insegnante 
                  di disegno  un insegnante di matematica e scienze  
                  un insegnante di storia e geografia.
 Invitiamo tutti coloro che sono interessati ad estendere il 
                  cerchio dei lavori in uso libero, a fornire il proprio nominativo 
                  ed indirizzo nei giorni: lunedì mercoledì venerdì 
                  dalle ore 16 alle ore 18.
 In merito alla scuola libera
 (il documento segue su altri temi)
 (
). Schema di adesione ai lavori in uso libero:
 Al laboratorio Comune Dioniso
 Il sig
desidera dare un contributo alla progressiva 
                  costruzione della società in uso libero e pertanto vuole 
                  collaborare alla catena di lavori in uso libero. È disponibile 
                  per questo lavoro:
 nel/i giorno/i:
 nelle ore: 
.
 Per gli abitanti del quartiere, senza ricevere prestazione in 
                  moneta, ma usufruendo a sua volta, quando ne avrà necessità, 
                  del lavoro di altri abitanti.
 
  Documento n° 5. Esperienza delluso libero. Fascicolo ciclo stilato. Maggio 
                  1975. Da Notiziario Dioniso Tiburtino.
 Domande e risposte sulluso libero praticato dal Laboratorio 
                  Comune Dioniso al Tiburtino.
 In che cosa consiste luso libero?
 Luso libero è un aspetto pratico della coscienza 
                  e abitudine comunitaria. Noi mettiamo a disposizione degli oggetti 
                  prodotti dal laboratorio (oppure consegnati al laboratorio) 
                  in uso libero: cioè gli abitanti del quartiere Tiburtino 
                  possono prenderli, se ne hanno bisogno, o per pochi giorni o 
                  per sempre. Gli oggetti sono esposti a lire 0 in una vetrina 
                  che dà sulla strada.
 Recentemente, su proposta di un abitante del quartiere, abbiamo 
                  iniziato anche luso libero dei lavori. Consiste 
                  nello scambio di prestazioni di lavoro a lire 0, per ora limitato 
                  alle persone che hanno aderito alliniziativa. Abbiamo 
                  in elenco: 2 corniciai, 2 elettricisti, 1 fabbro, 1 ritrattista, 
                  1 sarta, 1 consulente contabile, 1 consulente lavori in muratura, 
                  ecc. Sono a disposizione degli altri 2-3 ore alla settimana.
 Quanti siete a praticare luso libero?
 Attualmente circa novanta.
 Chi dà la roba in uso libero?
 Abbiamo cominciato noi a produrre bottiglie dipinte, manifesti, 
                  disegni e a metterli in vetrina a lire zero. Poi anche gli abitanti 
                  del quartiere hanno dato mobili usati, tavoli per disegnare, 
                  sedie, lastre di compensato, poltrone letto, cucine economiche, 
                  vestiti in buono stato, maglioni. Attualmente anche altre persone 
                  di altri quartieri portano e prendono oggetti.
 Chi siete?
 Facciamo parte del Dioniso, un gruppo politico-culturale 
                  di tendenza libertaria. Gruppo né soltanto politico né 
                  soltanto culturale perché, secondo noi, occorre contribuire 
                  al progressivo annullamento di ogni potere sviluppando un unico 
                  processo rivoluzionario per lavvento di una società 
                  di uguali basata su nuovi valori che sono senza dubbio politici 
                  e culturali insieme: lautogestione della vita ad ogni 
                  livello, il mutuo appoggio e la collaborazione tra gli uomini, 
                  il possesso e luso comune dei beni, la creatività 
                  del lavoro.
 Proprio per la doppia natura  Politica e Culturale  
                  le esperienze fatte in questi anni sono le più disparate 
                  e apparentemente lontane. Citiamo le esperienze più significative
 Da quanto tempo è in atto lesperimento di uso 
                  libero?
 È cominciato nel giugno-luglio 1972.
 Che risultato ha dato? Fa presa sullabitante medio 
                  del quartiere?
 Ha dimostrato, per esempio, che i proletari non arraffano. Cè 
                  stata una disciplinata, quasi timida partecipazione. Se non 
                  è avvenuto larraffamento possiamo elencare alcune 
                  ragioni:
 eravamo e siamo ancora artigiani nel quartiere. Chi conosce 
                  i proletari sa che essi hanno un istintivo rispetto per il lavoro 
                  e la fatica umana, poiché essi la conoscono di persona 
                  e pertanto hanno un istintivo rispetto per il lavoro dei compagni 
                  e dei prodotti di quel lavoro;
 un recondito senso di colpa che insorge quando si prende un 
                  oggetto senza pagare. (È un condizionamento derivante 
                  dallideologia della proprietà).
