editoria anarchica 
                I buoni maestri: ristampando Errico Malatesta 
                Intervista a Davide Turcato 
                  a cura della redazione 
                      
                Durante un suo recente soggiorno in Italia, abbiamo incontrato Davide Turcato, residente in Canada, curatore delle opere complete di Errico Malatesta. Ne è nata questa intervista. 
                 
                   
                    
                  Come ha preso forma il 
                  progetto di pubblicazione delle opere complete di Malatesta? 
                   
                  Alle spalle del progetto c'è una mia lunga frequentazione 
                  dei testi di Malatesta, prima in gioventù, poi più 
                  recentemente con lo studio dei tre volumi di scritti con cui 
                  Fabbri e Bertoni cominciarono a pubblicare le opere complete 
                  di Malatesta, poi rimaste interrotte. Ma il progetto vero e 
                  proprio è iniziato una tranquilla sera del settembre 
                  1999. Stavo finendo di leggere Luigi Fabbri: Storia d'un 
                  uomo libero, scritto dalla figlia Luce, quando mi sono imbattuto 
                  nella descrizione del piano dell'opera che Fabbri aveva concepito. 
                  “È ora che quest'opera venga completata,” 
                  mi sono semplicemente detto. Così è nato il progetto. 
                  Io non sono una persona dalle decisioni facili. Mi stupisce 
                  tuttora come questo sia potuto accadere... 
                   
                   
                  A chi si rivolge questo progetto? Che tipo di lettore 
                  avete in mente? 
                   
                  Abbiamo in mente due tipi di pubblico. Innanzitutto ci rivolgiamo 
                  non solo agli anarchici che vogliono approfondire il pensiero 
                  di uno dei loro grandi, ma anche ai giovani e a tutte le persone 
                  di cultura che si interessano di pensiero politico e vogliono 
                  capire meglio cosa sia l'anarchismo, attraverso le parole di 
                  uno dei suoi massimi esponenti. In quest'ottica ci teniamo davvero 
                  a fare dei libri da leggere, non un monumento. Ci sforziamo 
                  di fare dei volumi che non intimidiscano il lettore e per questo 
                  attenuiamo il più possibile l'aspetto “enciclopedico” 
                  della serie, pubblicando volumi autosufficienti e leggibili 
                  individualmente. Riduciamo le note al minimo, limitandoci a 
                  informare su fatti e persone che possono non essere familiari 
                  al lettore di oggi, o a fornire riferimenti incrociati fra articoli 
                  che si prestino a collegamenti. Evitiamo però accuratamente 
                  note che “spieghino” Malatesta al lettore. Malatesta 
                  scrive chiaro e si rivolge a tutti, non ha certo bisogno di 
                  essere spiegato. Allo stesso tempo ci rivolgiamo anche allo 
                  studioso e all'accademico, perché pensiamo che quest'ometto 
                  un po' curvo e dalle mani sempre sporche (nel senso letterale, 
                  non in quello di Sartre) sia una delle grandi figure del pensiero 
                  politico mondiale e che i suoi volumi meritino di trovare posto 
                  nelle biblioteche universitarie di ogni paese. Per questo abbiamo 
                  anche voluto fare un'opera che sia all'altezza degli standard 
                  accademici correnti di rigore critico e accuratezza redazionale. 
                   
                   
                    L'importanza 
                  dei periodi di transizione 
                
  Permettimi di vestire per un momento i panni dell'avvocato 
                  del diavolo: non pensi che la letteratura già disponibile 
                  su Malatesta sia sufficiente per un'adeguata comprensione del 
                  suo pensiero? 
                   
                  Il pensiero di Malatesta è una miniera in buona parte 
                  ancora inesplorata. Le antologie esistenti tendono a privilegiare 
                  alcuni suoi periodici - L'Agitazione, Umanità Nova, 
                  Pensiero e Volontà - a scapito di altri di più 
                  breve durata ma di grande importanza, come L'Associazione 
                  e La Rivoluzione Sociale. Per non parlare di articoli fondamentali 
                  scritti in altre lingue e oggi pressoché ignorati. Poi 
                  le antologie hanno in genere un'impostazione tematica, e in 
                  questo modo danno un'immagine appiattita e un po' imbalsamata 
                  del pensiero di Malatesta. Per uno che è stato attivo 
                  nel movimento per sessant'anni la dimensione temporale è 
                  invece fondamentale. Senz'altro in Malatesta c'è un'esemplare 
                  coerenza dall'inizio alla fine. Ma lui era anche un cuoco che 
                  le sue ricette le provava e le cambiava alla luce dell'esperienza. 
                  Cogliendo l'evoluzione delle sue idee se ne ricava una comprensione 
                  molto più profonda. Infine, c'è stata finora una 
                  tendenza a concentrarsi sui momenti “alti” della 
                  lotta di Malatesta, cioè i periodi in cui tornava in 
                  Italia. Invece, per capire quell'evoluzione è importante 
                  studiare le fasi di transizione, gli intervalli, le zone d'ombra, 
                  gli articoli isolati che segnano punti di svolta. 
                   
