Ricordando Paolo Soldati/ 
                  Costruttore di una nuova umanità 
                Dopo aver pubblicato sullo scorso numero il 
                  ricordo di due nostri redattori, ospitiamo il necrologio 
                  dei suoi (e nostri) compagni anarchici ticinesi. 
                   
                  Venerdì 17 gennaio ci ha lasciati a sessant'anni il compagno 
                  di sogni, di lotte e di bevute Paolo Soldati. Originario del 
                  Mendrisiotto è stato una delle figure di spicco dell'anarchismo 
                  ticinese a partire dagli anni 1970. Di formazione era tecnico 
                  di radiologia medica, ma è stato anche operaio di fabbrica, 
                  cameriere, selvicoltore, agricoltore, educatore, falciatore 
                  e quant'altro. 
                  Presente fin dagli inizi nell'Organizzazione anarchica ticinese, 
                  diede vita assieme a Marina Risaio e altri al mensile “Azione 
                  Diretta” che durerà fino al 1986. La rivista, che 
                  trattava temi come le lotte operaie, l'autogestione, l'antimilitarismo, 
                  l'ecologia, la lotta antinucleare e le battaglie per i centri 
                  sociali autogestiti, veniva ampiamente diffusa ai cancelli delle 
                  fabbriche; in qualche caso divenne portavoce diretto delle rivendicazioni 
                  dei lavoratori. L'attenzione anticipatoria per i temi legati 
                  alla salute come gli additivi alimentari, l'amianto, le sostanze 
                  tossiche usate sui luoghi di lavoro era spesso accompagnata 
                  da interventi diretti sul territorio con azioni di sensibilizzazione 
                  e denuncia. Paolo fu tra gli organizzatori, nel 1977, della 
                  marcia contro le centrali nucleari e la repressione. L'antimilitarismo 
                  propagandato dal giornale era vissuto da tutti i partecipanti 
                  al collettivo redazionale in prima persona e comportò 
                  per Paolo una condanna al carcere per obiezione di coscienza. 
                  Egli fu anche tra i promotori della Lega per il Disarmo Unilaterale 
                  della Svizzera che spianò la strada al Gruppo per una 
                  Svizzera senza esercito. Battersi per le compagne e i compagni 
                  perseguitati dallo Stato era per Paolo un fatto ovvio. Per Salvador 
                  Puig Antich, Giovanni Marini, Petra Krause, Giorgio Bellini, 
                  Marco Camenisch, Monica Giorgi organizzò e partecipò 
                  a clamorose iniziative, tra cui varie occupazioni di rappresentanze 
                  diplomatiche. Lavorò intensamente per la denuncia delle 
                  istituzioni totali nel quadro di Croce Nera Anarchica. 
                  Alla fine degli anni Settanta, Paolo e altri anarchici aderirono 
                  con entusiasmo al progetto dell'Associazione Cultura Popolare 
                  di Balerna che prevedeva l'apertura di un centro autogestito 
                  con una ristorante, una libreria e un negozio. Nel 1980 iniziò 
                  a lavorare al ristorante naturista-macrobiotico La Meridiana, 
                  ma dopo qualche tempo venne impressa alla gestione una svolta 
                  gerarchica che portò all'estromissione degli anarchici. 
                  Subito dopo, Paolo partecipa con alcune compagne e compagni 
