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 Cuba 3 
                  
                Gli sviluppi della cooperacion 
                  
                di John Eicholz e Patti Waters / foto AFA - Archivi Fotografici Autogestiti 
                    
                Nell'attuale fase di trasformazione della società cubana un ruolo interessante gioca la cooperazione. Una recente conferenza all'Avana 
ne ha messo in luce aspetti positivi e contraddizioni. 
Ecco il resoconto di due cooperanti statunitensi. 
                 
                  Abbiamo avuto la fortuna di ricevere 
                  un invito da Wendy Holm, un'esperta canadese di agronomia, per 
                  partecipare a una conferenza sullo sviluppo della cooperazione 
                  a Cuba. Secondo le sue parole, la conferenza è frutto 
                  del suo lavoro con i contadini cubani, in gran parte organizzati 
                  in cooperative, e delle nuove linee guida del governo cubano 
                  che tendono a basare l'economia dell'isola sulle cooperative. 
                  Il documento presentato da Holm diceva: “Se Cuba riuscirà 
                  a trasformare la propria economia in senso più cooperativo, 
                  non solo sarà più in grado di soddisfare meglio 
                  i bisogni della sua popolazione, ma aggiungerà un solido 
                  anello alla catena del movimento cooperativo mondiale. Cuba 
                  è ormai avviata in questa direzione. Il Partito comunista 
                  cubano, nel suo sesto congresso dello scorso aprile, si è 
                  impegnato per una transizione dal socialismo di Stato a un controllo 
                  cooperativo di diversi settori dell'economia dell'isola. È 
                  interessante notare che Cuba potrebbe essere il primo paese 
                  a realizzare questo obiettivo. Partendo da un background socialista, 
                  le cooperative hanno una buona possibilità di adattarsi 
                  e, senza la presenza di un settore capitalista, è probabile 
                  che i Cubani siano più proclivi a considerare, per esempio, 
                  le cooperative di lavoro e di produzione come possibilità 
                  concrete e non solo come tappe intermedie sulla via del capitalismo. 
                  In poche parole, Cuba è in buona posizione per passaggio 
                  positivo verso un'economia più cooperativa.” 
                  Il contenuto che si è voluto dare alla conferenza ha 
                  molti tratti in comune con gli obiettivi della nostra cooperativa 
                  (Franklyn Community Co-op nel Massachussetts occidentale): costruire 
                  una solida economia cooperativa e sviluppare localmente una 
                  sostenibilità economica, per fare fronte al rapido cambiamento 
                  e al disordine del mondo intorno a noi. Nello spirito della 
                  cooperazione tra cooperative, abbiamo deciso di partecipare. 
                  La nostra delegazione era composta soprattutto da docenti e 
                  studenti del programma MMCCU (Master of Management – Co-operatives 
                  and Credit Unions) presso la St. Mary's University di Halifax, 
                  Nova Scotia. Il programma rispondeva ai criteri di un permesso 
                  collettivo degli Stati Uniti per un viaggio a Cuba, che autorizzava 
                  la partecipazione a noi americani. Il nostro scopo era di renderci 
                  conto dei progressi della cooperazione globale, di valutare 
                  e offrire assistenza. Eravamo emozionati all'idea di quello 
                  che avremmo potuto apprendere e condividere.
                
   
                   
                  Una città  in transizione 
                
  L'Avana è una città incredibilmente bella, più 
                  europea di quanto non sospetteresti. In origine era il centro 
                  principale del commercio spagnolo con l'America e nell'epoca 
                  coloniale rivaleggiava in decoro con le capitali europee. Raggiunta 
                  l'indipendenza nel 1900, un'altra fase di sviluppo ampliò 
                  l'area urbana, pur conservando le dimensioni umane del vecchio 
                  centro. Dopo la rivoluzione del 1959 le difficoltà commerciali 
                  e l'isolamento economico, insieme alla scelta del governo di 
                  dare la priorità allo sviluppo e garantire un'abitazione 
                  e servizi in tutto il paese, hanno provocato una scarsità 
                  di risorse per la manutenzione degli edifici della capitale. 
                  Di recente sono state restaurate alcune zone ma nella maggioranza 
                  dei casi, per decenni, è mancato un intervento manutentivo. 
                  Scalinate di marmo portano ad ampi locali, ma con le pareti 
                  screpolate. Le stanze da bagno sono degne di palazzi, ma sono 
                  prive di tubature o di tazze del gabinetto. Appartamenti splendidamente 
                  restaurati si trovano talora accanto a quelli fatiscenti, a 
                  seconda della disponibilità di rimesse dall'estero dei 
                  parenti dei possessori. Ci siamo seduti a un caffè, bevendo 
                  in tazze e piattini di porcellana, senza rimpianto per i bicchieri 
                  di plastica a perdere così comuni nel continente. 
                   
