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                Têtes de Bois  
                  Ferré, lamore e la rivolta 
                   
                  La mémoire et la mer  
                  Il Manifesto, 2002.  
                 
                I grandi uomini non muoiono mai e, a 
                  prescindere dal luogo di nascita, appartengono a tutti. È 
                  il caso di Leo Ferré, musicista e poeta anarchico francese 
                  richiamato alla memoria, in Italia, dal gruppo romano dei Têtes 
                  de Bois in un disco, sicuramente il più impegnativo dei 
                  tre realizzati, che probabilmente si colloca tra le più 
                  importanti pubblicazioni dellintera annata discografica. 
                   
                  Lalbum contiene quattordici canzoni scelte nellintera 
                  produzione Ferré in felice collaborazione della sua famiglia 
                  entusiasta del progetto e produttrice del disco attraverso la 
                  propria casa discografica, La mémoire et la mer. 
                  Il risultato è rappresentato da unora di un emozionante 
                  cantato, di parole che bucano la barriera del tempo e di suoni 
                  puliti su arrangiamenti anche brillanti riadattati secondo il 
                  gusto e lo stile jazzato dei Têtes de Bois. Alle musiche 
                  hanno partecipato Antonio Marangolo, Giovanni Lo Cascio, Giuseppe 
                  Mulé e Rodolfo Maltese mentre ad accompagnare Andrea 
                  Satta sono state le voci di Nada, Daniele Silvestri e del mitico 
                  Francesco Di Giacomo.  
                  
                
                Davide Van De Sfroos  
                  ...e semm partii  
                  Tarantanius, 2001  
                     
                Gli ultimi mesi hanno visto Davide Bernasconi, 
                  in arte Van De Sfroos, protagonista di una fase appassionante 
                  di cronaca politica del nostro paese. Per quel che 
                  ci riguarda lartista cè e questo disco lo 
                  impone nella non folta schiera di musicisti che, oltre alla 
                  mezzora daria, possono contribuire alla crescita 
                  civile di un paese come il nostro sempre più vicino alla 
                  bancarotta culturale. Un, seppur timido, accostamento a Fabrizio 
                  De André ci può stare almeno per il modo di far 
                  rivivere in musica piccole e poco ingombranti storie recuperate 
                  per via orale e riconsegnate al presente, restituite della giusta 
                  dignità e rilevanza. Le armi usate sono principalmente 
                  due: il folk, la musica forse più vicina al sentire 
                  dei popoli, e il dialetto, la lingua che, come affermava il 
                  maestro Faber, ...aiuta a reinventare la lingua nazionale... 
                  ad essere creativa e viva.... Del comasco si consigliano 
                  pure le due pubblicazioni precedenti: Brèva & 
                  Tivàn (99) e Per una Poma (99). 
                 
                   
                Andrea Mazzacavallo  
                  Low-fi  
                  Edel, 2002  
                     
                Lo spunto per questo lavoro viene offerto dallo spettacolo 
                  teatrale Crepacuore in cui il linguaggio della letteratura, 
                  della poesia o degli idiomi locali, attraverso la recitazione 
                  (di Lello Lombardi), si mescola ben bene a quello della canzone, 
                  della musica. Una lirica ed uno stile musicale aperto, non incastonato 
                  in paletti compositivi, ed un tot di episodi presentati in acuta 
                  e pungente veste ironica cui non mancano toni di penetrante 
                  drammaticità. Una contaminazione intrinseca, quindi, 
                  per una produzione made in dobro con la seconda traccia, 
                  in ladino, che spicca su tutte per bellezza e fascino. Di rilievo 
                  i contributi di musicisti come Ares Tavolazzi, Pierluigi Ferrari, 
                  Andrea Rossi Andrea. Una sorpresa.  
                  
                Elvira e Giovanni Lo Cascio  
                  Hotel Dajti  
                  CLK Orange Maccaja, 2002  
                     
                Per raccontare una storia al di là del mare al 
                  regista Carmine Fonari serviva una musica che potesse interpretare 
                  culture e destini, ansie e speranze, di paesi e mondi diversi 
                  come possono essere lItalia e lAlbania, tanto vicini 
                  da potersi guardare quanto distanti da non riuscire a sopportarsi. 
                  Ma il Mediterraneo può più di tutto e porta il 
                  suo carico di musica in lungo e in largo facendo convivere gli 
                  ottoni con il duduk, le corde dei pianoforti e degli archi con 
                  la lira macedone... Che lezione!  
                  Stefano 
                  Starace 
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