| L'Atelier de Création Libertaire [Laboratorio di 
                  Creazione Libertaria, NdT] esiste dal 1979. In quale contesto, 
                  a quale fine e con quali mezzi è stato creato? All'epoca pubblicavamo la rivista Informations et réflexions 
                  libertaires (IRL, Informazioni e riflessioni libertarie, 
                  NdT), che intendeva essere una struttura aperta ai dibattiti 
                  e agli scambi tra tutte le correnti libertarie. Questo perché 
                  il nostro obiettivo era di promuovere un anarchismo non dogmatico 
                  e contemporaneo, che operasse una rottura con quello che oggi 
                  viene chiamato 'classico' e che è rappresentato da "organizzazioni" 
                  e/o da gruppi che spesso si fanno la guerra l'un l'altro, non 
                  soltanto attraverso la scrittura, ma anche durante le manifestazioni 
                  di piazza
Guardando al movimento libertario di Lione del tempo, che gravitava 
                  intorno a una stanza e a una struttura (Coordination libertaire, 
                  Coordinamento libertario, NdT) che riuniva tutti gli sforzi 
                  per "essere presenti" sulla scena politica, sociale 
                  e culturale esistenti nella nostra regione, l'ACL sposava quel 
                  desiderio di presentare un'altra immagine degli anarchici e 
                  delle loro idee. Volevamo far conoscere quell'anarchismo contemporaneo 
                  uscito dalle rotture aperte dagli avvenimenti del maggio '68 
                  in particolare, e in generale dai movimenti di contestazione 
                  sviluppatisi a partire dalla fine degli anni '60 un po' dappertutto 
                  nei paesi "ricchi e democratici", così come 
                  tra i giovani inquieti e in fermento di tutto il mondo.
 Durante tutti gli anni '70, analogamente ad altri anarchici 
                  in altri paesi, abbiamo tentato di approfondire la nostra riflessione 
                  tenendo conto delle pratiche nuove nelle quali ci impegnavamo. 
                  Una riflessione che doveva superare lo stadio dei dibattiti 
                  improvvisati (per quanto ricchi potessero essere), per trasformarsi 
                  in carta stampata, in libri e in opuscoli, ma anche in dibattiti 
                  e riviste più "teoriche". Non si trattava, 
                  peraltro, di un approccio originale, poiché si ritrovava 
                  già, per esempio, nella rivista internazionale Interrogations 
                  (Interrogativi, NdT) e nell'attività di un gruppo di 
                  anarchici italiani che, dopo aver fondato il mensile A rivista 
                  anarchica, aveva dato vita al Centro studi libertari G. 
                  Pinelli che organizzava, tra le altre cose, dei dibattiti e 
                  iniziava a pubblicare scritti di autori contemporanei.
 I mezzi con cui siamo partiti erano quelli che l'entusiasmo 
                  collettivo consente di mettere in atto, insieme a una piccola 
                  sottoscrizione tra "i compagni e le compagne" che 
                  all'epoca frequentavano l'ambiente libertario e in particolare 
                  il locale di rue Pierre-Blanc nel quartiere della Croix-Rousse.
 Come si situa l'ACL in rapporto alle altre strutture del 
                  movimento libertario, tanto a Lione quanto a livello nazionale 
                  e internazionale? Come indicato nella risposta precedente, l'ACL nasce all'interno 
                  di quel movimento libertario di Lione che si ristruttura e si 
                  sviluppa al di là delle tradizionali linee di divisione 
                  tra le diverse tendenze ideologiche libertarie. Questo anarchismo 
                  à la lyonnaise potrà, in tale contesto, 
                  dar vita a luoghi e ad attività non settarie (contrariamente 
                  a quel che allora spesso succedeva in altre città) come 
                  il Collectif utilitaire lyonnais (Collettivo utilitario 
                  di Lione, NdT), che agiva nel quartiere della Croix-Rousse e 
                  la libreria libertaria la Gryffe. Coronamento di questo 
                  "anarchismo à la lyonnaise" sono state 
                  le due Giornate libertarie organizzate all'inizio degli anni 
                  '80, che col loro successo e dinamismo collettivo hanno contribuito, 
                  in quel momento, a rendere possibile di immaginare "un 
                  altro futuro" per il movimento libertario. In realtà, 
                  bisognerà attendere la guerra del Golfo e i movimenti 
                  di novembre-dicembre 1995 per intravedere un reale sviluppo 
                  del movimento
 che oggi, tuttavia, in quest'inizio 1999, 
                  sembra nuovamente in fase di stagnazione
.    Numerose discussioni
  L'ACL intrattiene qualche rapporto con altre case editrici, 
                  e se sì quali? Nell'insieme, queste casi editrici non 
                  soffrono forse del loro essere isolate e del fatto di lavorare 
                  ciascuna "nel proprio angolino"? Pensate di prendere 
                  qualche iniziativa per porre rimedio a questa frammentazione 
                  e trovare una sinergia tra azioni disperse? Se sì, in 
                  quali ambiti? Fin dall'inizio della nostra attività abbiamo intrattenuto 
                  delle relazioni con altre case editrici: siamo stati promotori 
                  di riunioni tra varie case editrici libertarie o di ambito contiguo 
                  (Acratie, Le Monde Libertaire, Spartacus, Ludd, ecc.) 