                   
                  Tengo indosso quei panni ancora per un momento: che valore 
                  attribuisci oggi alla tradizione dell'anarchismo cosiddetto 
                  “classico”? 
                   
                  “Tradizione” è uno di quei termini che si 
                  sono fatti una cattiva reputazione a causa delle cattive compagnie. 
                  “Tradizione” viene associata a “tradizionalismo,” 
                  al dogma che “bisogna fare così perché si 
                  è sempre fatto così.” Così travisata, 
                  l'idea di tradizione viene ovviamente rifiutata. Tuttavia, in 
                  politica, come nella scienza e nell'arte, nessuno inventa nulla 
                  da zero. Chi pretende di farlo finisce per reinventare la ruota. 
                  L'importante è invece capire a quale tradizione si appartiene, 
                  per costruirci sopra e spingerla oltre. In questo senso, nessuno 
                  meglio di Malatesta ha definito cosa sia l'anarchismo, cioè 
                  i capisaldi della nostra tradizione. Gli anarchici poi, in quanto 
                  anti-autoritari, ci tengono spesso a rimarcare che loro non 
                  hanno maestri e tradizioni da rispettare. Questa è un 
                  po' una forma di autolesionismo. Se c'è una cosa che 
                  il tempo ha mostrato è che gli anarchici hanno sempre 
                  avuto ragione. Già Gramsci lo ammetteva implicitamente 
                  nel 1920, invitando tuttavia gli anarchici a riconoscere dialetticamente 
                  “di aver avuto torto quando... avevano ragione.” 
                  E in un recente libro su Malatesta Vittorio Giacopini ha giustamente 
                  scritto che è tipico dell'anarchismo che “si perda 
                  avendo ragione.” Oggi più che mai bisogna che gli 
                  anarchici, i romantici sempre vilipesi dai realisti di ogni 
                  risma, rivendichino con orgoglio la lungimiranza politica e 
                  la dignità culturale della loro tradizione e ne facciano 
                  un'arma, anziché buttarla a mare come zavorra. 
                   
                   
                    Cominciando 
                  dal mezzo
                  Entriamo più nello specifico del progetto. Come 
                  sono strutturati i volumi e in che ordine li andate pubblicando? 
                   
                  Sono previsti dieci volumi. Di questi, otto seguono un ordine 
                  cronologico, dalla Prima Internazionale a Pensiero e Volontà 
                  e agli ultimi scritti. Oltre agli articoli, ciascun volume contiene 
                  interviste, resoconti di conferenze e interrogatori, tutti materiali 
                  per lo più inediti. I restanti due volumi, invece, sono 
                  a tema: uno contiene la corrispondenza e l'altro opuscoli, manifesti, 
                  programmi e altri scritti miscellanei, come per esempio un'opera 
                  teatrale che Malatesta scrisse. L'ordine di pubblicazione va 
                  un po' a salti, ma segue una sua logica. Non volevamo partire 
                  dall'inizio, perché il primo volume è uno dei 
                  più impegnativi, sia per problemi di reperibilità 
                  che di attribuzione dei testi. Né volevamo partire dalla 
                  fine, perché è ciò che avevano fatto Fabbri 
                  e Bertoni, e noi invece volevamo esordire con qualcosa di nuovo, 
                  non con la ripubblicazione di materiali già disponibili. 
                  Così siamo partiti dal centro, dal volume che copre gli 
                  anni 1897-98, cioè quelli dell'Agitazione. Un 
                  altro motivo per iniziare da questo volume è che pensiamo 
                  sia quello che forse può maggiormente attirare anche 
                  i non anarchici, perché è quello in cui Malatesta 
                  pone maggiormente l'accento sulle conquiste parziali piuttosto 
                  che sulla rottura insurrezionale. Da qui andremo in avanti nella 
                  sequenza cronologica, fino alla fine, dopo di che pubblicheremo, 
                  andando a ritroso, i primi volumi della sequenza. Il volume 
                  della corrispondenza sarà quasi certamente l'ultimo, 
                  perché anch'esso è molto impegnativo, mentre il 
                  volume di opuscoli, manifesti, ecc. è una specie di “jolly” 
                  che non abbiamo ancora deciso dove inserire. 
                   
                   
                  Da quanto dici, capisco che, mentre i volumi vengono pubblicati, 
                  la ricerca è ancora in corso. 
                   
