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                Mi ha molto toccato lesperienza 
                  complessiva di questi incontri, organizzati a ventanni 
                  di distanza dal concerto tenuto nella stessa città, Carrara, 
                  da Fabrizio De André e dai musicisti del suo gruppo a 
                  sostegno della stampa anarchica.  
                  No, purtroppo non cero lì a Carrara ventanni 
                  fa (anche se a quel tempo ho assistito altrove ad un concerto 
                  di De André con la PFM), ma da qualche parte nel cuore 
                  sento che quel concerto di Carrara devessere 
                  stato per forza diverso da quello che invece ho visto e sentito 
                  io. Diverso come impatto, come intensità oltre che come 
                  contesto e ragioni.  
                  Smettendo di fantasticare, vi racconterò che sono arrivato 
                  troppo tardi la sera del venerdì 5 aprile per poter partecipare 
                  allincontro con i collaboratori di Fabrizio: hanno raccontato 
                  le proprie esperienze dirette Piero Milesi, Reinhold Kohl, Mauro 
                  Pagani, Massimo Bubola e Franz Di Cioccio, nomi che immagino 
                  conosciate bene e probabilmente meglio di me.  
                  Il ritardo non mi ha comunque impedito di raccogliere, una volta 
                  arrivato, certi umori serali (più che ad un convegno 
                  di studi si respirava unaria da incontro tra amici, stando 
                  a quanto mè stato raccontato), certi discorsi e 
                  commenti (ancora, ho sentito raccontare più volte e con 
                  tono sempre sorpreso della disponibilità 
                  dimostrata da persone dal nome noto, ritenute a torto inavvicinabili). 
                   
                  Latmosfera era verificabile allincontro seguito 
                  alla proiezione del bel film Faber, realizzato da 
                  Romano Giuffrida e Bruno Bigoni, questultimo presente 
                  in sala per raccontare, dire, spiegare. Un film del tutto particolare 
                  questo, che racconta Fabrizio De André senza mai mostrarlo 
                  direttamente ma scegliendo strade secondarie: i racconti degli 
                  amici e dei conoscenti, la voce registrata in occasione di interviste 
                  o di concerti, qualche scampolo di canzone. Molti sono stati 
                  sorpresi nellascoltare, giusto mentre scorrevano i titoli 
                  di coda, la voce di Fabrizio che sintrecciava a quella 
                  di Max Manfredi ne La fiera della Maddalena, un 
                  brano suggestivo ma poco conosciuto, purtroppo circolato poco. 
                   
