|  Agricoltura, memoria contadina, critica al consumo. di Enrico Ranieri
 	La Monsanto è, tra le imprese multinazionali del 
                  settore chimico/sementiero, una delle più avanzate nella 
                  ricerca e nelle applicazioni di biotecnologie.Di recente ha fatto pubblicare alcune inserzioni sui giornali 
                  USA di agricoltura, in cui minaccia ritorsioni legali, con relative 
                  multe, nei confronti degli agricoltori che, avendo acquistato 
                  semi modificate geneticamente da lei prodotte, conservino parte 
                  del raccolto per riseminarlo lanno successivo, o che cedano 
                  parte delle stesse ad altri agricoltori.
 Introducendo criteri di "sterilità contrattuale" 
                  e di "sterilità giuridica" nelle sementi, conseguenza 
                  del fatto che le sementi biotecnologiche sono protette da brevetti 
                  (Le Monde Diplomatique n° Dic. pag. 21).
 Questo fatto, apparentemente settoriale e tecnico/giuridico, 
                  è rappresentativo del salto di qualità che si 
                  è realizzato nel controllo capitalista, e statuale, sulla 
                  materia vivente, sulla natura tutta.
 È il corollario alle motivazioni profonde della ricerca 
                  biotecnologica: trasformare in merce il vivente, modificandolo 
                  con caratteristiche interessanti solo per le imprese produttrici, 
                  imponendo larbitrio della proprietà intellettuale.
 Tutta la ricerca degli ultimi centanni nel settore delle 
                  produzioni agricole, fatta dalle imprese chimico/sementiere, 
                  ha come scopo di occupare la nicchia della riproduzione e questo 
                  si ottiene sterilizzando i semi delle rese agricole e, aspetto 
                  attuale, modificandole geneticamente per renderle compatibili 
                  ai pesticidi prodotti dalle singole imprese.
 Infatti sul terreno pratico il terrorismo legale della Monsanto 
                  ha poco senso: le semi biotecnologiche sono produttive solo 
                  per la prima semina e raramente, se riseminate quelle presenti 
                  nelle rese, producono qualcosa negli anni successivi. Ma tantè, 
                  hanno voluto evidenziare la loro vittoria nei confronti degli 
                  agricoltori e consumatori (non si conoscono gli effetti delle 
                  sementi modificate sulla salute umana e sullambiente).
 Sterilità e copyright delle sementi modificano ulteriormente 
                  il rapporto atavico, contadino, della produzione agricola, il 
                  conservarsi la seme per ripiantarla, rapporto già duramente 
                  scosso su grande scala dalla comparsa delle semi ibride (sterili 
                  di fatto anchesse), nel periodo della "Rivoluzione Verde", 
                  iniziata negli anni 50.
 Contribuendo alla perdita di autonomia ed identità 
                  dei contadini e dei loro saperi. Alla scomparsa di specie e 
                  varietà vegetali ed animali non interessanti industrialmente.
 Non solo. Come è stato fatto osservare da tempo e 
                  da più parti, la ricchezza di varietà e specie 
                  di cui dispone il pianeta è da una parte il prodotto 
                  dellevoluzione della natura selvaggia, e dallaltra il risultato 
                  del lavoro di selezione/adattamento prodotto in migliaia di 
                  anni dai contadini di tutto il mondo ed in particolare di quelli 
                  del sud, che operano in zone in cui la variabilità biologica 
                  è maggiore.
 Si ha, quindi, che il "materiale biologico" originario 
                  è alla mercé di saccheggiatori industriali ed 
                  i risultati di laboratorio sono di loro proprietà! Per 
                  i secoli a venire!
 Quanto avviene nella ricerca biogenetica rende visibile, 
                  al peggio, quanto succede in generale.
 Tutte le innovazioni scientifiche attuali sono il risultato 
                  del lavoro di ricerca accumulato nello spazio e nel tempo. Lavoro 
                  scientifico e pratico di generazioni che, soprattutto nellepoca 
                  dellinterdipendenza planetaria e della comunicazione generalizzata, 
                  è merito dellintero genere umano e patrimonio della 
                  collettività.
 Il capitale, attraverso il monopolio delle tecnologie, saccheggia 
                  questo patrimonio, addirittura non pagando una lira. Incrementando 
                  il suo sovrapporsi alla natura, fatto di dominio e sfruttamento, 
                  allargando le subalternità di individui, di genere, di 
                  classi e popoli.
 Il capitale e lo stato, visto che la maggior parte della 
                  ricerca nei diversi campi (almeno quella di base), viene fatta 
                  con soldi pubblici.
 Il copyright è uno dei paradigmi della civiltà 
                  capitalistica/industriale che vanno demoliti!
 Altri paradigmi sono la crescita illimitata, impossibile 
                  anche in teoria, con risultati disastrosi nella pratica (inquinamento, 
                  distruzione di risorse, dominio e così via), ed il passaggio 
                  dal produrre e consumare per vivere al produrre per produrre 
                  e consumare per consumare, creando sempre di più tossicodipendenza 
                  da merci. Produrre e consumare che non sono solo interdipendenti 
                  ma scambiabili. Anche in negativo: chi produce merce consuma 
                  comunque se stesso, chi consuma merce produce comunque alienazione, 
                  per sé e per gli altri.
 Siamo tutti consumatori non esistendo "isole" 
                  in cui non arrivano merci.
 Certo è diverso il grado di consumo, e si sta allargando 
                  la critica al consumismo. Vanno organizzate giornate contro 
                  il consumo, di denuncia delle imprese più infami nello 
                  sfruttamento e dominio.
 È desiderabile, e possibile, orientare criteri ed 
                  iniziative anche nel resto dellanno.
 Il mondo contadino, fatto di autosufficienza e saperi, ma 
                  anche di dominio selvaggio, nei secoli, da parte degli sfruttatori 
                  (nobiltà, clero, latifondisti, stato, banche, commercianti, 
                  aziende chimiche e consorterie varie), come "mondo" 
                  non esiste più.
 Esistono pezzi di saperi, brandelli di culture e colture 
                  che vanno ripresi, analizzati criticamente e valorizzati lungo 
                  il percorso di liberazione.
