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                 Perchè un Convegno di studi su Merlino alle soglie del XXI 
                  secolo? 
                 
                 Lorganizzazione del Convegno su Merlino si colloca allinterno 
                  di un progetto politico e culturale di ricerca e di approfondimento 
                  delle radici storiche e dellattualità del socialismo libertario, 
                  che il gruppo di compagni e amici che hanno dato vita allAssociazione 
                  Arti e Pensieri sta portando avanti da tempo. Un momento particolarmente 
                  significativo di questo percorso di ricerca è stato rappresentato 
                  dal Convegno su Andrea Caffi svoltosi a Bologna nel novembre 
                  del 1993, organizzato in collaborazione con la Biblioteca Libertaria 
                  Armando Borghi di Castel Bolognese (gli Atti di quel Convegno 
                  sono stati poi pubblicati dalla Biblioteca Franco Serantini 
                  di Pisa nel 1996). Procedendo in questa ricerca era pressochè 
                  inevitabile arrivare a confrontarsi prima o poi con la figura 
                  di Saverio Merlino, che del socialismo libertario è stato sicuramente 
                  uno dei maggiori interpreti. Cè da chiedersi semmai perchè 
                  nessuno prima della nostra iniziativa abbia mai pensato di organizzare 
                  un Convegno su Merlino, di cui per inciso cade questanno il 
                  settantesimo anniversario della morte. Eppure Merlino è stato 
                  un esponente di primo piano del movimento anarchico e del socialismo 
                  italiano, e soprattutto è stato un pensatore e un teorico originale 
                  e di notevole spessore culturale, in grado di fornire ancora 
                  oggi spunti di riflessione e proposte di soluzione su alcuni 
                  nodi teorici e politici di estrema rilevanza. In questo senso 
                  Merlino, che dopo il suo abbandono dellanarchismo rimase sostanzialmente 
                  un incompreso e un isolato, e che anche dopo la sua morte è 
                  stato a lungo ingiustamente trascurato dalla cultura italiana, 
                  si presenta a noi oggi con una sorprendente attualità. Tra i 
                  teorici del socialismo vissuti tra lOttocento e la prima metà 
                  del Novecento - uso il termine socialismo nella sua accezione 
                  più ampia -, Merlino è uno dei pochi che abbiano retto alla 
                  prova del tempo, e che abbiano ancora cose da dirci. Soprattutto 
                  in questa nostra epoca in cui si sono sgretolate tante certezze 
                  ideologiche e in cui la sinistra si interroga su se stessa, 
                  sui propri valori fondanti e sul suo futuro, diventa importante 
                  rivisitare criticamente il passato alla ricerca di punti di 
                  riferimento - magari pochi ma chiari - da cui ripartire. E Merlino, 
                  lo ripeto, è uno dei pochi teorici della sua epoca che possa 
                  ancora aiutarci a pensare. Certo, non si deve pretendere di 
                  trovare in lui - come del resto in chiunque altro - la soluzione 
                  a tutti i problemi, magari anche a quelli emersi soltanto in 
                  questi ultimi decenni. Alcune delle indicazioni fornite da Merlino 
                  sono ancora valide, e vale la pena studiarle e rifletterci sopra. 
                  Ma quello che vale è soprattutto il metodo: la sua concretezza 
                  e il suo realismo uniti alla volontà - in una tensione che potremmo 
                  definire utopica - di salvaguardare sempre e comunque le ragioni 
                  di una trasformazione dellesistente nella direzione del massimo 
                  possibile di libertà e di giustizia sociale. Aggiungo una considerazione 
                  personale, su cui forse non tutti i compagni che stanno con 
                  me organizzando il Convegno si troveranno daccordo. È mia 
                  convinzione che Merlino sia oggi utile soprattutto per gli anarchici, 
                  perchè ai suoi tempi egli ha proposto una revisione dellanarchismo 
                  che da molto tempo anchio ritengo necessaria e indispensabile. 
                   
                  La polemica Malatesta-Merlino, uno dei classici della storiografia 
                  e della pubblicistica anarchica, contiene spunti stimolanti 
                  anche oggi? Se sì, quali? 
                   