                  alla nascita e alla gestione del Centro giovanile di Lugano. 
                  La creazione di un cooperativa di pulizie permise di riprendere 
                  l'esperienza dell'autogestione, ma insormontabili problemi di 
                  logistica portarono alla sua chiusura nonostante il buon successo 
                  dell'impresa. Sono questi anche gli anni di una politica d'intolleranza 
                  della Svizzera nei confronti dei richiedenti l'asilo e dei migranti. 
                  Paolo si attiva in prima persona in frontiera, “alla ramina”, 
                  assicurando a molte famiglie il diritto, proclamato dallo Stato 
                  ma loro negato, alla libera circolazione. Sono gli anni di un'attività 
                  spesso silenziosa e notturna, nell'ambito dell'Ufficio Accoglienza 
                  Profughi a Chiasso. Nel frattempo, come redattore di Azione 
                  Diretta, intreccia una fitta rete di contatti con il movimento 
                  anarchico in tutto il modo. 
                  Nei primi anni Novanta, emigra in Francia dove con la sua compagna 
                  Milena e i figli Emma e Emiliano dà vita alla “Ferme 
                  aux Animaux”, luogo di accoglienza temporanea per ragazzi 
                  con difficoltà sociali, conservatorio di animali in via 
                  d'estinzione e fattoria pedagogica per veicolare l'importanza 
                  della biodiversità. Successivamente, la fattoria viene 
                  trasformata in un centro di accoglienza per bambini e adolescenti 
                  in situazioni socialmente problematiche facente parte del movimento 
                  delle società cooperative partecipative nate durante 
                  la Comune di Parigi. In Francia Paolo e Milena acquisiscono 
                  un'ampia competenza in materia di organismi geneticamente manipolati 
                  (come li chiamava polemicamente Paolo). Paolo è nominato 
                  segretario provinciale della combattiva Confédération 
                  Paysanne e si attiva come falciatore volontario nella tutela 
                  delle risorse agricole dall'inquinamento da OGM. Su questo tema 
                  redige un articolato dossier per la Rivista Anarchica. Tornerà 
                  ad abbracciare i compagni in Svizzera per l'ultima volta in 
                  occasione dell'Incontro internazionale di Saint-Imier nel 2012. 
                  Nel 2013, la rivista Voce Libertaria pubblica una sua intervista 
                  che termina così: “Noi pensiamo che il movimento 
                  anarchico ha avuto, ed ha ancora oggi, dei grandi teorici. Abbiamo 
                  la teoria ma abbiamo anche le pratiche per cambiare questa società. 
                  Tutto è già stato pensato e ripensato, fatto e 
                  rifatto. Quello che dobbiamo fare è mettere in atto le 
                  pratiche, mostrare concretamente che si può vivere meglio 
                  oggi e qui. I comunisti aspettano il Sol dell'avvenire, noi 
                  dobbiamo agire oggi, ovunque si possa, per modificare anche 
                  di poco la nostra realtà.. Un saluto a tutti i vecchi 
                  compagni e ai giovani, in particolare a Luca Rockabilly con 
                  il quale alcuni di noi... giocavano 25 anni or sono”. 
                  Un saluto a te, Paolo. Ci ha lasciati una bella persona.
                  gli anarchici ticinesi 
                 
