rivista anarchica
anno 46 n. 411
novembre 2016


Sardegna

Quegli alberi tagliati nella lecceta

testo e foto di Daniele Marzorati


È quella del Marganai, forse la più grande del Mediterraneo.
L'Ente forestale sardo ha disposto un esteso taglio di alberi.
Poi si è fermato. Ma il danno è fatto.

Domusnovas (CI)- Foresta del Marganai


Sezione: taglio, atto del tagliare a cui consegue una divisione o separazione delle parti; questo è uno dei significati del termine.
Il termine sezione può essere inteso anche come operazione che consiste nel tagliare una figura con un piano: secondo la geometria, intersezione di differenti piani. Conseguenza di quest'azione di divisione è la messa in evidenza delle parti comuni, i punti condivisi tra i pezzi che cooperano nel taglio, ossia il concetto opposto alla separazione.
Anche in Sardegna sono stati effettuati dei tagli. Nello specifico sono stati proposti per le foreste del Gutturu Mannu, del Marganai e di altri boschi ancora, quelli che, probabilmente, formano la lecceta più grande del Mediterraneo.

Santadi (CI) - Is figueras, Foresta di Pantaleo

L'Ente forestale sardo ha infatti annunciato che il piano di mantenimento del demanio pubblico prevede il disboscamento di vari ettari di foresta. Nel periodo seguente al 2011 si è già provveduto al taglio di circa 34 ettari di terreno nella foresta del Marganai. Fortunatamente le operazioni sono state fermate, ma se in conseguenza alla ceduazione era prevista una regolare ricrescita, anzi, se lo “svecchiamento” della foresta avrebbe dovuto produrre un notevole rinnovamento di alberi, ciò non si è verificato. La documentazione dei danni provocati dai tagli è facilmente reperibile cercando tra la cronaca dei quotidiani sardi. In questo caso aderiamo alla prima sfera semantica: il taglio fisico ha prodotto solo sfruttamento.
Sezioni, il progetto che si trova nelle pagine seguenti, si occupa dell'operazione del taglio utilizzando una differente sfera semantica e lo fa attraverso la fotografia.

Villacidro (VS) - Foresta del Monti Mannu, zona Campu s'isca

Villacidro (VS) - Pineta

La fotografia opera tramite l'idea di separazione. Con l'inquadratura taglia un gruppo di oggetti appartenenti al mondo osservandoli senza gerarchie, poi, ci rende in grado di stabilire relazioni tra i punti della scena selezionata e risonanze con le immagini che accostiamo. Questo è il senso in cui opera il progetto, che guarda alle foreste della Sardegna come a luoghi in cui l'endemismo e i rimboschimenti a seguito dei tagli operati in epoca sabauda, partecipano nella formazione di un'unità ancora più forte.

Villacidro (VS) - Foresta del Monti Mannu, zona Campu s'isca

Villacidro (VS) - Foresta del Monti Mannu

Anche i materiali di cui si compone il lavoro contribuiscono all'operazione di sezione. I negativi che sono stati utilizzati sono di 20 x 25 cm. Nel lavoro la loro stessa superficie diventa un territorio dove accostare più scene; il negativo può essere diviso in più inquadrature che avvicinano fisicamente zone geograficamente distanti. Ecco allora che la fotografia si fa pensiero politico; il motivo per cui dovremmo continuare ad usarla, dunque, è questa idea stessa di fotografia. Essa ci da la possibilità di avvicinare parti di mondo che sono lontane, fisicamente e concettualmente, pur avvalendosi dell'operazione contraria, quella di separazione.

Santadi (CI) - Foresta di Pantaleo

Santadi (CI) - Foresta di Pantaleo

Il linguaggio fotografico si fa strumento per uscire dall'idea di separazione intesa come sfruttamento, dalla separazione dei “territori” a scopo di annullamento delle parti confinanti. Lo strumento fotografia così inteso è difficilmente conformabile e categorizzabile, perché viene usato come lettore della realtà, al di fuori dell'uniformità degli algoritmi industriali, per poter piegare la struttura entro la quale ci vorrebbero assoggettati. La sezione dovrebbe unire.

Daniele Marzorati