| La relazione di differenza di Lia Cigarini
 
 Gli appunti che vi leggerò  dico subito  
                  sono il risultato di alcune riunioni in libreria (1), ma soprattutto 
                  del confronto giornaliero, anche quotidiano, con Luisa Muraro. 
                  In questi appunti cè parte del suo pensiero. La Comunità filosofica Diotima ha posto in discussione 
                  il tema della relazione tra donne e uomini. Il titolo, cioè 
                  «donne e uomini: anno zero», mi piace molto perché 
                  permette, almeno io la vedo così, di volare sopra per 
                  planare al presente modificato, volare sopra una storia, molte 
                  storie di relazioni con uomini andate bene, male, confuse che 
                  però nellinsieme compongono un paesaggio caotico. 
                  Mi sembra invece che questo titolo inviti a dare un taglio politico, 
                  una nuova impostazione a questa questione.
  Relazioni difficili con gli uomini 
 A mio parere, le relazioni con gli uomini che ci sono state 
                  sono sempre state difficili e lo sono ancora. Perché, 
                  a me sembra, gli uomini non hanno reagito bene alla libertà 
                  femminile, alla libera interpretazione della differenza femminile 
                  che alcune donne hanno pensato e praticato in questi anni. Alcuni, 
                  sono nelle cronache dei giornali, hanno reagito  i più 
                  sprovveduti  con la violenza; altri con la rimozione o 
                  la benevolenza, ondeggiando fra questi due poli. Pochissimi 
                  hanno palesato ammirazione per la politica delle donne ma, in 
                  sostanza, nessuno è riuscito a metterla al centro, cioè 
                  a considerarla la politica del proprio agire politico. Bisogna dire che anche molte donne tra noi  e per questo 
                  le relazioni con gli uomini non hanno, secondo me, avuto una 
                  grande generazione politica  molte donne tra noi dicono 
                  che gli uomini sono loro indifferenti, che esse non hanno nessuna 
                  voglia di ricominciare a ripensare i rapporti con gli uomini.
 Vi è poi unobiezione più precisa, più 
                  politica. Noi la chiamiamo lobiezione «Marirì 
                  Martinengo» (2). È quella che dice: sui terreni 
                  politici più maschili  la guerra, la globalizzazione, 
                  il capitalismo, lanticapitalismo  cè 
                  il mio interesse ad esserci, ma mi sento incompetente, fuori 
                  casa, fuori luogo. Cioè quella competenza che ho acquistato, 
                  quel sapere che mi dà la pratica di relazione con le 
                  donne mi sembra che poi non mi aiuti a stare su questo terreno.
 Perciò la proposta che fa «Diotima» in questo 
                  grande seminario, mi sembra dica: è vero che cè 
                  una preistoria preziosa da non dimenticare  penso alla 
                  Associazione identità-differenza, alla Libreria 
                  delle donne, a La merlettaia, alla Autoriforma 
                  della scuola e altre  tuttavia la posta in gioco 
                  ora è quella di non chiudersi nel contesto in cui nasce 
                  il conflitto uomo-donna, ma aprire uno spazio in cui è 
                  possibile essere più libere, donne e uomini. Cioè, 
                  mi sembra, Diotima propone (o chi ha pensato quel titolo) di 
                  pensare il conflitto uomo-donna con parole nuove per vedere 
                  il presente modificato dalla politica delle donne. Solo con 
                  parole nuove, mi sembra si dica, è possibile salvare 
                  il passato. Vediamo quindi come stanno le cose.
 Sicuramente le maggiori incomprensioni tra donne e uomini sono 
                  proprio sul punto che cosa si intende per politica. Gli uomini 
                  intendono  io penso  la politica con unimpostazione 
                  etica, una linea politica è giusta o sbagliata; oppure 
                  la intendono come lotta o macchina del potere. Ci sono questi 
                  due poli: letica che motiva di solito le posizioni di 
                  chi è contro il potere e il potere. Infatti i pochi che 
                  si legano alle donne lo fanno perché pensano che la politica 
                  delle donne sia un Bene.
 Cosa caratterizza invece la nostra politica. Approssimativamente 
                  labbiamo chiamata ricerca di ordine simbolico. 
                  Ossia che non ci sia  la dico in parole un po terra-terra 
                   che non ci sia spreco di sofferenza e che ci sia più 
                  agio, libertà e piacere nella vita. Un tentativo 
                  continuo di creare contesti dove le cose buone si possono assaporare. 
                  Quello che importa nella politica delle donne  almeno 
                  mi sembra  non è di impadronirsi di una formula, 
                  di un mezzo per produrre le cose, bensì di 
                  cercare il modo di renderle possibili. E questa è tuttaltra 
                  cosa che il Bene comune da contrapporre eventualmente 
                  al male o al giusto o allingiusto.
  Differenza nellagire politico 
 Molte volte abbiamo sentito dire anche dalle stesse donne, 
                  o letto nei mass-media, laffermazione che le donne sono 
                  meno attaccate al potere e più interessate al bene comune. 
                  In questa affermazione cè uno slittamento di senso 
                  che occulta e falsifica il fatto che le donne si regolano in 
                  maniera differente nellagire politico. Mentre gli uomini 
                  cercano sempre di delineare un fine o dei criteri generali. 
                  Diana Sartori, nel testo apparso nel libro di Diotima, Approfittare 
                  dellassenza, intitolato Chi te lo fa fare?, 
                  sostiene  io sono daccordo  che essa ha una 
                  predilezione per lespressione chi te lo fa fare? 
                  Sostiene una predilezione per questa espressione interrogativa 
                  molto popolare perché  scrive  se 
                  tutte le altre domande, «è giusto?», «perché 
                  fai questo?»
