Trentamila poliziotti mobilitati. 
                    Diciottomila concentrati solo nella piccola regione del Wendland. 
                    Quindicimila manifestanti dispersi lungo ottanta chilometri 
                    di ferrovia e strada. Centoventi milioni di marchi  
                    circa centoventi miliardi di lire  costa questo scherzetto 
                    allo stato tedesco, quaranta miliardi in più delle 
                    spese "normali". Centinaia di arresti, centinaia 
                    di giornalisti da tutto il mondo. Attivisti da tutta la Germania, 
                    da Olanda e Inghilterra, ma soprattutto provenienti dal luogo. 
                    
                    È un sommario resoconto del primo trasporto di rifiuti 
                    nucleari fatto in Germania dopo il 1997. Questa volta con 
                    il beneplacito dei Grünen finalmente al governo.
                    Un campo d'azione fondamentale del movimento ecologista tedesco 
                    del dopoguerra  all'interno del quale nel 1976 è 
                    nato il partito dei verdi  è stata la lotta antinucleare. 
                    L'opposizione al nucleare è stato quasi un mito fondatore 
                    per i Grünen. E questo dà l'idea di quanto 
                    scandalosa possa oggi suonare la politica del governo rosso-verde 
                    alle orecchie dei vecchi e nuovi ambientalisti. Ma se è 
                    vero che il movimento ecologista e le sue rivendicazioni sono 
                    patrimonio della sinistra radicale tedesca, è bene 
                    ricordare che fino alla seconda guerra mondiale fu invece 
                    il pensiero di destra (tra cui il nazismo) a monopolizzare 
                    i temi legati alla natura: Blut und Boden (sangue e 
                    terra), Naturschutz ist Heimatschutz (difesa della 
                    natura è difesa della patria) ecc.
                    Il partito dei verdi fu pensato come braccio parlamentare 
                    del movimento ovvero come alleato all'interno delle istituzioni 
                    politiche. La democrazia di base era tra le caratteristiche 
                    fondamentali che avrebbero dovuto qualificarne la diversità. 
                    Nei primi anni Ottanta i verdi entrano per la prima volta 
                    in coalizioni che governano alcuni Länder (regioni), 
                    ma è solo nel 1998 che entrano a fare parte del governo 
                    federale in coalizione con la SPD. Ai verdi spetta tra gli 
                    altri il "Ministero dell'Ambiente, della Difesa del Patrimonio 
                    Naturale, e della Sicurezza dei Reattori nucleari". Al 
                    governo, si trovano prima ad avvallare l'intervento militare 
                    in Kosovo e poco dopo a negoziare l'"uscita" dal 
                    nucleare. Lo slogan della campagna elettorale era chiaro e 
                    lapidario: "solo con noi avrà fine l'uso dell'energia 
                    nucleare". 
                    Dopo le elezioni è cominciata la "mediazione": 
                    incontri con l'industria della produzione di energia nucleare, 
                    con il cancelliere, fortissime pressioni da parte del Koalitionspartner 
                    (SPD). La decisione finale è un capolavoro di machiavellismo 
                    che i leader dei verdi hanno confezionato nella speranza di 
                    non perdere del tutto il consenso della base. Uscita dal nucleare, 
                    sì, ma con calma e con qualche aiuto all'industria 
                    che lo gestisce: viene sancita la possibilità di continuare 
                    a produrre energia atomica per un equivalente di quella prodotta 
                    in Germania fino ad oggi (il che significa, con gli standard 
                    odierni, per almeno altri diciotto anni e altrettanta quantità 
                    di rifiuti nucleari); il governo si prende l'incarico di garantire 
                    "l'assenza di disturbi" alla produzione e ai trasporti. 
                    Questa cosa è stata chiamata dalla dirigenza dei verdi 
                    Atomkonsens, come a dire un compromesso accettabile 
                    per tutte le parti in gioco. Ed è stato sottolineato 
                    più volte che in questo modo si è chiuso definitivamente 
                    un conflitto pluridecennale.
                    Con questo vestito nuovo bianco e innocente riprendono anche 
                    i trasporti di rifiuti nucleari, interrotti nel '97 per motivi 
                    di sicurezza. E riprende il conflitto.