                 
                  Venezuela/ 
                  Contro la politica economica del presidente Maduro 
                Il 22 gennaio 2014 un comunicato ufficiale di Rafael Ramírez, 
                  vicepresidente dell'Area Economica del Gabinetto, ha reso nota 
                  la svalutazione, tra l'altro attesa vista la mancanza di liquidità 
                  dello Stato venezuelano. Il funzionario ha dichiarato che le 
                  rimesse e le valute per i cittadini che escono dal Venezuela 
                  verranno gestite secondo quanto attualmente stabilito dal SICAD, 
                  il Sistema Complementare di Amministrazione delle Valute, a 
                  11,30 bolívares. Questo annuncio fa parte del pacchetto 
                  economico, truccato e promosso da ampi settori del governo boliviano. 
                  Il presidente Maduro ha segnalato che il nuovo schema “a 
                  bande” darà impulso all'economia reale e che rappresenta 
                  un passo avanti per il consolidamento del socialismo. Ramírez 
                  ha anche indicato che non si poteva concedere alcun privilegio 
                  a chi esce dal Venezuela, cosa che risulta essere una ridicola 
                  scusa, considerando il fatto che i veri privilegiati che hanno 
                  beneficiato della corruzione e dell'incompetenza governativa 
                  sono stati i “boli-borghesi” e i raccomandati. Esempio 
                  assolutamente chiaro di quanto affermato è che, per il 
                  periodo 2004-2012 e secondo le stesse statistiche ufficiali, 
                  all'incirca 10.000 imprese hanno ricevuto 181 miliardi di dollari 
                  CADIVI (Commissione dell'Amministrazione delle Valute), di cui 
                  il 25% andava alle 20 imprese più grandi; e in questo 
                  totale bisognerebbe includere i 20 miliardi di dollari che – 
                  secondo quanto sostengono alcune voci ufficiali – sono 
                  stati consegnati a imprese fantasma o corrotte. Inoltre, nello 
                  stesso lasso di tempo, la compagnia petrolifera PDVSA ha speso 
                  più di 130 miliardi in acquisti all'estero non transitati 
                  attraverso la CADIVI (Commissione dell'Amministrazione delle 
                  Valute). Simili cifre, in difetto rispetto agli indizi sullo 
                  sperpero effettivo, sembrano un'inezia rispetto ai quasi 20 
                  miliardi che sarebbero transitati attraverso travel check 
                  e acquisti on line. 
                  La nuova convertibilità del bolívar in dollaro 
                  prevede un incremento di quasi l'80% rispetto al precedente 
                  tasso di cambio di 6,30 bolívares per dollaro. Iniziano 
                  con la convertibilità delle due monete, bolívar 
                  e dollaro, ma continueranno progressivamente a transitarne altre, 
                  con lo scopo di ottenere più bolívares per la 
                  stessa quantità di dollari per ridurre la pressione fiscale 
                  e lasciare nelle mani dello Stato il controllo delle importazioni. 
                  (...) 
                  Questa congiuntura dimostra l'incapacità del cosiddetto 
                  Comitato Politico Militare della Rivoluzione, che fa appello 
                  a un meccanismo regressivo e lesivo per le grandi masse. In 
                  El Libertario sosteniamo che è un chiaro segnale 
                  a favore della rendita perché tutto sta avvenendo a causa 
                  della diminuzione delle entrate delle valute generate dagli 
                  idrocarburi, fattore determinante della dinamica economica e 
                  finanziaria venezuelana. Insistiamo sul fatto che l'opposizione 
                  riunita nella MUD (Mesa de la Unidad Democrática) e la 
                  pseudo-sinistra al governo non trovano nulla da ridire sull'essenza 
                  di questa nuova aberrazione del militarismo venezuelano, rendendosi 
                  complici della presa di decisioni del potere. È lo stesso 
                  cammino iniziato il venerdì nero del 1983, continuato 
                  dalle diverse amministrazioni successive e arrestatosi solo 
                  nel periodo della grande bonaccia finanziaria del 2007. Moltiplicazioni 
                  inorganiche per coprire i passivi di bilancio con le inevitabili 
                  conseguenze nell'economia nazionale, favorendo il settore finanziario, 
                  dalle telecomunicazioni, all'energetico e alla borghesia importatrice. 
                  È una nuova deriva del ruolo assegnato ai militari governanti 
                  per mantenere lo schema del capitalismo di Stato che ha segnato 
                  il Venezuela dal 1926, quando il petrolio passò a essere 
                  la nostra prima merce di esportazione come fonte energetica 
                  fossile, e prosegue fino ad oggi. Le soluzioni proposte di fronte 
                  alla grave crisi che oggi viviamo sono peggiori di quelle di 
                  Gómez e il peso delle stesse ricade sempre su chi ha 
                  avuto meno responsabilità in questa ordalia inaspritasi 
                  negli ultimi quindici anni, che Domingo Alberto Rangel ha definito 
                  “emirato petrolifero”. 
                  Per affrontare il peggioramento della crisi economica per la 
                  maggior parte dei cittadini, la nostra proposta continua a essere 
                  la costruzione di una diversa alternativa alla lotta inter-borghese 
                  tra il governo bolivariano e i suoi falsi critici della Tavola 
                  dell'Unità Democratica, ricostruendo l'autonomia delle 
                  organizzazioni e iniziative popolari di base e aumentando la 
                  conflittualità contro il potere autoritario in ogni sua 
                  dimensione. Per arrivare a questo non ci sono scorciatoie, c'è 
                  solo la convinzione dell'imperiosa necessità della rinascita 
                  di un movimento sociale su basi critiche e indipendenti per 
                  il cambiamento civilizzatore necessario in Venezuela.
                  Collettivo editoriale de El Libertario 
                  www.nodo50.org/ellibertario 
                  http://periodicoellibertario.blogspot.com 
                  @pelibertario 
                   
