Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 27 nr. 239
ottobre 1997


Rivista Anarchica Online

Segnali di fumo
a cura di Carlo E. Menga

In bianco...e nero

Bianco e nero. Il giovane, vestito più o meno come Rupert Everett nel film Dellamorte Dellamore ma, purtroppo, con faccia da Spinaceto o da Tor Bellamonaca (non se ne offendano i relativi abitanti: è l'archetipo che è dolente, e i rappresentanti nonché i responsabili della mimesi sembra non possano esimersi dal parteciparne con dovizie di efferatezza), si aggira scioltamente fra i tavoli di un bar di un porticciolo turistico d'alto bordo, innominato ma facilmente integrabile nei sogni proibiti di ciascuno di noi relativamente ai porticcioli.
Come il lutto s'addice ad Elettra, pare che ultimamente il bianco e nero s'addica a vermouth, superalcolici e affini, nella mitologia dello spot pubblicitario. E, infatti, il nostro eroe che, nonostante la faccia protesti ragioni contrarie, deve aver letto Proudhon, applica la teoria della proprietà come furto, appropriandosi al volo di una bottiglia di MARTINI, probabilmente DRY, o meglio: la espropria proletariamente, con l'evidente intenzione non di servire il popolo, ma di servire la bionda, ibrido infecondo (speriamo) tra Elia (non il profeta, bensì la valletta) e Marilyn Monroe, fino a quel momento impegnata in intima conversazione con un vecchiaccio in accappatoio bianco e occhiali di tartaruga che porta scritto in fronte ARMATORE GRECO, dato che somiglia ad Anthony Quinn che interpreta Aristotile Onassis.
Poiché si era inoltre premunito anche del plusvalore di due bicchieri, il giovane li riempie e ne offre uno alla bionda. Il volto contrariato dell'armatore si rilassa per un attimo, credendo, dall'alto della finora incontrastata presunzione del suo potere, che il secondo bicchiere sia per lui. Indi ritorna al primitivo stato corrugato, nell'avvedersi che l'altro glielo strappa di mano e ne beve, assieme alla ragazza che ne ricambia lo sguardo fisso negli occhi.
Poscia il bellimbusto s'allontana, come fanno gli uomini che non devono chiedere, mai, che siamo già abituati a vedere testimoniare per altri prodotti, con implicito invito alla bionda a seguirlo. Dove, non si sa, ma lo si immagina. Lei non esita un attimo, improvvisamente immemore e indifferente al portafogli dell'armatore. Si sa che per certa gente al cuore non si comanda. Si sa che "ogni contrada è patria del ribelle, ogni donna a lui dona il suo cuor". Dunque si alza, lasciando di sasso lo sporco capitalista che insidiava la sua virtù. Accidente o incidente? La sua microgonna s'impiglia in una irregolarità sporgente del tavolo e comincia a smagliarsi con scientifica e progressiva determinazione, mano a mano che lei s'allontana.
Il sol dell'avvenir, che già era sorto da un pezzo, è ora oscurato dal primo piano dell'archetipo del Sommo Bene secondo Tinto Brass, previdentemente e pudicamente nascosto con tempestiva copertura dalla sovrimpressione del marchio MARTINI, che lo censura come gli occhi delle CASALINGHE CON AUTOSCATTO, delineandone perfettamente i contorni.
Per associazione del bianco e nero col muto, per tutto lo spot non viene pronunciata una sola parola. Un vero attore di cinema muto, e soprattutto un vero regista, non ha certo bisogno del sonoro. Certo, se ci fossero stati davvero Marilyn, Anthony Quinn e Rupert Everett, le nostre associazioni sarebbero state ben altre. Ma voi ce lo vedete quel tipo lì a fingersi capitano di lungo corso impotente, come Tony Curtis in A qualcuno piace caldo, per suscitare la compassione e la dedizione dell'ingenua Marilyn? Oppure a pronunciare, come Everett nel film tratto dal romanzo di Tiziano Sclavi, una delle battute più esilaranti e smitizzanti il ruolo maschile di tutto il cinema moderno, se non di tutto il cinema? Everett, custode di cimitero ossessionato dal volto dell'amante morta, si lascia irretire da una donna che le somiglia come una goccia d'acqua e che lo costringe, quasi, a giacersi con lei. Lui che a sua volta amava lasciarsi passare per impotente, e che a un certo punto giunge alla determinazione di farsi definitivamente castrare da un chirurgo "compiacente" che all'ultimo minuto riesce a fargli scegliere la proposta alternativa di un'iniezione da cavalli piena di anestetico, essendo cessato l'effetto del "medicamento", reiterando le avances durante la notte d'amore con la sconosciuta, a colei, che lo apostrofa pressappoco dicendo: "Ma non ne hai ancora abbastanza? Hai già avuto tre orgasmi ...", risponde: "Due. Il terzo era simulato."
Ma ve lo immaginate? A meno che il MARTINI non abbia degli effetti collaterali afrodisiaci, mi piace pensare alla performance del borgataro dello spot come a una effimera e solitaria bolla di sapone, se la si paragona al volto e alla recitazione. Al contrappasso dell'andare in bianco per aver scelto il MARTINI bianco.
Con attori veri, quella specie di video-clip sarebbe potuto essere tutta un'altra cosa. Bocciato per carenza di testimonials.