| Cuba 
 Un orizzonte di libertà 
 di Mário Rui Pinto 
 
 Dopo decenni di marginalizzazione, a Cuba si è aperta una nuova fase di impegno politico libertario e di recupero della memoria storica. Un compagno portoghese, che ha preso parte al terzo incontro libertario Havana Libertarian Spring, riporta le vicende del movimento anarchico cubano. Dalla sua fondazione agli anni del regime di Fidel Castro, con uno sguardo alla presente esperienza del Taller Libertario Alfredo López. È stato con una certa 
                  emozione che mi sono recato a Cuba per partecipare al terzo 
                  incontro libertario Havana Libertarian Spring. Da molti 
                  anni seguo il movimento anarchico cubano per una ragione sentimentale: 
                  la sua storia è molto simile a quella del movimento portoghese. 
                  Sono nati entrambi nello stesso periodo, divenendo importanti 
                  nel campo sociale e in quello operaio, entrambi hanno sofferto 
                  gli effetti di lunghi regimi dittatoriali e sono stati cancellati 
                  dalla memoria collettiva.
 Giusto per un veloce sguardo sul contesto storico, sintetizzerò 
                  il libro di Frank Fernàndez1 
                  e dividerò la storia del movimento cubano in periodi, 
                  a seconda delle vicende interne.
 Il primo periodo va dagli anni Cinquanta del 1800, dalle prime 
                  società di mutuo aiuto influenzate dalle idee proudhoniane, 
                  fino alla fine del potere coloniale spagnolo, avvenuta nel 1898, 
                  quando era già chiara l'influenza di Bakunin. Fu il periodo 
                  in cui vennero mossi i primi passi nella direzione di un movimento 
                  organizzato grazie all'arrivo di lavoratori anarchici spagnoli 
                  e all'attività di due anarchici cubani, J.C. Campos e 
                  Enrique Roig San Martin (1843-1889). Le prime organizzazioni 
                  e i primi giornali specificamente anarchici furono fondati principalmente 
                  per lottare contro il riformismo delle associazioni dei lavoratori; 
                  l'anarchismo divenne importante nell'industria di tabacco. La 
                  morte prematura di Enrique Roig e le disgregazioni interne, 
                  avvenute a causa della posizione anarchica nei confronti dell'indipendenza, 
                  aprirono la strada al successivo periodo di stagnazione.
 Il secondo periodo si protrasse sostanzialmente lungo il primo 
                  decennio del XX secolo. Cuba divenne territorio annesso agli 
                  Stati Uniti in seguito al Trattato di Parigi firmato nel dicembre 
                  del 1898, che confermava la sconfitta della Spagna. La classe 
                  lavoratrice cubana capì che non c'erano grosse differenze 
                  tra il potere coloniale spagnolo e il nuovo potere statunitense 
                  che iniziò il 1° gennaio del 1899.
 Nel 1902 Cuba diventò una repubblica, ma il governo degli 
                  USA impose alla Costituzione cubana del 1901 l'emendamento Platt, 
                  che assicurava piena protezione degli interessi economici e 
                  politici statunitensi e permetteva agli USA di invadere Cuba. 
                  Apparvero nuovi giornali anarchici e nuove organizzazioni, ci 
                  furono scioperi, ma anche una forte repressione e le autorità 
                  statunitensi promisero “un'adeguata punizione per i nemici 
                  della società che sventolano la bandiera rossa dell'anarchia”.
 Il terzo periodo fu il più positivo, specialmente durante 
                  la prima metà degli anni Venti del Novecento. La rivoluzione 
                  messicana del 1910, le idee di Ricardo Flores Magòn e, 
                  più tardi, il risultato della rivoluzione russa (che 
                  fu vissuto come una vittoria dei lavoratori) ebbero una profonda 
                  influenza su molti sindacati che adottarono i principi dell'anarco-sindacalismo. 
                  Fu notevole l'attività di alcuni anarchici come Abelardo 
                  Saavedra, Marcelo Salinas e principalmente Alfredo López.