, puntano al modo di rilegare il fine 
                  sospeso del senso legandolo a qualcosa che funga da punto da 
                  appiglio, questa sola domanda punta al legame stesso, chiede 
                  conto di quella relazione, vincola quel fare. Segnala come la 
                  questione del senso vada posta insieme a quella delle relazioni. 
                  In sostanza, per le donne è importante sapere «chi 
                  glielo fa fare?». A mio parere con efficacia.
 Mi sembra che un esempio, positivo, del diverso regolarsi femminile 
                  possa essere visto nelle manifestazioni dei girotondi o del 
                  Palavobis di Milano, che tutte sappiamo volute da alcune donne 
                  vicino alla sinistra e ai DS. Queste donne intervistate hanno 
                  in sostanza detto: ci siamo mosse perché lopposizione 
                  non coglieva delle opportunità a portata di mano che 
                  erano contro il Governo sulle questioni della giustizia e del 
                  monopolio della informazione. Lo hanno detto con naturalezza. 
                  Luisa diceva, come si raccatta un oggetto caduto per terra.
 Il gesto di quelle donne di attenzione al contesto, al proprio 
                  disagio, a quello dei propri amici e conoscenti di fronte allinsipienza 
                  dei partiti dellopposizione, ha fatto un minimo di ordine. 
                  Noi abbiamo visto che da quel momento un po di ordine 
                  nella politica, diciamo così, del centrosinistra, cè 
                  stato. Dico minimo perché sappiamo che quasi 
                  tutti gli uomini che hanno seguito quel movimento (il primo 
                  girotondo intorno al Palazzo di Giustizia è stato progettato 
                  da cinque donne ed erano in tre/quattromila) hanno proprio una 
                  concezione etica della politica (Micromega e altri
).
 Qualcuna a questo punto potrebbe obiettare: se così differenti 
                  sono le concezioni della politica delle donne e degli uomini, 
                  perché proporre oggi la scelta di ripensare il rapporto 
                  donna-uomo invece di starcene nella nostra politica più 
                  o meno separata?
 Io penso invece che sia necessario, essenziale questa scelta, 
                  perché io voglio esserci con tutta me stessa in questo 
                  momento di cambio. Via Dogana (3) lha chiamato 
                  «cambio di civiltà», nel quale si sta riscrivendo 
                  il mondo in sostanza e tutte le relazioni sociali e quasi direi 
                  che si sta ridefinendo anche il simbolico: per prima cosa questo 
                  e perché fino ad ora insieme ad altre ho combattuto il 
                  separatismo femminista.
 Naturalmente qui parlo in prima persona e secondo la mia storia. 
                  Le scelte possono essere altre; questo è un momento iniziale 
                  di discussione. Ce ne saranno tanti altri. Perciò non 
                  bisogna uscire di qui suggestionate dai desideri o dalle esigenze 
                  di alcune che parlano, ma dai propri desideri in rapporto a 
                  quello che qui si dice e si dirà. Dunque dico le mie 
                  ragioni in estrema sintesi perché il tempo è poco.
  Pratica di relazione con laltro/altra 
 La pratica della differenza è  affermazione sottolineata 
                  fino alla noia tra di noi  pratica di relazione con laltro/altra 
                  senza arrivare ad un noi, ad un soggetto politico 
                  collettivo: «le donne». La nostra pratica è 
                  stata sempre contraria al soggetto politico collettivo «le 
                  donne». Questi scambi hanno generato un simbolico che si basa sullesperienza 
                  dellalterità  questa riflessione è 
                  soprattutto di Luisa Muraro. Ciò ci ha impedito, secondo 
                  me fortunatamente, di identificarsi con le donne, mantenendo 
                  vive, con la consapevolezza della differenza sessuale, le differenze 
                  fra noi e il senso della singolarità di ogni donna e 
                  di ogni uomo e il conflitto tra i sessi. Questa pratica, nolenti 
                  o volenti, ha generato un simbolico e una scena pubblica aperta 
                  anche agli uomini, perché costituita da relazioni, scambi, 
                  pensiero, arte, sapere, linguaggio, musica il cui significato 
                  anche un uomo può affermare e condividere. In questi 
                  ultimi ventanni poi in tutti i paesi europei, ma anche 
                  in altri paesi fuori dallEuropa, le donne, spinte da esigenze 
                  parziali  la necessità economica, la voglia di 
                  autonomia, il desiderio di autorealizzazione  hanno dilagato 
                  in tutti i luoghi detti maschili: scuola, università, 
                  tribunali, lavoro. Io ed altre parlavamo, e continuiamo a parlare 
                  di desiderio femminile, di voler esserci nel mondo. È 
                  successo che quel desiderio ci è sfrecciato di fianco, 
                  per cui la realtà modificata rapidamente ci sta davanti. 
                  Questa è la situazione, secondo me, che quel titolo ha 
                  anche segnato e quindi io mi sento ferma, ma non voglio star 
                  ferma invece. Ferma anche con tutto il sapere della pratica 
                  della differenza e delle relazioni fra donne. Le donne, 
                  essendo presenti in tutti i luoghi, li hanno resi misti. Si 
                  parlava, e purtroppo se ne parla ancora, di esclusione-inclusione 
                  delle donne. È insensato. Dal lavoro e dalle università, 
                  dai tribunali sono escluse non le donne, che ci sono sempre 
                  di più, ma le relazioni di differenza.
 Valgono ancora simbolicamente le relazioni di simiglianza  
                  come le chiama Milagros de Riveira (4) a proposito proprio delluniversità 
                   con tutte le contraddizioni e le sofferenze che comportano 
                  per le donne e gli stessi uomini. E con la perdita secca di 
                  civiltà che è, per definizione, aperta allaltro 
                  da sé. Quindi, io credo che la chiusura che gli uomini 
                  hanno fatto, simbolica, praticamente non cè più. 
