rivista anarchica
anno 46 n. 411
novembre 2016


Cuba

Un orizzonte di libertà

di Mário Rui Pinto


Dopo decenni di marginalizzazione, a Cuba si è aperta una nuova fase di impegno politico libertario e di recupero della memoria storica. Un compagno portoghese, che ha preso parte al terzo incontro libertario Havana Libertarian Spring, riporta le vicende del movimento anarchico cubano. Dalla sua fondazione agli anni del regime di Fidel Castro, con uno sguardo alla presente esperienza del Taller Libertario Alfredo López.


È stato con una certa emozione che mi sono recato a Cuba per partecipare al terzo incontro libertario Havana Libertarian Spring. Da molti anni seguo il movimento anarchico cubano per una ragione sentimentale: la sua storia è molto simile a quella del movimento portoghese. Sono nati entrambi nello stesso periodo, divenendo importanti nel campo sociale e in quello operaio, entrambi hanno sofferto gli effetti di lunghi regimi dittatoriali e sono stati cancellati dalla memoria collettiva.
Giusto per un veloce sguardo sul contesto storico, sintetizzerò il libro di Frank Fernàndez1 e dividerò la storia del movimento cubano in periodi, a seconda delle vicende interne.
Il primo periodo va dagli anni Cinquanta del 1800, dalle prime società di mutuo aiuto influenzate dalle idee proudhoniane, fino alla fine del potere coloniale spagnolo, avvenuta nel 1898, quando era già chiara l'influenza di Bakunin. Fu il periodo in cui vennero mossi i primi passi nella direzione di un movimento organizzato grazie all'arrivo di lavoratori anarchici spagnoli e all'attività di due anarchici cubani, J.C. Campos e Enrique Roig San Martin (1843-1889). Le prime organizzazioni e i primi giornali specificamente anarchici furono fondati principalmente per lottare contro il riformismo delle associazioni dei lavoratori; l'anarchismo divenne importante nell'industria di tabacco. La morte prematura di Enrique Roig e le disgregazioni interne, avvenute a causa della posizione anarchica nei confronti dell'indipendenza, aprirono la strada al successivo periodo di stagnazione.
Il secondo periodo si protrasse sostanzialmente lungo il primo decennio del XX secolo. Cuba divenne territorio annesso agli Stati Uniti in seguito al Trattato di Parigi firmato nel dicembre del 1898, che confermava la sconfitta della Spagna. La classe lavoratrice cubana capì che non c'erano grosse differenze tra il potere coloniale spagnolo e il nuovo potere statunitense che iniziò il 1° gennaio del 1899.
Nel 1902 Cuba diventò una repubblica, ma il governo degli USA impose alla Costituzione cubana del 1901 l'emendamento Platt, che assicurava piena protezione degli interessi economici e politici statunitensi e permetteva agli USA di invadere Cuba. Apparvero nuovi giornali anarchici e nuove organizzazioni, ci furono scioperi, ma anche una forte repressione e le autorità statunitensi promisero “un'adeguata punizione per i nemici della società che sventolano la bandiera rossa dell'anarchia”.
Il terzo periodo fu il più positivo, specialmente durante la prima metà degli anni Venti del Novecento. La rivoluzione messicana del 1910, le idee di Ricardo Flores Magòn e, più tardi, il risultato della rivoluzione russa (che fu vissuto come una vittoria dei lavoratori) ebbero una profonda influenza su molti sindacati che adottarono i principi dell'anarco-sindacalismo. Fu notevole l'attività di alcuni anarchici come Abelardo Saavedra, Marcelo Salinas e principalmente Alfredo López.
Si diffuse la violenza per le strade, gli USA inviarono delle navi da guerra a L'Avana per imporre un ordine pubblico di stampo capitalista e il governo locale sospese le garanzie costituzionali, deportando molti anarchici di origini spagnole e chiudendo giornali e sezioni anarchiche. Ma niente poteva fermare le idee anarchiche, che si diffusero sull'isola con nuovi giornali, periodici, sindacati e sezioni. La Federaciòn Obrera de la Habana fu fondata nel 1921 unendo tutti i sindacati della città e con Alfredo López come figura più attiva.
Nell'agosto del 1925, il terzo Congresso nazionale dei lavoratori fu organizzato nella città di Cienfuegos. Per citare Fernàndez: “160 delegati in rappresentanza di tutti i sindacati, [...] corporazioni e associazioni, in tutto 128 organizzazioni con l'adesione di circa duecentomila lavoratori”. Questo Congresso, organizzato dalla Confederaciòn Nacional Obrera de Cuba e fortemente influenzato dall'anarco-sindacalismo, elesse una donna, Juana Marìa Acosta, come presidente provvisorio.
A questo punto accaddero diversi fatti che modificarono negativamente il corso della storia: la nascita del PCC – Partido Comunista Cubano (“Partito comunista cubano”), che come ogni altro partito comunista si è sempre adoperato per indebolire ogni organizzazione che non poteva controllare, ma anche l'elezione di Machado. Il presidente sapeva che la nuova Confederaciòn Nacional Obrera de Cuba sarebbe stata un nemico potente e iniziò subito una forte repressione, chiudendo i sindacati e imprigionando, deportando e assassinando gli anarco-sindacalisti come Enrique Varona, uno degli organizzatori più importanti. Molti anarchici scapparono a Miami o in Messico. Per concludere, nel luglio del 1926, la “sparizione” di Alfredo López fu una terribile perdita per il movimento cubano, come anche la morte di Enrique Roig qualche anno prima. Dopo diversi tentativi di corromperlo, dopo svariate minacce e detenzioni, fu rapito e assassinato; il suo corpo apparve solo 7 anni dopo, alcuni giorni dopo la caduta di Machado.

