Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 7 nr. 59
estate 1977


Rivista Anarchica Online

La comunicazione è mia e la gestisco io
a cura della Redazione

Perché un corso di grafica

Promosso dal Centro Studi Libertari "G. Pinelli", che si è recentemente costituito a Milano, si e tenuto a Milano un corso di grafica denominato "Segno Libero". Coordinatori del corso sono stati i compagni del "gruppo artigiano ricerche visive" di Roma, due dei quali si sono spostati a Milano per quattro week-ends successivi dall'inizio di settembre all'inizio di ottobre (con il salto del 23-24 settembre, per permettere a tutti la partecipazione alle giornate anti-repressive di Bologna). Il corso che ha visto la partecipazione di una quarantina di compagni provenienti da varie località del nord-Italia, si è tenuto il venerdì sera e durante l'intera giornata di sabato. Le serate di venerdì e sabato erano dedicate agli aspetti teorici della comunicazione visiva e grafica in particolare; la giornata di sabato era invece occupata dal "laboratorio" cioè dal lavoro collettivo di tutti i partecipanti nei molti "settori" proposti (vari tipi di stampa, disposizione di un messaggio nello spazio visivo, impaginazione, ecc.). Questa iniziativa - la prima del suo genere nel nostro movimento - ha riscosso molto interesse (numerose richieste di partecipazione han dovute essere respinte perché i posti disponibili erano esauriti) e la viva adesione dei partecipanti. Da più parti si è espressa l'esigenza che l'iniziativa possa essere ripetuta anche in altre località, così da permettere a sempre più numerosi compagni di poter affrontare criticamente la questione nodale dell'informazione e della comunicazione di massa, dal punto di vista teorico e da quello operativo. Al compagno Ferro Piludu, uno dei due coordinatori del corso, che già abbiamo intervistato in merito ad un'interessante esperienza di pedagogia libertaria ("A" 54, I bambini registi), abbiamo posto alcune domande sul corso e sul suo significato.

Come è nata l'idea di questi incontri di grafica?

L'idea è nata da una serie di colloqui con i compagni di Milano e di Carrara in cui si è parlato in generale del problema di riappropriarsi dei mezzi di comunicazione di massa o, meglio ancora, dei codici che regolano questi mezzi. La premessa è che, per rendere e mantenere subalterna una classe, per sfruttarla e dominarla, i fucili, la violenza fisica, il controllo della proprietà e del capitale, non sono sufficienti. È necessario controllare direttamente lo sfruttato, impedirgli oltre che di muoversi e agire liberamente, anche e soprattutto di pensare liberamente e di comunicare liberamente. Insomma mettergli in prigione il cervello.

Nel nostro paese le varie strutture di potere hanno sempre lavorato e lavorano anche adesso per imprigionare pensieri e cervelli. Poiché il cardine dello stato borghese è la famiglia si è cominciato con l'imporre alle famiglie l'uso di un linguaggio ufficiale. Questo linguaggio ufficiale è molto diverso da quello parlato e usato tutti i giorni nelle strade, nei campi e nelle officine. È retorico, pomposo e contorto. Ed è costruito per risultare di difficile comprensione specialmente per le classi popolari ed emarginate: operai, contadini, artigiani, minoranze. Il popolo lo usa con diffidenza e per costrizione; in tutti i rapporti con le autorità e il potere (interpretazioni di leggi, decreti e norme, compilazione dei documenti ufficiali, domande, formulari, ecc.) lo sfruttato è posto subito in condizione di inferiorità e di soggezione. Il linguaggio ufficiale è naturalmente usato nelle scuole, dove, per contro, non è quasi mai permesso l'uso di dialetti o di forme di espressione naturali e libere. I figli delle classi subalterne vengono subito violentemente discriminati e spinti ad abbandonare e a respingere con vergogna il loro bagaglio di tradizioni, di costumi e di usi comunicativi. Il potere ottiene in questo modo due risultati fondamentali: il primo è quello di poter subito selezionare bocciando, respingendo, rifiutando, relegando uomini idee e prodotti delle classi subalterne sfruttate; il secondo è quello di convincere lo sfruttato di non essere capace di parlare, di scrivere, di esprimersi, pensare e fabbricare, progettare e costruire.

Anche i giornali e i libri, che tra l'altro sono costosi, impiegano linguaggi ufficiali permessi dalle gerarchie culturali e sono quindi difficili da leggere e da comprendere. Lo sfruttato è quindi spinto a leggere poco e si convince di non essere in grado di capire. Cinema, radio e TV, i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa, sono utilizzati dal potere per ottenere gli stessi risultati. Films impegnati d'autore e programmi culturali, utilizzando codici e linguaggi d'èlite, sono quasi sempre incomprensibili per il popolo e la gente comune. Per evitare comunque ogni rischio, vengono inseriti in circuiti di distribuzione e in orari di trasmissione che li sottraggono alla visione e all'ascolto popolare. Anche questi mezzi quindi sono usati per relegare e mantenere gli sfruttati nel loro ghetto di sottocultura.

