ai
lettori
PAzza idea
In tempi in cui la Rete pare schiacciare sempre più in
un angolo la carta stampata, e in tanti ne cantano già
la prossima definitiva scomparsa, noi usciamo con questo numero
“esagerato” – consultabile e scaricabile (gratis)
nella Rete stessa. E già in questa doppia opportunità
di lettura (cartacea e on-line), cui corrisponde una doppia
modalità di acquisizione (a pagamento e gratis) si può
leggere in filigrana quello che è il nostro primo obiettivo,
da sempre, da quando 44 anni e mezzo fa abbiamo dato inizio
a questa lunga ininterrotta avventura editoriale: impegnarci
per diffondere al massimo, per quelle che sono le nostre possibilità,
le idee anarchiche, le notizie su chi per queste idee si batte.
La testata di questa rivista è quanto di più “ideologico”
si possa pensare: la “pazza idea” (i nostri vecchi
avrebbero usato la “I” maiuscola) è sinteticamente
espressa dalla prima lettera dell'alfabeto che, graficamente
inscritta in un cerchio, dalla fine degli anni '60 – proprio
intorno al mitico '68 – ha costituito uno dei loghi di
maggior successo internazionale, presente sui muri, nei cortei,
nei graffiti, comunque anche nei posti più vari (si pensi
alle toilette). Simbolo al contempo generico e preciso, spiritoso
e drammatico, poetico e militante di una volontà di critica,
di rivolta, di dissacrazione che si riconosce nell'anarchia.
E di tutto ciò questa rivista, la rivista della “a”
cerchiata, è stata ed è in varia misura testimone
e corresponsabile.
Già, l'anarchia, l'anarchismo, le anarchiche e gli anarchici,
il movimento anarchico. Le idee, le pratiche, i comportamenti,
le scelte politiche. Questa rivista è tutta dentro queste
cose qui, è essa stessa parte – ricettiva e critica
– di tante idee, sensibilità, tensioni, approfondimenti,
esperienze concrete che nascono e si sviluppano in campo anarchico.
Pubblica materiali, scritti, interviste, ecc. che in parte provengono
dal mondo delle anarchiche e degli anarchici. Si occupa di manifestazioni
e di comuni agricole, di editoria anarchica e di convegni di
studi, di centri sociali e di okupa, ecc... È
insomma – questa rivista – uno dei numerosi strumenti
attraverso i quali si esprime quel mondo variegato che è
l'anarchismo militante, il movimento anarchico (più o
meno) organizzato.
Questa rivista – lo abbiamo ricordato spesso – è
stata concepita e fondata nell'ambito del Circolo anarchico
“Ponte della Ghisolfa”, nell'ambito della mobilitazione
e della campagna di contro-informazione sulla strage di piazza
Fontana, la detenzione di Pietro Valpreda (e altri) e dell'assassinio
in Questura del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli (che era
con noi militante in quel Circolo). Eravamo a cavallo tra gli
anni ‘60 e '70. E questo è, incancellabile, il
nostro DNA.
Nel corso dei decenni, questa rivista anarchica si è
progressivamente “aperta”, in maniera sempre più
strutturale e visibile. Nelle nostre pagine si è affiancata,
a volte mischiandosi e meticciandosi con questa matrice “anarchica
militante”, una sempre maggiore attenzione a quei filoni
di pensiero, di vita, di azione, di riflessione che fin dagli
anni '80 abbiamo definito “libertari”, per differenziarli
da quelli più propriamente ed esplicitamente “anarchici”.
E poi all'ecologismo, al femminismo, alla nonviolenza, ai movimenti
delle comuni agricole, a tutto il nuovo mondo informatico, ecc.
Un'attenzione, la nostra, verso le idee, le singole persone,
le esperienze e tutti quei mondi concreti di vita e di lotta
che, senza definirsi anarchici, senza riconoscersi nei tratti
caratteristici del movimento anarchico organizzato e del suo
pensiero, esprimono tensioni e concretezze che ci piace definire,
con una felice (una tra le tante!) espressione del nostro amico
e compagno Fabrizio De André, in direzione ostinata
e contraria.
Sono oltre 110 i singoli e i collettivi che si esprimono in
questo chilo di carta stampata che è questo numero 391.
C'è di tutto e di più, come è naturale
in una pubblicazione che intende raccogliere al proprio interno,
valorizzare, interconnettere, rilanciare le mille voci e sensibilità
di quel variegato mondo che si oppone allo stato di cose
presente e vuole proporre idee, esperienze, spunti di riflessioni
per quell'altro mondo – o meglio, quegli altri mondi –
che sappiamo possibili e che vorremmo contribuire a realizzare.
Nel momento in cui diamo alla luce questo numero un po' speciale,
chiediamo a tutti coloro che si riconoscono anche criticamente,
anche solo parzialmente, in questo nostro progetto ideale ed
editoriale, di valutare se non valga la pena darci una mano
per continuare a rappresentare quello che da quasi mezzo secolo
rappresentiamo: un piccolo ma dignitoso snodo di informazioni
e di riflessioni nel più generale contesto della stampa
altra. Per essere più precisi: anarchica.
È un modo elegante per chiedere soldi, per chi non l'avesse
colto. Buona lettura.
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