 Liberazione che per essere tale non può prescindere 
                  dalle relazioni, consapevoli, con le altre specie viventi e 
                  con il pianeta nel suo insieme. Liberazione come rifiuto dellalienazione 
                  tecnocratica, rimettendo al centro lindividuo, e letica nelle 
                  relazioni collettive, sapendo che a fianco delle possibili ecologie 
                  urbane, di agrosistemi, della natura selvatica dobbiamo valorizzare 
                  un ecologia della mente.
 Nelle metropoli e nelle realtà rurali.
 Questo è possibile incrementando la quantità, 
                  e la qualità, di autogestione, sia nel conflitto sociale 
                  che nei progetti di autoproduzione.
 Noi, nelle realtà rurali, abbiamo individuato nel 
                  collegamento tra le realtà esistenti, e resistenti, la 
                  possibilità di segnare questa nostra epoca. Collegamento 
                  a partire da elementi materiali: formazione ed informazione, 
                  scambio dei prodotti in eccedenza, mutuo appoggio nelle attività 
                  definendo calendari ed appuntamenti, reperimento e distribuzione 
                  di sementi biologiche sia rustiche che selvatiche, ricerca ed 
                  utilizzo di tecnologie appropriate. In altri termini: collegando 
                  situazioni spesso diverse (cè chi occupa terre di proprietà 
                  pubblica o privata, chi è proprietario di piccoli appezzamenti, 
                  chi è coltivatore diretto con P. IVA, chi è anche 
                  nel biologico ufficiale, chi autocertifica i propri prodotti, 
                  chi è uno o più nuclei familiari, chi vive in 
                  una comune o in una collettività e così via nelle 
                  differenti tipologie ) attraverso attività di agenzia, 
                  in grado di affrontare le difficoltà dove le singole 
                  situazioni non sarebbero in grado.
 Introducendo costantemente criteri che ci facciano crescere 
                  insieme come: estensione del valore duso, integrazione tra 
                  lavoro manuale ed intellettuale, rottura del monopolio del sapere 
                  e degli specialismi, rottura della gestione autoritaria della 
                  differenza sessuale, negazione radicale delle gerarchie
 dallottimizzare 
                  il rapporto con i rifiuti alla formazione di una sfera pubblica 
                  non statale.
 Dette così sono solo "parole chiave" che, 
                  comunque, cerchiamo di far vivere quotidianamente.
 Abbiamo individuato nello scambio di prodotti con le realtà 
                  metropolitane un ulteriore elemento di collegamento, anche sociale 
                  e di conoscenza, fondamentale. Valorizzando laccoglienza e 
                  la convivialità come elementi forti.
 Operando per crescere di scala, collegandoci dal locale 
                  al bioregionale, allinternazionale.
 Collegandoci sia negli aspetti progettuali, sia nelle lotte 
                  possibili ed auspicabili, contro le imprese come la Monsanto 
                  ad esempio. Contro il copyright.
 Da tempo la rete dellautogestione, sia rurale che urbana, 
                  si sta collegando attraverso fiere locali e nazionali e materiali 
                  scritti, attraverso incontri e scadenze sia a tema che generali.
 Siamo solo allinizio di unattività che vuole confrontarsi 
                  con le scelte individuali nel rurale, con la composizione sociale 
                  extrametropolitana, con le realtà antagoniste e progettuali 
                  presenti nelle metropoli, individuando insieme i passaggi teorico/pratici 
                  nei percorsi libertari di emancipazione.
 Sapendo di essere un tassello, tra gli altri possibili in 
                  questi percorsi fatti di federalismo, azione diretta ed autogestione.
 Enrico Ranieri, Bakunino,di ALIAS
  Autogestione in Svizzera di Peter Schrembs
 Lo ammetto: negli ultimi mesi ho cercato di chiudere gli occhi 
                  di fronte a una realtà che non si può più 
                  ignorare. In Svizzera, dopo un periodo caratterizzato da un 
                  fiorire di iniziative e proposte, il movimento autogestionario 
                  sta conoscendo una battuta darresto. Non che le realtà 
                  autogestite stiano scomparendo, anzi: i centri sociali come 
                  Espace autogéré, i Mulini o Espace Noir 
                  sono vivi e vegeti, le imprese autogestite funzionano, le aziende 
                  di servizio come la cassa pensione Abendroth e la Banca Alternativa 
                  (che però non è autogestita) prosperano. È 
                  vero che la Banca del tempo di Lugano ha chiuso (provvisoriamente) 
                  i battenti, ma iniziative analoghe come "Lo scambio di 
                  favori" funzionano invece benissimo. Non è quindi 
                  una crisi dellesistente, bensì una crisi del divenire. 
                  Manca la proliferazione di nuove iniziative, il dibattito stagna, 
                  non si intravedono prospettive di più ampia portata. 
                  Che cosè successo? Prima di tutto, cè stata 
                  in Svizzera una sostanziale ristrutturazione della gestione 
                  della disoccupazione. Si tratta di un fatto importante, perché 
                  anche se sarebbe del tutto fuorviante vedere nellautogestione 
                  prevalentemente una misura di ripiego contro la disoccupazione, 
                  è pur vero che una parte delle iniziative autogestionarie 
                  (segnatamente di ispirazione istituzionale o sindacale) sono 
                  andate sviluppandosi in relazione alla crisi del pieno impiego. 