 Si diffuse la violenza per le strade, gli USA inviarono delle 
                  navi da guerra a L'Avana per imporre un ordine pubblico di stampo 
                  capitalista e il governo locale sospese le garanzie costituzionali, 
                  deportando molti anarchici di origini spagnole e chiudendo giornali 
                  e sezioni anarchiche. Ma niente poteva fermare le idee anarchiche, 
                  che si diffusero sull'isola con nuovi giornali, periodici, sindacati 
                  e sezioni. La Federaciòn Obrera de la Habana fu 
                  fondata nel 1921 unendo tutti i sindacati della città 
                  e con Alfredo López come figura più attiva.
 Nell'agosto del 1925, il terzo Congresso nazionale dei lavoratori 
                  fu organizzato nella città di Cienfuegos. Per citare 
                  Fernàndez: “160 delegati in rappresentanza di tutti 
                  i sindacati, [...] corporazioni e associazioni, in tutto 128 
                  organizzazioni con l'adesione di circa duecentomila lavoratori”. 
                  Questo Congresso, organizzato dalla Confederaciòn 
                  Nacional Obrera de Cuba e fortemente influenzato dall'anarco-sindacalismo, 
                  elesse una donna, Juana Marìa Acosta, come presidente 
                  provvisorio.
 A questo punto accaddero diversi fatti che modificarono negativamente 
                  il corso della storia: la nascita del PCC – Partido 
                  Comunista Cubano (“Partito comunista cubano”), 
                  che come ogni altro partito comunista si è sempre adoperato 
                  per indebolire ogni organizzazione che non poteva controllare, 
                  ma anche l'elezione di Machado. Il presidente sapeva che la 
                  nuova Confederaciòn Nacional Obrera de Cuba sarebbe 
                  stata un nemico potente e iniziò subito una forte repressione, 
                  chiudendo i sindacati e imprigionando, deportando e assassinando 
                  gli anarco-sindacalisti come Enrique Varona, uno degli organizzatori 
                  più importanti. Molti anarchici scapparono a Miami o 
                  in Messico. Per concludere, nel luglio del 1926, la “sparizione” 
                  di Alfredo López fu una terribile perdita per il movimento 
                  cubano, come anche la morte di Enrique Roig qualche anno prima. 
                  Dopo diversi tentativi di corromperlo, dopo svariate minacce 
                  e detenzioni, fu rapito e assassinato; il suo corpo apparve 
                  solo 7 anni dopo, alcuni giorni dopo la caduta di Machado.
 
                   
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                    | L'Avana (Cuba), 7/12 maggio 2016 - L'edificio dove si è svolto l'Havana LibertarianSpring, incontro internazionale organizzato dal Taller Libertario Alfredo López (TLAL)
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 Contro il governo e il partito comunista Come conseguenza, il quarto periodo storico del movimento anarchico 
                  cubano fu negativo e durò per tutti gli anni Trenta del 
                  Novecento. La forte repressione governativa e l'opportunismo 
                  politico del PCC (Partito comunista cubano) spinsero gli anarchici 
                  alla clandestinità. Furono creati gruppi di azione e 
                  gli anarchici combatterono per le strade e nei sindacati contro 
                  due forze: il governo e il PCC. Nel 1933, un patto politico 
                  tra il PCC e l'ambasciata statunitense mise fine al regime di 
                  Machado, sostenendo un golpe militare diretto da Fulgencio Batista, 
                  che diventò il nuovo presidente. Nuove organizzazioni 
                  furono fondate, come Solidaridad Internacional Antifascista 
                  (Solidarietà internazionale antifascista) nel 1936 con 
                  il proposito di raccogliere soldi e armi da inviare in Spagna.Paradossalmente fu la sconfitta dell'anarchismo in Spagna ad 
                  aprire la porta ad un nuovo ciclo che durò fino all'avvento 
                  del castrismo. La sconfitta della Spagna portò nuovamente 
                  a Cuba molti anarchici spagnoli [...]. Fu creata una nuova organizzazione 
                  unita e molto attiva, l'Associaciòn Libertaria de 
                  Cuba (Associazione libertaria di Cuba) e Batista fu sostituito 
                  con un altro presidente. Molti piccoli giornali e bollettini 
                  furono pubblicati in tutta l'isola e molti sindacati tornarono 
                  ad orientarsi verso l'anarco-sindacalismo. Nel febbraio del 
                  1948, il Secondo congresso libertario nazionale raccolse 155 
                  delegati, oltre alla presenza di Agustìn Souchy in rappresentanza 
                  dell'AIT.