                  Non vorrei che questa chiusura venga riproposta dalle donne 
                  verso gli uomini.
 Non è una situazione per me sostenibile: cioè 
                  che non ci siano relazioni di differenza.
 Il simbolico delle donne che ho detto prima, ossia meno spreco 
                  di sofferenza, più agio, non intacca ancora le misure 
                  maschili operanti nel lavoro, che sono, ad esempio, competizione, 
                  prescrizione, denaro. Si è detto infatti che lì 
                  sta nascendo un nuovo conflitto tra i sessi, perché le 
                  donne sempre di più vogliono lavorare in modo differente. 
                  Tuttavia nonostante abbiano detto che ci sarà un conflitto 
                  sul modo di lavorare, di pensare, di fare politica, tuttavia 
                  non abbiano trovato una leva, lo scambio affinché entri 
                  dentro agli uomini lidea che cè altro: che 
                  cè la libertà femminile che non è 
                  quella di assimilarle al loro concetto di libertà. La 
                  leva, la strada, lo scambio non labbiamo ancora trovato 
                  e quindi credo che di questo bisogna riflettere oggi e in avanti.
 Le relazioni di simiglianza valgono ancora di più 
                  nella politica. Se io sono contro le guerre infinite di Bush 
                  o anticapitalista non posso non esprimerlo insieme agli uomini 
                  anticapitalisti e pacifisti, perché la loro modalità 
                  di esprimerlo è impraticabile per me. Cioè io 
                  non posso, e questo credo sia un problema per molte trovarsi 
                  a voler partecipare alla ribellione, ad esempio, contro la guerra 
                  di Bush ma non poterlo fare nelle forme che la politica propone.
 Tuttavia anche a questo proposito qualcosa di positivo da cui 
                  partire cè. Le donne sono riuscite  parzialmente 
                  in Italia, molto negli altri paesi europei  a coinvolgere 
                  gli uomini nelleconomia domestica (questo è un 
                  pensiero di Luisa). È possibile che qualcosa di simile 
                  possa avvenire in uneconomia non domestica? Vale a dire 
                  a questo punto, un coinvolgimento complessivo dellaltro 
                  sesso.
  Donne attratte dal potere 
 Cè poi da aggiungere che moltissime donne sono 
                  attratte eroticamente dagli uomini, non solo sessualmente, proprio 
                  mentalmente; o attratte, sappiamo, anche dal potere e via dicendo. 
                  In una storia di separatismo politico questo appare quasi come 
                  una dismissione della libertà femminile. In un contesto 
                  come quello che stiamo delineando, esse sono parte viva del 
                  progetto di libertà femminile. Infine  si è 
                  detto  i sessi sono due: è stato ed è una 
                  lotta contro luniversalismo maschile. Si è detto 
                  anche che i sessi sono due ma asimmetrici. Ma forse non si è 
                  riflettuto molto su cosa significava questa affermazione in 
                  rapporto alla relazione tra i sessi.
 Lasimmetria, sappiamo, era interpretata, un tempo 
                  dalle donne stesse non solo dagli uomini, come disuguaglianza. 
                  Cera uno che portava un universale e una che non portava 
                  nulla. Si può pensare ora ad una relazione nella quale 
                  io non vedo affatto lui come portatore di un universale, ma 
                  lo tratto, lui con il suo universale, come il mio altro 
                  da me. Non mi faccio né subordinare, né assimilare. 
                  Se lui vuole affermare luniversale, lo afferma, ma io 
                  gli dico che non ne sono compresa, sono irriducibile al suo 
                  universale. Faccio un esempio: un uomo, da anni in relazione 
                  politica con me e con altri (parlerà anche al Grande 
                  Seminario di Diotima) a una mia domanda pressante: «Che 
                  cosè irrinunciabile per te della differenza maschile?» 
                   cioè esplicitatela  ha risposto: «la 
                  democrazia, salvare la democrazia». E lui lo sa di essere 
                  in frizione con la pratica politica delle donne che non fa della 
                  democrazia rappresentativa un cardine o un fine. Allora, come 
                  appunto trattare?
 Secondo me è possibile trattare e pensare il mondo insieme 
                  ad Alberto Leiss, lui con il suo universale  la democrazia, 
                  in cui vede incarnato probabilmente il meglio, lapice 
                  della virilità maschile, del pensiero maschile più 
                  illuminato  ed io che lo vedo, lho sentito dire 
                  che per lui è irrinunciabile la democrazia, non mi ci 
                  incarno sicuramente in questa procreazione maschile e sicuramente 
                  non la considero lapice della teoria politica femminile, 
                  ma lo tratto con lui.
 Vediamo che cosa la pratica di relazione e la democrazia, che 
                  cosa nel confronto, che cosa può accadere. Cioè, 
                  non lo inchiodo dicendo: «Finché hai in mente la 
                  democrazia non capirai la pratica di relazione».
 Nel femminismo classico, invece, non devo apparire con tante 
                  cose in mano  non dico la parola «superiore» 
                  perché in effetti le donne non lhanno mai pronunciata, 
                  però delle donne hanno tante cose buone, mentre lui era 
                  invalidato. Doveva essere invalidato. Doveva essere invalidato 
                  sennò il femminismo classico non si regge se non ha questa 
                  rappresentazione. E questa non è lasimmetria 
                  dei due sessi. È un semplice ribaltamento che cè 
                  stato. Era probabilmente inevitabile che ci fosse. Perciò 
                  dico, e qui concludo, che solo se si sta nella relazione 
                  di differenza effettiva, quella che ho cercato di delineare 
                  prima rapidamente, cè asimmetria. Concetto 
                  che io amo particolarmente perché mette in scacco proprio 
                  quelle leggi, quelle prescrizioni, i diritti, a cui accennavo 
                  prima, che producono sofferenza, malattia e disagio.