                  Come è noto, la polemica tra Malatesta e Merlino si sviluppò 
                  nellarco di tutto il 1897, con articoli pubblicati su vari 
                  giornali (Il Messaggero di Roma, LAgitazione di Ancona, 
                  e altri). Nel 1949 i documenti della polemica furono raccolti 
                  integralmente nel volume Anarchismo e democrazia, a cura 
                  del Gruppo Roma-Centro, e sono stati poi ripubblicati più 
                  volte da vari editori, divenendo come tu hai detto giustamente 
                  uno dei classici della pubblicistica anarchica. E con tutta 
                  ragione, in quanto si tratta senzaltro di uno dei punti più 
                  alti di riflessione sul nodo democrazia-socialismo-anarchismo, 
                  un contributo per molti versi ancora oggi insuperato. Il giudizio 
                  è a maggior ragione valido se si tiene conto anche delle pagine 
                  scritte durante una seconda fase della polemica, che si sviluppò 
                  su vari giornali anarchici negli anni successivi alla prima 
                  guerra mondiale (Umanità Nova, Pagine Libertarie, Pensiero 
                  e Volontà). In questo caso il dibattito, oltre ai due antichi 
                  protagonisti, coinvolse anche Luigi Fabbri e altri esponenti 
                  dellanarchismo italiano. A questa seconda fase della polemica 
                  non si è data forse finora tutta limportanza che merita.  
                  Lattenzione si è concentrata piuttosto sulla prima fase, quella 
                  del 1897. Nel gennaio di quellanno Merlino pubblicò sul quotidiano 
                  Il Messaggero una lettera in cui invitava gli anarchici ad 
                  abbandonare il loro tradizionale astensionismo e a prendere 
                  parte alle elezioni votando per i candidati dei partiti popolari. 
                  Già nella prima lettera Merlino partiva da una premessa che 
                  sarà alla base di tutta la sua azione di teorico e di politico 
                  negli anni successivi, riconoscendo che le forme politiche e 
                  democratiche hanno un loro valore, sia pure relativo e limitato, 
                  e che il loro rifiuto, come menzogna giuridica o finzione, sia 
                  un errore. La replica di Malatesta, che ribadì le tradizionali 
                  ragioni dellastensionismo anarchico, non si fece attendere. 
                  Nei mesi successivi la polemica tra i vecchi amici e compagni 
                  si allargò sempre più, investendo tutte le questioni fondamentali 
                  della strategia rivoluzionaria e della costruzione di una società 
                  libertaria. Vennero affrontati problemi di grande rilievo come 
                  il principio di maggioranza e il conseguente rapporto tra maggioranza 
                  e minoranza, la necessità o meno di un minimo di forza e di 
                  coazione nella vita sociale, lattribuzione a corpi specializzati 
                  o alla totalità dei cittadini delle funzioni di difesa sociale 
                  dalle aggressioni esterne e dalla criminalità, le forme politiche 
                  e le forme economiche di una società libera. Si tratta, come 
                  ben si vede, di questioni di capitale importanza, di nodi ancora 
                  oggi discriminanti, ben più interessanti della questione della 
                  partecipazione o meno alle elezioni. Ciò che rende ancora oggi 
                  di attualità e di interesse il dibattito è piuttosto laltro 
                  tema, cioè quello della dimensione politica di una società antiautoritaria. 
                  Su questo aspetto ha scritto pagine lucidissime Massimo La Torre, 
                  in un suo saggio di diversi anni fa. 
                  Vorrei rilevare che, nonostante la passione che li animava, 
                  i due protagonisti della polemica riuscirono a mantenere il 
                  dibattito su un piano teorico, evitando ogni scadimento personalistico. 
                  Merlino, disilluso sul movimento anarchico e incalzato dalla 
                  sua esigenza di concretezza, sottopose il suo contraddittore 
                  a un bombardamento di quesiti e di obiezioni. Malatesta intuì 
                  la sincerità di intenzioni del vecchio amico, riconobbe che 
                  egli sollevava dei problemi reali con cui non si poteva fare 
                  a meno di confrontarsi, arrivò perfino a importanti concessioni, 
                  ma ribadì anche alcuni punti fermi che dovevano servire di chiarificazione 
                  e di orientamento per i compagni. Pose dei limiti oltre i quali 
                  a suo avviso lanarchismo non poteva andare se non stravolgendo 
                  le sue caratteristiche peculiari e le sue ragioni profonde. 
                  Alla fine, pressato da Malatesta che gli chiedeva di dichiarare 
                  se si riteneva ancora anarchico, Merlino preferì per sè la qualifica 
                  di socialista libertario, mettendosi in tal modo fuori del 
                  movimento. Da quel momento le sue critiche, esposte anche in 
                  altri scritti e in particolare nelle sue opere maggiori Pro 
                  e contro il socialismo (1897) e Lutopia collettivista 
                  (1898), avranno tra gli anarchici uno scarsissimo ascolto. 
                  Mi piace però ricordare che anche dopo labbandono del movimento 
                  anarchico non vennero meno i rapporti di amicizia, di stima 
                  e di rispetto con Malatesta e con i vecchi compagni. Questi 
                  rapporti vennero anzi rinsaldati nel tempo per la generosa disponibilità 
                  sempre manifestata da Merlino, che era avvocato, nellassumere 
                  la difesa legale degli anarchici, come avvenne dopo il regicidio 
                  di Monza con la coraggiosa accettazione della difesa di Bresci. 
                   