 Nel marzo del 1952, Batista tornò al potere attraverso 
                  un colpo di stato militare, sospese la Costituzione e fece un 
                  patto politico con il PCC che durò quasi fino alla fine 
                  della sua presidenza. Nuovamente gli anarchici iniziarono ad 
                  essere perseguitati ma, questa volta, ci fu un nuovo tipo di 
                  opposizione rappresentato dal Movimento del 26 luglio di Fidel 
                  Castro. Il clima politico si deteriorò presto in una 
                  escalation di violenza. Il locale dell'Associazione libertaria 
                  di Cuba divenne il luogo degli incontri clandestini dei gruppi 
                  insurrezionali, come il Movimento del 26 luglio a cui appartenevano 
                  anche alcuni anarchici. Altri gruppi anarchici e di opposizione 
                  ebbero delle loro specifiche diramazioni organizzate per la 
                  guerriglia urbana armata. Il resto è noto. Il PCC fece 
                  un patto con Castro a metà del 1958, gli Stati Uniti 
                  voltarono le spalle a Batista che il 31 dicembre 1958, rimasto 
                  senza supporto politico e militare, fu costretto a lasciare 
                  Cuba.
 
                   
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                    | L'Avana 
                        (Cuba), 7/12 maggio 2016 - Durante l'Havana Libertarian Spring.Un momento di discussione all'aperto
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 Persecuzioni, bugie e l'ascesa di Castro Il castrismo divenne subito un regime fortemente totalitario, 
                  con una macchina repressiva e un apparato di propaganda molto 
                  efficienti. Gli anarchici iniziarono ad essere perseguitati, 
                  affrontando lunghi periodi di incarcerazione o la morte per 
                  mano dei plotoni di esecuzione. Furono diffuse bugie per diffamarli, 
                  tanto a Cuba quanto internazionalmente. La scelta era tra l'esilio 
                  o la lotta clandestina e molti scelsero la seconda opzione.Nell'estate del 1960, Augustin Souchy visitò Cuba su 
                  invito del governo per analizzare la situazione del settore 
                  agricolo. Il nuovo regime sperava di ricevere un documento elogiativo, 
                  ma avvenne il contrario. Souchy pubblicò un saggio “Testimonianze 
                  sulla Rivoluzione cubana” (Testimonios sobre la Revoluciòn 
                  Cubana) nel quale criticò il modello sovietico di 
                  economia, fortemente centralizzato, adottato dal governo. Nell'estate 
                  del 1961 gli anarchici cubani che vivevano già a New 
                  York e a Miami crearono il MLCE – Movimento Libertario 
                  Cubano in Esilio. Fin dall'inizio ebbero il supporto degli 
                  anarchici spagnoli in esilio a Boston (Club Aurora) e 
                  a New York (rivista Cultura Proletaria), ma principalmente 
                  dell'organizzazione di New York Libertarian League nella 
                  quale Sam Dolgoff era figura di spicco.
 Gli anarchici cubani non si aspettavano la reazione che la comunità 
                  anarchica internazionale ebbe nei confronti del castrismo; i 
                  compagni stranieri guardarono al nuovo regime con simpatia, 
                  dimenticandosi completamente degli errori di analisi e le lente 
                  reazioni avute dopo la Rivoluzione russa e non credettero alle 
                  svariate dichiarazioni e denunce dei compagni cubani. Questa 
                  situazione fu aggravata da un documento dal titolo “Un 
                  chiarimento e una dichiarazione dei libertari cubani” 
                  (A Clarification and a Declaration of the Cuban Libertarians), 
                  firmato da un anarchico del periodo, Manuel Gaona, che fu pubblicato 
                  nel novembre del 1961. Con questo documento pieno di menzogne 
                  (“non esiste nessun tipo di persecuzione politica o religiosa 
                  a Cuba”) e infamie (“non fatevi sorprendere dalle 
                  cattive intenzioni e dalle false informazioni che riceverete 
                  da quelli al servizio della contro-rivoluzione cubana”), 
                  Gaona si salvò e forzò 5 vecchi anarchici a firmarlo. 
