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                  prossima 
                  generazione 
                   
                  Vorrei tanto poter dire di aver 
                  conosciuto Isabella per caso o per destino, che poi secondo 
                  me è la stessa cosa. Invece il nostro incontro è 
                  stato fissato da un destino diverso. Virtuale, programmato, 
                  omologato. Come tutti, io e Isabella ci siamo conosciuti per 
                  reciproca segnalazione sui nostri telefoni cellulari. 
                  l programmi di affinità dei social network fissano ormai 
                  tutti gli appuntamenti “imperdibili“. Vi trovate 
                  in un bar, e quelli scandagliano la zona alla ricerca di partner 
                  che possano collimare con il vostro profilo. Gusti, segno zodiacale, 
                  amicizie condivise, libri preferiti, nel caso siate ancora sedotti 
                  dalla lettura, e soprattutto abitudini di consumo. Quante volte 
                  alla settimana comprate filetto di sgombro, e cose del genere. 
                  Il guaio è che non sbagliano mai, anzi. A volte eccedono 
                  nella precisione, come quando una sera al ristorante mi è 
                  arrivata la segnalazione di una compagna ideale “quattro 
                  stelle“, ovvero il massimo, seduta a pochi tavoli di distanza. 
                  Ho sbirciato e ho riconosciuto la mia ex, come sempre alle prese 
                  con un fritto misto e un uomo imbambolato. Già dato. 
                  Otto anni insieme, io e lei, bella sintonia di coppia, dicevano 
                  gli amici, fino a quando la sua gelosia ha seppellito i ricordi 
                  migliori e io sono uscito dall'apnea. Ma sto divagando... 
                  Parlavo di me e Isabella, e di come ci siamo conosciuti. Al 
                  supermercato. Sportello Carte Fedeltà. Tutto troppo perfetto, 
                  nulla lasciato al caso. Abbiamo sempre il frigorifero pieno 
                  a prezzi convenienti, questo è vero, eppure oggi sono 
                  incapace di guardare la mia convivente senza provare l'istinto 
                  di distruggere il telefonino, un modello di prossima generazione 
                  vinto con i punti del supermercato. No, la fedeltà non 
                  paga. 
                  Meglio sarebbe stato conoscerla tra gli scaffali di un supermercato 
                  occasionale, mezzo clandestino, lungo la traiettoria confusa 
                  di una lista della spesa incompleta... Mi immagino ad arrancare 
                  nell'aria condizionata di un giorno come tanti guastato dal 
                  lavoro, il carrello semivuoto, e all'improvviso la vedo sbucare 
                  svagata dalla corsia degli alimentari e vado a cozzare contro 
                  il suo carrello colmo di prodotti senza glutine. Mentre l'aiuto 
                  a raccoglierli, scopro nel suo sguardo irritato i tratti di 
                  una donna affascinante e sbadata, e così attacchiamo 
                  bottone, e poi... 
                  Ecco. Così mi piacerebbe ricominciare. Dalle traiettorie 
                  indefinite, nebulose, sorprendenti di una spesa fatta a caso. 
                  Da un luogo banale come un supermercato, invece che da un luogo 
                  abituale come il supermercato.
                    
                  Paolo Pasi
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