                  Il futuro cooperativo
                  Il futuro dell'economia cubana avrà una forma cooperativa. 
                  Le nostre giornate erano piene di appassionanti presentazioni 
                  da parte di numerosi protagonisti e decisi leader delle cooperative 
                  cubane. Gli oratori erano docenti universitari, funzionari municipali 
                  o governativi, esponenti di enti civili che si occupavano dello 
                  sviluppo delle cooperative agricole. Tutti dipingevano un quadro 
                  convincente di una società con grandi risorse di capitale 
                  sociale ma con un disperato bisogno di innovazione economica, 
                  una società che tentava di utilizzare le cooperative 
                  per progredire. 
                  La nostra conferenza ha preso il via con una descrizione panoramica 
                  della società cubana, inserendo nel contesto le numerose 
                  sfide che ha dovuto affrontare l'economia del paese dopo la 
                  caduta del blocco sovietico (1989-90) e il permanere dell'embargo 
                  commerciale degli Stati Uniti. Con un calo del 35 per cento 
                  del PIL e la scarsezza delle risorse agricole era inevitabile 
                  il cedimento e il fallimento del sistema di grandi aziende agricole 
                  di Stato, che ha provocato profondi squilibri per l'occupazione 
                  e per la bilancia commerciale.
                  
                
  Ibridi, distribuzione e cooperative di lavoro 
                  Sotto la spinta della necessità di conservare uno dei 
                  “pilastri della rivoluzione“ (un'adeguata produzione 
                  alimentare per tutti), la risposta creativa è stata quella 
                  di aumentare il numero di cooperative ibride (UBPC) che lavorano 
                  sui terreni incolti per produrre alimenti destinati sopratutto 
                  alla distribuzione di Stato. Le cooperative di questo tipo non 
                  possono essere proprietarie dei terreni che coltivano, ma lo 
                  Stato ne assegna loro lo sfruttamento a titolo gratuito. In 
                  generale vendono a prezzi concordati allo Stato gran parte della 
                  propria produzione. Invece i contadini proprietari hanno il 
                  permesso di autogestire la propria attività e le cooperative 
                  di questo genere possono scegliere per conto proprio come allocare 
                  i proventi. 
                  Una visita a una grande UBCP di Alamar ha confermato la presenza 
                  di pratiche agricole molto efficienti e ha evidenziato il livello 
                  con cui si attuano in pratica l'autogoverno delle cooperative 
                  e la liberalizzazione del commercio. Quella particolare cooperativa 
                  aveva 150 addetti e forniva una vasta gamma di prodotti alimentari 
                  per la distribuzione negli spacci di Stato, nei mercati agricoli 
                  e per la vendita diretta. Le cooperative UBPC hanno sviluppato 
                  per proprio conto un sistema di quote assegnate per anzianità, 
                  in base al quale tutti i proventi, dopo gli accantonamenti, 
                  sono distribuiti ogni quindici giorni, sommandosi al salario 
                  erogato dal governo ai membri della cooperativa. 
                  Dopo la rivoluzione Cuba ha sempre avuto cooperative di distribuzione 
                  e consumo (CCS) composte da piccoli contadini indipendenti. 
                  Queste cooperative in genere operano come centri di smistamento 
                  e distribuzione delle derrate pubbliche. 
                  Nel 1975 cominciò la formazione di cooperative agricole 
                  con risorse in comune (CPA) che operavano come cooperative di 
                  lavoro, nelle quali i contadini cedono o vendono i propri terreni 
                  alla cooperativa e poi li coltivano come terreni di proprietà 
                  della cooperativa stessa. 
                  Le cooperative UBPC citate in precedenza rappresentano un terzo 
                  tipo di cooperativa agricola nella Cuba odierna. Nell'insieme 
                  i tre tipi di cooperativa lavorano circa i tre quarti dei terreni 
                  coltivati dell'isola. 
                  Tutte queste cooperative sono destinate a favorire i cambiamenti 
                  della politica economica ufficiale, sintetizzata nei Liniamentos, 
                  le linee guida uscite da un recente congresso del partito comunista, 
                  che sono state ripetutamente citate per attestare l'orientamento 
                  ufficiale della politica di governo. 
                   