 Dibattito aperto Politica viva
 
 Muraro: Discorso forte il tuo che ha una ricchezza di 
                  argomenti. Dal punto di vista della retorica mancava la conclusione, 
                  ma penso che sia fatto a posta, che tu non vuoi che ci sia nulla 
                  che va a chiudere, a concludere e ti ringraziamo. Tra le tante 
                  cose che hai detto, io credo che dobbiamo avere la pazienza, 
                  la schiettezza, il coraggio di tirar fuori, dipanare  
                  e insieme di nuovo a te  tutta una serie di questioni 
                  che il tuo intervento ha sollevato: qualcuna anche distorta, 
                  qualcuna impostata e molte questioni, secondo me, domandano 
                  che ci torniamo sopra. Con la pazienza  ripeto  
                  e il coraggio che ci sono necessari in una condizione di così 
                  forte presenza.  Prima intervenuta: Il finale mi interessa moltissimo. 
                  Vorrei che mi si parlasse di questa differenza effettiva. 
                 Cigarini: No!, relazione di differenza.  Prima intervenuta: Sì, ma della differenza effettiva. 
                  Relazione di differenza effettiva che sola può produrre 
                  lasimmetria.  Muraro: Suppongo che tu voglia dire che sola può 
                  produrre asimmetria nella libertà. Di asimmetrie 
                  ne è pieno il mondo: nella subordinazione, nella non-libertà. 
                  Unasimmetria nella libertà.  Carla Turolla: A me ciò che hai detto ha sollecitato 
                  una serie di ricordi, di esperienze fatte nella politica di 
                  differenza con gli uomini, anche se allepoca non si chiamava 
                  così. Questi momenti mi aiutano a dar ordine al passato 
                  (
). Quello che mi interessa è che Lia parlava di 
                  democrazia; di interrogare gli uomini su qualcosa  democrazia 
                   che io sento come
  Cigarini: No, non voglio interrogare su qualcosa tipo 
                  democrazia, ma tirar fuori ciò che è irrinunciabile. 
                 Carla Turolla: Sì, ho usato questo termine democrazia 
                  e lho sentito, forse mi sbaglierò, come un confronto 
                  su un concetto. Mentre io ho visto nella mia esperienza che 
                  si trattava di un confronto su qualcosa di molto più 
                  quotidiano: il fatto di provare a fare delle cose insieme su 
                  un altro piano.  Cigarini: Tu parli di confronto su un altro piano. 
                  È quello che abbiamo fatto fino ad ora. Questo mio amico 
                  è da dieci anni che viene alle riunioni di donne. Messo 
                  alle strette, perché in realtà lui è presente 
                  anche nella sinistra del suo partito, ecc., messo alle strette 
                  su che cosa lui riteneva irrinunciabile e che non trovava nelle 
                  nostre riunioni, lui ha detto che lirrinunciabile della 
                  differenza maschile è per lui la democrazia. Dunque io 
                  dico: non cè mai stato un reale confronto  
                  dopo anni di pratica di relazione e di ammirazione da parte 
                  di questo della pratica delle donne  perché poi 
                  rimaneva che il confronto su quella questione io e lui non avevamo 
                  mai fatto. E quindi non era una relazione di differenza 
                  effettiva. Quando prima dicevo che il ribaltamento femminista 
                  non è certo una relazione perché lui deve essere 
                  invalidato, deve essere portatore di tutte le nequizie del mondo 
                   questo comunque nel periodo di maggior ribellione  
                  resta che deve essere invalidato tutto quello che lui pensa 
                  e fa perché è il maschile. Io con lesempio dicevo: non si può avere una relazione 
                  di differenza effettiva se invalidi tutto quello che questo 
                  pensa e fa. Non è una relazione di differenza 
                  effettiva, quindi non cè asimmetria nella libertà. 
                  Cè il ribaltamento. Il polo decisivo sono le donne, 
                  sono la loro pratica e solo quella.
 Muraro: Mi sembra di capire che lei dica: non si tratta 
                  di confrontarci sulla democrazia, si tratta che io cominci a 
                  registrare che per lui, dopo aver parlato con me dieci anni, 
                  la democrazia resta il suo valore irrinunciabile. Secondo la 
                  vecchia impostazione femminista io tendevo a demolirgli il suo 
                  valore irrinunciabile; secondo la ricerca che si vuole incominciare 
                  di relazione nella differenza io registro che per lui è 
                  irrinunciabile la democrazia. Il che vuol dire che lì 
                  si viene a creare una situazione dove laltro difende davanti 
                  a me un bene che per me un bene non è. Ma io ne terrò 
                  conto, avrò a che fare con un uomo per il quale questa 
                  cosa
 ecco. Su questo punto faccio la mia domanda anchio. Mi interessava, 
                  quando lo vorrai rispondere, la cosa che hai tirato fuori dellerotismo. 
                  Cioè ci sono donne che sono attratte eroticamente, sia 
                  a livello sessuale ma anche a livello mentale dallaltro 
                  sesso. Nel vecchio femminismo questa attrazione erotica dellaltro 
                  sesso era qualcosa che una se la nascondeva, perché tra 
                  femministe non è che si potesse dire: a me laltro 
                  sesso, gli uomini affascinano, ecc. Adesso viene a cambiare 
                  anche questo punto, se ho capito bene. Nella relazione di 
                  differenza con laltro lattrazione erotica per 
                  laltro sesso, lammirazione può essere giocata.
 Terza intervenuta: Sul tema della differenza i presenti 
                  nella sala hanno moltissima esperienza più di me, sia 
                  per aver frequentato Diotima gli anni precedenti, sia 
                  per una serie di studi, di letture e di autoesplorazione di 
                  se stessi. Io pongo una sorta di inquietudine che mi ha generato 
                  lascolto di questa conferenza. Questo bisogno di non sprecare 
                  sofferenza è il bisogno di agire: unazione pratica 
                  che non è di morale precettistica, di morale universale. 
