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                  Ci scrive Federico Arcos, un caro compagno 
                  spagnolo da molti decenni residente in Nord America. Ci scriviamo 
                  ogni tanto - veramente é lui in genere a farsi vivo, inviandoci 
                  ritagli di giornale, ricordi dellepopea della Rivoluzione Spagnola, 
                  notizie sui pochi sopravvissuti di quel movimento anarchico 
                  di lingua italiana negli Stati Uniti ed in Canada che fu - tra 
                  la fine dell800 e il secondo dopoguerra - un vero movimento 
                  di massa. Nella sua ultima, Federico ci segnala appunto la morte, 
                  avvenuta a West Bloomfield (Michigan) il 23 febbraio scorso, 
                  di Ferdinando Crudo - un vecchio anarchico di origine calabrese, 
                  immigrato giovanissimo negli USA, falegname, attivo nel movimento 
                  anarchico, a noi finora del tutto sconosciuto. 
                  Lo segnaliamo perché il novantenne Ferdinando Crudo era - secondo 
                  quanto ci scrive il nostro Arcos - lultimo sopravvissuto del 
                  gruppo di anarchici di origine italiana che per decenni aveva 
                  dato vita al periodico LAdunata dei Refrattari, che 
                  per mezzo secolo (dallinizio degli anni 20 al 1971) aveva 
                  contribuito a tenere insieme migliaia e migliaia di anarchici 
                  italiani sparsi negli USA, in Canada ed anche in altre parti 
                  del mondo. Si pensi solo al ruolo fondamentale della stampa 
                  anarchica italiana stampata allestero durante il nero ventennio 
                  fascista e - nei primi anni di quellepoca - limportanza mondiale 
                  assunta dalla campagna di mobilitazione in sostegno di di Bartolomeo 
                  Vanzetti e Nicola Sacco. 
                  In un bel cartoncino stampato per ricordare il loro padre, i 
                  figli di Crudo hanno voluto mettere due lunghe citazioni di 
                  Alexander Berkman (un ebreo russo molto noto negli Stati Uniti 
                  nei primi decenni dello scorso secolo) e del nostro Errico Malatesta. 
                  Una breve poesia di Fernanda, la figlia, ricorda la sincera 
                  e forte dedizione del padre alle idee libertarie. 
                  Due righe per ringraziare Federico Arcos della sua ennesima 
                  lettera. E, ancora una volta, si volta pagina. 
                  Prima, però, vogliamo qui ricordare che la nostra rivista, nata 
                  proprio mentre moriva LAdunata dei Refrattari, si é 
                  avvalsa della concreta solidarietà di tanti compagni di lingua 
                  italiana (o meglio calabrese, siciliana, friulana, ecc. - ché 
                  litaliano era quasi sconosciuto) in maniera significativa nei 
                  suoi primi anni, poi decrescente nel corso degli anni fino ormai 
                  ad essere quasi nulla. Singolarmente, o più spesso collettivamente 
                  nel corso di appositi pic-nic, centinaia di militanti anarchici 
                  ci hanno mandato per anni assegni o singoli bigliettoni verdi, 
                  per aiutarci a tirare avanti. Basta andarsi a rileggere gli 
                  elenchi dei nostri fondi neri negli anni 70. 
                  Un po alla volta quei compagni sono morti, quel movimento é 
                  andato esaurendosi, quella generazione é scomparsa. Ne restano 
                  ancora pochi, pochissimi: i più giovani, i più longevi - nessuno 
                  men che ottantenne. 
                  Al nome di Ferdinando Crudo ci piace così aggiungere idealmente 
                  quello di tutti quegli anarchici e quelle anarchiche, emigrati 
                  oltreoceano che, pur tra infinite difficoltà, seppero tenere 
                  accesa la fiaccola (come amavano dire) per decenni, mentre 
                  in Italia infuriavano il fascismo prima e la guerra poi. E che 
                  poi, giunti alletà della pensione, non hanno mai voluto scordare 
                  la loro terra di provenienza e le idee per le quali avevano 
                  lottato una vita intera. 
                  Giunta ormai alle soglie del suo quarto decennio, la nostra 
                  rivista - memore e grata - si ferma un attimo per ricordare 
                  quelle compagne e quei compagni. E ritrova, anche in questi 
                  ricordi, quel filo rosso-nero di umanità e di impegno sociale 
                  libertario che non si é mai interrotto.  
                 
                  
                   
                
                   
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                        contiene 
                        scritti di Paolo Finzi, Alessandro Gennari, Romano Giuffrida 
                        e Bruno Bigoni (lo trovate ripubblicato in questo numero 
                        di "A" a pag. 38), Mauro Macario, Gianna Nannini, Mauro 
                        Pagani, Marco Pandin, Cristina Valenti. C'è poi un'intervista 
                        (poco conosciuta) a Fabrizio realizzata nel '93 da Luciano 
                        Lanza. E molte foto di Reinhold Kohl.  
                        Formato rivista (A4), 24 pagine, stampato in bicromia, 
                        costa 5.000 lire. È distribuita nelle librerie dalla Diest 
                        (via Cavalcanti 11, Torino) oppure può essere acquistata 
                        mediante versamento anticipato del relativo importo sul 
                        nostro conto corrente postale. Non effettuiamo spedizioni 
                        in contrassegno. Non inviamo copie in conto-deposito. 
                         
                        Chi volesse accelerare i tempi, può inviarci - per posta 
                        o per fax - una fotocopia dell'attestazione dell'avvenuto 
                        versamento.  
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