                  Previsti ulteriori cambiamenti
                  Attualmente le cooperative di qualsiasi tipo si costituiscono 
                  in base alle norme statali e gran parte delle loro entrate e 
                  dei mercati è soggetta ad allocazione. I cambiamenti 
                  in corso dovrebbero creare mercati aperti per la vendita di 
                  prodotti agricoli e una struttura giuridica unificata che autorizzi 
                  le cooperative in quanto forme d'impresa (socialiste). Potrebbero 
                  allora costituirsi cooperative di produzione agricola, di materiale 
                  di costruzione, di trasporto e di servizi sociali, come pure 
                  cooperative di consumo in ogni settore economico. 
                  Abbiamo capito che non è possibile parlare dell'economia 
                  cubana senza parlare di socialismo, i cui obiettivi sono stati 
                  individuati nello sviluppo completo e integrale di tutti gli 
                  esseri umani. Questo ci è stato chiarito da ogni presentatore 
                  che ripeteva come il proprio progetto fosse compatibile con 
                  il socialismo e contribuisse ad affermare i principi socialisti 
                  sull'isola. 
                  Camila Piñeiro Harneker, docente e ricercatrice presso 
                  il Centro studi dell'economia cubana dell'Università 
                  dell'Avana, esperta della teoria delle cooperative socialiste, 
                  ha presentato un'analisi dettagliata degli aspetti di allineamento 
                  tra principi cooperativi e principi socialisti: le cooperative 
                  si adattano alle gestione democratica e a un orientamento verso 
                  i più ampi interessi socialisti, definiti dall'uso di 
                  una logica sociale e non di una logica di mercato che guidi 
                  le relazioni di scambio. 
                  In tal senso le cooperative possono fungere da forma sociale 
                  di proprietà. Rispetto ai vantaggi economici delle cooperative 
                  è un principio importante il decentramento delle attività, 
                  per favorire la produttività e l'innovazione, mantenendo 
                  il controllo locale e l'autogestione per l'attuazione e lo sviluppo 
                  di relazioni umane. Harneker ha anche parlato dei rischi per 
                  il socialismo che avrebbero presentato le cooperative nel caso 
                  in cui non fossero riuscite a dare vita a queste aspettative, 
                  e ha delineato una strategia che prevedeva coordinamento, regolamentazione 
                  e incentivi. Un ruolo importante per superare quei rischi è 
                  svolto dal concetto di cooperativa sia come associazione sia 
                  come impresa.
                  