                 Muraro: Mi permetto di riassumere e dimmi se è 
                  così. Tu dici: io sono una donna che non vuole rinunciare 
                  alluniversale; mi sento portatrice di valori universali, 
                  la dimensione delluniversale mi appartiene. Come tale, 
                  tu che hai parlato riconosci in me la donna oppure pensi che 
                  io così non corrisponda al modello che tu rimandi? E 
                  devo cominciare un cammino?  Quarta intervenuta: Che vuol dire ne tengo conto 
                  e poi? Poter coinvolgere gli uomini nel mondo, non cercare di 
                  demolire? Nel fatto di poter coinvolgere nelle cose delleconomia 
                  domestica cè uno sforzo che mi fa pensare alla 
                  maternità.  Cigarini: Sulla questione che ci sono molte donne per 
                  cui luniversale  e non probabilmente la democrazia 
                   lassoluto è irrinunciabile, io non ho mai 
                  pensato ad un soggetto collettivo le donne. Nella 
                  mia pratica politica ho privilegiato le relazioni duali, proprio 
                  per non arrivare mai al noi. Quindi non si tratta 
                  di nessun modello. Osservando, dal di dentro naturalmente, la 
                  politica delle donne, mi è sembrato che ci fosse una 
                  particolare cura del contesto e ho fatto degli esempi. E questa 
                  è una particolarità che io ho visto operante, 
                  viva nella politica delle donne; cioè la creazione del 
                  contesto perché le cose, quelle famose cose buone si 
                  possano vivere, assaporare, ecc. Naturalmente se ci sono delle donne per cui luniversale, 
                  lassoluto, sia quello religioso, spirituale, quello filosofico, 
                  ha una forza maggiore del contesto, della continuità 
                  che io vedo e ho cercato di accentuare nella politica delle 
                  donne fino ad arrivare alla relazione duale come nucleo  
                  diciamo la forma più generativa di simbolico, di modificazione 
                   non vuol dire che tantissime altre abbiano nel cuore 
                  luniversale. Naturalmente cè il pericolo 
                  che quasi tutti gli universali sono costruiti dagli uomini: 
                  libertà, democrazia, Dio, e via dicendo. Naturalmente 
                  di saperla, insomma, questa cosa.
 Per il resto, siccome non solo non vogliamo un soggetto collettivo, 
                  identificarci con le donne, ma teniamo conto della 
                  singolarità di ciascuna, figuriamoci; anzi sarà 
                  interessante vedere questa cosa delluniversale.
 (Rivolgendosi alla quarta intervenuta) Ho fatto quellesempio 
                  per dire che lammirazione maschile  sono pochissimi, 
                  non si può dire nemmeno ammirazione  
                  ma di uomini che sono stati vicinissimi e dentro la politica 
                  delle donne, possono essere state delle relazioni che si basavano 
                  appunto perché la politica delle donne è un bene; 
                  oppure per ammirazione del pensiero di alcune donne, ma non 
                  erano vere relazioni, perché allimprovviso è 
                  venuto fuori. Ho già detto: non abbiamo la leva, lo strumento 
                  ed è quello di cui si deve discutere in sostanza. Però 
                  io credo che sia un passo avanti quando la differenza maschile, 
                  finalmente, parla come differenza, non come universale: cioè 
                  «irrinunciabile per me Alberto». Perché non 
                  si può teorizzare sugli uomini, né si può 
                  ricostruire le loro personalità, quello che per loro 
                  è fondamentale. Allora io credo che questo fatto, che 
                  la differenza maschile abbia parlato, sfidando anche limpopolarità 
                  di questa parola democrazia, è un grande 
                  passo avanti, senza che si debba trovare una soluzione.
 Muraro: Una domanda sul coinvolgere gli uomini nelleconomia 
                  femminile non domestica, in uneconomia simbolica propriamente 
                  femminile. Dicevo, le donne sono riuscite a coinvolgere gli 
                  uomini nelleconomia domestica, alla stessa stregua dovremmo 
                  essere capaci di coinvolgerli in un modo di sentire le cose 
                  che è differente dal loro: meno etico, meno idealistico, 
                  meno obiettivi, meno schematico, più sensibile, più 
                  prossimo, più concreto. Lei che è intervenuta 
                  ha detto: questo mi fa pensare alla maternità. Voleva 
                  sapere lei se questo ti corrisponde.  Cigarini: No, non penso. Io penso che leconomia 
                  domestica è una grande economia dove cè 
                  lo scambio, il valore duso, il valore di scambio, ecc., 
                  e che il coinvolgimento è avvenuto perché cè 
                  un riconoscimento maschile che le donne sanno condurre leconomia 
                  domestica. Questo dovrebbe essere una forza, secondo me perché 
                  il domestico sembra svalutante, di dire che è possibile 
                  un coinvolgimento di donne e uomini nelleconomia, leconomia 
                  del mondo, con le sue regole. Parlo delleconomia che va per la maggiore, introducendo 
                  evidentemente o mettendo a confronto il simbolico femminile 
                  che per lei (lintervenuta) è legato alla relazione 
                  materna o per chi il simbolico femminile è stato prodotto 
                  da relazioni fra donne, da anni di pratica di relazione tra 
                  donne. Ma questo non ha differenza. È il simbolico maschile 
                  del denaro lelemento che fa girare leconomia e il 
                  significante è il denaro. Espandere allora il senso 
                  delleconomia domestica, dove prevalgono le relazioni 
                  di bisognosità, al mondo economico in cui prevale il 
                  danaro come misura misurante.
