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                 Guerra. Continuano a spirare venti di guerra. Mentre 
                  scriviamo siamo in pieno Ramadan e pare che ciò dovrebbe 
                  assicurare un ritardo nellintervento vero e proprio contro 
                  lIrak di Saddam Hussein. La mobilitazione contro la guerra, 
                  intanto, si mantiene alta. Anche in campo anarchico si segnala 
                  una significativa ripresa dellimpegno antimilitarista 
                  e contro la guerra.  
                  Sullo scorso numero abbiamo dato spazio ad un appello 
                  di artisti per la pace. Questa volta riportiamo lappello 
                  Fuori lItalia dalla guerra, 
                  promosso da Emergency. Il loro richiamo alla Costituzione italiana, 
                  che allart. 11 rinnega la guerra come strumento di offesa 
                  o di risoluzione delle controversie, può apparire a qualcuno 
                  naif. Resta il fatto che sulla sostanza dellappello 
                  di Emergency ci ritroviamo pienamente daccordo e  
                  fatto ancora più importante  che anche intorno 
                  a questo appello si stia costruendo e mobilitando un fronte 
                  sempre più ampio di radicale opposizione alla guerra. 
                  Contro qualsiasi guerra, comunque.  
                  La stessa osservazione si può fare allo scritto del nostro 
                  caro amico Peppe Sini sulla situazione medio-orientale. 
                  Peppe non è un anarchico (anche se nutre un profondo 
                  rispetto per il nostro movimento) e qualcuno avrà certamente 
                  da ridire sulla prospettiva dei due stati  
                  israeliano e palestinese  caldeggiata nella parte finale. 
                  Resta il fatto che lalta sensibilità che sottende 
                  il suo intervento, il suo sforzo di mettersi nei panni di entrambi 
                  i contendenti, il suo rifarsi alla nonviolenza intesa nella 
                  sua accezione più bella di impegno militante ed umano 
                  fanno di questi suoi appunti uno strumento di riflessione, che 
                  proponiamo più che volentieri ai nostri lettori.  
                Amica. Vari lettori ci hanno scritto, alcuni alquanto 
                  indignati, segnalandoci la campagna pubblicitaria di Amica, 
                  incentrata sulla frase rapita da Amica e sulla rappresentazione 
                  di una lettrice in versione Aldo Moro, con una grande A 
                  cerchiata alle spalle. Come se i rapitori fossero anarchici. 
                  Come se gli anarchici fossero rapitori.  
                  Sullargomento intervengono Fulvio Abbate 
                  e Felice Accame. Del primo ripubblichiamo 
                  larticolo uscito a fine settembre sul quotidiano lUnità. 
                   
                  Casualmente, sempre su questo numero riparliamo 
                  di un rapimento  un rapimento vero, non pubblicitario 
                   di 40 anni fa. Tra i protagonisti di quel fatto, anche 
                  Amedeo Bertolo che della nostra rivista sarebbe stato, un decennio 
                  dopo, tra i fondatori, nonché redattore per alcuni anni: 
                  attualmente è tra i responsabili del Centro Studi Libertari/Archivio 
                  Pinelli e della casa editrice Elèuthera.  
                  Fu, quel rapimento, un episodio radicalmente diverso da quelli 
                  a cui un decennio dopo ci avrebbero abituati le Brigate Rosse 
                  ed altre formazioni terroristiche di estrema sinistra. Non fu 
                  fatto per soldi, né per terrorizzare il rapito (il vice-console 
                  spagnolo a Milano) o lopinione pubblica. Fu, più 
                  semplicemente, una forma di pressione per ottenere la commutazione 
                  in pena carceraria di una sentenza di morte contro un anarchico 
                  catalano. Un rapimento umanitario, si potrebbe dire: 
                  che, tra laltro, contribuì ad ottenere lo scopo 
                  per cui era stato concepito. E anche il processo che si tenne 
                  a Varese proprio nel novembre di quarantanni fa 
                  si trasformò in un processo al regime franchista ed alla 
                  sua barbarie, con interventi in aula di esponenti dellantifascismo. 
                  Alla fine ci fu una quasi generale assoluzione. Altri tempi, 
                  certo. Ma anche altra etica
  
                Antiglo. Al centro di questo numero trovate il quinto 
                  volantone anti-globalizzazione realizzato 
                  da Adriano Paolella e Zelinda Carloni, dedicato alla mobilità. 
                  Il primo (Globalizzazione 
                   Idee per capire, vivere ed opporsi al nuovo modello di 
                  profitto) era uscito nel n. 274 (estate 2001) in coincidenza 
                  con la mobilitazione genovese contro il G8. Nel novembre 2001 
                  è poi seguito Le strategie 
                  della fame, supplemento al n. 276, realizzato in vista 
                  del vertice di Roma (poi rinviato) della FAO. Nel marzo di questanno 
                  è stato pubblicato il terzo (Riscaldamento 
                  globale e controllo sociale), come supplemento al 
                  n. 279 (marzo 2002) di A. Il quarto (Il 
                  controllo delle risorse) è uscito la scorsa 
                  estate nel n. 283 di A. Tutti i volantoni (questultimo 
                  compreso) sono disponibili sia per lacquisto singolo sia 
                  per la distribuzione. Chi è interessato, ci contatti. 
                 
                Arte. Arturo Schwarz, storico amico della nostra rivista 
                  (nel 1970 fu tra quelli che sottoscrissero un abbonamento sostenitore 
                  prima ancora che la rivista uscisse), ha acquistato loriginale 
                  dellopera di Germano Porro 
                  dedicata a Pietro Valpreda, la cui riproduzione si trovava al 
                  centro del n. 284 (ottobre 2002). Altri 700,00 euro entrano 
                  nelle casse di A. Grazie Arturo e, naturalmente, 
                  ancora grazie a Germano!  
                  
                  
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