Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 27 nr. 239
ottobre 1997


Rivista Anarchica Online

Liberarete
a cura di Marco Cagnotti(cagnotti@venus.it)

A difesa dei fatti propri

Un bel giorno del 1993 il signor Phil Zimmermann, attivista del movimento pacifista e antinucleare, scoprì con rammarico e sgomento di essere indagato da parte del governo federale statunitense per traffico illegale di armi. Come aveva fatto a finire proprio lui, non-violento e difensore dei diritti umani, in una situazione tanto sgradevole e paradossale? Semplice: negli USA l'esportazione di tecniche crittografiche è equiparata all'esportazione di materiale di potenziale interesse militare, e il Nostro era l'autore di PGP (Pretty Good Privacy), il più noto e diffuso programma di crittografia per documenti elettronici. Non che Phil avesse fatto niente di male: semplicemente, all'inizio degli anni '90, aveva messo il proprio software a disposizione di tutti, in tutto il mondo, in forma gratuita. In nome del sacrosanto principio che vuole che nei fatti personali non devono poter frugare le persone non autorizzate, e che la riservatezza è un diritto fondamentale. Se Phil si fosse limitato a regalare PGP ai suoi concittadini americani non avrebbe avuto grane, ma renderlo disponibile al popolo della Rete, al quale com'è noto i confini nazionali fanno un baffo, lo ha messo nei guai per esportazione illegale di armi da guerra. Ci sono voluti tre anni di battaglie legali e la mobilitazione di un vasto schieramento di paladini di difensori del diritto alla privacy perché si arrivasse a una conclusione positiva. E' di quest'estate la sentenza della Corte Suprema che scagiona completamente Zimmermann da ogni accusa. Giustizia è fatta.
Il principio che sta alla base di PGP è abbastanza semplice. Per cifrare e per decifrare un messaggio è necessaria una "chiave", sotto forma di una lunga stringa di caratteri, che deve essere a disposizione sia di chi scrive che di chi legge. Ma come consegnare tale chiave di cifratura al proprio interlocutore in maniera sicura, ossia con la certezza che non sia, a sua volta, intercettata? Sul telefono e sulla posta tradizionale non c'è da fare affidamento, e spesso la consegna personale non è alla portata di tutti, specialmente quando i corrispondenti sono molto lontani. La soluzione al problema fu trovata nel 1976, con il sistema di crittografia cosiddetto "a chiave pubblica". Con questo sistema le chiavi sono due: una pubblica, che chiunque può conoscere e che consente solo la cifratura di un messaggio, e una privata, che va mantenuta segreta e che permette soltanto la decifrazione. Fra le due chiavi esiste una relazione biunivoca, ma dalla chiave pubblica è praticamente impossibile risalire alla chiave privata, poiché anche gli elaboratori più potenti e veloci esistenti impiegherebbero migliaia di anni per riuscirci. Insomma, la sicurezza è garantita: se conosciamo la chiave pubblica del nostro interlocutore, possiamo usarla per crittografare un messaggio che lui, e solo lui, sarà in grado di leggere con la sua chiave privata, che noi non conosciamo ma che neppure ci serve. Ovviamente il giochino può essere eseguito al contrario: se si usa la chiave privata per cifrare un messaggio, chiunque possieda la chiave pubblica potrà leggerlo. Serve, questa opzione? Certo che serve! Infatti in questo modo abbiamo un sistema che garantisce l'autenticità della firma apposta in fondo a un messaggio ricevuto: se quel messaggio è decifrabile con la chiave pubblica del mittente, vuol dire che è stato cifrato con la sua chiave privata, che solo lui può conoscere, e di conseguenza chi scrive è effettivamente chi dice di essere. Certificazione della firma, insomma, meglio di un notaio.
Neanche a farlo apposta, commercianti e banche hanno subito adottato la crittografia a chiave pubblica come standard di sicurezza. Avete presente il disegnino della chiave spezzata che si trova nella finestra di Netscape, in basso a sinistra? Ecco, quel simbolo indica che la pagina che state consultando, e dunque le informazioni che state scambiando con il server, non sono "sicure", ossia potrebbero, almeno in linea di principio, essere intercettate. E' ovvio che se si tratta, per esempio, del numero di una carta di credito le conseguenze potrebbero essere molto spiacevoli per il proprietario. I browser più moderni possono però servirsi di tecniche crittografiche, e quando il disegnino mostra una chiavetta intera vuol dire che le comunicazioni vengono crittografate con la chiave pubblica del sito che viene consultato… e pertanto solo i gestori del sito potranno leggere quanto viene comunicato.
PGP è un programma che sfrutta in maniera molto semplice e "trasparente" per l'utente la crittografia a chiave pubblica, e che è di grande utilità soprattutto per lo scambio di comunicazioni via posta elettronica di cui si vuole esser certi che rimangano strettamente confidenziali.
Mentre i problemi giudiziari affliggevano il povero Phil Zimmermann e mentre nasceva e si sviluppava un vero e proprio movimento "cypherpunk" per difendere il principio del diritto alla privacy dall'intrusione di ficcanaso di ogni genere e natura, attraverso Internet PGP prendeva il volo dagli USA, in barba a tutte le leggi federali. In Italia il suo uso è perfettamente legale e il programma è liberamente downloadabile e utilizzabile da chiunque voglia proteggere le proprie comunicazioni da sguardi indiscreti. Non che ci sia nulla da nascondere, per carità...però i fatti nostri sono nostri...no? Per principio. E poi in tempi di intercettazione facile, telefonica e ambientale, è sempre meglio non dare nulla per scontato.
Materiale dedicato a PGP e alla vicenda di Phil Zimmermann è facilmente reperibile online. Molti chiarimenti e numerosi link si possono trovare presso The International PGP Home Page, curata da Ståle Schumacher, all'indirizzo
http://www.ifi.uio.no/pgp
Da lì si può "scaricare" la versione più recente del programma (attualmente giunta alla release 2.6.3), disponibile per tutte le piattaforme più diffuse. Analoghe risorse e una buona guida in italiano sono ottenibili al sito Nimrod/PGP curato da Giorgio Chinnici, il cui URL è
http://www.serve.com/nimrod/pgp.html