                  
                  
 Lo 
                    straordinario dei poliziotti
                  Gorleben è una cittadina a un centinaio di chilometri 
                    a sud est di Amburgo. A metà degli anni Settanta venne 
                    deciso di installarvi un impianto gigantesco di "riciclaggio" 
                    di rifiuti nucleari. La zona sembrava ideale: con la densità 
                    di popolazione più bassa della Germania Ovest; politicamente 
                    inattiva, con forti tendenze conservatrici (agricoltori, piccoli 
                    proprietari); a ridosso della frontiera con la DDR. Questo 
                    primo progetto non si poté però realizzare a 
                    causa di una inaspettata resistenza da parte della popolazione 
                    locale (ancora a metà degli anni Ottanta il presidente 
                    del Land Niedersachsen disse che non si dava la possibilità 
                    di imporre un tale progetto). Si ripiegò sull'idea 
                    di un deposito "interinale" per i rifiuti nucleari.
                    Storie analoghe si ripeterono anche in altre parti della Germania, 
                    al punto che si decise di delegare del tutto il "riciclaggio" 
                    agli impianti di Francia (La Hague) e Inghilterra (Sellafield). 
                    Si è creato così il circolo vizioso di una produzione 
                    industriale di energia atomica che non riesce ad occuparsi 
                    dei propri rifiuti e li spedisce altrove, ricevendoli di nuovo 
                    indietro, non sapendo ancora come gestirli definitivamente. 
                    Fino ad oggi non è stata costruita alcuna struttura 
                    per lo stoccaggio sine tempora dei rifiuti atomici: pare che 
                    non sia possibile nemmeno in teoria immaginare qualcosa che 
                    sia "sicuro" per la durata di venti o trentamila 
                    anni.
                    Il deposito interinale di Gorleben diventa attivo solo a metà 
                    degli anni Novanta. Prima della sospensione momentanea nel 
                    1997 avvengono tre trasporti nucleari (in treno fino alla 
                    stazione più vicina e poi con colonna di camion per 
                    i restanti trenta chilometri). Ad ogni nuovo arrivo la protesta 
                    cresce, fino ad assumere la forma di una vera e propria resistenza 
                    civile. Nel marzo del 1997, in occasione del terzo trasporto, 
                    circa diecimila manifestanti danno un saggio di cosa significhi 
                    protestare attivamente: si scavano trincee sulla strada su 
                    cui dovrebbero transitare i camion speciali, cinquanta trattori 
                    dei contadini della zona bloccano un altro passaggio, alberi 
                    e materiali vari vengono ammassati come barricate in vari 
                    tratti di strada e ferrovia, ecc. La polizia interviene in 
                    forze. L'eco di queste proteste supera i confini della Germania. 
                    
                    Era chiaro fin da subito che un blocco non avrebbe potuto 
                    funzionare a lungo contro l'intervento di migliaia di poliziotti 
                    e di mezzi blindati. Ma è l'azione in sé a rivelarsi 
                    vincente: rendere questi trasporti ancora più costosi 
                    di quello che sarebbero in assenza di proteste. E ciò 
                    è risultato vero al punto di far riprendere il dibattito 
                    sulla loro fattibilità pratica. La cifra spesa per 
                    il trasporto di quest'anno, lo ripetiamo, si aggira sui centoventi 
                    miliardi di lire, ma c'è anche da tenere in conto un 
                    limite contrattuale per le ore continuative di straordinario 
                    per i poliziotti. 
                    Tra il marzo del 1997 e il marzo del 2001, durante la pausa 
                    "tecnica", si era accumulata una grande quantità 
                    di rifiuti. Per questo il movimento antinucleare comincia 
                    a parlare di Verstopfungsstrategie, la strategia dell'intasamento: 
                    rendere inagibili i trasporti di rifiuti significa, de facto, 
                    bloccare la produzione di energia atomica.
