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                 Premessa 
                Il principale sforzo sostenuto da coloro che la praticano è 
                  fornire ragionevoli motivazioni alla guerra; spiegando colpevoli 
                  e punitori, rischi del presente e sicurezza di un futuro migliore. 
                   
                  Ma non vi è ragionevolezza nelle guerre.  
                  In primo luogo perché picchiare, seppur duramente, non 
                  conduce agli obiettivi dichiarati.  
                  Linquisizione cattolica ha massacrato gli eretici ma questi 
                  continuano ad esserci, gli statunitensi e gli spagnoli si sono 
                  adoperati per leliminazione delle popolazioni indigene 
                  dellAmerica ma esse continuano ad essere riferimento sociale 
                  e culturale per lumanità, i nazisti si sono impegnati 
                  a sterminare gli ebrei che oggi hanno uno stato armato e incidono 
                  sulla politica degli stati più potenti.  
                  In secondo luogo perché le effettive e non dichiarate 
                  motivazioni, connesse ad obiettivi circoscritti e temporalmente 
                  limitati che portano vantaggio ad un numero esiguo di individui, 
                  nulla hanno a che vedere con le dichiarate ragioni della guerra. 
                  Per cui gli inquisitori di ieri sono riusciti a governare bruciando 
                  e torturando in cento anni cinquantamila persone, spesso oppositori; 
                  gli statunitensi si sono appropriati della terra altrui uccidendo 
                  circa un milione di indiani, gli spagnoli hanno trafugato migliaia 
                  di tonnellate di oro e di argento ammazzando decine di milioni 
                  di indios; i nazisti hanno distrutto un popolo e dato un obiettivo 
                  ad un altro uccidendo sei milioni di ebrei e oppositori.  
                  In terzo luogo perché le guerre, e gli stermini connessi, 
                  sono generati e condotti da persone che si divertono. Ma tanto. 
                  Si divertono a giocare, a pensare come vincere, provano ebbrezza 
                  nel comandare, soddisfazione nel rischiare e più nel 
                  far rischiare, orgasmo nel vincere. A questi si aggiungono quelli 
                  che, sulle stesse solide basi su cui poggia lazione dei 
                  belligeranti, uniscono un incontenibile soddisfazione nella 
                  prevaricazione e nella sofferenza degli altri. Spesso un desiderio 
                  di vendetta sostenuto da religioni, rancori, faide; spesso una 
                  indifferente e maniacale passione, coltivata individualmente 
                  e che nella guerra si può liberare.  
                  Linsieme di questi tre condizioni fa sì che le 
                  guerre siano scatenate indipendentemente dagli interessi delle 
                  comunità, senza cercare soluzioni alternative, per il 
                  piacere e per il proprio tornaconto e quindi senza ragionevolezza. 
                   
                  È dunque profondamente errato affrontare questo tema 
                  entrando nello specifico delle ragioni apparenti ma è 
                  necessario portare la discussione da un lato su livelli di patologia 
                  dei partecipanti, e in questo la testimonianza del dottor Stranamore 
                  è emblematica, e dallaltro sullevidenziazione 
                  di una consapevolezza della volontà di guerra che è 
                  fondata su centinaia di milioni di soldati, su centinaia di 
                  milioni di armamenti leggeri, sulle migliaia di testate nucleari, 
                  sullenormità del budget mondiale dedicato agli 
                  eserciti e alle armi.  
                  Questo elaborato non vuole essere esaustivo di un tema, la guerra, 
                  che per le implicazioni politiche, morali, umane e che per le 
                  innumerevoli connessione con la struttura economica, religiosa 
                  e sociale delle nazioni non è possibile trattare completamente 
                  in questa sede.  
                  Sono di seguito presentate riflessioni, informazioni e spunti 
                  non seguendo priorità dimportanza, con il desiderio 
                  che essi possano contribuire allulteriore consolidarsi 
                  di una cultura critica nei confronti di una condizione che di 
                  fatto annulla ogni nostra dignità di individui e società. 
                   
                  La guerra non va pensata con ragionevolezza.  
                  
                
                   
                    |  
                       Alcuni 
                        dati  
                        Nel decennio degli anni novanta mediamente erano circa 
                        40 i conflitti in corso ogni anno. Dei 103 conflitti scoppiati 
                        tra il 1989 e il 1997 solo 6 sono stati di dimensioni 
                        internazionali [1].  
                        Nel ventesimo secolo sono morti circa 110.000.000 milioni 
                        di persone nei conflitti. Circa 26 milioni (il 50% civile) 
                        nella prima guerra mondiale, 53.549.000 nella seconda 
                        (60% civile) e il resto negli altri conflitti.  
                        I rifugiati assistiti dallONU sono stati nel 1998 
                        22,4 milioni.  
                        Conflitti in corso: Aceh-Nord Sumatra, dal 1976 (50.000 
                        morti); Afghanistan, dal 1991; Algeria, dal 1992 (100.000 
                        morti); Angola, dal 1975, attualmente sospesa, (1 milione 
                        di morti); Burundi, dal 1962  attualmente sospesa 
                         (800.000 morti); Cecenia, dal 1991 (100.000 morti); 
                        Colombia, dalla fine degli anni 60; Congo, dal 1997 
                        (3 milioni di morti); Costa DAvorio, dal 2002; Eritrea-Etiopia, 
                        dagli anni 70, attualmente sospesa (40.000 morti); 
                        Filippine, dal 1971 (150.000 morti); Abkhazia, regione 
                        della Georgia, dal 1991 (centinaia di morti); Kashmir, 
                        regione dellIndia, dal 1948 (70.000 morti); Kurdistan, 
                        regione Iran-Iraq-Turchia (150.000 morti); Liberia, dal 
                        1989 (250.000 morti); Macedonia, dal 2001; Nepal, dal 
                        1996 (almeno 1800 morti); Senegal, migliaia di morti; 
                        Sierra Leone, dal 1991, attualmente sospesa (100.000 morti, 
                        30.000 mutilati); Sri Lanka (70.000 morti, 800.000 profughi; 
                        Sudan (1 milione e mezzo di morti); Uganda, dagli anni 
                        80 (10.000 morti).  
                        Nel mondo vivono oltre 23 milioni di rifugiati, circa 
                        7,5 milioni in Africa, 7,5 in Europa, 7,5 in Asia, 1,2 
                        in America del Nord, 0,1 in America Latina, 0,07 in Oceania. 
                        [2]  
                        I primi dieci paesi del mondo per numero di soldati arruolati 
                        hanno circa 11 milioni di soldati e circa 20 milioni di 
                        riserve. [3]  
                     | 
                   
                 
                Le motivazioni 
                di una guerra continua  
                Le ragioni inespresse delle guerre vanno ricercate nellinteresse. 
                   
                  Un interesse economico di rubare risorse di altri; gli stati 
                  o le grandi compagnie daffari ritengono molto più 
                  conveniente spendere cifre solitamente esuberanti di soldi in 
                  spese militari e in guerre piuttosto che pagare alla comunità 
                  insediata luso delle risorse locali che si ritiene utile 
                  alla propria economia. Questultimo percorso sarebbe più 
                  economico ma più contrattuale e quindi porrebbe limiti 
                  al potere del più forte che limiti invece non vuole avere. 
                   
                  Un interesse economico nel produrre, vendere e consumare armi 
                  e attrezzature. Vi sono stati che sono governati dallapparato 
                  militare e industriale-militare. E sicuramente la guerra è 
                  il sistema migliore per spendere soldi pubblici incondizionatamente 
                  e arricchire i produttori illimitatamente.  
                  Un interesse economico nello svolgere la guerra. La guerra la 
                  pagano gli sconfitti o gli alleati poveri dei potenti che mettono 
                  a disposizione gli eserciti e gli armamenti a fronte della copertura 
                  dei costi. Dalle guerre ci si può guadagnare anche molto. 
                   
                  Ma questo non basta per fare un guerra, questo interesse non 
                  sarebbe in grado di muovere un atto così estraneo alla 
                  natura umana quale la guerra.  
                  La guerra si può fare perché vi è una lunga 
                  azione di preparazione che si svolge ogni giorno e che passa 
                  per le azioni quotidiane apparentemente innocue e per la stretta 
                  relazione esistente tra politica ed economia militare, tra cultura 
                  e militarismo, tra alterazione delle società locali e 
                  creazione di disequilibri, dipendenza, violenza.  
                