Prescindendo da questa chiacchierata generale, il discorso che era partito da noi e dai compagni di Milano e di Carrara era quello di tentare sperimentalmente un corso, o una serie di incontri di durata molto limitata (per motivi economici ed organizzativi) che permettessero ad un gruppo di persone di recuperare o di scoprire le possibilità comunicative insite nell'utilizzo di segni ed immagini. Naturalmente si vedeva questo problema soprattutto da un punto di vista politico, vale a dire che si intendeva fornire ai militanti la possibilità di lavorare meglio utilizzando codici e strutture visive in modo corretto, in modo da raggiungere più efficacemente lo scopo che di volta in volta ci si pone.

Come lavorate durante questi incontri?

Innanzitutto bisogna dire che gli incontri previsti sono quattro, distribuiti in quattro fine-settimana; ciascun incontro è a sua volta suddiviso in quattro momenti: un primo momento (il venerdì sera) di teoria, due momenti (sabato mattino e sabato pomeriggio) di lavoro pratico e un momento finale (sabato sera) di verifica del lavoro svolto nella giornata. I temi affrontati sono stati: analisi dei principi della comunicazione e del segno; la costruzione del messaggio, i concetti di attrazione visiva e di tensione visiva; abbiamo parlato della possibilità di utilizzare per comunicare forme semplici ed elementari e abbiamo soprattutto cercato di scoprire insieme ai partecipanti la possibilità di progettare un messaggio visivo.

Quali tecniche grafiche utilizzate all'interno di questo corso?

Evidentemente (visti gli scopi e i partecipanti al corso) utilizziamo tecniche povere e questo per due motivi: il primo è che siamo poveri e non abbiamo intenzione di diventare ricchi; il secondo perché le tecniche povere, se correttamente utilizzate, danno veramente grandi possibilità espressive. Le tecniche su cui noi abbiamo lavorato sono state inizialmente quella che prevede l'utilizzo di forme ritagliate in materiali teneri (per comodità durante il corso abbiamo utilizzato solo del polistirolo, ma si sarebbero potuti usare altri materiali come il linoleum, pezzi di cartone, patate, ecc.) che, inchiostrati, permettono di stampare messaggi semplici in un numero limitato di copie; successivamente abbiamo affrontato la tecnica della stampa con mascherine, cioè maschere ritagliate su cartone o carta per realizzare messaggi se non più complessi certamente con testi più lunghi e quindi di più difficile realizzazione con la tecnica precedente; inoltre la mascherina permette di stampare un numero maggiore di esemplari in un tempo più breve; le mascherine permettono di realizzare striscioni, manifesti, di stampare su muri, vetri, stoffe. Per preparare le mascherine noi abbiamo utilizzato carta da pacco o da manifesto (carte povere) e vernici ad acqua (quelle per dipingere i muri). Esamineremo poi il ciclostile, l'eliografia e ci auguriamo di poter terminare con la serigrafia. Questo per quanto riguarda le tecniche pratiche. Naturalmente mentre affrontiamo e trattiamo queste tecniche studiamo l'impiego di materiali, gli inchiostri o le vernici, l'impiego di materiale grafico come pennarelli, taglierini, ecc. per ottenere i risultati migliori.

Cosa vi proponete di raggiungere con questi incontri?

Questa è la domanda da cento milioni. Quello che noi ci proponiamo di ottenere, in realtà, è soprattutto una cosa: far riscoprire alla gente le proprie capacità comunicative e rendere la gente capace di progettarsi, da sola, i propri messaggi comunicativi. Quello che dobbiamo verificare è se è possibile raggiungere questo obiettivo in un tempo così breve e con un numero così limitato di incontri. Noi ci auguriamo che chi ha lavorato con noi alla fine del corso non sia diventato tanto più bravo nel disegnare o nell'impiego di una tecnica specifica, quanto che possa aver capito che può autonomamente progettare il proprio messaggio comunicativo visivo e può aspirare a realizzare un messaggio chiaro, semplice, e, in questo modo, a nostro avviso, riallacciarsi a quella che è la tradizione e la cultura più schiettamente popolari. Questo è lo scopo più importante che ci prefiggiamo. Naturalmente i compagni che seguono il corso e si impegnano si appropriano anche di tecniche specifiche.

Quale può essere l'utilità pratica di questo corso?

Guardandosi in giro, sui muri e vedendo il materiale visivo prodotto sia dai gruppi di maggioranza che dai gruppi minoritari in campo politico non si può non notare la grande povertà di idee e di capacità di utilizzo dei mezzi che questi gruppi adoperano: mi riferisco alle scritte sui muri, all'uso delle bombolette spray, agli striscioni, ai cartelloni, ai manifesti prodotti dalla base. In genere questi prodotti sono sinceramente orribili, poco chiari, confusi, il materiale viene male usato, un vero disastro, insomma! Secondo noi è possibile, con un po' di buona volontà e affrontando correttamente il problema (naturalmente dico correttamente da un punto di vista anarchico) è possibile utilizzare meglio e realizzare dei prodotti migliori in tutti questi settori. Quindi l'utilità pratica di questi incontri è quella di mettere in grado i partecipanti di realizzare scritte sui muri, striscioni, manifesti, ciclostilati, ecc., cioè tutto quello che è comunicazione di base, in maniera più corretta, e quindi di ottenere risultati migliori in questi settori.