                  (traduzione di Arianna Fiore e Giorgio Ricchiuti) 
                 
                 
                  Scuola/ 
                  Il professore e il palloncino 
                Il viandante che avesse percorso Via Valperga Caluso a Torino 
                  lunedì 17 febbraio intorno alle 10 si sarebbe trovato 
                  di fronte ad uno spettacolo singolare. 
                  Nello spiazzo antistante il Liceo Statale Regina Margherita, 
                  l'ex Istituto magistrale dal medesimo nome, avrebbe notato un 
                  banchetto sul quale troneggiavano salumi, formaggi, carciofi, 
                  diversi tipi di pane, dolci e soprattutto bottiglie di spumante. 
                  Accanto ai cibi ed alle bevande poi vi erano due volantini, 
                  uno “Libiamo ne' lieti calici” della CUB Scuola 
                  Università Ricerca caratterizzato da una citazione de 
                  “La Traviata” e l'altro, in puro stile dada, intitolato 
                  “Brindisi allo spreco”a cura di Mario Frisetti RSU 
                  CUB SUR nell'istituto e compagno attivo da molto tempo nel movimento 
                  libertario torinese. 
                  Cosa ci aveva indotto ad un'iniziativa di questa fatta? Molto 
                  semplicemente la scelta della dirigente scolastica dell'istituto 
                  di imporre ai docenti un alcol test sulla base di una norma 
                  demenziale stabilita dalla Regione Piemonte. 
                  In realtà la Regione Piemonte aveva avuto la bella idea 
                  di imporre alle scuole il controllo al tappeto sugli insegnanti 
                  per individuare gli eventuali alcolisti. 
                  Un'operazione pesantemente lesiva della libertà e della 
                  dignità degli insegnanti anche se, purtroppo, nello spirito 
                  dei tempi e, per soprammercato, un' operazione dai costi spaventosi, 
                  ogni alcol test se fatto “correttamente” costa circa 
                  ottanta euro. 
                  Se si considera che i costi dell'operazione sarebbero in capo 
                  alle singola scuole che dovrebbero impegnare le risorse necessarie 
                  a garantire a sicurezza a scuola per finanziare i controlli 
                  e che le risorse delle scuole sono state massicciamente tagliate 
                  al punto che gli istituti scolastici premono sempre più 
                  sui genitori per raccogliere fondi, si comprende il carattere 
                  surreale dell'operazione anche dal semplice punto di vista contabile 
                  ed a prescindere dai suoi caratteri liberticidi. 
                  Non a caso gli stessi dirigenti scolastici del Piemonte sinora 
                  si sono limitati a organizzare brevi corsi per il personale 
                  nel quale ai docenti viene spiegato quanto l'abuso di alcolici 
                  sia dannoso e persino ciò ha provocato la critica degli 
                  insegnanti tediati dalla stupidità burocratica di questa 
                  misura. 
                  Il Regina Margherita poi è in una situazione che rende 
                  quest'operazione, non esagero, pazzesca. Vi sono vetri caduti 
                  che hanno mancato di poco qualcuno, vi sono state manifestazioni 
                  studentesche perché MANCAVANO LE SEDIE e l'idea di spendere 
                  migliaia di euro per questa sciocchezza ha colpito fortemente 
                  i colleghi e le colleghe che lavorano nell'istituto. 
                   
                  Come si è arrivati a deliberare il presidio/brindisi? 
                  Giovedì 13 febbraio all'improvviso, l'esigenza mi era 
                  stata comunicata il giorno precedente, avevo tenuto un'assemblea 
                  al Liceo Regina Margherita. L'assemblea in origine era stata 
                  indetta su questioni interne e non pensavo fosse utile andarci. 
                  La situazione è cambiata quando è saltato fuori 
                  che la Dirigente Scolastica aveva avuto la bella pensata di 
                  imporre ai docenti una visita medica a tutti per individuare 
                  gli alcolisti. 
                  Scopro che aveva avuto un'idea geniale, per risparmiare non 
                  avrebbe fatto fare il “vero” alcoltest al modico 
                  prezzo di 77 euro a cranio ma una visita da parte del medico 
                  cosiddetto competente e cioè convenzionato con la scuola 
                  al prezzo di 25,730 euro a cranio. 
                  Il nostro volantino steso in uno stile provocatorio con vignette 
                  di Superciuk e di otò sembra piacere ed effettivamente 
                  nessuno difende la posizione della dirigente scolastica. 
                  Fra l'altro era chiaro che la tipa, come rilevavo, aveva voluto 
                  fare il fenomeno, ad esempio il dirigente scolastico dell'ITIS 
                  Avogadro se l'era cavata, e non è stato il solo, organizzando 
                  un'ora di formazione sull'alcol per tutto il personale, soluzione 
                  magari furbina e che non pone in discussione radicalmente la 
                  demente politica della Regione Piemonte ma che, almeno, dobbiamo 
                  riconoscerlo, evita danni economici alle già massacrate 
                  casse delle scuole. 
                  Detto ciò, non sono mancati gli interventi demenziali 
                  del tipo: 
                  1. “Ma di umiliazioni ne subiamo tanto, I PROBLEMI VERI 
                  SOMO BEN ALTRI!” ad opera di una collega specialista in 
                  furbate del genere e che propugna la sbraitante sottomisisone 
                  2. “Ormai la retribuzione del medico competente è 
                  a bilancio, allontanatisi dalla cassa non si accettano reclami!” 
                  ad opera di una collega di FLC CGIL che propugna la parsimoniosa 
                  sottomissione. 
                  3. “Non possiamo farci rilasciare dal medico di famiglia 
                  un certificato che certifichi che siamo sobri?” ad opera 
                  di una collega un po' svanita che propugna la sagace sottomissione. 
                  E, nonostante tutto ciò l'assemblea non era andata male, 
                  sono stato molto orgoglioso degli iscritti CUB SUR della scuola 
                  che in sei più il marito di un'iscritta dell'Istituto 
                  Giulio si sono dati disponibili all'obiezione all'imposizione 
                  con i rischi che la cosa avrebbe comportato per loro. La scelta 
                  hard non è passata, c'erano anche dei motivi veri e seri 
                  che la rendevano difficile ma si è deciso un presidio 
                  davanti alla scuola per lunedì. 
                  La sera del 13 annotavo sul mio diario “Un giorno da segnare 
                  con un sassolino bianco? Vedremo lunedì.”
                 