                  Il documento che circolò molto nella comunità 
                  anarchica internazionale, distribuito dalla propaganda castrista, 
                  fu devastante per i compagni cubani che provarono a controbilanciare 
                  la cattiva influenza del documento, ma dovettero confrontarsi 
                  con risposte ciniche come quella data da Federica Montseny: 
                  “Attaccare Castro non è popolare in Europa”.
 Se da Federica Montseny ci si poteva aspettare di tutto, non 
                  fu però accettabile la censura fatta da Armando Borghi 
                  su Umanità Nova che si rifiutò di pubblicare 
                  alcuni articoli con la scusa di “non creare una polemica”. 
                  Altri esempi possono essere fatti: quando Le Monde Libertaire 
                  pubblicò la lista dei regimi dittatoriali attivi in tutto 
                  il mondo, si “dimenticò” di Cuba; nel 1968 
                  durante il nascente congresso IFA (Internazionale della Federazioni 
                  Anarchiche) a Carrara, Cohn-Bendit accusò il MLCE 
                  – Movimento Libertario Cubano in Esilio di essere 
                  “finanziato dalla CIA”; nel 1975 la rivista spagnola 
                  Bicicleta stampò un'edizione speciale dedicata 
                  all'anarchismo nel mondo in cui gli anarchici cubani erano considerati 
                  “semplici anti-comunisti” e “chiaramente retrogradi”. 
                  Questa cecità e stupidità della comunità 
                  anarchica internazionale permise a Fidel di perseguitare apertamente 
                  gli anarchici senza nessuna critica. Vi furono voci che si levarono 
                  a difesa degli anarchici cubani, come i già menzionati 
                  Sam Dolgoff della Libertarian League, Souchy, Edgar Rodrigues 
                  e la Federazione Anarchica Argentina, ma erano una minoranza2.
 È stato necessario attendere sino al 1976 e alla pubblicazione 
                  del noto libro di Sam Dolgoff3 
                  per registrare un cambio di atteggiamento. Ad ogni modo era 
                  ormai troppo tardi per i compagni cubani sull'isola. Così 
                  come accadde con altri regimi dittatoriali duraturi, gli anarchici 
                  sparirono dai movimenti sociali e operai e l'anarchismo fu cancellato 
                  dalla memoria collettiva della popolazione.
 
                   
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                    | L'Avana 
                        (Cuba), 7/12 maggio 2016, Havana LibertarianSpring - Durante uno dei dibattiti
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 Le idee anarchiche tornano a Cuba Nonostante ciò, le idee anarchiche stanno tornando sull'isola grazie all'attività del Taller Libertario Alfredo López (TLAL). Il TLAL appartiene ad un'organizzazione ombrello chiamata Observatorio Critico al cui interno sono presenti anche altri gruppi di attivisti con una prospettiva anticapitalista, come il collettivo ambientalista El Guardabosques (collettivo Guardiani degli spazi verdi urbani) e il progetto LGBT Arcoiris (Arcobaleno Project), che erano inoltre presenti al congresso di fondazione della nuova Federazione Anarchica del Centro America e dei Caraibi, insieme a gruppi della Repubblica Dominicana, di El Salvador, di Porto Rico e di Miami.È chiaro che le cose a Cuba stanno cambiando; non solo per la tendenza a visitare Cuba, usanza divenuta irresistibilmente di moda a partire dal 2015 – Hollande, il Papa, Obama, i Rolling Stones, Furious Speed 8, Chanel – ma anche, e più importante per noi, per la possibilità di organizzare incontri anarchici, vedere persone con maglie anarchiche per le strade dell'Avana, in breve per la possibilità di parlare di anarchismo e di promuoverlo. Secondo i compagni anarchici cubani, non era possibile prima che Fidel venisse sostiutuito da suo fratello Raúl. Come in molte dittature, la sostituzione del leader con un'altra persona ha indebolito il regime; alle volte viene fatto di proposito, altre volte avviene senza controllo. Abbiamo visto una situazione analoga in Portogallo quando, nel 1968, Salazar si ammalò e fu rimpiazzato da Marcelo Caetano. Il regime non resistette al cambiamento e, nonostante la timida democratizzazione chiamata Primavera Marcelista, cadde nel 1974. [...]