L'Avana (Cuba), 7/12 maggio 2016 - L'edificio dove si è svolto l'Havana Libertarian
Spring
, incontro internazionale organizzato dal Taller Libertario Alfredo López (TLAL)

Contro il governo e il partito comunista

Come conseguenza, il quarto periodo storico del movimento anarchico cubano fu negativo e durò per tutti gli anni Trenta del Novecento. La forte repressione governativa e l'opportunismo politico del PCC (Partito comunista cubano) spinsero gli anarchici alla clandestinità. Furono creati gruppi di azione e gli anarchici combatterono per le strade e nei sindacati contro due forze: il governo e il PCC. Nel 1933, un patto politico tra il PCC e l'ambasciata statunitense mise fine al regime di Machado, sostenendo un golpe militare diretto da Fulgencio Batista, che diventò il nuovo presidente. Nuove organizzazioni furono fondate, come Solidaridad Internacional Antifascista (Solidarietà internazionale antifascista) nel 1936 con il proposito di raccogliere soldi e armi da inviare in Spagna.
Paradossalmente fu la sconfitta dell'anarchismo in Spagna ad aprire la porta ad un nuovo ciclo che durò fino all'avvento del castrismo. La sconfitta della Spagna portò nuovamente a Cuba molti anarchici spagnoli [...]. Fu creata una nuova organizzazione unita e molto attiva, l'Associaciòn Libertaria de Cuba (Associazione libertaria di Cuba) e Batista fu sostituito con un altro presidente. Molti piccoli giornali e bollettini furono pubblicati in tutta l'isola e molti sindacati tornarono ad orientarsi verso l'anarco-sindacalismo. Nel febbraio del 1948, il Secondo congresso libertario nazionale raccolse 155 delegati, oltre alla presenza di Agustìn Souchy in rappresentanza dell'AIT.
Nel marzo del 1952, Batista tornò al potere attraverso un colpo di stato militare, sospese la Costituzione e fece un patto politico con il PCC che durò quasi fino alla fine della sua presidenza. Nuovamente gli anarchici iniziarono ad essere perseguitati ma, questa volta, ci fu un nuovo tipo di opposizione rappresentato dal Movimento del 26 luglio di Fidel Castro. Il clima politico si deteriorò presto in una escalation di violenza. Il locale dell'Associazione libertaria di Cuba divenne il luogo degli incontri clandestini dei gruppi insurrezionali, come il Movimento del 26 luglio a cui appartenevano anche alcuni anarchici. Altri gruppi anarchici e di opposizione ebbero delle loro specifiche diramazioni organizzate per la guerriglia urbana armata. Il resto è noto. Il PCC fece un patto con Castro a metà del 1958, gli Stati Uniti voltarono le spalle a Batista che il 31 dicembre 1958, rimasto senza supporto politico e militare, fu costretto a lasciare Cuba.