                   
                      | 
                   
                   
                    |   Torino, 17 febbraio - Davanti al Liceo statale Regina  Margherita 
                  la bicchierata anti-palloncino promossa dalla CUB  | 
                   
                 
                
                  Il, relativo, successo 
                  Il lunedì mattina il presidio ha preso la forma del Frühstück 
                  e cioè della colazione berlinese che prevede una coppa 
                  di champagne. Un'idea, a mio avviso, divertente e simpatica, 
                  una forma ironica ed efficace di comunic/azione. 
                  La provoc/azione riesce, un gruppo di colleghi della scuola 
                  anima il banchetto, diversi compagni arrivano a solidarizzare, 
                  diversi fotografi e giornalisti si fanno vedere. 
                  Il giorno dopo ci saranno articoli amichevoli in nazionale su 
                  Il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, La Repubblica e 
                  sulle pagine locali de La Repubblica e de La Stampa ed uno ostile 
                  ma non pessimo su Libero. 
                  È chiaro che la provoc/azione è un mix di tecnica 
                  e di arte e che molto conta la sorte per quel che riguarda il 
                  suo successo ma è altrettanto chiaro che si deve essere 
                  pronti a cogliere l'occasione. 
                  è fra l'altro fatto che in occasione del presidio/brindisi 
                  che abbiamo organizzato ieri di fronte al Liceo Regina Margherita 
                  hanno dichiarato di essere contrari all'alcol test il medico 
                  competente che li faceva e la dirigente scolastica che li ha 
                  ordinati e che è arrivata al punto di fare un salto al 
                  presidio, senza bere però, e di comunicarlo ai giornali. 
                  Con ogni evidenza la coerenza non abita questi ambienti e le 
                  ragioni del guadagno e della carriera sovrastano ogni altra 
                  considerazione il che non è certo una novità. 
                  È, a questo punto, lecita, mi si conceda una celia, la 
                  domanda, visto che siamo contrari noi, che lo sono i dirigenti 
                  scolastici di area liberal, che lo è l'assessore all'istruzione 
                  della Regione Piemonte e che non si trova un cane favorevole 
                  agli alcol test, non è che gli alcol test stessi si sono 
                  autogenerati? 
                  Cosimo Scarinzi 
                  Coordinatore nazionale della  CUB istruzione università 
                  ricerca 
                 