                    Tra il 1999 e il 2000 è stato stilato il famoso Atomkonsens, 
                    di cui si è gia detto. Sia da parte della dirigenza 
                    dei Grünen che da parte dei gruppi di attivisti 
                    di base  con opposte paure e speranze  ci si è 
                    chiesto quanto intensa sarebbe stata una successiva mobilitazione 
                    contro i trasporti. L'occasione della verifica è arrivata 
                    appunto con il primo della nuova serie di trasporti nucleari 
                    (dovrebbero essere due all'anno solo per Gorleben e una cinquantina 
                    in tutta la Germania). 
                    Nei giorni precedenti alla data stabilita (28 marzo 2001) 
                    i mass media tedeschi hanno contribuito a farne un evento. 
                    Ma a parte le chiacchiere dei giornalisti c'era nell'aria 
                    vera preoccupazione. Da parte sia dei verdi, che si sono trovati 
                    per la prima volta nella storia del loro partito contemporaneamente 
                    da una parte e dall'altra di una battaglia civile. Da parte 
                    della polizia, che ha giocato la carta della diplomazia: parole 
                    e slogan ad alta risonanza mediologica come Konfliktmanager 
                    e wir können auch anders (noi possiamo anche 
                    (cavarcela) in un altro modo), di cui non stiamo a sottolineare 
                    il raffinato sarcasmo. E infine da parte dei manifestanti, 
                    che ricordavano le puntate precedenti.
                    In ogni caso i vari gruppi di attivisti si erano messi in 
                    moto già da qualche mese. Venivano organizzati incontri 
                    per una preparazione pratica e teorica: training per azioni 
                    nonviolente, discussioni sui metodi di presa di decisione 
                    democratica in situazioni di stress emotivo, descrizioni della 
                    topografia del "campo di battaglia", informazioni 
                    sulle conseguenze legali, pronto soccorso, ecc.
                    Nessuno lo avrebbe detto, ma all'appuntamento si sono presentati 
                    tutti e anche qualcuno di più (noi, per esempio). Dopo 
                    una prima manifestazione di diciassettemila persone a Lüneburg 
                    (la penultima stazione del tratto ferroviario) il sabato 24/3, 
                    una media di circa diecimila dimostranti rimane nella regione 
                    per cinque giorni.
                    La strategia generale è quella di dividere il percorso 
                    da Lüneburg a Gorleben (circa 80 km, di cui 50 km di 
                    ferrovia e 30 di strada) in segmenti; anche i manifestanti 
                    sono divisi per macroregioni di provenienza; ogni macroregione 
                    si occupa di un segmento: sia per le azioni di disturbo che 
                    per la parte logistica di accoglienza, pernottamento e elaborazione 
                    e trasmissione di informazioni. A questo va aggiunta la presenza 
                    dell'organizzazione con più attivisti, X-tausendmal 
                    quer (letteralmente: X-migliaia di volte contro). Chi 
                    scrive ha preso parte alla protesta nel paese di Dannenberg 
                    (situato al termine della ferrovia, dove i contenitori  
                    Castor  vengono traslocati su camion speciali), 
                    dove c'era un campo organizzato dal Bürgerinitiative 
                    Lüchow-Dannenberg (BI), il movimento di protesta 
                    civile della zona.
                    Il BI costituisce la spina dorsale della resistenza. 
                    Conta oggi migliaia di simpatizzanti di tutte le età 
                    (tra cui parecchi adolescenti e nonnetti), molti dei quali 
                    hanno procurato cibo, aiuti vari e alloggi sia privati che 
                    pubblici (noi abbiamo dormito una notte in una chiesa evangelica 
                    messa a completa disposizione dei manifestanti). Altra presenza 
                    locale è quella della Bäuerliche Notgemeinschaft 
                    (organizzazione di categoria degli agricoltori che nel frattempo 
                    si è politicizzata), con il suo pratico arsenale di 
                    varie decine di trattori, carri e rimorchi.
                    Sarebbe troppo lungo elencare tutti i gruppi che hanno partecipato 
                    alla protesta: gruppi di iniziativa locale, grandi organizzazioni 
                    ambientaliste come Greenpeace e Robin Wood, 
                    Autonome, Antifas, anarchici etc. 