                
                   
                    |  
                       Rapporti 
                        tra decisioni di guerra e interessi 
                         
                      Carriere 
                        politiche  
                        Lassistente segretario dellAir Force, Peter 
                        Teets, è stato amministratore delegato della Lockeed; 
                        il ministro della marina da guerra, Gordon England, è 
                        stato presidente della Lockeed; lamministratore 
                        dei programmi di difesa del dipartimento energia, Everet 
                        Beckner, è stato vicepresidente della Lockeed; 
                        il ministro dei trasporti Norman Mineta, è stato 
                        vicepresidente della Lockeed e ne risulta ancora oggi 
                        uno dei maggiori azionisti; Lynn Cheney, moglie del vicepresidente 
                        degli USA, è un alto dirigente della Lockeed; il 
                        ministro dellAir Force, James Roche, è stato presidente 
                        della Northrop; il vicesegretario della difesa, col compito 
                        di capo della contabilità, Dov Zakheim, è 
                        stato consulente della Northrop; il viceministro della 
                        difesa per la policy, Douglas Feith, è presidente 
                        dellufficio legale Feith and Zell, che si interessa 
                        di import-export di armi con Israele, e ha fra i propri 
                        clienti la Northrop; il numero due del Pentagono, Paul 
                        Wolfowitz, è stato consulente della Northrop; il 
                        vicesegretario di Stato e segretario del Pentagono dal 
                        75, Richard Armitage, è ancora consulente 
                        della Boeing e della Raytheon; lAlto Consigliere 
                        del presidente, Karl Rove, è azionista della Boeing; 
                        il vicedirettore dellufficio di gestione budget, 
                        lufficio che gestisce la Borsa pubblica, Sean O 
                        Keefe, è stato consulente della Raytheon. [4]  
                      Attentati 
                        e armamenti 
                        Il giorno della riapertura della Borsa dopo l11 
                        settembre le uniche azioni che hanno registrato un rialzo 
                        sono state quelle dei fornitori delle forze armate (il 
                        valore del titolo della Lockheed Martin è cresciuto 
                        del 30%).  
                        Dopo sei settimane dall11 settembre è stato 
                        commissionato alla Lockheed Martin il più grande 
                        ordine militare della storia: un contratto da 200 miliardi 
                        di dollari per sviluppare studi per un nuovo caccia.  
                        Anche lindustria bellica inglese ha avuto un boom; 
                        ad esempio la Bea Sistems ha venduto un sistema di difesa 
                        aerea del valore di 40 milioni di dollari alla Tanzania 
                        (la Tanzania è uno dei paesi più poveri 
                        del mondo, il reddito pro capite è di 250 dollari 
                        lanno, metà della popolazione non dispone 
                        di acqua corrente potabile e un bambino su quattro muore 
                        prima di aver raggiunto il quinto anno detà). 
                        Nello stesso periodo Tony Blair rilasciava dichiarazioni 
                        in cui affermava che la povertà dellAfrica 
                        era uno sfregio sulla coscienza del mondo. 
                        [5].  
                      Rapporti 
                        tra guerra e risorse 
                      II 
                        rapporto tra guerra e prelievo di risorse è strettissimo. 
                        Dei 49 conflitti armati che hanno interessato il pianeta 
                        nel 2000 gran parte è sostanziata dalla volontà 
                        di acquisire il controllo di risorse. 
                        In un sistema che consuma tanto, e che produce sempre 
                        nuove merci, le risorse, salvo alcune la cui necessità 
                        permane nel tempo, possono cambiare con grande rapidità. 
                        Un esempio recente è il coltan, fanghiglia granulosa 
                        e nerastra ignorata fino a quando il tantalio da esso 
                        ricavabile è divenuto materiale fondamentale nella 
                        produzione di condensatori. Nelle aree dell'Africa centrale 
                        dove sono stati individuati giacimenti di coltan sono 
                        in corso feroci conflitti locali. 
                        Oggi la guerra è contro coloro i quali vogliono 
                        esercitare un controllo delle risorse locali fuori dal 
                        mercato globale (ovvero del mercato controllato all'80% 
                        da duecento multinazionali); a volte la guerra è 
                        contro gli stati, più frequentemente è con 
                        gli stati contro le comunità e gli individui. 
                     | 
                   
                 
                  
                Amici 
                e nemici 
                Uno degli elementi fondamentali delle guerre è avere 
                  un nemico. Tendenzialmente i nemici non vi sono, nel senso che 
                  si creano in ragione di un comportamento derivato da un interesse. 
                  Quando non vi sono vanno creati con qualunque pretesto per legittimare, 
                  ancorché paradossalmente, lintervento bellico. 
                   
                  E così, durante la guerra fredda, gli Stati Uniti crearono 
                  il nemico sovietico, unendo, contrariamente ai patti da poco 
                  stipulati, le tre parti della Germania e creando di fatto il 
                  blocco occidentale. Lunione sovietica accettò il 
                  ruolo mostrando i propri muscoli ma senza intelligenza.  
                  Ma si può fare di più. Saddam Hussein è 
                  stato e forse è il più grande amico degli Stati 
                  Uniti. Ha venduto per anni il petrolio sottocosto alle compagnie 
                  americane e ha comprato per anni armamenti dalle industrie americane; 
                  ha condotto per anni una guerra costata milioni di morti contro 
                  lIran per ordine e interesse statunitense e poi ha compiuto 
                  il suo capolavoro permettendo, con linsensata occupazione 
                  del Kuwait, agli anglo americani di non pagare più il 
                  petrolio e di occupare militarmente tutta larea.  
                  Sostenuto dagli inglesi nello sterminio dei curdi e nella gestione 
                  della dittatura interna, consumava gas comprati a caro prezzo 
                  dagli americani, usava aerei inglesi e otteneva dagli inglesi 
                  stessi finanziamenti significativi.  
                  Ma lamico è rimasto tale anche dopo la guerra del 
                  Golfo. Quando, subito dopo la guerra, vi fu un sollevamento 
                  popolare contro il governo nella zona di Bassora, questo non 
                  fu appoggiato dagli Stati Uniti anche se era prossimo al rovesciamento 
                  del dittatore, così come nel nord del paese la rivolta 
                  quasi contemporanea di curdi e oppositori fu repressa nel sangue 
                  dalle guardie repubblicane fedeli a Saddam e miracolosamente 
                  sopravvissute ai bombardamenti. E tutto questo in aree di controllo 
                  aereo anglo americano, aree in cui nei diciotto mesi prima, 
                  tra 1998 e 99, sono state compiute 24.000 missioni di 
                  combattimento, e sono state sganciate da parte dellaviazione 
                  anglo americana 1800 bombe e colpiti 450 obiettivi.  
                  Ma nei giorni della repressione gli aerei tornarono indietro 
                  senza interferire con la pulizia e meno che mai sostenendo, 
                  anche poco, i rivoltosi.  
                  Allora? Il governo che si vuole, evidentemente, è un 
                  governo militare, fantoccio capace di fornire gratuitamente 
                  il petrolio, ovvero si vuole non il rovesciamento del dittatore 
                  ma loccupazione militare delle risorse.  
                  Saddam è quello che lo consente e quindi è un 
                  amico in quanto non fa nulla contro gli Stati Uniti e lInghilterra, 
                  e avrebbe potuto (guerriglia, attentati, intervento contro gli 
                  israeliani, creazione di uno stato curdo che metterebbe in significative 
                  difficoltà la Turchia, alleanza con lIran che metterebbe 
                  in difficoltà gli USA). E invece sta lì solo, 
                  senza alcuna politica di alleanze, a sostenere il suo ruolo 
                  di servo nelleseguire esattamente ciò che agli 
                  angloamericani conviene.  
                  Un nemico cattivo che sembra veramente fare parte della stessa 
                  compagnia di teatranti.  
                  E tutto questo senza voler parlare di Bin Laden.  
                
                Il rischio 
                Il mondo vive in una situazione di insopportabile rischio. 
                  Questa condizione dipende dallenorme quantità di 
                  armi esistenti e pronte alluso e per lassoluta inaffidabilità 
                  delle persone che le gestiscono.  
                  Ancora oggi esistono circa 36.000 testate nucleari attive (sono 
                  state ridotte dalle 70.000 esistenti alla fine degli anni ottanta) 
                  Il potenziale è equivalente a 8 miliardi di tonnellate 
                  di tritolo [1] circa 1,30 tonnellate di tritolo a testa (il 
                  peso di un uomo medio è 0,07 tonnellate e per ucciderlo 
                  basta molto meno di un decimillesimo di tonnellata di tritolo). 
                   
                  Gli USA continuano a mantenere più di duemila testate 
                  nucleari strategiche costantemente in stato dallerta, 
                  puntate sui bersagli nemici. [6]  
                  Questo arsenale è in condizione di distruggere tutti 
                  gli uomini parecchie decine di volte ma è in condizione, 
                  quando parzialmente utilizzato, di contaminare interi paesi 
                  e di lasciare tracce indelebili sulla salute di intere popolazioni 
                  per generazioni e di alterare perennemente interi ecosistemi. 
                   
                  A questo vanno aggiunte tutte le armi chimiche, batteriologiche 
                  e convenzionali. Il mondo è una polveriera di dimensioni 
                  inusitate su cui gli uomini vivono costantemente a rischio. 
                   