 Gli oggetti in uso libero sono aumentati invece di diminuire. 
                  Allinizio dellesperimento (giugno 1972), erano circa 
                  50. Nellottobre 1972 erano 219. Nel novembre 1973 erano 
                  357. In un anno e mezzo lincremento è stato pari 
                  a 7 volte. Cioè, per ogni oggetto preso ne sono tornati 
                  sei o sette.
 Sulla base della vostra esperienza, quali consigli dareste 
                  a chi volesse aprire un negozio a uso libero?
 Consigliamo di lavorare per un certo periodo nel quartiere producendo 
                  qualcosa di utile. Dopo qualche mese, o meglio, dopo che la 
                  maggioranza degli abitanti è a conoscenza della vostra 
                  esistenza, annunciare con un volantino linizio di un esperimento 
                  nuovo, detto di uso libero. Spiegare il suo significato 
                  politico, dare il volantino solo a quelle persone che vi conoscono 
                  già come lavoratori. Allestire una vetrina con cartelli 
                  lire 0. È psicologicamente importante che 
                  coloro che fabbricano gli oggetti li consegnino essi stessi 
                  ai richiedenti.
 Che valore politico ha luso libero?
 Ha diversi aspetti:
 è innanzitutto unazione esemplare per dimostrare 
                  come avverrebbe lo scambio in una società anarchica.
 Ha un valore politico attuale di violenza ideologica.
 È unazione di contestazione del concetto di valore, 
                  su cui si basa il sistema monetario e il sistema di sfruttamento: 
                  infatti, è solo attribuendo valori diversi in scala progressiva, 
                  dalloro fino alla forza umana, che è possibile 
                  per i capitalisti accumulare un margine di ricchezza sul lavoro 
                  altrui.
 Luso libero ha anche un valore politico attualissimo e 
                  quotidiano di difesa del salario del lavoratore. È evidente 
                  che più oggetti si scambiano in uso libero più 
                  si risparmia in moneta. Diventa dunque un nuovo metodo per il 
                  lavoratore per difendersi dallaumento dei prezzi, i quali 
                  saranno costretti a calare dal momento che diminuisce la domanda 
                  di merce.
 Come si collega luso libero al movimento delle comuni?
 Finora abbiamo parlato di scambi di oggetti. Ma bisogna pur 
                  produrre degli oggetti nuovi, dei beni, delle derrate. Chi mai 
                  produrrà gli oggetti per luso libero? Non certo 
                  i capitalisti, che non hanno il minimo interesse a che si diffonda 
                  questo deprecabile uso! Dunque, essendo luso 
                  libero lo specchio della coscienza comunitaria, solo dalle Comuni 
                  urbane e da quelle agricole ci si può aspettare il nascere 
                  di una nuova economia basata sulluso libero. Senza dilungarci 
                  su tutti i tempi intermedi di questo difficile processo, possiamo 
                  almeno dire che:
 occorrerebbe far sorgere diverse comuni in un territorio ristretto 
                  in modo che i contatti siano più facili;
 ogni comune dovrebbe mantenere un doppio regime di economia, 
                  finché perdura il sistema capitalista. Una parte dei 
                  prodotti destinati alluso libero (e vedremo con chi), 
                  e laltra per lo scambio contro moneta: è quello 
                  che stiamo facendo attualmente al Dioniso;
 per un lungo periodo di tempo luso libero dovrà 
                  essere limitato al circuito delle comuni, per evitare che speculatori 
                  del mondo capitalista prelevino prodotti in uso libero e poi 
                  vadano a venderli al mercato.
 Lallargamento del circuito avverrà solo con linclusione 
                  di nuove comuni.
 Cosa succederà quando il nuovo sistema sarà abbastanza 
                  forte da fronteggiare il vecchio sistema monetario non possiamo 
                  prevederlo (repressione? Reciproca tolleranza?) e forse per 
                  il momento è inutile perché non siamo neppure 
                  alla realizzazione del punto 1.
 Che prospettive di sviluppo ha luso libero nellambito 
                  del sistema capitalista?
