|   Tu 
                  sei maledetta 
                  Uomini e donne contro la guerra (1915-1918) 
                   
                  convegno di studi 
                  Venezia, 20-21 settembre 2014 
                 Prima che la Prima Guerra Mondiale accadesse, era impossibile 
                  pensarla: era impossibile in altre parole immaginare un evento 
                  che utilizzasse la tecnologia disponibile ai fini di un massacro 
                  di massa in Europa per la durata di quattro anni. Ben presto, 
                  già negli anni immediatamente successivi alla guerra, 
                  gli Stati in Europa iniziarono a sacralizzarla, mediante monumenti, 
                  lapidi, sacrari, riti, discorsi, commemorazioni, poesie, film, 
                  racconti, interpretazioni storiche: un massacro che non trova 
                  parole viene reso dicibile rendendo omaggio alle ragioni che 
                  l'hanno reso possibile. Ma fin dagli anni immediatamente successivi 
                  all'evento bellico, e talvolta già nel corso della guerra, 
                  racconti, canzoni, lapidi, romanzi autobiografici (e più 
                  tardi film) hanno evidenziato non solo l'orrore provato dai 
                  singoli ma anche il rifiuto individuale e collettivo della guerra, 
                  raccontando scene di diserzione, renitenza, insubordinazione, 
                  paura, fuga, ammutinamento, autolesionismo, non-collaborazione, 
                  indisciplina, scioperi, tregue spontanee e fraternizzazione 
                  con il nemico. Per valutare la portata di questi comportamenti, 
                  è sufficiente guardare alle misure messe in atto durante 
                  la guerra per reprimerli e controllarli: si pensi al livello 
                  di militarizzazione della società (non solo nelle fabbriche 
                  ma in ogni ambito sociale), all'ampiezza del ricorso agli internamenti 
                  psichiatrici, al grado di violenza messo in atto dalle gerarchie 
                  e dall'apparato militare contro i propri soldati. 
                  All'avvicinarsi del centenario della Prima Guerra Mondiale, 
                  il Centro studi libertari / Archivio G. Pinelli (Milano) e l'Ateneo 
                  degli Imperfetti (Marghera) promuovono due giornate di studio 
                  sulle diverse forme di opposizione, disobbedienza, protesta, 
                  nonviolenza e dissenso che si verificarono nel primo conflitto 
                  mondiale in Italia. L'iniziativa intende riaffermare l'attualità 
                  di quelle pratiche e di quei valori che, seppure sconfitti, 
                  testimoniarono il rifiuto attivo di ogni nazionalismo e ogni 
                  militarismo. Al centro dell'analisi saranno i gesti e il comportamento 
                  di uomini e donne singoli, discussioni private e pubbliche, 
                  attività di associazioni, movimenti politici e religiosi, 
                  correnti culturali e politiche. Scopo dell'incontro è 
                  quello di riflettere non solo sul valore morale delle diverse 
                  forme di resistenza alla guerra, ma anche sui motivi del loro 
                  successo e sulle ragioni della loro sconfitta, nell'intento 
                  di individuare come filo conduttore della storia non gli eventi 
                  bellici e gli eccidi ma le pratiche che cercarono, a volte con 
                  successo, di evitarli e di costruire in questo modo un mondo 
                  migliore. 
                   
                  Interventi (titoli provvisori): Bruna Bianchi, Diserzione; 
                  Piero Brunello, Cent'anni dopo; Alberto Cavaglion, Pacifismo; 
                  John Foot, Contromemorie; Mimmo Franzinelli, Antimilitarismo; 
                  Elena Iorio, Classificare e punire; Ilaria La Fata, Scemi 
                  di guerra; Stefano Musso, Proteste popolari; Alessandro 
                  Portelli, Canzoni contro la guerra 
                   
                  Nel corso dei due giorni sono inoltre previste altre attività 
                  collegate al tema del convegno – una mostra fotografica, 
                  interventi di canto sociale, proiezione di filmati, cene conviviali… 
                  – che verranno meglio precisate nel corso dell'anno, così 
                  come le informazioni sull'alloggio e i luoghi in cui si svolgeranno 
                  i vari aspetti della manifestazione. 
                   
                  per informazioni:  
                  Ateneo degli imperfetti 327 534 10 96 / 
                  Centro studi libertari/Archivio G. Pinelli 
                  centrostudi@centrostudilibertari.it 
                  / 02 28 46 923  |