                  E se la quantità degli armamenti è sconsiderata, 
                  le persone che li gestiscono sono terrificanti. Posseduti da 
                  ragionamenti maniacali vedono il mondo come un continuo e inevitabile 
                  scontro di persone, popoli, paesi nazioni, comunità in 
                  cui solo il consolidamento della propria forza attraverso il 
                  possesso delle armi consente di vivere tranquillamente. Ma ancora 
                  di più vedono la necessità di non fidarsi di nessuno 
                  e di trovarsi sempre in condizioni di vantaggio. Una vita di 
                  strategie in cui tutto è subordinato ai principi delle 
                  strategie militari.  
                  E questo non dà alcuna garanzia.  
                
                   
                    |  
                       Salute 
                        Nella guerra del Golfo morirono meno di duecento soldati 
                        angloamericani. I reduci del Golfo, a tuttoggi, 
                        lamentano disturbi fissi, quali amnesie, insonnia, emicrania, 
                        problemi articolari, difficoltà di movimento. Questi 
                        problemi si sono propagati a mogli e parenti più 
                        vicini, e in particolar modo a figli concepiti al ritorno 
                        dalla missione bellica. Dei 700.000 soldati impiegati 
                        nel Golfo, circa 50.000 accusano disturbi (uno su 14); 
                        nel 77% dei casi anche le mogli sono state infettate. 
                        Secondo alcune stime, a causa della sindrome del Golfo 
                        sono morti tra i 5.000 e i 10.000 reduci dalla fine della 
                        campagna. Le cause sono imputabili ad armamenti utilizzati 
                        dagli americani e dagli effluvi tossici liberati dalle 
                        fabbriche chimiche bombardate. [7]  
                        Nella città di Bassora le analisi effettuate sulla 
                        popolazione indicano che dal 40 al 48% della popolazione 
                        prenderà il cancro a partire dai prossimi cinque 
                        anni in seguito agli effetti dei bombardamenti. [5]  
                        È stato calcolato che durante la guerra del golfo 
                        sono state esplose molto più di trecento tonnellate 
                        di uranio impoverito (ogni colpo di un aereo Warthog A-10 
                        contiene trecento grammi di uranio solido 238 e per ogni 
                        attacco questaereo tirava oltre 900.000 colpi; ogni 
                        colpo sparato da un carro armato mette in giro 4.500 grammi 
                        di uranio solido). [5]  
                        Nel 1991 lEnte per lEnergia Atomica inglese 
                        ha calcolato che se solo l8% delluranio impoverito 
                        esploso nella guerra del Golfo fosse stato inalato avrebbe 
                        potuto causare potenzialmente 500.000 morti. [5]  
                        Nel Laos, a distanza di trentanni dalluso, 
                        le bombe a grappolo inesplose continuano ad uccidere e 
                        a mutilare un numero stimato in 20.000 persone lanno 
                        (il Laos non è mai stato in guerra con gli USA). 
                        [5]  
                        Il 70% delle 880.500 sganciate in Iraq e Kuwait mancarono 
                        completamente il loro bersaglio e molte caddero in zone 
                        abitate. [5]  
                     | 
                   
                 
                  
                Guadagnare 
                con la guerra 
                Oltre che lappropriazione di risorse la guerra consente 
                  altri guadagni.  
                  È nota la sudditanza politica nei confronti dei vincitori 
                  per quei paesi che abbiano perduto dei conflitti: lItalia 
                  è un esempio, come altri paesi che per anni hanno pagato 
                  gli aiuti ricevuti per la ricostruzione e le spese di guerra 
                  dei vincitori e che pagano anche nel lungo periodo.  
                  Le spese di guerra si scaricano sugli sconfitti e quindi il 
                  solo fare la guerra porta ad un vantaggio per chi la vince. 
                   
                  Non solo, quando la guerra o lazione di guerra viene operata 
                  da più soggetti, quelli che svolgono gran parte delle 
                  azioni militari sono rimborsati generosamente delle spese sostenute, 
                  e quindi traggono dei vantaggi significativi.  
                  Esempio palese di questo criterio è la Nato. Lasse 
                  militare della Nato è composto dallesercito americano 
                  e dal supporto della Gran Bretagna. I paesi che aderiscono alla 
                  Nato sono numerosi, ma non tutti partecipano alle azioni militari 
                  e comunque non partecipano mai come principali esecutori. Ciò 
                  vuol dire che gli Stati Uniti, ogni qual volta intervengono 
                  con la Nato, sono rimborsati da altri paesi delle spese militari 
                  sostenute.  
                  Ed è anche per questo che lONU è boicottata 
                  dagli Stati Uniti. Lazione dellONU viene compiuta 
                  da paesi che non sono direttamente interessati al conflitto 
                  quindi anche paesi piccoli sono impegnati nellazione ONU; 
                  non vi sono eserciti privilegiati nello svolgere gli interventi, 
                  ma tutti i paesi partecipano abbastanza equamente. I contributi 
                  allONU vengono invece erogati dai paesi in ragione della 
                  loro potenza e possibilità. Ciò vuol dire che 
                  gli Stati Uniti ci rimettono in ogni azione in quanto pagano 
                  eserciti di altri.  
                  Non solo, ma lazione militare dellONU è solitamente 
                  finalizzata alla riduzione della conflittualità, lesercito 
                  ONU non interviene direttamente, cerca di dirimere e di non 
                  aumentare il livello di scontro. Per questo è un esercito 
                  che non consuma bombe né carri armati né munizioni. 
                  Un esercito che quindi non interessa i produttori di armamenti, 
                  un esercito di pace che non interessa nemmeno i generali.  
                  E gli Stati Uniti, che sono il maggiore contribuente dellONU, 
                  sono anche il loro maggiore debitore con 313 milioni di dollari, 
                  ovvero il 76% dei mancati incassi delle Nazioni Unite, e sono 
                  lunico membro delle Nazioni Unite che trattiene il denaro 
                  con motivazioni di politica interna [1].  
                  Ancora più grave lazione di indebolimento delle 
                  Nazioni Unite attuata per quanto riguarda le missioni di pace, 
                  che sono osteggiate palesemente sia con lindisponibilità 
                  di stanziare risorse e personale da parte di alcuni membri sia 
                  attraverso i veti ad attuare nuove azioni.  
                
                   
                    |                        I 
                        dati del business 
                        In un documento ripreso da Internet, elaborato da uno 
                        studente del Politecnico di Milano, è stato fatto 
                        un bilancio sui costi e i ricavi della guerra dellIraq, 
                        appaiono dei dati che, ancorché indicativi, denunciano 
                        quanto la guerra sia un affare. I costi della guerra del 
                        Golfo sono ammontati a 40 miliardi di dollari; il 25% 
                        dei costi è stato coperto dagli USA, il 75% dai 
                        Paesi Arabi; il prezzo del petrolio, nel corso della guerra, 
                        è lievitato da 15 dollari a barile fino a 42 dollari 
                        a barile, generando un guadagno aggiuntivo stimabile in 
                        circa 60 miliardi di dollari; il 50% di questo guadagno 
                        è andato al governo locale, il 50% alla multinazionale 
                        che controlla il giacimento (30 miliardi di dollari ciascuno); 
                        le compagnie che controllano le estrazioni in Medio Oriente 
                        sono sette, tutte americane, di cui cinque statali; da 
                        ciò si evince che i Paesi Arabi hanno sostenuto 
                        un costo di 30 miliardi di dollari per spese di guerra 
                        ricavando altrettanto dal rincaro del petrolio. Il Governo 
                        USA ha sostenuto costi per spese di guerra pari a 10 miliardi 
                        di dollari e ha guadagnato 21 miliardi di dollari per 
                        il rincaro del petrolio con un ricavo di 11 miliardi di 
                        dollari; le Compagnie private USA hanno ricavato 9 miliardi 
                        di dollari. A questi dati va aggiunto che i 45 miliardi 
                        di dollari di spese di guerra, essendo costituiti per 
                        gran parte di costi relativi ad attrezzature e strumentazioni 
                        prodotte dallindustria bellica americana, sono diventati 
                        il guadagno per queste stesse imprese americane. Infine, 
                        i 60 miliardi di dollari che hanno costituito il guadagno 
                        derivato dal rincaro del petrolio sono stati pagati dagli 
                        utilizzatori del petrolio, e quindi anche direttamente 
                        da noi. Solo lattuale minaccia della guerra nel 
                        Golfo ha fatto salire quasi del 30% il prezzo del petrolio 
                        tra gennaio e febbraio del 2003. [8]  
                       | 
                   
                 
                  
                Il 
                costo degli armamenti 
                Le spese militari annue sono pari a circa 1.200 miliardi di 
                  dollari; esse superano la spesa annuale della seconda guerra 
                  mondiale ed equivalgono alla spesa totale della prima [1].  
                  Ogni anno circa 50 miliardi di dollari di armi convenzionali 
                  costituiscono il mercato di armi tradizionali [1].  
                  Il commercio internazionale delle armi dal 1960 è pari 
                  a circa 1.500 miliardi di dollari. I due terzi di questa produzione 
                  sono diretti verso paesi in via di sviluppo. Tra il 1984 e il 
                  1995 i paesi in via di sviluppo hanno ricevuto circa 15.000 
                  carri armati, 34.000 pezzi di artiglieria, 27.000 veicoli blindati; 
                  quasi 1.000 tra navi da guerra e sommergibili, 4.200 aerei da 
                  combattimento, più di 3.000 elicotteri, circa 48.000 
                  missili e milioni di armi di piccolo calibro [1].  
                  Questa vendita è molto efficace per diversi ordini di 
                  motivi. In primo luogo aumenta il debito estero del paese e 
                  quindi ne aumenta la dipendenza nei confronti di coloro con 
                  cui ha contratto il debito; in secondo luogo indirizza i finanziamenti 
                  verso consumi improduttivi come gli armamenti che riducono la 
                  possibilità di una autonomia economica e sociale del 
                  paese interessato; in terzo luogo potenziano nel paese quei 
                  soggetti più vicini culturalmente e politicamente ai 
                  fornitori e dunque più legati allapparato produttivo 
                  militare e ai militari stessi del paese esportatore.  
                  Attraverso questo ultimo punto si riesce a controllare levoluzione 
                  politica del paese importatore e attraverso il potenziamento 
                  di un sistema aberrante quale quello militare si contribuisce 
                  al tentativo di soffocare scenari differenti.  
                
