rivista anarchica
anno 48 n. 423
marzo 2018


alle lettrici, ai lettori

MigrAnti

Questo numero. Tra i temi più seguiti dalla nostra rivista, c'è quello delle migrazioni e dei migranti. Un esodo, che da secoli caratterizza tante popolazioni in varie parti del mondo. Alla base, ci sono motivazioni sociali, politiche, belliche, alimentari, spesso più di una contemporaneamente. In copertina e in apertura di questo numero di “A” facciamo un piccolo salto indietro, a quand'era pieno inverno. Il tentativo di attraversamento del confine italo-francese in alta Valsusa non si è interrotto nelle settimane invernali di neve, temperature rigide, ghiaccio. Si è fatto “solo” più rischioso, difficile, a tratti invalidante. Camminando per ore nella neve alta, a volte dentro vere e proprie tormente, a volte perdendo l'orientamento, ecc. qualche arto gelato, qualche arto amputato era nell'ordine delle cose possibili. E accadute. Maria Matteo analizza la questione a partire dal binario 17, quello dei treni in partenza da Torino Porta Nuova per la valle, cioè per il confine francese. E spiega perché questi treni siano sottoposti a un controllo totale prima della partenza. E anche nelle stazioni di arrivo, a partire da quella di Bardonecchia. Nella libera fortezza Europa – al suo interno – i confini non esistono più (o quasi) per noi bianche e bianchi. Ma per i/le migranti...
Altro tema presente, mai abbastanza, è quello “di genere”. Per ancorarci a qualcosa di concreto, abbiamo deciso di aprire le pagine di “A” a un nuovo dibattito (i dibattiti sono un po' una nostra fissa), questa volta a partire dalla lettura del documento “Abbiamo un piano”, prodotto da Non Una Di Meno (Nudm), l'organizzazione nata impetuosamente dai movimenti femministi, che abbiamo seguito con attenzione sulle pagine di “A”. Iniziamo con due interventi (Lucia Bertell e Francesca Palazzi Arduini), sui prossimi numeri altre/i potranno aggiungersi, chiunque può intervenire, al massimo 7.000 battute spazi compresi.
Una piccola rubrica, da tempo fissa nella nostra rivista, rimanda a un mondo perlopiù dimenticato o al quale si dà attenzione solo in occasione di “emergenze” o fatti clamorosi: quello delle carceri. Noi, grazie alla collaborazione dell'ergastolano Carmelo Musumeci, ce ne occupiamo da anni, numero dopo numero, cercando un po' alla volta di dar luce ad aspetti meno noti di quel mondo. Questa volta si parla delle 2.285 donne in carcere in Italia e, in particolare, anche delle donne ergastolane, “prigioniere di serie B” si precisa. Quello che pubblichiamo non è che un piccolo contributo per una prima conoscenza: in linea con uno dei compiti di questa rivista, quello di dar voce a chi ne ha proprio poca, a volte nessuna del tutto. Senza retorica, senza grandi “sparate”, partendo il più possibile dall'esperienza e dalla sofferenza di chi quelle situazioni vive. Molto di più potremmo fare, certamente. Ma già il fatto di avere uno spazio fisso è un po' un modo per attraversare le sbarre.
Abbiamo qui segnalato solo alcune delle “cose” che trovate in questo numero. Buona lettura.

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