                  Le successive revisioni della legge sullassicurazione contro 
                  la disoccupazione (attestatasi a un livello inferiore del 3%), 
                  hanno determinato il privilegio di programmi di riqualificazione 
                  miranti a ristabilire lidoneità al collocamento nel 
                  quadro del mercato del lavoro tradizionale. Le istituzioni che 
                  si fanno carico della gestione di tali programmi hanno decisamente 
                  abbandonato le timide aperture dellinizio degli anni 90 verso 
                  le esperienze autogestionarie per spartirsi il nuovo mercato 
                  dei programmi occupazionali finanziati dallente pubblico. Nessuna 
                  meraviglia, è chiaro, ma una conferma in più della 
                  scarsa sedimentazione politica del discorso autogestionario 
                  tra le istituzioni di matrice socialista anche laddove queste 
                  se ne fanno promotrici. È interessante constatare come 
                  spesso si verifica un parallelismo abbastanza evidente tra la 
                  struttura interna e lorientamento della politica sociale di 
                  queste istituzioni: infatti, la scomparsa dellimpegno autogestionario 
                  è generalmente affiancato da fenomeni di riorientamento 
                  aziendale con lintroduzione di criteri meritocratici, il consolidamento 
                  delle gerarchie, il predominio dei valori di marketing sociale, 
                  la subordinazione alle esigenze del mercato. Ma anche nel mondo 
                  del lavoro negli ultimi due o tre anni si sono verificati importanti 
                  mutamenti. Da un lato, laumento del costo della vita soprattutto 
                  in seguito alla costante erosione delle prestazioni sociali 
                  indirette sta minando alla base il lavoro precario antagonista 
                  creando una necessità di reddito non più compatibile 
                  con prestazioni autodeterminate. In altre parole, non si riesce 
                  più, o sempre più a fatica, ad avviare o gestire 
                  unattività economica sottratta agli imperativi del mercato 
                  poiché ci si trova confrontati a dover assumere una tale 
                  somma di costi fissi da vanificare qualsiasi tentativo in quel 
                  senso. È vero che probabilmente non sono ancora state 
                  esplorate fino in fondo dal movimento autogestionario tutte 
                  le opportunità di finanziamento previste dalle leggi 
                  di rilancio economico e di promozione delloccupazione (sgravi 
                  fiscali e degli oneri sociali ecc.): tuttavia limpostazione 
                  di tali misure è decisamente orientata alla promozione 
                  dellimprenditorialità in condizioni di mercato, dove 
                  i margini di autonomia per un progetto autogestionario sono 
                  davvero troppo esili. Non a caso, tutto il dibattito sugli sgravi 
                  fiscali per il lavoro autonomo passa sotto il cappello della 
                  "politica a favore dei ceti medi". Sul piano teorico, 
                  lattenzione per il discorso autogestionario risulta compromessa 
                  dal prepotente emergere di istanze di mera conservazione sociale 
                  (uso volontariamente un termine provocatorio perché spero 
                  che su queste cose sinneschi un dibattito) quali il reddito 
                  minimo garantito, il salario di cittadinanza, la riduzione della 
                  durata del lavoro, ladozione di strategie per una nuova ripartizione 
                  del lavoro, la tassa sui redditi da capitale, la tassa sui movimenti 
                  di capitale speculativi ecc. La mia tesi è: la sottrazione 
                  di plusvalore tende a spostarsi sempre di più dalla produzione 
                  ai consumi nella misura in cui il consumo stesso diventa produzione. 
                  La fabbrica del domani (e in parte già delloggi) è 
                  il parco divertimenti, e il tempo libero è il nuovo tempo 
                  di lavoro. La produttività si misura in termini di adempimento 
                  delle aspettative di consumo. In questottica, il salario di 
                  cittadinanza per esempio, uno dei pezzi forti della nuova strategia 
                  di conservazione "socialista" del sistema esistente, 
                  costituisce un tassello decisivo per laffermazione di quella 
                  che in fondo e con grande lungimiranza già da decenni 
                  qualcuno chiamava la "civiltà dei consumi". 
                  Il problema del salario di cittadinanza, visto in una prospettiva 
                  autogestionaria, è di duplice natura. Da un lato, per 
                  poter essere ridistribuito, questo reddito va creato e ovviamente 
                  prelevato con strumenti fiscali. Il funzionamento del sistema 
                  ha quindi come presupposto che la macchina capitalistica giri 
                  liscia come lolio, ossia che nulla freni laccumulo di capitale 
                  necessario alla sua "ridistribuzione". Il significato 
                  di questo meccanismo in termini di creazione di bisogni, stimolazione 
                  di consumi, consumo di risorse, sprechi e predominio assoluto 
                  della logica di massimizzazione dei profitti è ancora 
                  da indagare, ma i contorni si delineano comunque terrificanti. 
                  Dallaltro lato, il sistema di ridistribuzione del reddito si 
                  basa sul più totale asservimento allo stato, che si fa 
                  così garante del diritto sociale al consumo alle condizioni 
                  di mercificazione imposte dal capitale. Anche se i modelli si 
                  differenziano ancora per qualche particolare (verrà richiesta 
                  lerogazione di lavoro "volontario" in cambio dellassegno 
                  sociale?), è tuttavia evidente fin dora che con questo 
                  strumento in mano dovremo fare i conti con uno stato davvero 
                  onnipotente. Su questi temi credo che il dibattito allinterno 
                  del movimento autogestionario presenti ancora ampi spazi scoperti. 
                  È vero che tutto ciò può sembrare molto 
                  astratto, ma io credo che i riflessi dellaffermazione del programma 
                  "conservatore" socialista stiano già lasciando 
                  qualche segno negativo sul concreto sviluppo delle esperienze 
                  autogestionarie in Svizzera. Peter Schrembs  FMB Federazione Municipale di Base di San Lorenzo 
                  del Vallo
 San Lorenzo del Vallo (CS) é un paese di circa 3.600 
                  abitanti con uneconomia prevalentemente agricola. Chi possiede 
                  degli appezzamenti di terreno riesce anche a vivere del proprio 
                  lavoro coltivandoli ad agrumeti, pescheti, uliveti, vigneti, 
                  mentre chi possiede solo le proprie braccia vive soprattutto 
                  di lavoro in nero nei campi dei grandi proprietari terrieri, 
                  nelle piccole strutture ortofrutticole, di trasformazione e 
                  commerciali dei prodotti, dei paesi limitrofi, nonché 
                  del lavoro sempre in nero che si svolge nel settore delledilizia. 
                  Gli altri settori, discretamente sviluppati, risultano quello 
                  del commercio e quello dellartigianato. Resta da sottolineare 
                  la nascita negli ultimi anni di alcune attività professionali. 