                   
                    |                        Armi 
                        e profitti 
                        Negli ultimi venti anni si calcola che siano stati immessi 
                        sul mercato ogni anno 6 milioni di armi leggere e che 
                        oggi vi siano in circolazione circa 550 milioni di armi 
                        da fuoco. Nel solo 2000 sono stati prodotti almeno 15 
                        miliardi di munizioni [9]  
                        Durante la seconda guerra mondiale gli eserciti schierati 
                        raggiunsero il numero di 69 milioni di soldati e nelle 
                        fabbriche di armamenti lavoravano 45 milioni di persone 
                        [1].  
                        Immaginiamoci quali siano stati i profitti ottenuti con 
                        luso di questa enorme massa di manodopera, spesso 
                        sottoretribuita in ragione delle ristrettezze economiche 
                        della guerra, e con prezzi di prodotto elevate in ragione 
                        dellindispensabilità dellapprovvigionamento. 
                         
                        La Boeing, la Northrop Grumann, la Raytheon, la Lockeed 
                        Martin e le quattro principali ditte interessate alla 
                        costruzione e vendita di aerei e missili, hanno sostenuto 
                        la campagna elettorale di numerosi politici sia repubblicani 
                        sia democratici (il 40% dei proventi annuali della Boeing 
                        sono per la vendita di armamenti). [4]  
                        La Alliant Techosystems, che è limpresa maggiore 
                        fornitrice di munizioni per le forze armate americane, 
                        nel 2000 ha speso 460.000 dollari per azioni di lobbying 
                        e nel 2001 ha versato contributi elettorali per 136.000 
                        dollari. [4]  
                        Laumento delle spese militari ha interessato, tra 
                        il 98 e il 2001, anche lAfrica (31%), lEuropa 
                        (28%), Asia del Sud (26%), Medio Oriente (25%). [10]  
                        Gli USA hanno avviato il più massiccio riarmamento 
                        della loro storia: il bilancio militare è salito 
                        dai 250 miliardi di dollari del 1999 agli attuali 379; 
                        questa cifra è pari al 40% della spesa militare 
                        di tutto il pianeta, è superiore alla somma delle 
                        spese militari delle 14 maggiori potenze militari, è 
                        pari a poco meno del totale del PIL dellIndia, a 
                        metà di quello del Brasile, ad un terzo di quello 
                        italiano. [6]  
                        Secondo conti operati dalla Casa Bianca relativamente 
                        alla questione irachena, in caso di attacco via terra 
                        dovrebbero essere impegnati 270.000 militari professionisti, 
                        100.000 riservisti, 1500 aerei, 800 elicotteri, 800 carri 
                        armati, almeno 60 navi da guerra, per un costo di 12,5 
                        miliardi di dollari per lo schieramento, 9,2 miliardi 
                        di dollari per il primo mese di guerra, 7,5 miliardi di 
                        dollari per ciascuno dei mesi successivi, 7,3 miliardi 
                        di dollari per lo smantellamento delloperazione. 
                        Come risulta evidente, con queste cifre si potrebbe eliminare 
                        ogni problema relativo alla fame nel mondo. [11]  
                        Il missile da crociera Tomahawk BGM-109, prodotto dalla 
                        Raytheon, costa due milioni di dollari; sullIraq 
                        contano di lanciarne circa 3000 nelle prime ore. [4]  
                        Un F16 costa circa 100 milioni di dollari, un carro armato 
                        M1 costa circa 5,9 milioni di dollari. [12]  
                        Le spese militari su scala mondiale ammontano a circa 
                        240 miliardi di dollari. La quota degli Usa equivale a 
                        circa il 20% del PIL mondiale. Un solo missile del tipo 
                        di quelli lanciati in Kossovo o in Afghanistan costa 2 
                        milioni di dollari, somma con cui si potrebbero vaccinare 
                        tutti i bambini del pianeta. [13]  
                        Mediamente negli ultimi anni sono commercializzati 38 
                        miliardi di dollari di armi; negli anni 90 circa 
                        il 70% degli ordinativi mondiali relativi alle armi è 
                        relativo ai paesi del Terzo Mondo. Tra il 1995 e il 2000 
                        gli Usa hanno coperto il 47,3% del mercato degli armamenti, 
                        la Russia il 15,4%, la Francia il 9,4%, la Gran Bretagna 
                        il 6,7%, la Germania il 5,8%. Ad eccezione dellIndia, 
                        tutti i primi dieci importatori di armamenti hanno quale 
                        fornitore principale gli Stati Uniti. (Il fatto che il 
                        valore medio annuo delle armi sia tra i 35 e 45 miliardi 
                        di dollari, circa l1% del commercio mondiale, non 
                        spiega il potere condizionante di questo settore nella 
                        vita economica e politica dei singoli paesi). [12] Tra 
                        i più grandi importatori, nel biennio 1999-2000, 
                        cè Taiwan (10,9%), Arabia Saudita (7,6%), 
                        Turchia (5,7%), Corea del Sud (5,6%). I primi 15 acquirenti 
                        di armamenti nel mondo assorbono il 64,1% della domanda 
                        globale, quattro di essi (Israele, Turchia, India e Pakistan) 
                        sono coinvolti in conflitti di lunga durata, e nove (Taiwan, 
                        Arabia Saudita, Corea del Sud, Cina, Grecia, Egitto, UAE, 
                        Kuwait e Malaysia) si trovano in aree instabili da decenni. 
                        [12]  
                     | 
                   
                 
                  
                 
                La 
                scuola di preparazione alla guerra 
                La preparazione alla guerra si attua tutti i giorni in quasi 
                  tutte le società del mondo; uneducazione costante 
                  puntigliosa che passa anche per atti apparentemente normali. 
                   
                  Al mondo vi sono circa 22 milioni di militari. [1] Se a questi 
                  aggiungiamo tutti quelli che lo sono stati, i riservisti, ecc., 
                  si comprende lincidenza allinterno delle società 
                  di una mentalità che per quanto lesercito possa 
                  essere democratico è strutturata sulluso della 
                  forza.  
                  Vi è leducazione al parossismo allintransigenza 
                  al confronto immotivato e semplicistico che viene effettuata 
                  attraverso il bieco tifo calcistico in cui uno trova soddisfazione 
                  nella sconfitta dellaltro, in cui si abituano le persone 
                  a dedicarsi integralmente ad una passione, basata sulla differenza 
                  dei colori di magliette, che diventa scelta di vita immotivata 
                  come la guerra e la sua dinamica.  
                  Ma lallenamento al nemico alla forza alla capacità 
                  di eliminarlo passa ogni giorno attraverso i videogiochi o i 
                  film di violenza.  
                  I film negli ultimi dieci anni: almeno sei film che trattavano 
                  di guerra, per gran parte in maniera acritica, hanno ricevuto 
                  degli oscar. Nella settimana dal 29/12/02 al 4/1/03 le sette 
                  reti principali in Italia hanno trasmesso dieci film, esclusi 
                  quelli della notte, aventi per oggetto la guerra. A questi, 
                  volendo, possono essere aggiunti tutti quelli: polizieschi, 
                  thriller, dove vi è comunque un uso della violenza, armata 
                  e gratuita, che costituiscono almeno un terzo della programmazione 
                  televisiva, incluse le piccole reti, costantemente lungo il 
                  corso dellanno.  
                  Dei circa 18.000 film censiti dal catalogo Morandini circa 2.000 
                  hanno come oggetto o come principale luogo di azione la guerra 
                  (a questi vanno uniti tutti i polizieschi, investigativi, fantascientifici, 
                  horror dove comunque vi è un uso della violenza armata 
                  e gratuita).  
                  Ma questo non è casuale. È un progetto educativo 
                  visto che la produzione dei videogiochi afferisce a pochi produttori 
                  e che lottanta per cento di questi film è prodotto 
                  negli Stati Uniti. Non è un caso che in prossimità 
                  delle guerre vincano gli oscar film che trattano di guerra e 
                  non è un caso che loscar labbia vinto Cercate 
                  il soldato Ryan e non La sottile linea rossa 
                  film di guerra ma profondamente critico.  
                  In questo promuovere la stampa è altro strumento di supporto. 
                   