                  e abbiamo partecipato (a distanza) a quell'iniziativa denominata 
                  "i libertari pubblicano" e che aveva come obiettivo 
                  di presentare un catalogo comune, di dar vita a un luogo dove 
                  sia possibile trovare regolarmente le nostre pubblicazioni e 
                  di organizzare delle giornate dedicate al libro libertario. 
                  Più in particolare, abbiamo collaborato con Acratie 
                  alla coedizione di due opere, così come con le edizioni 
                  de Le Monde Libertaire e Reflex-No pasaran, ma 
                  anche con Silence, rivista ecologista e alternativa "vicina" 
                  all'ecologia sociale.Queste esperienze, tuttavia, non hanno dato i frutti che ci 
                  aspettavamo: lo sviluppo delle nostre rispettive strutture nonché 
                  l'arricchimento dei nostri cataloghi con titoli che contribuiscano 
                  al rinnovamento del pensiero libertario, che era e rimane il 
                  nostro principale obiettivo.
 Da un lato ci si è accorti, anche in seguito a questi 
                  tentativi di "coordinare" attività tutto sommato 
                  simili, che non è mettendo "testa a testa" 
                  delle "forze" che si può rendere più 
                  dinamica la cultura libertaria e arricchirla. Dall'altro lato 
                  abbiamo capito che le diverse case editrici libertarie non soffrono 
                  del loro isolamento, ma di un'evidente mancanza di testi che 
                  consentano il rinnovamento delle nostre idee e, conseguentemente, 
                  della nostra pratica. Confrontando i cataloghi delle varie case 
                  editrici "libertarie", si può facilmente notare 
                  che è in quello dell'ACL che si trovano la maggior parte 
                  degli autori contemporanei, e che sono presenti i titoli che 
                  riflettono la problematica anarchica odierna. Ora, questo lavoro 
                  che ci è costato numerose discussioni all'interno del 
                  collettivo dell'ACL, avremmo fatto ben più fatica a realizzarlo 
                  in una struttura più complessa.
 (Per lungo tempo il nostro collettivo è stato composto 
                  da tre persone di Lione che si riunivano una volta alla settimana 
                  - sono oltre vent'anni che va avanti così!!!, oltre che 
                  da alcuni collaboratori e collaboratrici di altre città, 
                  il cui aiuto è sempre stato indispensabile. Oggi un "collettivo" 
                  più ampio tenta da tre anni di instaurare una nuova dinamica
.)
 La "dispersione" di cui parli, in fin dei conti, in 
                  realtà costituisce una opportunità per ciascun 
                  gruppo, poiché ciascuno può esprimere la propria 
                  autonomia e le proprie scelte particolari, la sua peculiare 
                  visione del mondo.
 Certo, l'idea di coordinare le nostre iniziative rimane comunque 
                  un obiettivo di cui si può discutere caso per caso, ma 
                  non in un quadro rigido
 Dopo vent'anni di lavoro e ottanta titoli pubblicati, quali 
                  sono le direzioni principali di lavoro dell'ACL? Vi sono state 
                  delle inflessioni nei vostri orientamenti e perché? Quali, 
                  in rapporto ai vostri obiettivi iniziali, sono stati, o meno, 
                  realizzati? Il nostro obiettivo di partenza era quello di presentare un 
                  anarchismo contemporaneo. Ci sembra che questo obiettivo sia 
                  stato parzialmente raggiunto e continuiamo a ritenere che esso 
                  rappresenti l'asse principale intorno al quale dovremmo portare 
                  avanti la nostra attività. Ciononostante, la problematica 
                  libertaria non è la stessa di vent'anni fa. A quell'epoca 
                  dovevamo pensare a strutturare un movimento che per la maggior 
                  parte era composto di giovani, e che negli anni '50 e '60 aveva 
                  perso molto del suo dinamismo in quella "traversata del 
                  deserto" (come la chiamano diversi storici) (espressione 
                  figurata per indicare un temporaneo ritiro dalla scena pubblica, 
                  NdT). Oggi, e dopo la caduta del muro di Berlino, l'anarchismo 
                  sembra nuovamente costituire una delle alternative praticabili, 