                
  Valutazione: cooperazione  o cooptazione 
                  Per noi è stata del massimo interesse la forte sottolineatura 
                  dell'aspetto educativo, riguardo al bisogno percepito di una 
                  formazione specifica sulle cooperative. Anche se nei Lineamientos 
                  i capi del governo cubano hanno affermato il proprio sostegno 
                  alle cooperative, è lunga la storia di pianificazione 
                  centrale di Stato mentre è scarsa l'esperienza di funzionamento 
                  in un'economia di mercato. 
                  La reazione soggettiva della gente – quello che capisce 
                  e che pensa della questione delle cooperative – è 
                  vista come una barriera che impedisce di andare avanti. Se sono 
                  destinate a costituirsi molte più cooperative, possono 
                  contribuire al loro successo un'istruzione formale e un certo 
                  sostegno, offrendo la formazione sul posto, con la possibilità 
                  di mettere da parte la pianificazione e il controllo centralizzati. 
                  La sfida è affrontata con un programma di formazione 
                  molto deciso, il Progetto La Palma. 
                  Abbiamo incontrato Mavis Dora Alvarez, tra i membri fondatori 
                  dell'ANAP (l'Organizzazione nazionale delle piccole imprese) 
                  e Carlos Artega, economista membro dell'ACTAF (Associazione 
                  dei tecnici agricoli e forestali), che sono stati tra i protagonisti 
                  della progettazione di questo programma. Alvarez e Artega sono 
                  partiti da uno studio dei principi cooperativi in relazione 
                  alla società cubana e alle numerose esigenze delle nuove 
                  aziende agricole cooperative. Lo studio ha riguardato la storia 
                  e i principi delle cooperative, il loro ruolo nel miglioramento 
                  dell'economia e dell'ambiente, i principi di autogestione e 
                  delle relazioni sociali, la struttura giuridica. 
                  Hanno così elaborato un programma di formazione di gruppi 
                  municipali che a loro volta trasmettessero i contenuti alle 
                  cooperative. Come progetto pilota hanno costituito e istruito 
                  team locali in otto comuni. I risultati fino a oggi osservabili 
                  riguardano un maggiore coinvolgimento delle donne nelle cooperative 
                  e un più forte interesse nella formazione manageriale 
                  nonché nella costituzione di nuove cooperative. La primavera 
                  prossima condurranno il primo corso di formazione municipale 
                  e ne riesamineranno il materiale prima di generalizzare il progetto 
                  pilota. Tutto in un solo anno! Non abbiamo mai visto un programma 
                  di formazione per cooperative tanto impegnativo e di questa 
                  portata. 
                  Nella fase che affronta gli aspetti legislativi, abbiamo visto 
                  come i teorici e i dirigenti delle cooperative cubani riprendano 
                  i principi della cooperazione, ma siano stati anche molto attenti 
                  a tenere conto delle difficoltà che questi porteranno 
                  al socialismo e dei mezzi per superarle. A prima vista socialismo 
                  e cooperativismo sembrano incompatibili, ma noi siamo arrivati 
                  a concludere che le cooperative possono essere adattabili sia 
                  a una società capitalista sia a una socialista. Le cooperative 
                  non sono strutture politiche, ma economiche e sociali, e i loro 
                  obiettivi sono accettabili per tutti. 
                   
                  Più svelti,  più lontano
                  I vantaggi della nostra visita sono stati colti immediatamente, 
                  riunendo cittadini cubani che non si erano mai incontrati prima 
                  come gruppo. Nei mesi successivi le reti così create 
                  si sono approfondite e rafforzate. Nel febbraio 2012 il documento 
                  sulla conferenza pubblicato da Wendy Holm è stato presentato 
                  all'Avana, a un incontro tra economisti cubani e canadesi. Il 
                  governo di Ottawa ha imparato qualcosa dai rilievi presentati 
                  da nostro gruppo all'ambasciatore canadese. Alcuni di noi hanno 
                  offerto un aiuto per creare collegamenti tra i cubani e altri 
                  movimenti e leader di cooperative a livello internazionale. 
                  Siamo contenti di essere riusciti a dare assistenza in modo 
                  appropriato per far avanzare lo sviluppo delle cooperative in 
                  modo decentrato e sostenere i nuovi sforzi internazionali verso 
                  tale sviluppo. 
                  Il Progetto La Palma ha fatto proprio lo slogan Solos vamos 
                  mas rapido, juntos vamos mas lejos – Da soli andiamo 
                  più svelti, insieme andiamo più lontano. In una 
                  società in rapida trasformazione, sottoposta a forti 
                  pressioni per adottare un modello capitalista, le cooperative 
                  cubane sono in grado di offrire le soluzioni più equilibrate 
                  di sviluppo economico e di equità sociale. 
                  
                 John Eicholz, Patti Waters 
                  traduzione di Guido Lagomarsino 
                  grazie per la collaborazione a Enrico Massetti 
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