                  La stampa si è dedicata a sostenere la preparazione della 
                  guerra. Ciò non è avvenuto solamente con la dichiarazione 
                  di appoggio alle politiche belliciste ma con azione di supporto 
                  indiretto e camuffato come ad esempio il sostegno alla centralità 
                  dellesercito senza parlare di guerra. Tra gli altri La 
                  carica dei Rambo di Alexander Hamilton, con sottotitolo 
                  Duri e spietati, capaci di mangiare serpenti o stare immobili 
                  per giorni in una gabbia, sono pronti a tutto, naturalmente 
                  anche a morire, più decine di foto di veri 
                  uomini armati, rilassati, umani, efficienti (pubblicato 
                  in D di Repubblica, 14 dicembre 2002).  
                  Per avere una informazione effettiva di cosa stesse succedendo 
                  in Afghanistan Marc Herold, professore universitario statunitense, 
                  ha ricostruito il numero totale delle vittime civili dal 7 ottobre 
                  2001 al 18 gennaio 2002 attraverso le informazioni pubblicate 
                  su dieci diversi quotidiani americani. Nessun giornale infatti 
                  comunicava che ogni giorno morivano mediamente più di 
                  40 civili sotto lazione dellesercito americano. 
                  Linformazione è asservita e il dato significante 
                  passa parcellizzato e minimizzato. [14] La preparazione alla 
                  guerra si attua tutti i giorni in quasi tutte le società 
                  del mondo; uneducazione costante puntigliosa che passa 
                  anche per atti apparentemente normali.  
                  Al mondo vi sono circa 22 milioni di militari. [1] Se a questi 
                  aggiungiamo tutti quelli che lo sono stati, i riservisti, ecc., 
                  si comprende lincidenza allinterno delle società 
                  di una mentalità che per quanto lesercito possa 
                  essere democratico è strutturata sulluso della 
                  forza.  
                  Vi è leducazione al parossismo allintransigenza 
                  al confronto immotivato e semplicistico che viene effettuata 
                  attraverso il bieco tifo calcistico in cui uno trova soddisfazione 
                  nella sconfitta dellaltro, in cui si abituano le persone 
                  a dedicarsi integralmente ad una passione, basata sulla differenza 
                  dei colori di magliette, che diventa scelta di vita immotivata 
                  come la guerra e la sua dinamica.  
                  Ma lallenamento al nemico alla forza alla capacità 
                  di eliminarlo passa ogni giorno attraverso i videogiochi o i 
                  film di violenza.  
                  I film negli ultimi dieci anni: almeno sei film che trattavano 
                  di guerra, per gran parte in maniera acritica, hanno ricevuto 
                  degli oscar. Nella settimana dal 29/12/02 al 4/1/03 le sette 
                  reti principali in Italia hanno trasmesso dieci film, esclusi 
                  quelli della notte, aventi per oggetto la guerra. A questi, 
                  volendo, possono essere aggiunti tutti quelli: polizieschi, 
                  thriller, dove vi è comunque un uso della violenza, armata 
                  e gratuita, che costituiscono almeno un terzo della programmazione 
                  televisiva, incluse le piccole reti, costantemente lungo il 
                  corso dellanno.  
                  Dei circa 18.000 film censiti dal catalogo Morandini circa 2.000 
                  hanno come oggetto o come principale luogo di azione la guerra 
                  (a questi vanno uniti tutti i polizieschi, investigativi, fantascientifici, 
                  horror dove comunque vi è un uso della violenza armata 
                  e gratuita).  
                  Ma questo non è casuale. È un progetto educativo 
                  visto che la produzione dei videogiochi afferisce a pochi produttori 
                  e che lottanta per cento di questi film è prodotto 
                  negli Stati Uniti. Non è un caso che in prossimità 
                  delle guerre vincano gli oscar film che trattano di guerra e 
                  non è un caso che loscar labbia vinto Cercate 
                  il soldato Ryan e non La sottile linea rossa 
                  film di guerra ma profondamente critico.  
                  In questo promuovere la stampa è altro strumento di supporto. 
                   
                  La stampa si è dedicata a sostenere la preparazione della 
                  guerra. Ciò non è avvenuto solamente con la dichiarazione 
                  di appoggio alle politiche belliciste ma con azione di supporto 
                  indiretto e camuffato come ad esempio il sostegno alla centralità 
                  dellesercito senza parlare di guerra. Tra gli altri La 
                  carica dei Rambo di Alexander Hamilton, con sottotitolo 
                  Duri e spietati, capaci di mangiare serpenti o stare immobili 
                  per giorni in una gabbia, sono pronti a tutto, naturalmente 
                  anche a morire, più decine di foto di veri 
                  uomini armati, rilassati, umani, efficienti (pubblicato 
                  in D di Repubblica, 14 dicembre 2002).  
                  Per avere una informazione effettiva di cosa stesse succedendo 
                  in Afghanistan Marc Herold, professore universitario statunitense, 
                  ha ricostruito il numero totale delle vittime civili dal 7 ottobre 
                  2001 al 18 gennaio 2002 attraverso le informazioni pubblicate 
                  su dieci diversi quotidiani americani. Nessun giornale infatti 
                  comunicava che ogni giorno morivano mediamente più di 
                  40 civili sotto lazione dellesercito americano. 
                  Linformazione è asservita e il dato significante 
                  passa parcellizzato e minimizzato. [14]                   Gli uomini 
                Le guerre contemporanee sono il massimo della diversificazione 
                  degli uomini in caste. I sodati angloamericani morti nella Prima 
                  guerra del Golfo sono stati circa centocinquanta, in parte ammazzati 
                  dagli stessi commilitoni o morti in incidenti. I militari iracheni 
                  morti sono stati circa centomila, i civili cinquecentomila incluso 
                  lembargo.  
                  In Serbia tremila morti civili contro meno di dieci morti militari. 
                   
                  Le caste dei combattenti sono protette. La casta dei vincitori 
                  garantisce di non morire, di giocare con le vite degli altri, 
                  di avere gloria e medaglie ma di non morire con dolore, di avere 
                  il minimo di contatto con gli sconfitti per non essere eventualmente 
                  turbati. Alla casta degli alleati locali garantisce potere sui 
                  civili, massacri e violenze, incluse quelle sessuali, resa dei 
                  conti con faide antiche, il minimo del rischio possibile. Alla 
                  casta dei militari sconfitti garantisce stipendio, mangiare, 
                  qualche massacro non punito, violenze, ma non la vita. Alla 
                  casta dei civili perdenti non garantisce nulla. Alla casta dei 
                  civili locali qualche piccola soddisfazione. Alla casta dei 
                  civili vincitori garantisce di non essere disturbati.  
                  
                Sabotare 
                la pace 
                La massima fatica dellapparato militare non è 
                  quella di fare una guerra. Lì ci si diverte: aerei che 
                  volano, bombe, morti, assalti, eroi, armamenti spaziali. La 
                  gente guarda attonita, allibita, eccitata, sgomenta. Ma a quel 
                  punto è fatta: sono convinti che sia necessaria e se 
                  dura poco, come deve durare poco, non cè tempo 
                  per capire bene che cosa stia avvenendo, e dopo è fatta. 
                   
                  La massima fatica dellapparato è quella di preparare 
                  le condizioni della guerra ovvero sabotare la pace.  
                  Un lavoro in ombra, fatto da piccole azioni che mettono zizzania, 
                  creano tensioni, complicano il quadro delle relazioni, allontanano, 
                  quando si manifestasse, la risoluzione dei problemi in modo 
                  pacifico.  
                  Piccoli eserciti che combattono per un dio, una fede, una terra, 
                  un popolo, una nazione, una tribù ma allinterno 
                  di una strategia, ovvero finanziati, sostenuti, educati alla 
                  guerra, di cui non conoscono obiettivi e non capiscono il ruolo 
                  che svolgono.  
                  Una quantità enorme di finanziamenti va a queste attività. 
                   
