Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
&ragni velenosi...
"...Le carovane dei nomadi d'oriente trasportavano kurkuma ed altre spezie, ma con tappeti e tessuti
pregiati
portavano anche musiche, ricette, riti e costumi ed al loro passaggio contaminavano le tradizioni arcaiche dei
popoli che visitavano. Attraverso il mare diverse culture entrarono in contatto arrivando per amore o per forza
ad un'inevitabile fusione, non solo musicale. I risultati di questo processo evolutivo sono tuttora molto evidenti,
essendo diventati parte integrante delle cosiddette culture tradizionali...".
Mi piace questo album, mi piace davvero. E' un lavoro strano e assai diverso dalle cose che adesso si sentono
in
giro. E' un lavoro magnetico, attraente: ogni piega delle musiche, ogni ritornello delle canzoni di cui è
fatto
alimenta la mia curiosità. La sua caratteristica fondamentale è la semplicità: in questo
album non sono rivelati
i risultati di chissà quali esperimenti elettronici, nè i musicisti dispiegano strumentazioni da
fantascienza. Rischio
di sprecare ogni respiro, ogni manciata di suoni: cosa succederà adesso? E che cosa accadrà
dopo? L'ho ascoltato un sacco di volte, mai stanco di frugare tra i suoni. Questo è un posto nuovo
dove stare. Roba da non crederci: è appena a due passi da casa, eppure fino a poco fa
era un luogo irraggiungibile. E' vicino alle radici, vicino al cuore e alla testa. E' proprio qui, fra me e te.
"...Il percorso rivoluzionario non può che essere frutto di un'evoluzione dove i
singoli individui innestano per
propria scelta un'insurrezione interiore, seguendo un percorso che trae origine dalla propria etnia e dalla
propria cultura, ma anche dall'incontro di queste ultime con altre culture e con idee innovatrici. Tutto ciò
mi ha
portato a considerare la musica popolare non -come qualcuno vorrebbe- un valore da conservare immutato per
salvaguardarne l'identità, ma un cammino perpetuo, un'evoluzione, se pur carica di scontri ed
incomprensioni,
spesso inconscia ma in continua mutazione, una forma di rivoluzione permanente...".
E' un posto nuovo, dicevo, lontano dai palchi dei megaconcerti da cinquantamilalire e dei megaraduni
pubblicizzati alla televisione. Lontano dal clamore delle recensioni della stampa specializzata e del circuito delle
fanzines compiacenti e sponsorizzate. Lontano dai negozietti del centro, due-metri-per-due-metri fintopoveri e
fornitissimi e carissimi che hanno preso il posto delle bancarelle traballanti dell'estate punk, lontano dalle
discoteche allestite come centrisociali e dai centrisociali allestiti come discoteche. "Kurkuma" dimostra che
è possibile, qui, adesso, inventare nuove strade e nuove situazioni: questi compagni ci
sono riusciti con pochi mezzi tecnici forse, ma dando prova di grande disponibilità, apertura, senso di
collaborazione e di appartenenza. "Kurkuma" è un luogo dalle molte contraddizioni sonore, ed è
un bene
soprattutto perchè sta a dire a voce alta e senza vergogna che è un lavoro spontaneo e collettivo
sul serio, un'idra
dalle molte teste e dalle altrettante bocche e voci.
"...Non proponiamo musica popolare nel senso completo del termine, perchè la musica popolare
è legata ad un
popolo ed è riconosciuta da questo come propria. Semplicemente, si propone musica pensata in maniera
popolare,
con l'aiuto di melodie e ritmi del passato facenti parte della tradizione contadina, fondendoli e confondendoli tra
loro, contaminandoli con sonorità e contenuti che sentiamo nostri perchè li viviamo, suoniamo
e ascoltiamo tutti
i giorni... Non si tratta dell'opera di un unico autore, se non per quanto riguarda i testi e le scelte di alcune melodie
di base, peraltro tradizionali. Dal punto di vista compositivo ogni strumentista o cantante ha contribuito con le
proprie idee e la propria esperienza alla stesura dei brani...", scrive Salvatore Corvaio
- che dell'intero progetto
è l'ideatore ed il riferimento - nelle note introduttive. A Salvatore e a tutti i compagni direttamente
coinvolti nella realizzazione di queste musiche e canzoni -noti e
sconosciuti, non importa - va un sincero ringraziamento per aver aperto una finestra luminosa nella mia
stanza. "Kurkuma" non è distribuito commercialmente ed è rintracciabile solo in situazioni
autogestite. Se non lo trovate
nel vostro giro rivolgetevi al Forte Guercio Occupato, via S. Giovanni Bosco 63, 15100
Alessandria. Alcune
copie sono state offerte come sottoscrizione per la nostra rivista: date un'occhiata alla lista di "Musica per A".
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