L'Avana (Cuba), 7/12 maggio 2016 - Durante l'Havana Libertarian Spring.
Un momento di discussione all'aperto

Persecuzioni, bugie e l'ascesa di Castro

Il castrismo divenne subito un regime fortemente totalitario, con una macchina repressiva e un apparato di propaganda molto efficienti. Gli anarchici iniziarono ad essere perseguitati, affrontando lunghi periodi di incarcerazione o la morte per mano dei plotoni di esecuzione. Furono diffuse bugie per diffamarli, tanto a Cuba quanto internazionalmente. La scelta era tra l'esilio o la lotta clandestina e molti scelsero la seconda opzione.
Nell'estate del 1960, Augustin Souchy visitò Cuba su invito del governo per analizzare la situazione del settore agricolo. Il nuovo regime sperava di ricevere un documento elogiativo, ma avvenne il contrario. Souchy pubblicò un saggio “Testimonianze sulla Rivoluzione cubana” (Testimonios sobre la Revoluciòn Cubana) nel quale criticò il modello sovietico di economia, fortemente centralizzato, adottato dal governo. Nell'estate del 1961 gli anarchici cubani che vivevano già a New York e a Miami crearono il MLCE – Movimento Libertario Cubano in Esilio. Fin dall'inizio ebbero il supporto degli anarchici spagnoli in esilio a Boston (Club Aurora) e a New York (rivista Cultura Proletaria), ma principalmente dell'organizzazione di New York Libertarian League nella quale Sam Dolgoff era figura di spicco.
Gli anarchici cubani non si aspettavano la reazione che la comunità anarchica internazionale ebbe nei confronti del castrismo; i compagni stranieri guardarono al nuovo regime con simpatia, dimenticandosi completamente degli errori di analisi e le lente reazioni avute dopo la Rivoluzione russa e non credettero alle svariate dichiarazioni e denunce dei compagni cubani. Questa situazione fu aggravata da un documento dal titolo “Un chiarimento e una dichiarazione dei libertari cubani” (A Clarification and a Declaration of the Cuban Libertarians), firmato da un anarchico del periodo, Manuel Gaona, che fu pubblicato nel novembre del 1961. Con questo documento pieno di menzogne (“non esiste nessun tipo di persecuzione politica o religiosa a Cuba”) e infamie (“non fatevi sorprendere dalle cattive intenzioni e dalle false informazioni che riceverete da quelli al servizio della contro-rivoluzione cubana”), Gaona si salvò e forzò 5 vecchi anarchici a firmarlo. Il documento che circolò molto nella comunità anarchica internazionale, distribuito dalla propaganda castrista, fu devastante per i compagni cubani che provarono a controbilanciare la cattiva influenza del documento, ma dovettero confrontarsi con risposte ciniche come quella data da Federica Montseny: “Attaccare Castro non è popolare in Europa”.
Se da Federica Montseny ci si poteva aspettare di tutto, non fu però accettabile la censura fatta da Armando Borghi su Umanità Nova che si rifiutò di pubblicare alcuni articoli con la scusa di “non creare una polemica”. Altri esempi possono essere fatti: quando Le Monde Libertaire pubblicò la lista dei regimi dittatoriali attivi in tutto il mondo, si “dimenticò” di Cuba; nel 1968 durante il nascente congresso IFA (Internazionale della Federazioni Anarchiche) a Carrara, Cohn-Bendit accusò il MLCE – Movimento Libertario Cubano in Esilio di essere “finanziato dalla CIA”; nel 1975 la rivista spagnola Bicicleta stampò un'edizione speciale dedicata all'anarchismo nel mondo in cui gli anarchici cubani erano considerati “semplici anti-comunisti” e “chiaramente retrogradi”. Questa cecità e stupidità della comunità anarchica internazionale permise a Fidel di perseguitare apertamente gli anarchici senza nessuna critica. Vi furono voci che si levarono a difesa degli anarchici cubani, come i già menzionati Sam Dolgoff della Libertarian League, Souchy, Edgar Rodrigues e la Federazione Anarchica Argentina, ma erano una minoranza2.
È stato necessario attendere sino al 1976 e alla pubblicazione del noto libro di Sam Dolgoff3 per registrare un cambio di atteggiamento. Ad ogni modo era ormai troppo tardi per i compagni cubani sull'isola. Così come accadde con altri regimi dittatoriali duraturi, gli anarchici sparirono dai movimenti sociali e operai e l'anarchismo fu cancellato dalla memoria collettiva della popolazione.