                  Uno dei maggiori esempi è la questione palestinese.   
                La rivincita 
                degli ignoranti 
                In guerra hanno massimo spazio le semplificazioni. Semplificazioni 
                  di ragionamenti e di comportamenti: la salvezza, la paura, la 
                  soddisfazione delle vittoria. Cercare di mangiare, di bere, 
                  di sopravvivere.  
                  In questa semplificazione, ridotta alla dinamica elementare 
                  amico-nemico, passa una logica utilitaristica al raggiungimento 
                  dellesito finale, qualunque cosa può essere fatta 
                  se aiuta al raggiungimento del fine. Ogni atto, anche il più 
                  barbaro, è legittimo, basta che comporti nocumento allavversario 
                  e vantaggio allamico: sentimenti, gusto, bellezza, natura 
                  non hanno più senso, non vengono nemmeno considerati 
                  come elementi di scelta. Tutto è consentito. E la guerra 
                  è in questo la rivincita degli ignoranti, di coloro che 
                  ignorano le infinite relazioni tra gli uomini, tra luomo 
                  e il suo ambiente, la cultura, i caratteri dei luoghi e delle 
                  comunità.  
                  Nella seconda guerra mondiale la distruzione di Dresda fu attuata 
                  attraverso un bombardamento alleato pochi giorni prima della 
                  capitolazione, con le truppe sovietiche già a pochi chilometri 
                  dalla città, nella consapevolezza che in essa non si 
                  rintanava una armata tedesca ma circa duecentomila rifugiati 
                  dai territori limitrofi nella speranza che lunica città 
                  darte della Germania non ancora distrutta fosse risparmiata. 
                  Questa azione non portava nessun vantaggio militare ma un ulteriore 
                  onere per la popolazione tedesca e uno svantaggio per il futuro 
                  blocco dellest che aveva unaltra ferita da rimarginare: 
                  il tutto con solo trecentomila morti, il più 
                  grande massacro da bombardamento, superiore alla sperimentazione 
                  delle incendiarie su Amburgo, con i suoi circa centocinquantamila 
                  morti, superiore a Nagasaki e Hiroshima messi insieme.   
                La giustizia 
                  di guerra 
                È una giustizia molto chiara, forse la più chiara 
                  e palese di tutte le forme di giustizia applicate dagli stati: 
                  chi vince ha ragione. Così al termine della seconda guerra 
                  mondiale vengono processati i criminali nazisti, ma solo alcuni, 
                  perché altri sono lasciati scappare per mantenere quella 
                  rete anticomunista che era la fissazione degli occidentali, 
                  o per utilizzarli come funzionari delle nuove polizie ad est 
                  e ovest indifferentemente. Per gli alleati che hanno bombardato 
                  intere popolazioni civili non succede nulla, ma non succede 
                  nulla nemmeno per i militari tedeschi che hanno sterminato intere 
                  popolazioni civili nei paesi occupati. A distanza di anni ancora 
                  oggi si chiede giustizia per assassini che hanno vissuto tranquillamente 
                  la loro esistenza.  
                  Così Milosevic è processato non perché 
                  sia un assassino, ve ne sono altrettanti da questaltra 
                  parte, ma perché ha perso e non è divenuto servo 
                  dei vincitori, o perché non è funzionale al loro 
                  progetto.  
                  La giustizia di guerra è bella. Riesce anche ad avere 
                  le assoluzioni da parte delle religioni.   
                Piccole 
                guerre private e grandi manovre 
                Gli eserciti nazionali di molti paesi sono stati finanziati 
                  e gestiti in ragione della loro appartenenza ad uno dei blocchi 
                  su cui si inscenava la guerra fredda. Al cambiamento delle condizioni 
                  strategiche complessive questi eserciti, quando non si trovavano 
                  in aree di crisi, non hanno più goduto di finanziamenti. 
                   
                  Ciò ha comportato che si sono riorganizzati su basi di 
                  potere locali; molto meno efficienti a scala più vasta, 
                  con armi di scarto delle potenze che li finanziavano, hanno 
                  avuto mano libera alla conflittualità locale, tacitata 
                  precedentemente in ragione di un interesse di ordine superiore. 
                   
                  Questi eserciti si sono dedicati a massacri e carneficine locali 
                  con esiti solitamente molto efficaci in termini di aumento di 
                  dipendenza dallesterno e di riduzione dellautonomia 
                  nel controllo delle risorse.  
                  Questo lasciare fare, o meglio stimolare i belligeranti locali 
                  che comunque garantiscono il flusso di risorse e di profitti 
                  voluti, ha peggiorato significativamente la qualità della 
                  vita in tutto il pianeta. La violenza esercitata da queste bande 
                  impedisce il raggiungimento dei valori minimi di convivenza, 
                  rappresenta una minaccia quotidiana per chi volesse vivere autonomamente, 
                  non da servo, la propria esistenza, rende impossibile la diffusione 
                  di quei comportamenti civili che sono alla base della ricostruzione 
                  di quelle comunità sociali che questo modello e gli interessi 
                  coloniali precedenti hanno distrutto.  
                  Queste bande armate, questi conflitti servono a continuare lo 
                  sfruttamento, a rendere impossibile qualsiasi altra soluzione, 
                  a negare rispetto alle persone, a renderle insicure, affannate, 
                  terrorizzate in un clima continuo di olocausto, di incertezza, 
                  di impossibilità di modificare le proprie condizioni 
                  di esistenza.  
                  E queste condizioni di guerra continua sono funzionali allattuale 
                  assetto del mercato, allattuale sistema produttivo, allattuale 
                  dinamica di potere.  
                
                
                   
                    |  
                       Piccoli 
                        eserciti  
                        Le multinazionali petrolifere e minerarie, che operano 
                        nello sfruttamento delle risorse in paesi in via di sviluppo, 
                        solitamente si dotano di piccoli eserciti di protezione 
                        dei campi di sfruttamento. In alcuni casi, come lOccidental 
                        Petroleum in Colombia, la Shell in Nigeria, la ExxonMobile 
                        in Indonesia, questi eserciti hanno svolto un ruolo di 
                        addestratori dellesercito nazionale. [9] Questa 
                        condizione è diffusamente riscontrabile in Centro 
                        America, con i produttori di banane e gli eserciti che 
                        controllano i campi e obbligano i lavoratori a modalità 
                        di lavoro e di vita insostenibili. Vi sono società 
                        che mettono a disposizione mercenari, solitamente militari, 
                        professionisti in cerca di occupazione o maggiori guadagni. 
                        Le società che reclutano e distribuiscono mercenari 
                        sono quotate in borsa a Wall Street, e godono ottima salute. 
                         
                     | 
                   
                 
                  
                Gli 
                  scenari futuri 
                Lo sfruttamento di risorse avviene a ritmi superiori a quelli 
                  consentiti dagli ecosistemi. La quantità di risorse prelevata, 
                  nonostante sia superiore alle capacità dei sistemi, è 
                  molto inferiore alle richieste del mercato. In questo si evidenzia 
                  un ambito di pericolosità estrema. Ovvero il prezzo delle 
                  risorse potrebbe aumentare, direttamente connesso alla loro 
                  indispensabilità per la produzione di merci, e quindi 
                  aumenterebbe linteresse al loro controllo.  
                  Aumentare i prezzi di vendita e ridurre i costi di produzione. 
                  Per fare questo lo strumento più utilizzato è 
                  quello di mettere in stato di necessità il venditore 
                  della materia prima. Ciò avviene in tutta lAfrica 
                  centrale, ad esempio in Sierra Leone o in Angola, dove i lunghi 
                  periodi di guerra hanno permesso il prelievo di risorse e la 
                  loro vendita ad un prezzo bassissimo. Nel modello applicato 
                  le compagnie che gestiscono lacquisto delle risorse pagano 
                  pochissimo ma lo pagano direttamente allesercito che controlla 
                  le risorse stesse e, attraverso quei soldi, si arricchisce e 
                  si potenzia così da poter esercitare un maggiore controllo 
                  sullarea; avendo però necessità assoluta 
                  di soldi e armi abbassa il prezzo e svende la risorsa di cui 
                  dispone.  
                  Attraverso le guerre locali i grandi imprenditori occidentali 
                  hanno tratto un cospicuo vantaggio.  
                  Lo scenario, che si rilegge abbastanza chiaramente in quanto 
                  praticato su larga scala, è quello di una estesa destabilizzazione, 
                  la più estesa possibile e non solo nei paesi in via di 
                  sviluppo ma in tutti quelli in cui vi siano risorse; questo 
                  consente di ottenere la caduta dei prezzi delle risorse, la 
                  creazione di stati di necessità attraverso piccole guerre 
                  locali, che, nel caso convenga, possono essere anche estese 
                  ad altre aree. Nessun interesse per il controllo dello stato 
                  ma solo dellarea in cui vi sono le risorse. Bande di armati, 
                  eserciti privati, piccoli eserciti finanziati per mantenere 
                  questo stato di alterazione che consente di eliminare lautonomia 
                  delle comunità.  
                  Questo modello è oggi palese per il mercato dei diamanti, 
                  per le foreste, per alcuni materiali fondamentali per la produzione 
                  industriale più avanzata, ma è destinato ad estendersi 
                  anche a risorse che sono di uso più diffuso e attualmente 
                  di maggiore accessibilità. Prima tra tutti lacqua. 
                   