                  ma ci sembra che il suo contenuto sia da rivedere. A fianco 
                  di un anarchismo classico, infatti, il cui apogeo può 
                  probabilmente venir identificato con il 19 luglio 1936 in Spagna 
                  e con l'inizio della guerra civile, così come con dei 
                  tentativi di collettivizzazione su larga scala, vi è 
                  stato un anarchismo "contemporaneo" tra la fine degli 
                  anni '60 e i primi anni '80, i cui principali rappresentanti 
                  (teorici) erano anglosassoni (Goodman e Bookchin, per esempio) 
                  e diverse pratiche che da una ventina d'anni sono state più 
                  prossime a interrogativi quotidiani che a una visione di lunga 
                  durata. In altre parole, con il declino dell'anarchismo classico, 
                  un nuovo anarchismo si è sviluppato in quest'ultimo quarto 
                  di secolo, il cui manifesto può riassumersi nel desiderio 
                  di una rivoluzione del quotidiano (vivere e lavorare in maniera 
                  diversa, qui e ora).Tuttavia, questo ciclo sembra esaurirsi, anche se ogni giorno 
                  nascono nuove iniziative, spesso con quello stesso spirito libertario 
                  caratteristico dei nuovi movimenti sociali (NMS) sorti negli 
                  anni '70. L'immaginario dei libertari, perlomeno di quanti e 
                  di quante si riconoscevano in questo movimento, non ha più 
                  quella forza (esplosiva) che presentava in altre epoche e in 
                  vari paesi. Il fatto è che oggi, dopo oltre un secolo 
                  di esperienze e di cultura anarchica ( e libertaria), dobbiamo 
                  tornare a riflettere sul contenuto di questa idea (cos'è 
                  l'anarchia?) e sulle pratiche che possono conferire nuovo dinamismo 
                  a questo immaginario. Infine, si dovrebbe liberarlo di quei 
                  vecchi concetti di cui molti anarchici di tutte le tendenze 
                  continuano a nutrirsi
.
    Attenti 
                  alle diverse forme
  Quale posto occupa la storia nel vostro catalogo e, nel 
                  futuro, che importanza contate di accordarle? Come sono stati 
                  scelti i temi già trattati? La storia non occupa un posto così importante come avremmo 
                  desiderato. Da una parte, non vi sono molti storici di impostazione 
                  libertaria e, d'altra parte, alcuni di questi/queste hanno avuto 
                  la possibilità, se non la volontà, il desiderio, 
                  di venir pubblicati da case editrici "più rispettabili" 
                  e "conosciute" della nostra. Dovendosi accorgere, 
                  tuttavia, che alcuni dei nostri libri hanno venduto un numero 
                  maggiore di copie dei loro, pur pubblicati da case editrici 
                  "serie". Ci piacerebbe sviluppare questo settore, ma si deve anche pensare 
                  a fare storia in modo diverso...
 Infine, per ciò che concerne la scelta dei testi che 
                  pubblichiamo, questa viene fatta muovendo dalle diverse sensibilità 
                  espresse da ciascuno dei membri del collettivo, così 
                  come dai nostri collaboratori e dalle nostre collaboratrici
 
                  il che non è forse un metodo "scientifico" 
                  né sempre "redditizio", ma ci consente di dedicare 
                  sempre pari interesse a tutto ciò che pubblichiamo.
 Per rimanere in argomento, quali avvenimenti, periodi o 
                  tematiche sarebbero, secondo voi, da affrontare in via prioritaria 
                  e come concepite il vostro rapporto con il passato del movimento? I periodi e gli avvenimenti da studiare sono numerosi. Il punto 
                  è che si dovrebbe avere un approccio diverso al nostro 
                  passato. Manca, per esempio, una riflessione sui 50 anni d'attività 
                  (propaganda, cultura, azioni, organizzazioni) del movimento 
                  libertario spagnolo che hanno preceduto l'emblematica "rivoluzione" 
                  del 1936. Non si potrebbe concepire quell'avvenimento, infatti, 
                  se non si tenesse conto di tutti gli sforzi quotidiani che hanno 
                  avuto corso in cinque decenni, il che equivale alla vita e alle 
                  opere di diverse generazioni di uomini e donne libertari/e. 