L'Avana (Cuba), 7/12 maggio 2016, Havana Libertarian
Spring
- Durante uno dei dibattiti

Le idee anarchiche tornano a Cuba

Nonostante ciò, le idee anarchiche stanno tornando sull'isola grazie all'attività del Taller Libertario Alfredo López (TLAL). Il TLAL appartiene ad un'organizzazione ombrello chiamata Observatorio Critico al cui interno sono presenti anche altri gruppi di attivisti con una prospettiva anticapitalista, come il collettivo ambientalista El Guardabosques (collettivo Guardiani degli spazi verdi urbani) e il progetto LGBT Arcoiris (Arcobaleno Project), che erano inoltre presenti al congresso di fondazione della nuova Federazione Anarchica del Centro America e dei Caraibi, insieme a gruppi della Repubblica Dominicana, di El Salvador, di Porto Rico e di Miami.
È chiaro che le cose a Cuba stanno cambiando; non solo per la tendenza a visitare Cuba, usanza divenuta irresistibilmente di moda a partire dal 2015 – Hollande, il Papa, Obama, i Rolling Stones, Furious Speed 8, Chanel – ma anche, e più importante per noi, per la possibilità di organizzare incontri anarchici, vedere persone con maglie anarchiche per le strade dell'Avana, in breve per la possibilità di parlare di anarchismo e di promuoverlo. Secondo i compagni anarchici cubani, non era possibile prima che Fidel venisse sostiutuito da suo fratello Raúl. Come in molte dittature, la sostituzione del leader con un'altra persona ha indebolito il regime; alle volte viene fatto di proposito, altre volte avviene senza controllo. Abbiamo visto una situazione analoga in Portogallo quando, nel 1968, Salazar si ammalò e fu rimpiazzato da Marcelo Caetano. Il regime non resistette al cambiamento e, nonostante la timida democratizzazione chiamata Primavera Marcelista, cadde nel 1974. [...]
Così, per il terzo anno di fila, il TLAT ha organizzato l'Havana Libertarian Spring che ha raccolto compagni arrivati da Cuba e dall'estero: Australia, Berlino (Germania), Brasile, Brighton (Gran Bretagna), Repubblica Dominicana, Lisbona (Portogallo), Messico e Spagna. Circa 70 persone hanno partecipato alla quattro giorni, dal 7 al 12 maggio. Non tutti erano anarchici e nemmeno partecipanti attivi, ma persone interessate agli argomenti trattati. Il programma era intenso, molto concentrato sulla realtà cubana, alcune volte senza che ci sia stato il tempo necessario per approfondire il dibattito (ci sono stati comunque dei dibattiti), ma tutti i compagni stranieri hanno avuto lo spazio per presentare la loro esperienza e le loro attività. Per quanto mi riguarda, i dibattiti che più mi hanno interessato sono stati quelli sulla situazione odierna di Cuba: “Cuba nel 2016: pericoli e opportunità del presente” e “La situazione dell'anticapitalismo nella Cuba odierna”. Tuttavia anche altri sono stati interessanti, come “Progressismi, governabilità, prospettive e azione libertaria in America Latina. Uno sguardo al Brasile e al Messico” e “Ricostruire comunità e autogestione nella periferia di Vitoria-Gasteiz, Paesi Baschi”. L'ultimo dibattito dell'incontro, “Mutuo aiuto, azione diretta e vita quotidiana nel dibattito anarchico”, è stato organizzato in un bel giardino pubblico. C'è stato tempo per mangiare, bere e fare foto. L'anarchia era nell'aria... [...]
A conclusione vorrei dire che sono molto felice di aver partecipato a questo evento anarchico e di aver incontrato i compagni cubani, che sono affettuosi ed entusiasti; considerato l'isolamento che vivono (viaggiare è difficile e costoso, i libri sono rari, l'accesso a internet non è sempre facile e talvolta è proibito) li abbiamo trovati molto preparati per quanto riguarda le teorie anarchiche. Si meritano di essere appoggiati nel loro intento di avere una sede fissa, che è molto importante per coinvolgere stabilmente le persone e per sviluppare dei progetti. A Cuba i prezzi delle case sono molto convenienti (per noi, ovviamente); con 10 mila euro sarebbero in grado di acquistare una piccola casa. Quindi, per favore, cercate il loro appello di raccolta fondi e donate qualcosa (www.gofundme.com/gg2wrcac). Se lo meritano!

Mário Rui Pinto

traduzione di Carlotta Pedrazzini

Note
  1. Cuban anarchism: the history of a movement, See Sharp Press, Tucson - Arizona (USA), 2001. Questo libro è la fonte più usata in questo articolo per la storia del movimento anarchico cubano.
  2. Una curiosità: al Congresso della Federazione Anarchica Uruguaiana del 1965 ci fu una scissione tra le fazioni pro-Castro e anti-Castro. Luce Fabbri fu anti-Castro e il suo articolo “Living my life” fu pubblicato anni dopo su A-Rivista Anarchica.
  3. The Cuban Revolution: A Critical Perspective, Montreal, Black Rose, 1976.