                  
                  
 Organizzazione 
                    "alla tedesca"
                  La polizia, da parte sua, ha fatto anch'essa del suo meglio. 
                    Diciottomila uomini e centinaia di mezzi tra camion, blindati, 
                    panzer, idranti, elicotteri. La strategia era quella di presentarsi 
                    a stranieri, giornalisti e opinione pubblica in una veste 
                    moderata e civile, praticando allo stesso tempo una ferma 
                    opposizione ai dimostranti: cariche e inseguimenti in zone 
                    non "coperte" dai mass media, divieti per alcuni 
                    campi, minacciosa presenza capillare sul territorio, divieto 
                    per la popolazione locale ad avere più di due ospiti, 
                    divieti ripetuti per molte manifestazioni e così via.
                    Scontata la tecnica della criminalizzazione: prima si sgombera 
                    immotivatamente un campo e poi si fa circolare la voce di 
                    violente e provocatorie azioni da parte dei manifestanti. 
                    Cosa questa, in quest'occasione  ci piace poterlo notare 
                     davvero falsa. La stragrande maggioranza, per non dire 
                    tutte le azioni degli attivisti sono state fatta nelle forme, 
                    peraltro efficacissime, della resistenza civile nonviolenta: 
                    blocco e sabotaggio dei binari e delle strade, azioni simboliche, 
                    manifestazioni diurne e notturne, gesti individuali ad effetto 
                    (simbolico ma anche molto pratico) come incatenarsi e/o cementarsi 
                    ai binari (gesti che da soli hanno fatto ritardare di molte 
                    ore il passaggio del treno, e che sono costati l'ospedale 
                    ad alcuni degli attivisti).
                    Gli agricoltori erano una presenza rassicurante. Tranquilli 
                    e determinati, arrivavano ad un certo punto con trattori e 
                    rimorchi carichi di sacchi di sabbia appositamente preparati 
                    (hanno detto, uno per ogni poliziotto: 18.000) da accatastare 
                    in mezzo a strade e stradine giusto per far lavorare un po' 
                    di braccia gli sbirri. Il letame non poteva mancare: ne è 
                    stato regalato qualche quintale all'autorità e deposto 
                    davanti all'uscita di una caserma. E così via. Molto 
                    importante è stato l'effetto di concretezza e popolarità 
                    della protesta che le centinaia di contadini hanno trasmesso. 
                    Così come il simbolo della protesta: una X (riprodotta 
                    nelle dimensioni e coi materiali più disparati) che 
                    si incontra un po' dappertutto nel Wendland.
                    Vale la pena di citare alcuni tratti della logistica e dell'organizzazione 
                    "alla tedesca" della protesta. Si è già 
                    detto dei vari campi: all'interno di essi hanno operato gruppi 
                    più piccoli, spesso totalmente indipendenti, che si 
                    sono occupati delle varie mansioni di base. Un plauso speciale 
                    ai giovanotti olandesi che hanno gestito una delle cucine. 
                    Un camion speciale di Greenpeace seguiva le varie manifestazioni 
                    a destra e a manca offrendo ad ogni pausa un servizio di ristoro 
                    caldo (ci siamo dimenticati finora di dire che per tutta la 
                    durata della protesta il tempo è stato inclemente, 
                    pioggia e temperature da pieno inverno).
                    Un servizio di pronto soccorso indipendente è stato 
                    costantemente attivo. A causa della prevista opera di controllo 
                    telefonico massiccio da parte della polizia (anche sui cellulari) 
                    è stato attivato un servizio messaggeri in motocicletta. 
                    In ogni campo, poi, la fondamentale presenza di punti di informazione, 
                    con possibilità di interagire con un sito internet 
                    appositamente attivato per quei giorni.