                  Nei territori fuori mura desertici, abbandonati, distrutti gli 
                  individui vagano dispersi e impauriti nei territori dentro le 
                  mura illuminati, convulsi allusivi gli individui tessono nevrotici 
                  le reti del potere.   
                I paranoici 
                Non si può sottovalutare che nel mondo vi siano dei 
                  malati che, ahinoi, stanno spesso al potere. Non è una 
                  combinazione che la scalata al potere richieda di essere paranoici 
                  (immaginatevi una vita a fare scarpe agli altri 
                  ed evitare il contrario, una vita di accordi da smentire alla 
                  prima occasione, di interessi da celare, di piaceri da fare, 
                  di discussioni infinite, di parole vuote
) in quanto esso 
                  stesso è paranoico.  
                  Che si può dire ad uno che afferma che: con i suoi 
                  cento milioni di abitanti e un arco di cinquecento chilometri 
                  di isole contenenti la riserva di risorse naturali più 
                  ricca della regione, lIndonesia è il più 
                  ambito trofeo del sud est asiatico, specialmente se questi 
                  è R. Nixon? E siamo nel 1967, subito dopo una delle più 
                  grandi carneficine di disarmati voluta, finanziata, sostenuta 
                  dagli Stati Uniti, a proposito della quale, nello stesso anno, 
                  H. Holt, primo ministro australiano, ebbe modo di dichiarare: 
                  Ora che da 500.000 a un milione di simpatizzanti comunisti 
                  sono fuori dai piedi credo sia sensato ritenere che sia in atto 
                  un riorientamento.  
                  Del resto la visione indifferente è il fondamento della 
                  guerra: Essi sanno che il loro paese è nostro
che 
                  dettiamo noi il modo in cui loro vivono e parlano. E questa 
                  è la cosa importante dellAmerica, ora. È 
                  una buona cosa, specialmente se là cè un 
                  sacco di petrolio che serve a noi W. Looney, comandante 
                  dei bombardamenti in Iraq. Quando fu domandato a M. Albright, 
                  ambasciatore degli Stati Uniti alle NU, se la morte, attestata 
                  dallUNICEF dal 1991 al 1998, in Iraq di cinquecentomila 
                  bambini dipesa dalle sanzioni imposte dai vincitori, anche sulle 
                  medicine, fosse il prezzo da pagare dichiarò riteniamo 
                  che il prezzo ne valga la pena.  
                  Una cronista si rivolse al ministero della difesa inglese al 
                  più alto funzionario connesso alla questione Iraq nel 
                  1999 dopo che aveva assistito ad un bombardamento nelle zone 
                  di non sorvolo che aveva colpito un povero e inerme villaggio 
                  uccidendo civili e greggi: sono appena tornata da Mosul 
                  disse  dove voi state bombardando pecore, e mi chiedevo 
                  se avete qualcosa da dire a riguardo, ci riserviamo 
                  il diritto di intraprendere azioni di forza  rispose il 
                  funzionario  se minacciati.  
                  Guerre totali, mancanza di dialogo, dichiarazioni esagitate 
                  sono alla base della contemporanea comunicazione Cheney, vicepresidente 
                  americano, nella quale sostiene che la guerra potrebbe 
                  non esaurirsi nello spazio delle nostre vite, e T. Blair, 
                  primo ministro inglese, a proposito di quei pezzenti e già 
                  stipendiati fissi angloamericani dei talebani dichiara: nessun 
                  compromesso è possibile con questa gente
 abbiamo 
                  solo una scelta: sconfiggerli o farci sconfiggere.  
                  Illuminanti sono le dichiarazioni, lontane nel tempo ma vicine 
                  nella continuità, di Lord Curzon, viceré delle 
                  Indie, nel 1898: Confesso che per me [i paesi] sono pezzi 
                  di una scacchiera sulla quale si sta giocando un grande gioco 
                  per il dominio del mondo, e di G. Kennan, pianificatore 
                  strategico degli Stati Uniti, nel 1948: Abbiamo il 50% 
                  del benessere mondiale ma solo il 6,3% della sua popolazione. 
                  In questa situazione, il nostro vero compito nel prossimo periodo
 
                  sarà di mantenere questa posizione di disparità. 
                  Per far ciò, dovremmo fare a meno di ogni sentimentalismo
 
                  smetterla di pensare ai diritti umani, al miglioramento degli 
                  standard di vita e alla democratizzazione.  
                  E infine T. Friedman, giornalista del NY Times, svela le relazioni 
                  tra mercato e controllo militare: McDonalds non 
                  potrà mai funzionare senza la McDonnel Douglas che ha 
                  progettato lF-15. E il pugno nascosto che mantiene il 
                  mondo sicuro per le tecnologie di Silicon Valley si chiama Esercito, 
                  Aviazione, Marina e corpo dei marines americani.  
                  Sono questi gli attuali vincitori ed è possibile, ma 
                  né auspicato né desiderato, che in futuro ve ne 
                  siano altri.  
                  Questa forma di paranoia è un modo di intendere la vita 
                  e le cose del mondo che non è propria di uno stato, ma 
                  forse è propria degli stati.  
                  Non capisco questo clamore intorno alluso del gas. 
                  Personalmente sono fortemente a favore delluso contro 
                  le tribù non civilizzate, Winston Churchill, segretario 
                  di Stato, Ufficio della guerra Britannico, autorizzando luso 
                  di armi chimiche contro la rivolta irachena.  
                
                   
                    |  
                       La 
                        fantasia applicata 
                        Gli Usa progettano minibombe atomiche (testo pubblicato 
                        sul sito del Los Alamos Study Group). Negli Usa è 
                        allo studio una nuova generazione di testate nucleari 
                        di piccola potenza (low-yeld) capaci di penetrare profondamente 
                        nel terreno (300 metri di granito) prima di esplodere; 
                        in Russia sono allo studio piccole testate nucleari (mini-nukes) 
                        di 0,4 kilotoni da utilizzare sul campo di battaglia (il 
                        tentativo è quello di cancellare la distinzione 
                        tra armi nucleari e convenzionali legittimandone luso 
                        in un conflitto convenzionale o abbassando la soglia dun 
                        conflitto nucleare).[6] LAmministrazione Bush sta 
                        lavorando per una difesa a strati (layered 
                        defence) consistente in molti tipi complementari di difesa 
                        antimissili (previsione dei costi sottostimata: 115 miliardi 
                        di dollari). La Russia ha condotto un test su missili 
                        balistici intercontinentali a tre stadi più un 
                        veicolo post-boost contenente una testata 
                        nucleare che vola ad alta velocità nellatmosfera 
                        per superare le difese antimissili; sono già in 
                        produzione missili intercontinentali con più di 
                        sei testate nucleari. Nella Prima guerra del Golfo è 
                        possibile che gli USA abbiano fatto uso di aggressivi 
                        allucinogeni; recentemente sono in corso esperimenti nel 
                        Nevada di produzione di agenti biologici letali usando 
                        lingegneria genetica. Durante la guerra dei Balcani 
                        gli Usa lanciarono unoffensiva cyber-combat 
                        disturbando la rete di comando e controllo dellesercito 
                        iugoslavo, azzerando i computer, inserendo messaggi ingannevoli, 
                        disturbando la rete telefonica. [6] È in via di 
                        sperimentazione una bomba che esplode in quota in condizione 
                        di generare un campo magnetico di 200 milioni di watt, 
                        in grado di oscurare tutte le apparecchiature 
                        elettroniche ed elettriche. [15]  
                        Gas nervini, agenti vescicanti (tra cui mostarda 
                        azotata), agenti asfissianti, agenti tossici per 
                        il sangue, sono alcune delle armi chimiche largamente 
                        diffuse in molti eserciti del mondo; sono considerate 
                        armi biologiche virus e batteri che provocano epidemie, 
                        tra gli altri: antrace, brucellosi, encefalite, tifo, 
                        tubercolosi, vaiolo, colera, peste, ecc. Le armi biochimiche 
                        sono considerate le più efficaci; per 
                        ottenere lo stesso numero di morti a miglio quadrato servono, 
                        ad esempio, 32 tonnellate di bombe a grappolo, 5 chili 
                        di materiale fissile nucleare, 8 grammi di spore di antrace. 
                        [16]  
                        Le industrie sviluppano la ricerca in stretta connessione 
                        con gli apparati militari e frequentemente producono soluzioni 
                        tecnologiche avanzate che o vengono utilizzate esclusivamente 
                        dai militari o da essi controllate.  
                        È il caso questo dei rilevamenti satellitari o 
                        di Internet, ma avviene anche che alcune soluzioni tecniche 
                        vengano mantenute strettamente in ambito militare per 
                        avere un vantaggio in termini strategici. È il 
                        caso questo, ad esempio, delle auto ad idrogeno che mentre 
                        stentano ad entrare nel mercato civile, rimanendo a livelli 
                        di prototipo, sono state già inserite allinterno 
                        delle dotazioni dellesercito statunitense (30.000 
                        unità entro il 2010). [17]  
                      Se 
                        tutta questa capacità creativa fosse applicata 
                        al benessere delle persone
  
                     | 
                   
                 
                Alcune 
                  riflessioni sui comportamenti 
                Anche il comportamento dei singoli individui può condizionare 
                  pesantemente le scelte dei governi e dei soggetti promotori 
                  delle guerre.  
                  Ridurre al minimo il consumo di benzina, gli spostamenti con 
                  mezzi, il consumo energetico (in particolare per quanto attiene 
                  le guerre legate al petrolio, ma comunque il prezzo del petrolio 
                  è il maggiore sistema di finanziamento di alcuni dei 
                  principali conflitti).  
                  Boicottare le merci dei paesi belligeranti e in particolare 
                  degli aggressori rendendo manifeste le proprie posizioni.  
                  Criticare qualunque comportamento che sostenga il confronto 
                  belligerante come sistema risolutivo delle questioni tra stati. 
                   