 Nelleconomia domestica non è quello il significante: 
                  è rispondere ai bisogni delle creature piccole e anche 
                  delle creature grandi se si ammalano. Dunque lì metti 
                  a confronto finalmente.
 Muraro: In qualche modo la maternità viene a 
                  comparire perché le creature piccole ha a 
                  che fare con la maternità. Dopo cè la prima questione posta. Si voleva sapere 
                  qualcosa di più sulla relazione di differenza 
                  effettiva, che secondo quello che tu ci hai detto, sola può 
                  produrre asimmetria nella libertà. È una 
                  domanda molto vasta. Forse una domanda ispirata come da unincredulità 
                  e che quindi ti domanda di spendere qualcosa in più, 
                  perché tu renda questa cosa. Probabilmente viene da una 
                  donna che è stata, come moltissime qui di noi  
                  io stessa  vissuta per anni con una pratica della separazione 
                  e che quindi ha bisogno forse, dico... In ogni caso se puoi 
                  dirne qualcosa.
 Cigarini: È difficile perché io pensavo 
                  il mio testo dicesse anche quello che ho detto prima; cioè 
                  una relazione di differenza effettiva vuol dire che la 
                  relazione di differenza che io avevo con questo mio amico, 
                  adesso, dopo che lui ha parlato, la considero non effettiva, 
                  non  come dire  efficace. Solo adesso che ha parlato 
                  diventa una relazione di differenza effettiva. Ecco la distinzione. 
                  Per quello che riguarda la asimmetria, dicevo che non 
                  è asimmetria nel senso di libertà per donne 
                  e uomini il ribaltamento che il femminismo classico  
                  anchio 35 anni fa ero su quella posizione  invalidava 
                  qualsiasi pensiero, fino  diciamo così  ad 
                  arrivare al singolo uomo e a quello che lui esprimeva, perché 
                  lo vedo come un ribaltamento di quello che gli uomini hanno 
                  fatto alle donne. E lì evidentemente non è una 
                  posizione asimmetrica. Lasimmetria è che 
                  possono stare vicini due  come dire  posizioni che 
                  non sono né complementari, né contrapposte, né 
                  subordinata. Noi sappiamo che cè tutta una posizione, 
                  soprattutto femminista cattolica, che vede le donne finalmente 
                  riconosciute nel loro valore complementare agli uomini. Cioè 
                  la asimmetria è quella che a me dà la posizione 
                  in cui sono ora, quella che ho detto, che non è di rivincita, 
                  né di complementarità, né ovviamente di 
                  subordinazione, né di essere compresa nelluniverso 
                  maschile, ma di non escludere.
 Maresa Meneghini: Io ho una curiosità. Che cosè 
                  irrinunciabile per te?  Cigarini: La libertà.  Muraro: Ma non si possono fare questi scambi, mi dispiace
 
                  Si dà il caso che sei molto vicina.  Maresa Meneghini: Mi chiamo Maresa Meneghini: mi è 
                  parso strano, la democrazia. Anche per me è quasi irrinunciabile 
                  la democrazia.  Cigarini: Per me no, non è irrinunciabile la 
                  democrazia!  Maresa Meneghini: Vorrei capire cosè irrinunciabile 
                  per te.  Cigarini: Te lho detto: la libertà di donne 
                  e uomini, la mia libertà.  Muraro: Mi sembrava che tu stessi dicendo che la democrazia 
                  per te stessa è dellordine dellirrinunciabile. 
                 Maresa Meneghini: Una democrazia vera naturalmente. 
                 Muraro: Sì, sì. Una democrazia vera anche 
                  per te che sei femminista storica appartiene a quelle cose che 
                  si chiamano irrinunciabili. Restavi mi sembra  
                  scusa se devo leggere perché il tuo intervento era brusco. 
                  Anche lei (Cigarini) lo è stata. Mi scuso (risate e applausi) 
                  io leggo le tue parole.  Maresa Meneghini: Non voleva essere brusco. Solo volevo 
                  capire.  Muraro: Che tu voglia dire questo: che lesempio 
                  che faceva Lia come fosse qualcosa di urtante, di strano. Allora 
                  vorrei ricordarti  forse questo spiega perché lei 
                  ha reagito  non è che ci sono le donne qua e gli 
                  uomini là e quindi lei stava parlando di una relazione 
                  con questuomo in cui cera tutta lei che è 
                  donna, tutto lui che è un uomo nella loro rispettiva 
                  singolarità che si scambiano idee politiche da 10 anni. 
                  Lui conosce bene la critica che Lia fa alla democrazia rappresentativa 
                  e non ha mai obiettato finché quel giorno, incalzato 
                  da lei, ha detto che la democrazia è per lui irrinunciabile. 
                  È lì che lei ha sentito il differenziarsi. 
                  Lì lei ha visto che questuomo, con la sua militanza 
                  politica di sinistra, lì si realizzava, si compiva, trovava 
                  qualcosa che per lui era lui. Questo volevo segnalarti: che 
                  non si trattava di una cosa. È lo stesso incidente che 
                  è capitato prima con Carla Turolla la quale anche lei 
                  ha preso questo riferimento alla democrazia come un terreno 
                  di scambio e di confronto in generale. Mentre questo era e resta 
                  un esempio di relazione concreto e incarnato.
 Sesta intervenuta: Per capire questa cosa, la relazione 
                  di differenza cè stata prima o solamente nel 
                  momento in cui è stata posta questa domanda e lui ha 
                  risposto che per lui la democrazia è irrinunciabile? 
                  Nei dieci anni precedenti cè stata allora contrapposizione? 
                  Per noi la relazione di differenza è irrinunciabile, 
                  per lui la democrazia. Come si gioca questo fatto qui? Perché, a parer mio, siamo poi a un vicolo cieco rispetto 
                  a questo irrinunciabile, perché è come se ponessimo 
                  degli aut-aut, come quando si è parlato di come si intende 
                  la politica. Alcune donne si sentono fuori luogo, nella globalizzazione, 
                  ecc. Linvalidante cè anche fra donne. Cè 
                  il rischio di invalidare posizioni che non si ritrovano in Diotima.