                 
                  Fano (Pu)/ 
                  Nazisti imbrattatori 
                Svastiche, croci celtiche e uno scontato “froci”: 
                  è l'imbrattamento effettuato il 14 febbraio scorso sul 
                  portone dell'Infoshop, piccola galleria fanese autogestita da 
                  più realtà che il giorno successivo agli atti 
                  vandalici ha ospitato, il pomeriggio un'iniziativa pacifista 
                  sulla Siria (Dalla Turchia alla Siria: volti e storie di una 
                  guerra dimenticata) e lo sportello antisfratto per le famiglie 
                  in difficoltà la mattina. Ad agire sono gli stessi che 
                  ogni tanto ammorbano le nostre strade con volantini razzisti, 
                  che sperano di seminare odio e paura approfittando della crisi, 
                  gentaglia che le nostre città hanno finora isolato e 
                  respinto. Utili idioti che non si rendono conto di essere al 
                  servizio dei poteri forti, e da quelli usati o messi da parte 
                  a seconda della convenienza politica del momento. Altrove hanno 
                  tentato di scrivere che Fano è cosa loro, tipico linguaggio 
                  mafioso. Non è vero, Fano non è cosa loro. Fano 
                  è delle associazioni, dei gruppi, delle persone che tutti 
                  i giorni, a viso scoperto, lavorano per creare solidarietà 
                  e risposte alla crisi, di chi non accetta le logiche della guerra 
                  tra poveri, di chi non teme alcuna diversità (diverso 
                  da chi?), e ama l'amore e la libertà, di chi costruisce 
                  economia alternativa, di chi racconta le miserie della guerra 
                  perché non si faccia in nostro nome, di chi pretende 
                  case e lavoro per tutti e per tutte, di chi si confronta, di 
                  chi è antifascista, e non può non esserlo, per 
                  tutti questi motivi, e anche per quest'ultimo gesto di vigliaccheria. 
                 Alternativa Libertaria/FdCA 
                  (Federazione dei Comunisti Anarchici) 
                  altlib@altraofficina.it
                  
				
                   
                      | 
                   
                   
                    |   Fano, 
                        14 febbraio - Il portone dell'Infoshop imbrattato,  le cui due targhe (quella di Alternativa 
                  libertaria  e in seguito quella di Femminismi) divelte  nei giorni 
                  precedenti erano state già restaurate  | 
                   
                 
                 
                 
                
                   
                    Bollettino dell'Archivio Pinelli / n. 42 
                      È 
                        disponibile il Bollettino n. 42 dell'Archivio G. Pinelli 
                        di Milano. In questo numero, tra l'altro, la trascrizione 
                        e traduzione di un dibattito inedito con Cornelius Castoradis 
                        avvenuto nel 1983 durante un seminario organizzato dal 
                        centro studi libertari sull'immaginario sociale e un omaggio 
                        a Bakunin nel 200° anniversario della nascita. Ecco 
                        l'Indice: 
                         
                        Omaggio a Bakunin nel 200° della sua nascita 
                        • Per Bakunin 
                        di Hans Magnus Enzensberger 
                         
                        Cose nostre 
                        • Tu sei maledetta! Uomini e donne contro la guerra 
                        (1915-1918) 
                        • Adottato! 
                        • Venduto! 
                        • Sito nuovamente accessibile 
                        • Quota di associazione annua 
                         
                        Memoria storica 
                        • “Fomentare le prossime scintille”: 
                        storia della Gilde freiheitlicher Bücherfreunde 
                        di David Bernardini 
                        • Ricordo di Nunzio Pernicone 
                        di Robert Helms 
                         
                        Biografie 
                        • Semka e Dora, dalla Nabat ad Auschwitz 
                        di Kirill Limanov 
                         
                        In archivio 
                        • L'immaginario sociale 
                        dibattito con Cornelius Castoriadis 
                        • Il Fondo Eliane Vincileoni 
                         
                        Informazioni editoriali 
                        • Un giornale anarchico a Cuba dopo decenni di silenzio 
                        a cura del GALSIC 
                        • Tre volumi imperdibili 
                        di Lorenzo Pezzica 
                         
                        Anarchivi 
                        • Una targa per Kelly 
                        a cura della Kate Sharpley Library 
                        • Periodici e numeri unici di Pesaro e Urbino (1873-1922) 
                        di Luigi Balsamini 
                        • 80 anni ben portati 
                         
                        Album di famiglia  
                        • Passaggio a Ushuaia: Radowitzky è ancora 
                        qui 
                        di Salvo Vaccaro 
                         
                        per donazioni e richieste di copia cartacea del Bollettino 
                        (5,00 euro comprese le spese di spedizione): 
                        c/c postale n. 14039200 intestato a Centro studi libertari, 
                        Milano / Iban IT 53 M 07601 01600 000014039200  
                        paypal centrostudi@centrostudilibertari.it 
                        Centro Studi Libertari / Archivio G. Pinelli - via Rovetta 
                        27, 20127 Milano - tel./fax 02 28 46 923 
                        email: centrostudi@centrostudilibertari.it 
                        / archivio@archiviopinelli.it 
                        - www.centrostudilibertari.it. 
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