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                  Il cuore freddo di molti italiani 
                  di Enrico Finzi / foto Luca Vitone 
                    
                Da una ricerca demoscopica risulta che 
                  solo il 17 per cento degli Italiani 15-69enni reputa i rom meritevoli 
                  di sostegno solidale quando sono in grave difficoltà 
                  (non normalmente: solo nei momenti di vera emergenza!).  
                
  
                 AstraRicerche, l'istituto che 
                  si occupa di indagini sociali e di marketing di cui sono il 
                  presidente, ha realizzato nel marzo 2013 un sondaggio intervistando 
                  on line un campione rappresentativo degli Italiani tra 
                  i 15 e i 69 anni, che ammontano a circa 41.8 milioni di adulti. 
                  Si è trattato di uno studio regalato alla Casa della 
                  Carità di Milano, guidata da don Virginio Colmegna, che 
                  si occupa con spirito aperto e non clericale di aiutare molti 
                  emarginati, a partire dagli extracomunitari e dai rom. 
                  I risultati di tale ricerca demoscopica non sono ancora stati 
                  diffusi ma sono possibili due anticipazioni che penso possano 
                  interessare i lettori di “A”. 
                  La prima, davvero sconfortante, è che quasi la metà 
                  degli Italiani non fa assolutamente nulla per sostenere in qualche 
                  modo coloro – e sono tanti, sempre di più – 
                  che soffrono di gravissimi problemi materiali e a volte anche 
                  psichici. Per l'esattezza, il 46% si tiene lontano da qualunque 
                  pratica di solidarietà, volontariato, impegno sociale 
                  e anche tradizionale carità cristiana: e, quel che è 
                  peggio, esalta e teorizza l'egoismo che è raramente causato 
                  dalla propria povertà ma è in larga misura determinato 
                  da una 'filosofia' menefreghista e spesso razzista. 
                  Ma è la seconda anticipazione quella che turba maggiormente. 
                  Essa deriva dalle risposte a una domanda del tutto inconsueta, 
                  posta agli intervistati, ai quali si chiedeva di indicare – 
                  tramite un voto da 1/minimo a 10/massimo – quali tipi 
                  di persone abbiano bisogno di essere aiutate se si trovano in 
                  gravi difficoltà. 
                  Ebbene, se l'84% indica i bambini come meritevoli di aiuto in 
                  caso di difficoltà, le percentuali – pur un po' 
                  minori – restano molto elevate se si parla di malati (82%), 
                  disabili (81%), anziani (79%), persone con disagio psichico 
                  (77%) e coloro che hanno subito catastrofi naturali (77%). Si 
                  cala un po' per i poveri (69%), le vittime delle violenze e 
                  delle guerre (67%), i senza tetto (62%), i disoccupati (61%). 
                  Ci si colloca tra il 59% e il 50% per le donne (59%), i giovani 
                  (59%), le persone sole (57%), i popoli del Terzo Mondo (54%). 
                  Per gli adulti si scende al 47%, per gli uomini al 45%, per 
                  gli immigrati al 42%, per i rifugiati e i perseguitati politici 
                  al 37%, per i detenuti e gli ex-detenuti al 32%, per le prostitute 
                  al 30%. 
                  Fermiamoci un attimo a riflettere. La domanda – almeno 
                  in una comunità degna di questo nome – dovrebbe 
                  prevedere il 100% di risposte positive per ciascuno dei gruppi 
                  sociali citati, dal momento che essa chiedeva quali di essi 
                  meritino di essere aiutati qualora si trovino in gravi difficoltà. 
                  Ora, in un mondo davvero civile, chiunque si trovi in gravi 
                  difficoltà deve essere sostenuto per il solo fatto di 
                  essere appartenente all'umanità. Ma non è così, 
                  come s'è visto. I bambini – ed è anche comprensibile 
                  – 'valgono' circa un quinto più degli anziani e 
                  addirittura più del doppio degli adulti; i poveri contano 
                  quasi il doppio degli immigrati; i disoccupati il doppio dei 
                  detenuti e degli ex-detenuti; i malati quasi il triplo delle 
                  prostitute; eccetera. La verità è che gli intervistati 
                  – spesso senza esserne consapevoli – ritengono che 
                  taluni gruppi di donne e di uomini 'valgano meno': il che si 
                  verifica in particolare per gli immigrati, i rifugiati e i perseguitati 
                  politici, i detenuti e gli ex detenuti, le prostitute e i prostituti. 
                  Qui, come si vede, la lunga legittimazione dell'odio sociale, 
                  il trionfo culturale della destra sedicente 'd'ordine' e di 
                  una parte della sinistra succube del pensiero dominante, hanno 
                  finito con il considerare 'sottouomini' (secondo la definizione 
                  nazista) coloro che vengono da altri paesi, magari a seguito 
                  di drammatiche persecuzioni politiche; quelli che hanno o hanno 
                  avuto l'esperienza del carcere; coloro che si dedicano alla 
                  mercificazione del proprio corpo (e quasi nessuno dei deploratori 
                  pensa ai loro clienti). 
                  Ma la 'chicca' sta nell'ultima informazione, sin qui non citata: 
                  al fondo della classifica troviamo gli zingari, i rom, che solo 
                  il 17% degli Italiani 15-69enni reputa meritevoli di sostegno 
                  solidale quando sono in grave difficoltà (non normalmente: 
                  solo nei momenti di vera emergenza!) 
                  Sono queste, mi pare, tragiche conferme di un'ostilità 
                  preoccupante, che mostra la facilità con cui in moltissimi 
                  italiani si è potuto ridurre lo spessore dell'umanità. 
                  Senza citare Bakunin o Marx, restando solo alla rivoluzione 
                  francese, quanto resta in tutto ciò della libertà, 
                  dell'eguaglianza, della fraternità cantate nella Marsigliese? 
                  La risposta è ovvia e triste, le responsabilità 
                  non meno ovvie e gravissime.
                  Enrico Finzi
                 
                   
                     
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                    Berlino. Il mausoleo in memoria 
                  del Porrajoms, l'olocausto dei rom e dei sinti,  è stato 
                  inaugurato a ottobre del 2012 e si trova a pochi passi dal Reichstag,  
                  sede del parlamento tedesco. 
                  Il mausoleo è stato disegnato dall'artista israeliano 
                  Danil Karavan nel 1992;  ha un cuore fatto di specchi che riflettono 
                  tavole di pietra spaccate.  Al centro, su una piattaforma triangolare, 
                  una singola rosa,  che viene cambiata ogni giorno  | 
                   
                 
                
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