                  La disoccupazione supera il 30%.La FMB si è costituita in San Lorenzo del Vallo nel 
                  giugno l998, per opera di alcuni cittadini, già impegnati 
                  politicamente e socialmente, quale proposta comunalista autogestionaria 
                  protesa a dare vita ad una struttura di reale contropotere col 
                  fine di stimolare la comunità, attraverso una metodologia 
                  di base, verso la prospettiva dellautogoverno municipale, aggregando 
                  studenti, disoccupati, lavoratori, impiegati. La FMB si caratterizza 
                  in momenti di lotta rivendicativa ed in momenti di sperimentalismo 
                  autogestionario per unalternativa sociale e per lautogoverno 
                  municipale.
 Dalla sua costituzione ad oggi la FMB di San Lorenzo del 
                  Vallo si è interessata di svariate problematiche comunitarie 
                  stimolando nel paese dibattito e prese di posizione pubblica 
                  con convegni, mostre e comizi su tematiche, quali: difesa ambientale, 
                  recupero del centro storico, associazionismo, comprensorio, 
                  lavoro.
 Le radici storiche, remote e non, di San Lorenzo del Vallo 
                  affondano senza dubbio nel Castello: un antico monumento che 
                  si presume medioevale, e dunque preesistente di qualche secolo 
                  allarrivo dei profughi albanesi giunti nella seconda metà 
                  del XV secolo nella vicina Spezzano ed in altre zone dellItalia 
                  meridionale.
 Le iniziative della FMB che hanno di più stimolato 
                  dibattito nellopinione pubblica sanlorenzana sono proprio quelle 
                  legate alla "Questione Castello". Una questione annosa 
                  che risale agli anni 60, quando la baronessa (moglie del barone 
                  Longo da tempo deceduto), cede per finalità culturali 
                  il Castello allUNLA (Unione Nazionale per la Lotta contro lAnalfabetismo). 
                  Nel 1995 per mezzo di un decreto di espropriazione dellamministrazione 
                  comunale, dietro pagamento di £ 250.000.000 a favore della ditta 
                  proprietaria UNLA e di £ 30.000.000 a favore del colono, il 
                  castello passa di proprietà al Comune.
 Però, sia quando il Castello era nelle mani dellUNLA 
                  e sia oggi che è proprietà pubblica, nonostante 
                  sulla carta risultasse allora come uno strumento di cui servirsene 
                  per promuovere cultura ed oggi un bene collettivo, in effetti 
                  luso dello stesso, chiuso al pubblico oggi come allora, è 
                  alla mercé di un privato (parente fra laltro di un amministratore 
                  comunale) che autoproclamatosi custode del Castello, senza mostrare 
                  nessun documento che ne attesti il titolo, detiene la chiave 
                  rivendicando presunti diritti di indennità dallUNLA.
 La Federazione Municipale di Base, non appena costituitasi 
                  denunciò pubblicamente la "Questione Castello" 
                  con una campagna di sensibilizzazione protesa al recupero dello 
                  stesso, quale bene culturale pubblico, e proponendosi altresì 
                  che lo stesso venisse restaurato per tali finalità (dato 
                  che si parla di uno stanziamento di fondi in merito) e dato 
                  in uso ad una cooperativa autogestita di giovani con il duplice 
                  scopo di alleviare il tasso di disoccupazione che impera in 
                  loco e di offrire alle associazioni del luogo spazi liberi dove 
                  poter svolgere le manifestazioni culturali. Alla controinformazione 
                  della FMB ben presto si associano lAssociazione Culturale "A 
                  fajidda" e altre associazioni con interessanti iniziative 
                  davanti al piazzale del Castello (mostre di artisti locali, 
                  canti popolari, dibattiti pubblici), promuovendo la costituzione 
                  di un Comitato Civico pro-castello.
 Gli amministratori, appellandosi ad una dicitura contenuta 
                  nel decreto comunale di espropriazione, laddove si legge che 
                  il Castello "deve essere lasciato libero da persone e da 
                  cose", affidano la risoluzione del caso ad una logica meramente 
                  giuridica scaricando le colpe del non uso pubblico del Castello 
                  su inadempienze contrattuali dellUNLA. Comunque, grazie alla 
                  controinformazione del Comitato Civico pro-castello, a ritenere 
                  fondata la controversia giuridica sono veramente in pochini 
                  mentre in molti in realtà si chiedono: quando il comune 
                  spese alcuni anni fa un miliardo e più di stanziamento 
                  per il primo restauro del Castello, come fece ad avere la chiave 
                  per poter espletare i lavori? Gli fu data in piena serenità 
                  dal parente-"custode" dellassessore comunale? Se 
                  così fu, perché oggi la stessa chiave gli amministratori 
                  non gliela chiedono per mettere il Castello a disposizione della 
                  comunità come le associazioni culturali rivendicano? 
                  Si intende forse coprire gli interessi del parente-"custode" 
                  a danno della collettività in attesa della spesa dellattuale 
                  nuovo stanziamento di fondi? Non è che lormai famosa 
                  formula del Castello che "deve essere lasciato libero da 
                  persone e da cose", contenuta nel decreto comunale di espropriazione 
                  e riferita dal sindaco alle associazioni, è stata coniata 
                  ad hoc per sancire unalquanto strana intesa tra amministrazione 
                  comunale e il "di Lei" parente/custode?
 Intanto la comunità attende di appropriarsi del suo 
                  bene pubblico: ma fino a quando? I cittadini e il Comitato Civico 
                  pro-castello con ulteriori iniziative in programma promettono: 
                  "Non molto. Vogliamo i fatti e per fatti intendiamo che 
                  da qui a non molto troveremo il modo di appropriarci di ciò 
                  che è di tutti, ovvero del Castello".
