Scegli Postbook 
                 
                  “Scegli Postbook. Il tuo 
                  giardino segreto in attesa di passare a miglior vita.” 
                  Lo slogan funziona alla grande, non trovate? Innanzitutto evita 
                  lo sgradevole riferimento alla morte. Quando si evoca la fine, 
                  e nel nostro caso è necessario, meglio far intendere 
                  che ci sia un'esistenza migliore ad attenderci. 
                  Buongiorno. Sono il socio fondatore del social network più 
                  in voga del momento, nonché azionista di maggioranza 
                  del gruppo che è nato sull'onda del suo repentino e incredibile 
                  successo. Incredibile per voi, io non ne sono affatto sorpreso. 
                  Mi si chiede una breve relazione su come è nata l'idea 
                  vincente e su come ho saputo svilupparla. Niente di meglio che 
                  spiegarlo a voi, nemici del potere e dell'autorità. Anarchici, 
                  giusto? 
                  Bene, per quanto la cosa possa urtarvi, visto che sono un turbo 
                  capitalista, credo che ci siano alcuni lati in comune tra noi. 
                  Perlomeno il disincanto verso la società in cui viviamo. 
                  Sappiamo guardarci intorno e svelare le ipocrisie. Io non ho 
                  fatto che questo. Smascherare il bluff del social network dominante 
                  fino a qualche anno fa, e che oggi vivacchia malamente: questa 
                  idea infantile e truffaldina di mettere in contatto le persone 
                  e favorire presunte amicizie. 
                   Amicizie? 
                  Perché mentire? Quando un amico di questo genere ci informa 
                  che sta sulla spiaggia a prendere il sole mentre ci geliamo 
                  il culo alla fermata dell'autobus, e siamo solo a novembre... 
                  dicevo, quando un tizio così ci manda il suo aggiornamento 
                  di stato con tanto di foto, che cosa ci sta realmente comunicando? 
                  “Sono felice quaggiù” 
                  Bella frase stronza. Io dico che se fosse veramente felice se 
                  la godrebbe al sole senza prendersi il disturbo di informarci. 
                  La verità è che ci sta chiedendo attenzione. Egli 
                  è solo, incompreso, ha bisogno di coccole digitali, di 
                  codici virtuali di affettività (questa me l'ha detta 
                  lo psicologo). 
                  Quante delle frasi che abbiamo letto per mesi e mesi su social 
                  di questo tipo ci hanno davvero catturato e invogliato a vedere 
                  una persona? Perché credere che i nostri messaggi abbiano 
                  ricevuto un'accoglienza diversa? 
                  Lo slogan di quell'antico social network di ex successo avrebbe 
                  dovuto essere fin dall'inizio: “Quarantasette, morto che 
                  parla”. Era e resta solo una rete di morti parlanti, gente 
                  che si rivolge a se stessa, invisibile ai più tranne 
                  che al suo fondatore e agli sponsor. Un unico occhio sorvegliante 
                  ha creato l'illusione di molteplici sguardi. Un Polifemo della 
                  rete. 
                  Io ho battuto il gigante con l'astuzia. Ne ho svelato l'inganno 
                  dichiarandolo in partenza. Che cos'è in fondo Postbook? 
                  Un social dove il profilo personale è accessibile solo 
                  a chi lo crea. È il giardino segreto su cui annotare 
                  i fatti rilevanti delle giornate nella massima libertà, 
                  senza censure né limiti. Tanto nessuno potrà leggerli. 
                  Quando stringiamo un'amicizia su Postbook, l'unica cosa che 
                  condividiamo è la reciproca dichiarazione di solitudine. 
                  Sappiamo che altre persone stanno coltivando il proprio giardino 
                  segreto. 
                  Mi avvio alle conclusioni. Postbook è solo la naturale 
                  evoluzione di ciò che esisteva prima, ma la sua promessa 
                  è molto più allettante. Quando saremo morti per 
                  davvero, pardon, quando passeremo a miglior vita, solo allora 
                  il nostro profilo sarà visibile a tutti. E allora potremo 
                  finalmente esibire il nostro giardino, le carte che non abbiamo 
                  giocato, le credenziali rimaste nel cassetto, le debolezze mai 
                  dichiarate, il nostro talento misconosciuto, le vergogne, o 
                  qualunque cosa decideremo. Tutti si precipiteranno a leggerci, 
                  statene certi, e del resto è quanto accade ogni volta 
                  che un nostro iscritto se ne va... Gli amici connessi si accorgono 
                  improvvisamente di lui e desiderano vedere che razza di persona 
                  fosse. Questo è il punto qualificante della rete che 
                  mi onoro di aver creato. Su Postbook possiamo costruire il nostro 
                  bilancio esistenziale per sbatterlo un giorno in faccia a chi 
                  non ci ha mai cagato. 
                  Ecco, in sintesi, i motivi del mio successo. Niente di che, 
                  lo so io come lo sapete voi, ma perlomeno ho battuto Polifemo, 
                  e non mi chiamo neppure Ulisse. 
                  Non vi sono un po' più simpatico, ora?
                
  Paolo Pasi
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