 Adriana Sbrogiò: Sono Adriana Sbrogiò 
                  di Identità e differenza. Dopo il convegno con 
                  uomini e donne di Asolo facciamo leggere agli uomini Non 
                  credere di avere dei diritti così  pensiamo 
                   si renderanno conto cosa vuol dire «le pratiche». 
                  Ed è difficile, non li leggeranno mai. Come si fa a camminare con questi uomini? Rendere consapevoli 
                  gli uomini di quello che loro hanno già fatto con le 
                  donne?
 Sono escluse non le donne, ma le relazioni di differenza 
                  con gli uomini: la democrazia sarebbe superata. In nome delluguaglianza 
                  cè una totale indifferenza sessuale. È difficile 
                  partecipare alle manifestazioni per la pace per noi donne, diceva 
                  Lia, perché non ci sono relazioni di differenza 
                  anche in quei luoghi che gli uomini si sono presi, anche se 
                  quei contesti sono creature, invenzioni delle donne.
 Cigarini: Sono daccordo con quanto ha detto Adriana, 
                  nel senso che lei diceva. Se ci sono in ogni luogo, anche in 
                  quello della politica inteso in senso più ristretto, 
                  relazioni di differenza ci sarà anche una modificazione 
                  a cui non sappiamo bene che nome dare della famosa 
                  democrazia rappresentativa che adesso è alle corde. Il 
                  presidente degli USA è stato eletto illegalmente, cè 
                  la dittatura delle maggioranze in realtà: se prendo 
                  più voti faccio quello che voglio. Adriana ha spostato sulle pre-condizioni perché, in fondo, 
                  la pratica politica delle donne ha avuto lattenzione per 
                  le pre-condizioni della politica, della democrazia, di tutti 
                  questi famosi universali. Cioè una pratica di relazione 
                  che è modificativa. Noi abbiamo detto che la relazione 
                  con laltra donna modifica me e laltro. Molte volte 
                  va male, però quando va bene non è che sono sempre 
                  le stesse. Cè una modificazione. E allora la relazione 
                  di differenza pone unattenzione a proposito del lavoro, 
                  non allastrattezza del salario, ma a quello che nel lavoro 
                  si incarna: di donna e di uomo.
 Per quello che riguarda la democrazia, io credo che una mediazione 
                  avvenga su questo. Molti uomini sono convinti che sono saltate 
                  tutte le pre-condizioni della democrazia. E quindi lattenzione 
                  alla relazione di differenza con laltra donna o 
                  con luomo, io le vedo come qualcosa che pre-dispone a 
                  delle relazioni sociali radicalmente differenti: parlavamo di 
                  cambio di civiltà.
 Non si può parlare di democrazia se non cè 
                  cultura, informazione e se non cè modificazione 
                  nei rapporti fra persone, fra donne e fra uomini.
 Io non ci andrò a quelle manifestazioni, ma chi ci va 
                  dice: io quellappello scritto in quel modo non lo sottoscrivo, 
                  lo scrivo io lappello per la pace; oppure, questo modo 
                  di fare la riunione dove cè la relazione, gli interventi 
                  precostituiti io non laccetto. Questo è un modo 
                  di stare senza essere compresi nel loro agire politico. Lalternativa 
                  sono, per la pace, le donne in nero che però è 
                  unalternativa che dice: le donne sono qui, sono le donne.
 Nella relazione di differenza una dice sono qui 
                  e vediamo cosa si può fare; se tu fai gli appelli in 
                  quel modo io non li sottoscrivo, io non ci sto alla manifestazione 
                  violenta anche se sono una noglobal.
 Ottava intervenuta: Ho un interrogativo. La relazione 
                  di differenza è vissuta come un desiderio o una disgrazia? 
                  La relazione con il maschile è una parte fondamentale 
                  del mio femminile. Per entrare nella relazione con il maschile 
                  bisogna anche accettare di sporcarsi le mani, di fare i conti 
                  con la nostra ombra e con lombra dellaltro. È 
                  una domanda che dice e cerca qualcosa nel maschio (democrazia?
) 
                  che possa andar bene anche alla donna. Importante che questo 
                  riparta sullonda del desiderio.
 Nona intervenuta: Per me è irrinunciabile il 
                  fatto che, nonostante me, sono una donna. La libertà 
                  femminile e tutto il resto vengono di conseguenza al fatto che 
                  sono una donna. La relazione di differenza mi ha evocato Va pure 
                  di Carla Lonzi (5).
 La relazione con laltra/o mi ha cambiato la vita. Una 
                  sofferenza che ho ricavato da questo incontro di oggi è: 
                  un po di voglia, di desiderio questi uomini ce lhanno? 
                  Perché io sento un po questaffanno di doverceli 
                  tirare dietro, fare a tutti i costi le mamme, le sorelle, sforzarci 
                  di capirli. E mi va bene. Io lavoro, faccio questo, faccio leducatrice. 
                  Capisco i genitori
 Però, luomo ha questo desiderio?
 Ci sono stati uomini stupendi che dopo trentanni hanno 
                  avuto loccasione, lopportunità di avere relazioni 
                  con donne stupende, hanno visto quello che la nostra storia, 
                  quello che abbiamo fatto, e ancora siamo qua a doverli tirare 
                  per i capelli.
 Cosa ci mettono di loro nello scambio? Lo dico perché 
                  qui ci sono degli uomini. (Applausi)
 Chiara Zamboni (6): Per quello che tu hai detto, nellintero 
                  Seminario cè uno spostamento politico, dalle relazioni 
                  tra donne alle relazioni tra una donna e un uomo. Allora la 
                  grande questione, che anche nelle discussioni a Diotima 
                  ci siamo trovate di fronte, è questo spostamento politico. 