 Federazione Municipale di Basedi San Lorenzo del Vallo
 
 
                  
                    | Fiera dellAutogestione 
                        del Nord OvestCarrù (CN) 23 24 25 luglio
 Venerdì 23Presentazione delliniziativa
 La "grammatica" dellautogestione
 Intervento di Maria Matteo
 Sabato 24 mattina e pomeriggio
 La pratica dellautogestione: esperienze e percorsi a 
                        confronto
 Interverranno:
 La Comune Urupia: "Unesperienza di autogestione 
                        nel Salento"
 Peter Schrembs: "Lautogestione in Svizzera"
 Lécole Bonaventure: "La pedagogia libertaria 
                        in una scuola gratuita e autogestita in Francia"
 Alias: "Cooperazione e mutuo appoggio tra realtà 
                        rurali ed urbane nel Lazio sud orientale"
 Domenico Liguori: "La Federazione Municipale di Base 
                        di Spezzano Albanese", una realtà municipalista 
                        in Calabria
 Rete per lautogestione: percorsi e prospettive
 Domenica 25 mattina
 Lautogestione in rete
 Gruppi di lavoro su:
 Cooperazione sociale e mutualismo
 Ipotesi di creazione di un collegamento tra realtà 
                        liguri e piemontesi
 Scambio di idee, conoscenze, prodotti
 Domenica 25 pomeriggio
 Assemblea generale
 Sono previsti spazi per i bambini e animazione a cura 
                        di gruppi locali, cucina ligure e piemontese, teatro di 
                        strada, buon vino, spettacoli musicali e spazi per lesposizione 
                        dei prodotti e delle idee del popolo dellautogestione. Organizzano: Collettivo "B.Vanzetti" - Saluzzo; 
                        FAI di Cuneo; Circolo Arci "Beniamino" - Carrù; 
                        Federazione Anarchica Torinese - FAI; Gruppo "P.Gori" 
                        - FAI di Savona; Gruppo Sciarpanera Alessandria; FAI di 
                        Chiavari; Gruppo "Grassini" - FAI di Genova; 
                        FAI di Alessandria Per info: 0175 79293 (Lele); 0338 6594361 (Maria) Collettivo "B.Vanzetti" - Saluzzo -c/o Lele Odiardo e Pia Chiapella
 tel. 0175/79293
 e- mail: yarince@sa.newsoft.it
 Federazione Anarchica Cuneesec/o Antonio Lombardo
 tel. 0173/52541
 Circolo Arci "Beniamino" - Carrù -Via Cavour, 5 tel. 0173/750941
 Federazione Anarchica TorineseC.so Palermo 46 10152 Torino
 tel/fax 011 857850; cellulare 0338 6594361
 E mail fat@inrete.it
  FAI Savona "P.Gori"C.P. 22 17100 SV
 Gruppo Sciarpanera AlessandriaC/o Cà Spallona 11
 15049 Vignale Monferrato (AL)
 Tel. 0142 926319
 FAI di ChiavariGruppo "Grassini" - FAI di Genova
 piazza Embriaci 5, Genova
 Tel. 010 2463295; 0339 4588184 (Guido)
 |     La 
                  Fiera dellAutogestione del Nord-Ovest Carrù
 Si svolgerà a Carrù il 23, 24 e 25 luglio prossimi 
                  la prima Fiera dellautogestione del Nord-Ovest organizzata 
                  da realtà libertarie di Piemonte e Liguria.Dal 1994 ha luogo una analoga iniziativa annuale su base 
                  nazionale che raduna un vasto arcipelago di gruppi, associazioni, 
                  centri sociali, individualità che hanno come scopo principale 
                  la pratica autogestionaria ed egualitaria nei settori dellagricoltura 
                  biologica, artigianato, produzione artistica o più in 
                  generale dellagire sociale. Queste realtà si riconoscono 
                  in alcuni principi che vogliono essere, da un lato, il tentativo 
                  di definire chiaramente cosa si intende per autogestione, dallaltro, 
                  modalità concrete di sperimentazione di percorsi alternativi 
                  allidea dominante di "produzione-mercato-consumo". 
                  Sono stati individuati tre punti essenziali:
 Le realtà autogestite, siano esse agricole, artigianali, 
                  culturali, di servizi, sociali, politiche o quantaltro, fondano 
                  le proprie decisioni ed azioni su base assembleare ed egualitaria, 
                  rifiutando conseguentemente ogni tipo di rapporto gerarchico 
                  e di sfruttamento.
 Le realtà autogestite effettuano la distribuzione 
                  delle risorse disponibili in maniera egualitaria e solidale. 
                  Ogni attività autogestita tende allintegrazione tra 
                  lavoro manuale e lavoro intellettuale, in sintonia con la necessità 
                  della rotazione degli incarichi e con il rifiuto della delega.
 In caso di produzioni alimentari e non, queste devono essere 
                  ottenute con tecniche che riducano al minimo limpatto con lecosistema 
                  naturale e non comportino conseguenze negative per il benessere 
                  psicofisico tanto dei fruitori quanto di coloro che sono coinvolti 
                  nella produzione, ponendosi, comunque, al di fuori di una logica 
                  classista di esclusione.
 Riteniamo che anche nelle province del nord-ovest esistano 
                  delle forme di autogestione le quali, pur partendo da motivazioni 
                  politiche e ideali diverse tra loro, agiscono secondo principi 
                  mutualistici e di solidarietà. Una tendenza contro le 
                  logiche di sfruttamento capitalistico e di aggressione ambientale, 
                  nella tensione alla trasformazione sociale dellesistente contro 
                  i vincoli istituzionali e di potere.
 Lintento dei promotori della Fiera del Nord-Ovest è 
                  quello di creare un momento di incontro, riflessione e scambio 
                  di esperienze e prodotti a livello locale: le tre giornate si 
                  articoleranno attraverso dibattiti, lavori di gruppo, mostre, 
                  musica, animazione di strada e altro ancora. Liniziativa potrebbe 
                  gettare le basi per un ulteriore passo in avanti nel tentativo 
                  di creare un coordinamento tra le varie situazioni autogestite 
                  e di iniziare anche nelle nostre provincie una discussione costruttiva 
                  su tematiche condivise.
 Invitiamo pertanto tutti coloro che sono a vario titolo, 
                  nei più diversi settori, impegnati sul terreno dellautogestione 
                  a prendere contatto per segnalare la loro attività ed 
                  eventualmente la disponibilità a collaborare alla realizzazione 
                  della Fiera.