                  Boicottare le banche che finanziano il mercato delle armi.  
                  Denunciare gli interessi che sostengono le guerre.  
                    
                
                
                   
                    |  
                       Bibliografia 
                      Fonti 
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                        [7] WarNews. Notizie dai conflitti nel mondo (2002), Il 
                        prezzo della vittoria, www.warnews.it 
                         
                        [8] Tratto da una lezione del corso di Modellistica e 
                        gestione delle risorse naturali 1 del Politecnico di Milano 
                        ripreso da Internet, in Liberazione 1.3.2003  
                        [9] Ciampo M. (2002), Pianeta guerra. Il conflitto 
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                        Moenia, Napoli  
                        [10] WarNews. Notizie dai conflitti nel mondo (2002), 
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                        www.warnews.it 
                        [11] Il costo della guerra, i conti della Casa Bianca, 
                        in Liberazione 5.3.2003  
                        [12] Ludovisi A. (2002), Guerra globale e corsa al 
                        riarmo, in Guerra & Pace, aprile, www.mercatiesplosivi.com/guerrepace 
                        [13] AAVV (2002), Le perle del neoliberismo, in 
                        Rebedilia, n. 1, supplemento Liberazione  
                        [14] Herold M.(2002), Bombardamenti in Afghanistan. 
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                        [15] de Sandoval P. (2003), Irak quederà a oscurar 
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                        [16] Farioli L. (2003), Chi può cambiare un 
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                        [17] Borgomeo V. (2003), Lauto a idrogeno va 
                        come una bomba (solo per i militari), in Il venerdì 
                        di Repubblica 
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                        AA.VV. Limes. Rivista italiana di geopolitica (2003), 
                        numero monografico La strana guerra, n. 1/03, Gruppo 
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                        AA.VV. Limes. Rivista italiana di geopolitica (2002), 
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                        Rogers P.(2002), Fuori controllo. Idee militari di 
                        un mondo in disordine, DeriveApprodi, Roma  
                        Roy A. (2003), Guerra è pace, Guanda Editore, 
                        Milano  
                        Sbilanciamoci (a cura) (2002), Economia a mano armata. 
                        Gli intrecci tra industria, finanza e spesa militare in 
                        Italia, Sbilanciamoci, Milano-Roma  
                        Strada G. (1999), Pappagalli verdi, Feltrinelli, 
                        Milano  
                        Worldwatch Institute (2002), Vital Signs 2000, 
                        Edizioni Ambiente, Milano  
                        Zinn H. (2002), Non in nostro nome, Il saggiatore, 
                        Milano  
                      Siti 
                        www.stopessowar.org 
                        il sito della campagna di boicottaggio delle benzine Esso 
                         
                        www.emergency.it 
                        il sito della campagna «Fuori lItalia dalla 
                        Guerra»  
                        web.tiscali.it/traduttoriperlapace 
                        traduzioni in e da tutte le lingue di messaggi  
                        contrari alla guerra  
                        www.peacelink.it/mediawatch 
                        osservatorio sulla disinformazione dei media sulla  
                        guerra  
                        www.unimondo.org 
                        informazioni sulla «pace preventiva» e altro 
                         
                        www.nowartv.it; 
                        www.globalradio.it; 
                        www.tvglobal.org 
                        notizie e informazioni sulla  
                        guerra  
                        www.fermiamolaguerra.it 
                        sito del coordinamento «Fermiamo la guerra» 
                         
                        www.whithouse.gov/news/release/2002/12/WMDStrategy.pdf 
                        Il pilastro della teoria della guerra preventiva  
                        www.hrw.org 
                        Il sito Rapporto di Human Rights Watch  
                        www.projects.sipri.se/armstrade 
                        Il sito dellIstituto Internazionale di ricerche 
                        sulla pace di Stoccolma (Sipri)  
                        www.amnesty.it 
                        Il sito di Amnesty International sezione Italiana  
                        www.warnews.it 
                        Il sito di WarNews Notizie dai conflitti del mondo, banca 
                        dati aggiornata  
                        www.mercatiesplosivi.com/guerrepace 
                        Il sito della Rivista Guerra & Pace, sono scaricabili 
                        interi numeri della rivista  
                        www.un.org 
                        Il sito delle Nazioni Unite  
                        www.zabriskypoint.org/guerra.htlm 
                        Sito con informazioni ed elaborazioni contro la guerra 
                         
                        www.iacenter.org 
                        Il sito dellInternational Action Center  
                        www.lunaria.org/sbilanciamoci 
                        Il sito di Sbilanciamoci! Come usare la spesa pubblica 
                        per la società, lambiente, la pace  
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                        Questo 
                        volantone  
                        è 
                        stato realizzato da Adriano Paolella e Zelinda Carloni. 
                        Per contattarli via e-mail, scrivete a antiglo@email.it 
                         
                         
                      Questo 
                        volantone è il sesto di una serie   curata 
                        da Adriano e Zelinda  iniziata con Globalizzazione 
                        - Idee per capire, vivere ed opporsi al nuovo modello 
                        di profitto, uscito nel n. 274 (estate 2001) in versione 
                        bilingue (italiano ed inglese) in coincidenza con la mobilitazione 
                        a Genova contro il G8.  
                        Nel novembre 2001 è poi seguito Le strategie 
                        della fame, supplemento al n. 276, realizzato in vista 
                        del vertice di Roma della FAO, poi rinviato.  
                        Nel marzo del 2002 è stato pubblicato il terzo, 
                        Riscaldamento globale e controllo sociale, come 
                        supplemento al n. 279.  
                        Nell'estate 2002 è stato pubblicato il quarto, 
                        Il controllo delle risorse, come supplemento al 
                        n. 283. 
                        Il quinto, dal titolo Asserviti alla mobilità, 
                        è uscito come supplemento al n. 286 del dicembre 
                        2002-gennaio 2003. 
                        Ne sono previsti altri, in un prossimo futuro. 
                        Chi volesse ricevere copie singole e/o per la diffusione, 
                        ci contatti per conoscerne disponibilità e prezzi.  
                         
                        Questo volantone esce come supplemento al n. 290 (maggio 
                        2003) della rivista mensile anarchica A, direttrice 
                        responsabile Fausta Bizzozzero, registrazione al tribunale 
                        di Milano n. 72 in data 24.2.1971, stampa e legatoria 
                        Officina Grafica (Milano).  
                         
                        A esce regolarmente 9 volte lanno dal febbraio 1971. 
                        Non esce nei mesi di gennaio, agosto e settembre. È 
                        in vendita per abbonamento postale, in numerose librerie 
                        e presso centri sociali, circoli anarchici, botteghe ecc. 
                        Se ne vuoi una copia/saggio, chiedicela. Siamo alla ricerca 
                        di nuovi diffusori.  
                         
                        Per qualsiasi informazione, compresa la lista completa 
                        dei nostri prodotti (volantone antifascista, Letture 
                        di Bakunin, Kropotkin, Malatesta e Proudhon, volantoni 
                        della serie anti-globalizzazione, maglietta Segno Libero, 
                        poster di Malatesta 1921, cd+libretto di Fabrizio De André 
                        ed avevamo gli occhi troppo belli, dossier Signora 
                        libertà, signorina anarchia dedicato a De André, dossier 
                        su Franco Serantini, lista di oltre cento cd, mc, ecc. 
                        della Musica per A, ecc.) contattaci. Se ci fai avere 
                        per fax, e-mail o in segreteria telefonica il tuo indirizzo 
                        completo, ti spediamo a casa tutte le info necessarie 
                        per poter ordinare quello che vuoi.  
                         
                        Una copia di A costa 3,00 euro, labbonamento annuo 
                        30,00 euro, quello estero 40,00 euro, labbonamento sostenitore 
                        da 100,00 euro in su. 
                         
                        Editrice A, cas. post. 17120, I - 20170 Milano  
                        tel. (+ 39) 02 28 96 627,  
                        fax (+ 39) 02 28 00 12 71  
                        e-mail arivista@tin.it 
                         
                        sito web www.anarca-bolo.ch/a-rivista 
                         
                        conto corrente postale 12 55 22 04  
                        conto corrente bancario n. 107397 presso Banca Etica 
                        filiale di Milano (abi 05018, cab 01600)  
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