                  Quali sono i filoni di pensiero, quali i pensatori che a 
                  tuo avviso hanno sviluppato gli spunti più interessanti ed originali 
                  della riflessione merliniana? 
                   
                  Credo che Aldo Venturini, il più importante studioso di Merlino 
                  nel secondo dopoguerra, sia stato per molti anni anche lunico 
                  socialista merliniano dichiarato del nostro paese. Merlino non 
                  ha creato una propria corrente politica più o meno organizzata 
                  e inoltre, come già ho accennato, dopo il suo abbandono del 
                  movimento anarchico è rimasto sostanzialmente un incompreso 
                  e un isolato. Anche dopo la caduta del fascismo la cultura italiana, 
                  con poche eccezioni, si è a lungo dimenticata di lui, o comunque 
                  non ha riconosciuto in modo adeguato il valore della sua produzione 
                  teorica. Ciò non vuol dire che egli non abbia esercitato alcuna 
                  influenza. Alcuni autorevoli studiosi di Merlino, in particolare 
                  Aldo Venturini e Nico Berti, autore in questi ultimi anni dellunica 
                  biografia scientifica completa del pensatore napoletano, hanno 
                  visto in lui un precursore e anzi il vero fondatore del socialismo 
                  liberale, prima e con maggiore forza teorica di Aldo Rosselli. 
                  Sul ruolo di Merlino come precursore del liberalsocialismo si 
                  sono espressi in tempi diversi anche Nicola Tranfaglia e lo 
                  stesso Norberto Bobbio. Pur trovando almeno in parte legittima 
                  questa interpretazione, perchè sicuramente in Merlino si trovano 
                  alcuni spunti e alcune anticipazioni del socialismo liberale, 
                  io sostengo da tempo che il pensiero di Merlino è caratterizzato 
                  da una tale radicalità che rinchiuderlo nellambito di quella 
                  corrente risulta difficile e sostanzialmente fuorviante. Nel 
                  suo caso mi sembra preferibile parlare di socialismo libertario, 
                  che è poi anche il termine che Merlino stesso aveva adottato 
                  per definire le proprie concezioni politiche negli anni della 
                  maturità. La questione non è ovviamente solo terminologica. 
                  Io ritengo che tra lanarchismo tradizionale e il socialismo 
                  liberale esista uno spazio dello spettro politico in cui si 
                  sono mossi e si muovono personaggi e tendenze che almeno in 
                  parte presentano caratteristiche autonome e originali rispetto 
                  alle due correnti ideali e politiche contigue, con le quali 
                  peraltro si condividono anche tanti valori comuni. Questo spazio, 
                  dove finora storicamente non si è coagulato un vero e proprio 
                  movimento politico organizzato, è appunto il socialismo libertario, 
                  di cui Merlino è stato uno dei più importanti teorici. Un altro 
                  socialista libertario è stato, ad esempio, Andrea Caffi. Infine, 
                  una certa influenza Merlino lha esercitata anche sul movimento 
                  anarchico. Nella sua fase giovanile anarchica (una fase, non 
                  va dimenticato, che è durata circa ventanni, durante i quali 
                  egli è stato al pari di Malatesta uno dei più noti e influenti 
                  esponenti del movimento a livello italiano e internazionale), 
                  Merlino ha esercitato una importante funzione valorizzando dellanarchismo 
                  il suo aspetto socialista, battendosi contro lemergere delle 
                  correnti individualiste e antiorganizzatrici e in particolare 
                  - con una dura polemica che gli attirò anche rischi personali 
                  - contro quella tendenza espropriatrice e illegalista che prese 
                  il nome di ravacholismo. Malatesta, che gli fu a fianco in 
                  questa lotta, riconobbe anche a distanza di alcuni decenni limportanza 
                  del ruolo sostenuto da Merlino. Più in generale, si può sostenere 
                  che Merlino, che pure alloccorrenza fu un abile e infaticabile 
                  cospiratore, cercò sempre di valorizzare nellanarchismo il 
                  suo lato propositivo e costruttivo, più di quello negativo e 
                  distruttivo. Dopo la polemica del 1897 con Malatesta e luscita 
                  dal movimento, linfluenza di Merlino è stata minore, anche 
                  se forse non del tutto trascurabile nellaiutare a fare emergere 
                  posizioni più problematiche e criticamente fondate. Mi sembra 
                  innegabile comunque che linteresse per Merlino abbia riguardato 
                  e riguardi soprattutto quei militanti che a un certo punto cominciano 
                  ad avvertire linsufficienza di alcuni postulati dellanarchismo 
                  tradizionale. In questi casi, il confronto con l anarchia 
                  possibile proposta da Merlino diventa un passaggio quasi obbligato, 
                  soprattutto se non si vuole rinunciare del tutto a una trasformazione 
                  in senso libertario della società. 
                  