    Federazione Municipale di Base di Spezzano Albanese
 IMPEGNO E PROPOSTE Attività svolta
 La FMB insieme a larghi settori della comunità 
                  attraverso conferenze, convegni, assemblee pubbliche, comizi, 
                  mostre, manifesti e il foglio Comunic/Azione municipalista 
                  si è resa promotrice delle seguenti iniziative di lotta:
 Ci siamo opposti alla privatizzazione della Nettezza Urbana 
                  ed al licenziamento dei prestatori dopera con proposte alternative 
                  che guardavano ad una gestione cooperativistica del servizio 
                  da parte degli stessi prestatori dopera
 Abbiamo avanzato sulla gestione dei servizi proposte consorziali 
                  cooperativistiche alle quattro comunità del comprensorio.Abbiamo avanzato proposte in merito alla variante PRG (lurbanizzazione 
                  a compasso) che andavano verso il recupero del centro storico, 
                  verso ledilizia popolare, verso unurbanizzazione a misura 
                  duomo fuori da logiche speculative, verso la difesa dellambiente.
 Siamo stati i promotori della controinformazione sul tunnel 
                  decoinbentazione amianto ed abbiamo attivamente partecipato 
                  alle lotte del Comitato Cittadino che hanno impedito la costruzione 
                  del tunnel della morte.
 Abbiamo controinformato i cittadini sul dissesto delle casse 
                  comunali.
 Abbiamo redatto un dossier sulla questione Terme ed avanzato 
                  proposte di risoluzione del problema.	Abbiamo rivolto una 
                  lettera aperta agli amministratori su tutte le problematiche 
                  territoriali (lavoro, servizi, associazionismo, Terme, Centro 
                  Storico, ecc.).
  Proposte in attoLa FMB da convinta assertrice che i problemi di natura 
                  sociale possano trovare risoluzione nellazione diretta comunalista 
                  e libertaria e nello spirito autogestionario e di autogoverno 
                  di coloro che li vivono, si propone la costituzione dal basso 
                  dei Comitati di Quartiere e di un Osservatorio dei Disoccupati 
                  con lobbiettivo:
  di vincolare loperato dellamministrazione comunale alle 
                  decisioni pubbliche che saranno prese dalla collettività 
                  in materia di equilibrio tra assetto urbanistico ed assetto 
                  ambientale, servizi sociali e ambiente (sanità, scuola, 
                  nettezza urbana, discarica pubblica), tasse comunali, bilancio 
                  comunale, ecc.;
  di promuovere azioni ed iniziative nel mondo del lavoro 
                  stimolando lo spirito cooperativo autogestionario e opponendosi 
                  al lavoro nero e alle assunzioni clientelari nel settore pubblico 
                  e privato attraverso unopera di controllo delle assunzioni.
 URBANISTICA Recupero del centro storico, diventato un ghetto, 
                  contro la speculazione edilizia protesa ad unurbanizzazione 
                  a dismisura rispetto alle reali esigenze comunitarie;
  messa in atto per le attività professionali, artigiane, 
                  i servizi nel Centro Storico di una serie di iniziative incentivanti 
                  (tagli alle tasse comunali: Acqua, RSU, ecc.), protese a ridare 
                  vitalità allantico centro abitato.
 SERVIZI Per una ridefinizione dei servizi da discutere e decidere 
                  in pubbliche assemblee popolari e per una gestione collettiva 
                  dei stessi attraverso lassociazionismo cooperativo presente 
                  in loco con lo scopo di offrire sbocchi occupazionali autogestionari 
                  ai disoccupati;
  per una ridefinizione in sede assembleare pubblica della 
                  Pianta Organica del Comune sulla base delle esigenze comunitarie;
  adoperarsi per la progettazione di lavori socialmente 
                  utili (assistenza domiciliare agli anziani, assistenza ai portatori 
                  di handicap, ecc.).
  discutere collettivamente la questione della RSA e del 
                  potenziamento delle strutture sanitarie già esistenti 
                  in loco;
  affrontare pubblicamente la questione relativa allistruzione 
                  con lobiettivo di salvaguardare e potenziare le strutture scolastiche 
                  di istruzione secondaria già esistenti (ad esempio: costruzione 
                  delledificio del Liceo Scientifico nei terreni dellistituto 
                  professionale per lAgricoltura e lAmbiente).
 AMBIENTE Confrontarsi in apposite assemblee per trovare risoluzioni 
                  in merito ai problemi delle discariche abusive e della discarica 
                  pubblica;
  salvaguardare il verde, lassetto paesaggistico e lambiente 
                  in genere da ogni forma di speculazione ed abusivismo edilizio;
  ridefinire la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti 
                  solidi urbani;
  avviare un intervento specifico di promozione dellagricoltura 
                  biologica.
 CULTURABiblioteca comunale:
  elaborare un documento pubblico che regolamenti la gestione 
                  tecnica e culturale della stessa;
  affidare ad operatori (lavori socialmente utili, cooperative 
                  di servizi) la gestione tecnica della biblioteca;
  affidare la gestione culturale della biblioteca alle iniziative 
                  delle associazioni culturali presenti nel luogo.
 Associazionismo culturale, ricreativo e sportivo: contribuire allattività delle associazioni con 
                  fondi comunali che garantiscano il 50% di un tetto massimo e 
                  minimo di spesa prestabilito;
  esonerare le associazioni dalle tasse comunali (acqua, 
                  NU);
  garantire alle associazioni i locali dellex centro dimessi 
                  psichiatrici (ex scuole medie) o altre strutture municipali.
 COMUNITÀ SCALO Attivazione della nuova stazione attraverso lapertura 
                  degli uffici per il servizio passeggeri e dello scalo merci;
  aprire un discorso sulluso degli immobili della vecchia 
                  stazione con la comunità scalo per giungere a delle soluzioni 
                  che soddisfino le esigenze sociali dei residenti;
  rilancio delle attività produttive cooperativistiche 
                  nel campo dellagricoltura;
  urbanizzazione dello scalo fuori da logiche speculative 
                  ed in armonia con attività produttive cooperativistiche 
                  e lambiente.
 TERME Affrontare la questione Terme in maniera seria e radicale 
                  chiamando a confronto lintera comunità se non addirittura 
                  le comunità del Comprensorio;
  porre al vaglio del confronto collettivo sulla questione 
                  Terme proposte, quali ad esempio la gestione collettiva e cooperativistica 
                  delle stesse da parte della Comunità di Spezzano o delle 
                  Comunità del Comprensorio.