 Così, per il terzo anno di fila, il TLAT ha organizzato l'Havana Libertarian Spring che ha raccolto compagni arrivati da Cuba e dall'estero: Australia, Berlino (Germania), Brasile, Brighton (Gran Bretagna), Repubblica Dominicana, Lisbona (Portogallo), Messico e Spagna. Circa 70 persone hanno partecipato alla quattro giorni, dal 7 al 12 maggio. Non tutti erano anarchici e nemmeno partecipanti attivi, ma persone interessate agli argomenti trattati. Il programma era intenso, molto concentrato sulla realtà cubana, alcune volte senza che ci sia stato il tempo necessario per approfondire il dibattito (ci sono stati comunque dei dibattiti), ma tutti i compagni stranieri hanno avuto lo spazio per presentare la loro esperienza e le loro attività. Per quanto mi riguarda, i dibattiti che più mi hanno interessato sono stati quelli sulla situazione odierna di Cuba: “Cuba nel 2016: pericoli e opportunità del presente” e “La situazione dell'anticapitalismo nella Cuba odierna”. Tuttavia anche altri sono stati interessanti, come “Progressismi, governabilità, prospettive e azione libertaria in America Latina. Uno sguardo al Brasile e al Messico” e “Ricostruire comunità e autogestione nella periferia di Vitoria-Gasteiz, Paesi Baschi”. L'ultimo dibattito dell'incontro, “Mutuo aiuto, azione diretta e vita quotidiana nel dibattito anarchico”, è stato organizzato in un bel giardino pubblico. C'è stato tempo per mangiare, bere e fare foto. L'anarchia era nell'aria... [...]
 A conclusione vorrei dire che sono molto felice di aver partecipato 
                  a questo evento anarchico e di aver incontrato i compagni cubani, 
                  che sono affettuosi ed entusiasti; considerato l'isolamento 
                  che vivono (viaggiare è difficile e costoso, i libri 
                  sono rari, l'accesso a internet non è sempre facile e 
                  talvolta è proibito) li abbiamo trovati molto preparati 
                  per quanto riguarda le teorie anarchiche. Si meritano di essere 
                  appoggiati nel loro intento di avere una sede fissa, che è 
                  molto importante per coinvolgere stabilmente le persone e per 
                  sviluppare dei progetti. A Cuba i prezzi delle case sono molto 
                  convenienti (per noi, ovviamente); con 10 mila euro sarebbero 
                  in grado di acquistare una piccola casa. Quindi, per favore, 
                  cercate il loro appello di raccolta fondi e donate qualcosa 
                  (www.gofundme.com/gg2wrcac). 
                  Se lo meritano!
  Mário Rui PintoNote
 traduzione di Carlotta Pedrazzini
 
Cuban anarchism: the history of a movement, See Sharp Press, Tucson - Arizona (USA), 2001. Questo libro è la fonte più usata in questo articolo per la storia del movimento anarchico cubano.
Una curiosità: al Congresso della Federazione Anarchica Uruguaiana del 1965 ci fu una scissione tra le fazioni pro-Castro e anti-Castro. Luce Fabbri fu anti-Castro e il suo articolo “Living my life” fu pubblicato anni dopo su A-Rivista Anarchica.
The Cuban Revolution: A Critical Perspective, Montreal, Black Rose, 1976.
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