                  Che effetti ha poi nelle relazioni politiche fra donne?
 Anche perché è uno spostamento politico non da 
                  poco in quanto, per tanto tempo, abbiamo lavorato su una trasformazione 
                  del mondo a partire dalle relazioni fra donne. Io sono daccordo, 
                  come fatto centrale del Seminario, che questo sia giunto ad 
                  unimpasse; al fatto che le relazioni politiche 
                  fra donne è stato molto fruttuoso in alcuni momenti storici 
                  precisi che ho vissuto personalmente, ma negli ultimi anni si 
                  è creato un ammutolimento, si è creato un silenzio. 
                  E questo però di non-creatività politica lho 
                  avvertito molto forte, per cui questa è stata una stretta 
                  di necessità a scegliere questo tipo di strada. Daltra 
                  parte leffetto di questo spostamento politico è: 
                  che ne è delle relazioni politiche fra donne in rapporto 
                  alla trasformazione del mondo?
 Cigarini: Mi sembra che nellanalisi sei daccordo. 
                  Io mi sento ferma e mi sono sentita ferma rispetto alle donne 
                  stesse. Ho detto: sfrecciavano di fianco a me e dilagavano in 
                  tutti i posti maschili, e diventati poi misti, con un forte 
                  senso di autorealizzazione, lì nel lavoro, in tutte le 
                  questioni. Naturalmente io mi sono sentita ferma e quasi un 
                  po spiazzata, perché il desiderio di esserci in 
                  quei posti sembra più forte di qualsiasi altra cosa, 
                  mentre nella mia storia era più forte il desiderio di 
                  relazioni tra donne, di creare questi famosi luoghi dove potesse 
                  avvenire, ci fosse, meno sofferenza, meno disagio, ecc. Però 
                  cè questa realtà, la realtà si è 
                  modificata in questo modo. Io  relazioni politiche fra donne  non so risponderti, 
                  perché non riesco a pensare relazioni politiche fra donne; 
                  io ho relazioni duali. Anche questi appunti che ho letto sono 
                  frutto di una discussione con le donne con cui sono in relazione. 
                  Daltra parte tu hai sottolineato il silenzio, io sottolineo 
                  la voglia di esserci con tutte se stesse in alcune situazioni 
                  e qui mi ci ritrovo in questa riscrizione del mondo simbolicamente 
                  che sta avvenendo in questo passaggio di secolo. E sulle relazioni 
                  politiche fra donne non so perché non le riesco ad immaginare 
                  in generale.
 Muraro: Potrebbe essere che le relazioni politiche tra 
                  donne diventino meno selettive, perché prima ogni donna 
                  godeva di un a priori favorevole per il semplice fatto 
                  che era una donna, per il semplice fatto che la mossa politica 
                  efficace e decisiva era la relazione donna con donna, mentre 
                  ora  se cè  entra la possibilità 
                  di un agire efficace nella relazione di differenza. Il 
                  pregiudizio favorevole a una donna semplicemente perché 
                  è donna cade. E tu diventi più selettiva. Stabilisci 
                  relazioni mirando a quelle donne con cui trovi più rispondenza: 
                  è una rispondenza più fine. Potrebbe capitare 
                  questo.  Cigarini: Ecco, appunto, non si sa cosa possa capitare. 
                  Comunque io sono sicura, né  voglio dire  
                  prima di qualsiasi presa di posizione, io mi regolo in base 
                  alle relazioni che ho, cioè non è che faccio una 
                  proposta, ho sentito le donne con cui sono vincolata. Allora 
                  questo conta per me: il vincolo di alcune relazioni che non 
                  penso  naturalmente io sono già anziana  
                  che non penso che verranno selezionate. Sono quelle che sono, 
                  anche perché io ho pensato queste cose insieme alle donne 
                  con cui ho una relazione significativa. Ecco, per quello che 
                  diceva Luisa io credo che lasimmetria nella libertà 
                  permetta momenti di separazione, che non è il separatismo. 
                  Io penso che mi terrò sempre la possibilità, come 
                  un bene prezioso, di riunione tra sole donne. Proprio lasimmetria 
                  e finalmente il gioco libero della differenza femminile-maschile 
                  permetteranno agli uomini riunioni o confronti tra di loro e 
                  viceversa. Non credo che io abbandonerò  per quel 
                  che mi riguarda  i momenti di separazione 
                  che non è il separatismo. E penso anche che 
                  bisogna alimentare quello che per me è stato lo spostamento 
                  fondamentale. Diceva Antoinette Fouque (7) che prima gli uomini amavano gli 
                  uomini e le donne amavano gli uomini. Gli uomini amano moltissimo 
                  gli uomini e non amano le donne.
  a cura di Monica Giorgi
 note:  1. Si riferisce alla Libreria delle donne di Milano. 
                  2. Insegnante, pedagogista e appassionata studiosa dellopera 
                  di civiltà delle donne. È attiva allinterno 
                  della Libreria.
 3. È la rivista su cui si fanno circolare i temi della 
                  differenza sessuale e della politica delle donne.
 4. Docente di storia medievale allUniversità di 
                  Barcellona.
 5. Lopera di Carla Lonzi ha dato vita a quella che negli 
                  anni Settanta è stata lautonomia femminista. Oggi 
                  rappresenta una ricchezza per il pensiero delle donne.
 6. È una delle fondatrici della Comunità filosofica 
                  Diotima e ne fa tuttora attiva parte.
 7. Autrice di I sessi sono due  nascita della femminologia. 
                  Ha fondato con altre il gruppo Psycanalyse et Politique 
                  di Parigi.
 
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