 La FMB rivolge ai cittadini ed alle forze sociali un pressante 
                  invito ad un libero confronto, su tutte le proposte esposte, 
                  al di fuori delle idee politiche di appartenenza, per insieme 
                  discutere le problematiche sociali, con lo scopo di contribuire 
                  nel contempo allaffermarsi di un forte e genuino movimento 
                  civico di azione diretta per contribuire tutti in prima persona 
                  e in maniera autogestionaria alla risoluzione dei problemi che 
                  gravano sulla comunità.  Federazione Municipale di Basedi Spezzano Albanese
  Impegnarsi a livello locale della Comune Urupia
 Questanno lappuntamento con la Fiera dellAutogestione si 
                  è finalmente spostato a Sud, novità fondamentale 
                  per Urupia: limportanza di uscire da un circuito quasi esclusivamente 
                  legato a realtà nordiche e, in qualche modo, metropolitane 
                  era ormai diventato per noi una necessità non più 
                  rinviabile visto il contesto in cui viviamo e tentiamo di muoverci. 
                  La Fiera ha rappresentato fin dallinizio un punto di riferimento 
                  e una scadenza fissa cui abbiamo sempre deciso di partecipare 
                  attivamente ma con un disagio crescente dovuto alla distanza 
                  che abbiamo sentito aumentare tra noi e le realtà con 
                  le quali ci siamo trovati a confronto: il nostro quotidiano 
                  è ben diverso da quello di tanti compagni perché 
                  profondamente diverso è il contesto sociale che viviamo: 
                  la nostra è una realtà agricola circondata da 
                  una società per lo più contadina e "arcaica" 
                  con problemi, limiti, prospettive ben lontani da quelli che 
                  si possono trovare a Milano o Torino o anche nelle realtà 
                  agricole del nord Italia. Per questo la scelta di Spezzano Albanese 
                  ci sembra aprire nuove possibilità di un soddisfacente 
                  percorso comune in quanto situazione vicina alla nostra, non 
                  solo geograficamente, ma vicine soprattutto per quel che riguarda 
                  il sostrato politico-sociale-culturale in cui agire, nella piena 
                  consapevolezza, però, di una profonda differenza.Lappuntamento calabrese si inserisce perfettamente in quello 
                  che è stato lo sforzo - ma anche nella sfida - maggiore 
                  di Urupia nellultimo anno, muoversi a livello locale mantenendo 
                  costanti contatti con realtà sociali, gruppi di donne, 
                  individualità varie, anche molto diverse da noi, e cercando 
                  anche nuovi contatti, con la profonda insoddisfazione che ci 
                  accompagna nel constatare come ci sia paradossalmente più 
                  familiare la realtà del nord Italia e della Germania 
                  piuttosto di quella locale; questo non significa certo dare 
                  priorità al contesto regionale piuttosto che a quello 
                  a noi più noto - e a cui siamo sentilmentalmente e politicamente 
                  più legati, in quanto parte fondamentale della storia 
                  personale di praticamente tutte le comunarde - ma vuole completare 
                  un "lavoro" che è presupposto base del progetto 
                  Urupia, essere dimostrazione pratica della possibilità 
                  di autogestire la propria vita riprendendo pieno possesso della 
                  propria esistenza.
 E in questa direzione stiamo facendo altri passi; nel mese 
                  di maggio abbiamo potuto realizzare alcuni fondamentali progetti 
                  che risalgono alle origini della Comune: prima di tutto abbiamo 
                  dato inizio allautoproduzione di acqua calda grazie allimpianto 
                  solare, la cui costruzione non sarebbe stata possibile senza 
                  il sostegno dei numerossissimi compagni, giunti dai luoghi più 
                  diversi tra loro, che nel mese di aprile hanno animato il "cantiere 
                  Urupia" con un entusiasmo e unenergia tali da dare leggerezza 
                  a ritmi di lavoro molto pesanti.
 Contemporaneamente, infatti, iniziavano anche i lavori di 
                  costruzione di due bagni e di un forno nuovo, essendo ormai 
                  situazioni limite da superare: i nostri tre bagni sono sempre 
                  stati insufficienti e il forno nuovo, da concludersi a fine 
                  estate, porterà un miglioramento della qualità 
                  del lavoro in questo settore "simbolo" di Urupia riducendo 
                  notevolmente le ore di lavoro a parità di produzione 
                  e creando uno spazio più adatto, utile anche per la trasformazione 
                  di altri prodotti.
 Ci piace anche sottolineare come da qualche mese ci siamo 
                  liberati dalle passata dipendenza totale da piccoli produttori 
                  locali o - peggio - dalle varie centrali per quel che riguarda 
                  la produzione del latte e di qualche modesta quantità 
                  di formaggio grazie allarrivo di una mucca che ci ha fatti 
                  progredire sulla strada dellautonomia alimentare: la nostra 
                  crescita economica non ci ha ancora portati allautosufficienza 
                  ma dagli ultimi mesi riusciamo a coprire circa le metà 
                  del nostro fabbisogno con una certa soddisfazione: crediamo 
                  che non sia facile per una realtà agricola come la nostra 
                  raggiungere in pochi anni livelli di produzione tali da garantire 
                  lautonomia e questo per una serie di motivazioni oggettive, 
                  come lo stato di abbandono dei terreni e la nostra scarsa competenza 
                  al nostro arrivo, e soggettive, come le scelte da noi fatte 
                  rispetto lavorazioni e modalità di produzione.
 Questo ha per noi delle conseguenze importanti costringendoci 
                  a rinviare continuamente investimenti e progetti che, nel tempo, 
                  ci porterebbero un notevole risparmio economico e migliori prospettive 
                  sociali, tenendoci invece legati al bisogno concreto di un ampio 
                  circuito di sostenitori che continuano ad essere fondamentali 
                  per la nostra sopravvivenza.