 Abbiamo già implicitamente risposto nel pezzo precedente.
 È chiaro che, comunque, luso libero è antitetico 
                  al sistema capitalista in quanto è al di fuori del sistema 
                  monetario e unaffermazione totale delluso libero 
                  si può produrre soltanto con labbattimento del 
                  capitalismo.
 Quando è aperto il negozio ad uso libero?
 Ogni lunedì e sabato pomeriggio dalle ore 16 alle 19,30, 
                  in via Arbib 26-28  Roma.
  Documento n° 6. Esperienza delluso libero. Fascicolo ciclostilato. Ottobre 
                  1975.
 Da Notiziario Dioniso Tiburtino.
 Pubblichiamo i dati completi relativi allesperimento sociale 
                  di Uso Libero, iniziato nel giugno 1972.
 In tutto questo tempo abbiamo annotato su uno schedario quanti 
                  oggetti sono stati presi e quanti ne sono stati dati da ogni 
                  partecipante. È così possibile comunicare i dati 
                  reali che documentano in modo inoppugnabile il progressivo radicarsi 
                  nel quartiere di questa nuova esperienza. Questa iniziativa 
                  ha suscitato ultimamente anche linteresse della stampa 
                  borghese. Hanno pubblicato articoli sullUso Libero i settimanali 
                  Panorama, Il Tempo Illustrato, ABC, 
                  Novella 2000. Anche il settimanale della Federazione 
                  Anarchica Italiana Umanità Nova ha pubblicato 
                  un servizio nel luglio 1975. Inoltre un regista underground 
                  ha girato un filmetto a colori sullesperimento di Uso 
                  Libero, che speriamo di poter presto programmare. Purtroppo, 
                  la maggior parte degli articoli dei giornali borghesi ha cercato 
                  di presentare lesperimento come una specie di baratto. 
                  Ripetiamo ancora una volta che lUso Libero non è 
                  baratto, ma un libero scambio secondo la coscienza e secondo 
                  il bisogno di ognuno dei partecipanti.
 Inoltre, alcuni giornali hanno scritto che il negozio ad Uso 
                  Libero è sorto ad imitazione di alcuni negozi hippies 
                  di San Francisco, negli Stati Uniti. Teniamo a chiarire che 
                  ciò non è esatto, perché ci siamo ispirati 
                  al Libero Scambio esistente nelle comunità agricole spagnole, 
                  durante la guerra civile.
 Ci auguriamo che lUso Libero si estenda anche ad altri 
                  quartieri, perché rappresenta anche una nuova lotta a 
                  difesa del salario del lavoratore. Infatti, più oggetti 
                  si scambiano in uso libero e più si risparmia moneta.
 Prospetto dei partecipanti alluso libero  per 
                  età: sino a 10 anni 19
 da 11 a 18 anni 39
 da 19 a 25 anni 40
 da 26 a 50 anni 16
 da 51 in poi 1
 non specificati 5
 totale 120
 Prospetto dei partecipanti alluso libero  per 
                  sesso:
 donne 61
 uomini 59
 Prospetto dei partecipanti alluso libero  per 
                  professione:
 studenti 69
 lavoratori 51
 di cui: 14 operai, 10 impiegati, 6 casalinghe, 4 insegnanti, 
                  2 attrici, 2 pittori, 1 bidello, 1 corniciaia, 1 militare, 1 
                  traduttore, 9 non specificati
 Quello che segue è lo stralcio di un volantino con 
                  indicazioni di metodo per gli interventi proposti in occasione 
                  delloccupazione di una cartiera abbandonata a Tivoli, 
                  ottobre 1976. Tra gli altri interventi suggeriti ai compagni, 
                  quello selezionato riguarda lUso Libero.   Documento n° 7. Lesperimento sociale iniziato nel giugno 1972 continua. 
                  Volantino ciclostilato. Ottobre 1976.
 (contiene sintesi del documento precedente)
 Esperimento di uso libero
 - Allaperto in zona centrale / Un tavolo apribile da tappezziere/ 
                  Oggetti e vestiario messi sul tavolo ordinatamente con 
                  cartelli lire zero / Distribuire a tutti i passanti un 
                  volantino (vedi campione di volantino allegato). / Lintervento 
                  deve durare almeno 2/3 giorni.
  Zelinda Carloni
   
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