                  G.L. 
                
                   
                    | 
                       La 
                        vita, i libri  
                      Francesco 
                        Saverio Mer-lino nacque nel 1856 a Napoli, dove si laureò 
                        giovanissimo in giurisprudenza. Ancora studente aderì 
                        al movimento anarchico, divenendone in breve tempo uno 
                        degli esponenti di maggior rilievo. Per circa venti anni 
                        condusse una instancabile attività di militante e di organizzatore 
                        rivoluzionario, a cui affiancò lo studio e la elaborazione 
                        di opere che misero in luce la sua solida preparazione 
                        culturale e le non comuni qualità di teorico. Dal 1884 
                        visse in esilio in Inghilterra, con frequenti viaggi e 
                        periodi di permanenza in altri paesi europei e negli Stati 
                        Uniti. A questa fase della sua vita risalgono opere come 
                        Socialismo o monopolismo? (1887), LItalie telle 
                        quelle est (1890), e gli opuscoli Necessità e 
                        basi di un accordo (1892) e Lindividua-lismo nellanarchismo 
                        (1893). Nel 1894 rientrò clandestinamente in Italia, 
                        ma venne arrestato e dovette trascorrere in carcere due 
                        anni per scontare una vecchia condanna. Giunse a maturazione 
                        in questo periodo un processo di ripensamento e di revisione 
                        ideologica che lo portò nel 1897 a distaccarsi dal movimento 
                        anarchico, nel corso di una lunga e celebre polemica con 
                        Malatesta. Stabilitosi definitivamente a Roma, sviluppò 
                        le sue nuove idee elaborando una concezione originale 
                        e organica del socialismo libertario. Risalgono a quegli 
                        anni le sue opere maggiori Pro e contro il socialismo 
                        (1897), Lutopia collettivista e la crisi del socialismo 
                        scientifico (1898), Formes et essence du socialisme 
                        (1898) e limportante Rivista Critica del Socia-lismo 
                        che uscì per tutto il 1899 sotto la sua direzione. Precursore 
                        e protagonista di primo piano della crisi e revisione 
                        del marxismo di fine Ottocento, fu interlocutore apprezzato 
                        di personaggi come Bernstein in Germania e Sorel in Francia, 
                        ma si attirò pure gli attacchi spesso velenosi di interpreti 
                        ortodossi del marxismo come Antonio Labriola e Leonida 
                        Bissolati. Alla fine del 1899 si iscrisse al PSI, ma nel 
                        partito rimase sempre un isolato e dovette sostenere una 
                        dura polemica con Turati. Deluso, dopo il 1907 si ritirò 
                        a vita privata, dedicandosi alla sua professione di avvocato. 
                        Nel 1900, dopo il regicidio di Monza, aveva assunto coraggiosamente 
                        la difesa di Gaetano Bresci. Tornò a occuparsi di politica 
                        nel primo dopoguerra, riavvicinandosi agli anarchici che 