 Comune Urupia  La Fiera dellAutogestione approda a Spezzano 
                  Albanese
 Di ospitare la fiera dellautogestione al sud è da anni 
                  che se ne parla, e precisamente sin dopo la sua prima edizione 
                  tenutasi ad Alessandria sei anni fa. Motivazioni di natura varia, 
                  ma soprattutto legati alloggettività geografica, essendo 
                  per lo più dislocate nel centronord le realtà 
                  partecipanti alliniziativa autogestionaria, ci hanno fatto 
                  cambiare idea di anno in anno. Ma questa volta abbiamo deciso 
                  di raccogliere la sfida, ed infatti al suo sesto anno di vita 
                  la fiera dellautogestione approderà al sud, e precisamente 
                  a Spezzano Albanese, dove da circa un trentennio una consistente 
                  presenza anarchica e libertaria si è radicata nel sociale, 
                  coadiuvata nellultimo decennio da una peculiare esperienza 
                  comunalista autogestionaria, quale appunto è quella della 
                  FMB - Federazione Municipale di Base.Unesperienza, questultima, che dimostra quotidianamente 
                  con la propria prassi come lavorare nel sociale per una società 
                  altra non sia utopico, e come dunque non sia impossibile progettare 
                  e mettere in atto, passo dopo passo, nelle comunità dove 
                  si vive e si lavora una sfera politica e pubblica non statale, 
                  extraistituzionale, federalista autogestionaria, che impedisca 
                  alle istituzioni gerarchiche preposte al governo sulle comunità 
                  di fare, come si suol dire, il buono e il cattivo tempo, e offra 
                  nel contempo agli individui mezzi e strumenti per poter insieme 
                  autodeterminare, attraverso lazione diretta e dunque attraverso 
                  limpegno in prima persona, le proprie scelte rispetto alla 
                  soluzione da trovare alle problematiche territoriali ed al metodo 
                  di cui servirsi per la costruzione di una socialità nuova 
                  permeata sui valori della libertà e della solidarietà.
 E come tutto ciò non sia impossibile, anche se non 
                  bisogna ignorare le difficoltà a cui si va incontro, 
                  soprattutto laddove non esiste il retroterra di una presenza 
                  libertaria nel sociale, lo dimostra ancora la nascita nel comprensorio 
                  e fuori di altre FMB, come quella di San Lorenzo del Vallo che 
                  da un anno circa dalla sua nascita, si è fatta promotrice 
                  di varie battaglie sociali che hanno stimolato dibattito nellintera 
                  comunità, e come quella di San Giovanni in Fiore, che 
                  pur essendo nata in un territorio che non presentava particolari 
                  tradizioni libertarie, sta comunque lo stesso costruendosi, 
                  attraverso i suoi primi passi, i propri spazi di agibilità 
                  politica e sociale.
 Comunque, ospitare la fiera dellautogestione a Spezzano 
                  non rappresenta solo unoccasione che si da alla presenza libertaria 
                  e comunalista in loco per venire a diretto contatto, attraverso 
                  scambi di idee e progetti con altre esperienze autogestionarie 
                  disseminate in Italia e altrove, ma soprattutto lopportunità 
                  che si da a tutte le altre esperienze autogestionarie presenti 
                  nel sud di sentirsi più vicine e coordinate nella progettualità 
                  ideale che le unisce pur nelle diversità peculiari che 
                  caratterizzano lintervento nel sociale del vasto arcipelago 
                  autogestionario.
 Arrivederci a Spezzano Albanese.
  	Federazione Municipale di Base di 
                  Spezzano Albanese 
 
                  
                    | Sesta Fiera dellAutogestione19-20-21-22 agosto Spezzano Albanese
 4 giorni sullautogestione 4 giorni di autogestione
 UNOCCASIONE per parlarsi, stringere 
                        rapporti, scambiarsi idee e prodottiUN APPUNTAMENTO per chi è convinto che lautogestione 
                        sia lambito in cui la pratica nel qui ed ora della libertà 
                        si congiunge ad una forte tensione alla trasformazione 
                        sociale
 UNOPPORTUNITÀ per rendere più fitta 
                        e resistente la rete di collegamenti tra chi opera nei 
                        più diversi settori: dallagire comunalista alle 
                        scuole autogestite, dallautoproduzione agricola a quella 
                        musicale e culturale, dalla costituzione di comunità 
                        allautogestione del territorio
 UN LUOGO per intessere le relazioni dirette da 
                        cui trae la propria linfa vitale un movimento per lautogestione
 tutti i giorniLAUTOGESTIONE IN FIERA
 esposizione, scambio, baratto di oggetti prodotti e fatti 
                        circolare fuori e contro la logica del mercato
 tutte le sere
 MUSICA E TEATRO DI GRUPPI AUTOGESTITI
 ogni giorno
 interventi autogestiti di artisti: pittori, scultori, 
                        poeti...
 Nellarco delle quattro giornate ci saranno dibattiti, 
                        tavole rotonde e gruppi discussione su temi specifici: Giovedì 19 ore 17Smaltimento dei rifiuti e tutela dellambiente: lesperienza 
                        dei vari comitati locali che in tutta la penisola si battono 
                        contro inceneritori e discariche e contro le varie forme 
                        di inquinamento
 Venerdì 20 ore 10organizzazione dei gruppi di lavoro (progetto di un server 
                        di movimento; tutela dellambiente; proposta di ununiversità 
                        libertaria; catalogo per lautogestione; economia autogestita...). 
                        I gruppi di lavoro si riuniranno per tutta la durata della 
                        fiera in tempi e modi decisi dai partecipanti a ciascun 
                        gruppo e avranno a disposizione spazi specifici per riunirsi.
 Venerdì 20 ore 17La cooperazione e lassociazionismo: per uneconomia autogestita
 Sabato 21 ore 10Né di chiesa né di stato: per una scuola 
                        pubblica non statale
 Sabato 21 ore 17Municipalismo: lautogestione come prassi comunalista 
                        fuori e contro la logica statuale
 E, per concludere... e ricominciare a lavorareDomenica 22 ore 10
 LARCIPELAGO DELLAUTOGESTIONE IN ASSEMBLEA
 La Fiera si svolgerà a 
                        Spezzano Albanese (CS)Possibilità di alloggio gratuito per saccopelisti, 
                        pensioni e campeggi a basso costo.
 Dalla settimana precedente ci sarà un campo di 
                        lavoro per preparare la fiera: elettricisti, cuochi, muratori, 
                        giocolieri... sono i benvenuti
 Per info: 0981 953680 (Domenico esclusivamente 
                        dalle 13,30 alle 14,30) oppure 0339 5788876 oppure 0338 
                        6594361E-mail lido@newtech.it
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