                  In realtà si può affermare che le cose più 
                  importanti realizzatesi nel movimento libertario spagnolo si 
                  sono prodotte prima del 19 luglio 1936. Ma chi conosce quel 
                  passato?La storia anarchica, dei suoi pensatori e delle sue iniziative, 
                  rimane un campo di riflessione aperto nel quale bisognerebbe 
                  avventurarsi, non per erigere dei monumenti, ma per comprenderne 
                  il movimento e l'immaginario che l'hanno alimentata. È 
                  un terreno pressoché vergine
 Come vi collocate in rapporto al "possibilismo libertario" 
                  evocato da diversi degli intervenuti al convegno sulla "cultura 
                  libertaria" (ACL, 1997) e come immaginate uno spazio editoriale 
                  plurale tra le diverse sensibilità del movimento libertario? Gli sforzi che abbiamo fatto a livello editoriale, parallelamente 
                  e logicamente li abbiamo fatti anche per i dibattiti che abbiamo 
                  organizzato più o meno regolarmente a partire dalla metà 
                  degli anni '80. In questi dibattiti, così come nelle 
                  pubblicazioni collettive, ci proponiamo di presentare sempre 
                  quel pluralismo libertario che è consustanziale al movimento 
                  stesso. In effetti, uno dei nostri obiettivi è di dimostrare 
                  che le vecchie categorie nelle quali si usava inquadrare i libertari 
                  stanno ormai perdendo di significato. Nelle pratiche quotidiane 
                  degli uni/delle une e degli altri/delle altre, vi sono poche 
                  differenze. Cosa vi è di diverso tra un comunista libertario, 
                  un sindacalista libertario, un anarco-sindacalista, un libertario, 
                  un anarchico, ecc. ecc.??? Cos'è un rivoluzionario oggi? 
                  Cos'è il "possibilismo libertario"?Voler ridurre la problematica anarchica (e, per estensione, 
                  libertaria) a delle categorie, a degli schemi ideologici, non 
                  facilita il necessario aggiornamento dei concetti utilizzati 
                  dai nostri avi. Così, pensiamo che gli anarchici e i 
                  libertari debbano continuare a rimettere in discussione la realtà 
                  così come si vuole farcela accettare, ma si deve anche 
                  dar prova di lucidità in rapporto alle teorie e alle 
                  pratiche di cui ci sentiamo eredi.
 Così, in modo del tutto naturale, pensiamo che non soltanto 
                  si debba mantenere e sviluppare uno spazio editoriale plurale, 
                  ma anche essere attenti alle diverse e differenti forme e contenuti 
                  che le idee e le pratiche libertarie presentano oggi.
 Qual è il per il momento il vostro programma di lavoro 
                  e come vedete, a più lungo termine, il futuro dell'ACL? Dopo vent'anni di attività, siamo un po' invecchiati 
                  e il nostro entusiasmo non è più quello degli 
                  inizi. Dopo essere arrivati a pubblicare fino a nove titoli 
                  in un solo anno, abbiamo un po' rallentato la nostra produzione 
                  e questo per due ragioni. Innanzitutto perché, come indicato 
                  più sopra, la problematica libertaria assume ormai dei 
                  contorni di cui ci è necessario precisare il contenuto. 
                  Ma ciò è più difficile che non gridare 
                  nei cortei anarchici: "Unica soluzione, la rivoluzione!" 
                  D'altra parte si è instaurato un dibattito tra i membri 
                  che attualmente compongono il gruppo che fa vivere l'ACL su 
                  come continuare la nostra esperienza. Opinioni diverse in merito 
                  al contenuto, alla forma e al metodo da seguire (chi fa che 
                  cosa e in che modo?), ci obbligano a ripensare il nostro futuro 
                  a lungo termine.Per il momento, abbiamo nondimeno diversi progetti sul tavolo, 
                  tra cui alcuni titoli come: La Rêverie anarchiste 
                  (Il Sogno anarchico, NdT) di Alain Pessin (riedizione di un 
                  libro apparso nel 1984), L'Esprit libertaire du surréalisme 
                  (Lo spirito libertario del Surrealismo, NdT) d'Alix Large, gli 
                  atti del convegno Les Incendiaires de l'imaginaire (Gli 
                  incendiari dell'immaginario, NdT) nonché di quello su 
                  Présence de Louis Mercier, L'Imaginaire des libertaires 
                  aujourd'hui (Presenza di Louis Mercier, L'immaginario dei 
                  libertari oggi, NdT) di Mimmo Pucciarelli, La Citadelle des 
                  rêves vécus (La cittadella dei sogni vissuti, 
                  NdT) di Serge Alexis, Écoles anarchistes au Brésil 
                  (1889-1920) (Scuole anarchiche in Brasile, 1889-1920, NdT) di 
                  Régina Jomini-Mazoni, Goodwin, ecc. Infine, partecipiamo 
                  all'organizzazione del convegno "Ha un futuro l'anarchismo?", 
                  che si terrà il 26, 27 e 28 ottobre di quest'anno a Tolosa.
   Intervista a cura di Charles Jacquier
 (traduzione dal francese
 di Anna Spadolini)
 
                   
                    | Atelier 
                        de création libertaireBP 1186 - F -69202
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 e-mail: atelierlib@aol.com
 P.S. L'ACL 
                        pubblica una o due volte l'anno la Lettre del l'ACL 
                        [Lettera dell'ACL, NdT], inviata gratuitamente dietro 
                        semplice richiesta. |    |