                  Interessanti e curiose le due mostre allestite, quella fotografica 
                  di Reinhold Kohl (che ha più volte saputo ritrarre un 
                  Fabrizio De André naturale ed umano) e quella di vinili, 
                  poster ed altri oggetti curata dallenciclopedico 
                  Mariano Brustio.  
                  Molte centinaia di persone hanno partecipato allincontro 
                  del sabato pomeriggio, in cui Mauro Macario, Romano Giuffrida, 
                  Cristina Valenti, Paolo Finzi e Franco Fabbri si sono alternati 
                  nello spiegare i loro punti di vista su di un Fabrizio 
                  De André quanto mai vivo e presente.  
                  Un momento di viva emozione cè stato nella sala 
                  quando, improvvisamente, sè messo in funzione un 
                  cd-player diffondendo la composizione di Franco Fabbri dedicata 
                  a Carlo Giuliani, realizzata utilizzando e trattando elettronicamente 
                  frammenti della voce di Fabrizio De André su loop elettronici 
                  di Brahms (non cera stato verso di far funzionare il cd-player 
                  al momento desiderato: probabilmente gli spiriti sapevano 
                  qualera il momento più adatto
).  
                  Altro momento di profonda emozione è stato lingresso 
                  in sala di Fernanda Pivano, accompagnata da Dori Ghezzi. Un 
                  grande abbraccio le ha accolte, in forma di applauso lungo e 
                  caldo. La Pivano ha parlato a lungo del suo Fabrizio, 
                  senza vergognarsi della commozione che le faceva luccicare gli 
                  occhi e tremare la voce, riservando per lui un posto di grande 
                  rispetto nel mondo dei Poeti invece che nel mondo dei cantanti 
                  di musica leggera.  
                  Altro intervento molto applaudito e a suo modo divertente è 
                  stato quello di don Andrea Gallo della comunità S. Benedetto 
                  di Genova, prete di strada.  
                  La sera di sabato è stata caratterizzata dai concerti 
                  dal vivo di Mauro Pagani e Massimo Bubola: due maniere diverse 
                  di cantare e suonare così come diverse sono le loro strade. 
                  Sul palco, improvvisato presentatore, Reinhold Kohl, fotografo 
                  e amico di Fabrizio, nonché organizzatore dellevento. 
                  Il teatro era strapieno, peccato davvero che ci sia stata così 
                  tanta gente costretta a rimanere fuori.  
                  Mauro Pagani ed il suo gruppo hanno impressionato per profondità 
                  espressiva e per la cura meticolosa delle forme del suono: niente 
                  era fuori posto nel loro splendido mosaico. Il musicista ha 
                  offerto laltra parte del cielo di Creuza de mà, 
                  sorprendendo per lintensità poetica della sua musica 
                  e per lamore sconfinato con cui tratteneva le canzoni 
                  tra le dita prima di lanciarle in aria a prendere colore. Davvero 
                  indimenticabile la sua versione struggente di Sidun, 
                  una canzone disperata tornata violentemente attuale proprio 
                  in quei giorni.  
                  A sorpresa, non annunciato nei manifesti né dalle solite 
                  voci di corridoio, tra Mauro Pagani e Massimo Bubola, è 
                  salito sul palco Vittorio De Scalzi, cantante e chitarrista 
                  di un gruppo rock mitico, i New Trolls. Grande mestiere, la 
                  polvere di tanta strada sulle scarpe, De Scalzi ha proposto 
                  una manciata di perle difficili da Senza orario, senza 
                  bandiera (lalbum realizzato dai New Trolls nel 1968 
                  su testi di De André e Riccardo Mannerini) e da Non 
                  al denaro, non allamore né al cielo (album 
                  in cui egli partecipò come chitarrista in tutti i pezzi), 
                  affiancato dalle brillanti improvvisazioni di Mauro Arcari. 
                   
                  Un grande successo di pubblico ha ottenuto anche Massimo Bubola, 
                  accompagnato dallo straordinario violinista Michele Gazich. 
                 
                  
                  Marco Pandin 
                  
                La 
                  mostra di storici vinili (e altri oggetti) curata da Mariano 
                  Brustio 
                  
                  
                Il 
                  servizio-libreria curato dal Circolo anarchico "Gogliardo 
                  Fiaschi" 
                  
                  
                La 
                  mostra di fotografie "Signora libertà, signorina 
                  anarchia" di Reinhold Kohl 
                  
                  
                da 
                  sinistra: Cristina Valenti, Paolo Finzi, Romano Giuffrida, 
                  Fernanda Pivano 
                  
                  
                da 
                  sinistra: Mauro Pagani, Franz di Cioccio, Piero Milesi, 
                  Reinhold Kohl e lassessore Marilina Ulivi 
                  
                  
                Al 
                  teatro degli Animosi la presentazione di Faber. 
                  Da sinistra: Bruno Bigoni e Mariano Brustio 
                  
                 
                  
                  
                 
                  
                  
                 
                Mauro 
                  Pagani 
                  
                  
                Vittorio 
                  De Scalzi e Mario Arcari 
                  
                  
                Michele 
                  Gazich e Massimo Bubola 
                  
                  
                Tra 
                  il pubblico, in seconda fila Giovanna Alimonti e Dori Ghezzi, 
                  davanti Franco Fabbri (questa foto è di Letizia Delia) 
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