                        ospitarono vari suoi scritti nei loro giornali, senza 
                        peraltro mai nascondere le ragioni di dissenso. La comune 
                        opposizione al bolscevismo e al fascismo rendeva del resto 
                        secondarie molte distinzioni. Pubblicò in quegli anni 
                        Fascismo e democrazia (1924) e Politica e Magistratura 
                        dal 1860 ad oggi in Italia (1925). Morì a Roma nel 
                        1930. Solo nel 1948 apparve postuma, a cura di Aldo Venturini, 
                        lopera Il problema economico e politico del socialismo. 
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                 LA FINE 
                  DEL SOCIALISMO?  
                  FRANCESCO SAVERIO MERLINO  
                  E LANARCHIA POSSIBILE 
                   Convegno 
                  di Studi  
                   promosso e organizzato  
                  dalla Associazione Arti e Pensieri di Bologna 
                  IMOLA  
                  Sala delle Stagioni, Via Emilia 25 
                  Sabato 1 luglio 2000 
                  Ore 9,30 - 13,00 e 15,00 - 18,30 
                 Programma Sessione 
                  del mattino 
                   
                  9,30 Presentazione del Convegno (Associazione Arti e Pensieri) 
                   
                  Relazioni di: 
                   
                  - Giampietro (Nico) BERTI, Francesco Saverio Merlino nella 
                  storia del Socialismo 
                   
                  - Nicola TRANFAGLIA, Merlino e la crisi dellItalia liberale 
                   
                  - Paolo FAVILLI, La Rivista Critica del Socialismo: un carrefour 
                  di  
                  itinerari del revisionismo italiano? 
                   
                  - Emilio R. PAPA, F. S. Merlino avvocato dei malfattori 
                   
                  Comunicazioni di: 
                   
                  - Natale MUSARRA, Merlino e la rivoluzione nel Mezzogiorno dItalia 
                   
                  - Gianpiero LANDI, Aldo Venturini studioso e continuatore dellopera 
                   
                  di Merlino 
                   
                  12,30 Dibattito 
                   
                  Sessione del pomeriggio 
                   
                  15,00 Relazioni di: 
                   
                  - Bruno BONGIOVANNI,  
                  La revisione del marxismo tra fine Ottocento e primi decenni 
                  del Novecento 
                   
                  - Massimo LA TORRE, Merlino tra anarchismo e democrazia 
                   
                  - Raimondo CUBEDDU, Merlino, i marginalisti austriaci e i teorici 
                   
                  dellindividualismo 
                   
                  - Luciano PELLICANI, Merlino e la questione del mercato 
                   
                  Comunicazioni di: 
                   
                  - Pietro ADAMO, La critica di Merlino a Benjamin Tucker 
                   
                  - Nadia URBINATI,  
                  Il cooperativismo in Merlino e in  
                  Stuart Mill 
                   
                  - Enrico VOCCIA, La formazione giovanile di Merlino a Napoli 
                   
                  18,00 Dibattito 
                
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