                  Sì, è così. Premetto innanzitutto che il 
                  titolo Opere complete è una bugia. Il titolo vero 
                  dovrebbe essere Opere il più possibile complete. 
                  Soprattutto per quanto riguarda la corrispondenza, la completezza 
                  è un ideale irraggiungibile. A questo proposito, ne approfitto 
                  per rivolgere un appello ai vostri lettori. Se qualcuno fosse 
                  a conoscenza o in possesso di articoli poco noti o lettere di 
                  Malatesta, gli saremmo profondamente riconoscenti se ce lo facesse 
                  sapere. Detto questo, diciamo che di ciascun volume ho già 
                  raccolto più o meno il novantacinque per cento dei materiali. 
                  Però una cosa che ho imparato con l'esperienza dei primi 
                  volumi è che quell'ultimo cinque per cento richiede quasi 
                  altrettanto tempo di quanto ce n'era voluto per raccogliere 
                  tutto il resto. 
                   
                   
                    Per 
                  un'interpretazione autonoma
                  Per finire, puoi dirmi qualcosa sull'ultimo volume pubblicato? 
                   
                  Si intitola Verso l'anarchia: Malatesta in America, 1899-1900. 
                  Riguarda principalmente il soggiorno negli Stati Uniti che Malatesta 
                  intraprese appunto a cavallo del cambio di secolo e durante 
                  il quale successe all'anti-organizzatore Ciancabilla alla direzione 
                  della Questione Sociale di Paterson. Visto che si tratta 
                  di America, abbiamo chiesto al massimo studioso americano dell'anarchismo 
                  italiano, Nunzio Pernicone, di scrivere il saggio introduttivo. 
                  Ecco, questo è proprio uno di quei periodi la cui comprensione 
                  può beneficiare maggiormente dalla raccolta in volume 
                  di tutti gli scritti. Se consideriamo questi scritti uno per 
                  uno, separatamente, questo periodo è una specie di rompicapo. 
                  Nell'arco di pochi mesi Malatesta scrive, da una parte, un opuscolo 
                  come Contro la Monarchia, in cui propugna come obiettivo 
                  prioritario un'alleanza tra i partiti rivoluzionari per un'insurrezione 
                  che rovesci la monarchia sabauda, diffondendosi anche su questioni 
                  di tattica militare. Questo ha fatto parlare alcuni critici 
                  di una specie di rigurgito quarantottista di Malatesta. Dall'altra 
                  scrive un articolo come “Verso l'anarchia,” in cui 
                  afferma che “ogni vittoria, anche minima [...] sarà 
                  un progresso, sarà un passo sulla via dell'anarchia,” 
                  e sembra così prefigurare quel tema del gradualismo che 
                  svilupperà compiutamente un quarto di secolo dopo. Tuttavia, 
                  leggendo gli scritti nel loro insieme se ne può cogliere 
                  la coerenza. Ora, non mi chiedere qual è la soluzione 
                  del rompicapo, perché ho detto prima che non vogliamo 
                  spiegare Malatesta al lettore, e non voglio contraddirmi ancor 
                  prima che l'intervista sia finita. In fondo, il bello delle 
                  Opere complete è che uno non deve più prendere 
                  a prestito le interpretazioni degli “esperti,” cioè 
                  dei pochi che hanno avuto finora il privilegio di poter accedere 
                  a tutti gli scritti di Malatesta. Ora ognuno può formarsi 
                  da sé la propria interpretazione, avendone tutti gli 
                  strumenti a disposizione.
                  
                 
                   
                      
                        Due 
                          case editrici, due volumi (per ora) 
                         La 
                          pubblicazione delle opere complete di Errico Malatesta 
                          a cura di Davide Turcato è promossa dalle due 
                          case editrici libertarie La Fiaccola e Zero 
                          in condotta. 
                          Le opere sono pubblicate con cadenza di uno o due volumi 
                          l'anno, a partire da giugno 2011, data d'uscita del 
                          primo dei dieci volumi previsti: Un lavoro lungo 
                          e paziente..., dedicato alla raccolta di scritti 
                          pubblicati su l'Agitazione di Ancona nel periodo 
                          cruciale del 1897-1898 (Saggio introduttivo di Roberto 
                          Giulianelli, pagg. 392, Ä 25,00). Alle fine di 
                          luglio 2012 è stato invece pubblicato il secondo 
                          volume della serie: Verso l'anarchia: Malatesta in 
                          America, 1899-1900. 
                          Il volume costa Ä 18,00 e può essere richiesto 
                          direttamente a: Zero in condotta, casella postale 17127 
                          - MI 67, 20128 Milano 
                          zic@zeroincondotta.org – conto corrente 
                          postale 98985831 intestato a Zero in condotta, Milano.
                           | 
                   
                 
                 |