                    Circa duemila tra fermati e portati in prigione, ventinove 
                    poliziotti feriti (il numero dei manifestanti feriti, verosimilmente 
                    un pochino più alto, non è disponibile) e un 
                    po' di movimento in una zona altrimenti tranquilla. Alla fine 
                    di tutto l'ambaradan il trasporto è stato fatto. Ma, 
                    come titolava il Frankfurter Allgemeine Zeitung (preminente 
                    giornale conservatore), per lo Stato si è trattato 
                    di "un successo operativo" ma anche di "una 
                    sconfitta strategica": ritardo di un giorno sulla tabella 
                    di marcia (mai successo prima d'ora); costi più alti 
                    che mai; la discussione sul nucleare di nuovo aperta; movimento 
                    antinucleare rafforzato contro ogni aspettativa; primi vaghi 
                    segnali di stanchezza da parte di politici e dirigenti della 
                    polizia riguardo ad un meccanismo che potrebbe ripetersi più 
                    volte all'anno.
                    Il prossimo trasporto annunciato per la cittadina di Gorleben 
                    è a ottobre. Appuntamento in cima ai binari.
                  
 
                    P.Kamper e F. De Libero
                  
                  
                     
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                         La 
                          cronaca 
                        Venerdì, 
                          23 marzo 2001. Studenti occupano le palestre a Hitzacker 
                          e Dannenberg per procurare posti letto aggiuntivi per 
                          i manifestanti dopo che la polizia aveva impedito l'allestimento 
                          di alcuni campi. 
                          Sabato, 24 marzo. 17000 persone manifestano a 
                          Lünenburg inaugurando i giorni di resistenza. Contemporaneamente, 
                          alla frontiera tra Germania e Francia (da dove arriva 
                          il treno atomico) altri 1500 protestano. Sempre più 
                          comunità (nel senso di parrocchie, ma protestanti) 
                          decidono di lasciare le chiese aperte per il pernottamento 
                          dei manifestanti senza tetto. 
                          Domenica, 25 marzo. 500 trattori e migliaia di 
                          persone sfilano per protesta da Gorleben a Seerau. 250 
                          persone occupano brevemente i binari. 
                          Lunedì, 26 marzo. Presidi in numerosi 
                          passaggi a livello. Tornei di carte e di pallavolo sui 
                          binari a Hitzacker. 300 persone riescono a rimuovere 
                          il pietrisco da sotto i binari. Sit-in di 600 persone 
                          vicino a Lünenburg. Manifestazione di pattinatori 
                          e ciclisti. Si costruisce un terrapieno di sacchi di 
                          sabbia sul tratto di strada del trasporto. 
                          Martedì, 27 marzo. Il treno viene continuamente 
                          bloccato da diversi gruppi alla frontiera franco-tedesca. 
                          Azioni degli agricoltori con trattori per rallentare 
                          il traffico della polizia in varie strade della zona. 
                          1500 attivisti di X-Tausendmal quer sui binari. 
                          Attivisti di Greenpeace si legano con una complicata 
                          apparecchiatura ai binari. Alla sera cresce l'affluenza 
                          ad una manifestazione vicino a Dannenberg fino a circa 
                          12000 persone; tentativi di avvicinarsi alla gru (che 
                          serve a caricare i Castor) e intervento della 
                          polizia con idranti e manganelli. Azione di 4 attivisti 
                          di Robin Wood che si incatenano ad un blocco 
                          di cemento sotto ai binari (si saprà in seguito 
                          che era stato predisposto mesi prima). 
                          Mercoledì, 28 marzo. Un fondista (atleta) 
                          scommette con la polizia che arriverà prima lui 
                          a Dannenberg del treno coi Castor: vince di misura. 
                          Grazie all'azione di Robin Wood che dura fino 
                          al pomeriggio, il treno deve fare marcia indietro. 
                          Giovedì, 29 marzo. Si completa il trasporto, 
                          con un giorno di ritardo. 
                        
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                         Contatti, 
                          indirizzi 
                        www.x1000malquer.de 
                          www.bi-luechow-dannenberg.de 
                          www.de.indymedia.org 
                          www.squat.net/aap-berlin 
                          www.sortirdunucleaire.org 
                          (una bella cronaca fotografica) 
                          www.concernedphotography.com 
                        X-Tausendmal 
                          quer -"überall". 
                          Artillerie abschaffen Str. 6, 27283 Verden (Germania) 
                          BI Umweltschutz Lüchow-Dannenberg 
                          Drawehner Str. 3 29439 Lüchow (Germania) 
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