dossier America 
                  Latina. 6 
                  
                Chi salverà il Venezuela dal petrolio? 
                  Intervista a Nelson Mendez 
di Fabrizio Dentini 
                    Dopo la recente conferma (per la quarta volta) dell'ingombrante capo dello stato, questa intervista a un anarchico venezuelano del gruppo editore di El Libertario, aiuta a comprendere i meccanismi del potere “bolivariano”. 
                 
                 
                  Lo scorso agosto, a margine dell'incontro 
                  di Saint-Imier, ho avuto la possibilità (che cercavo 
                  da tempo) di incontrare Nelson Mendez, professore presso l'Universidad 
                  Central de Venezuela, fra i redattori di El Libertario, 
                  per provare a fare il punto sulla situazione del Venezuela, 
                  con un venezuelano che potesse raccontarmi in prima persona 
                  cosa sono stati questi 14 anni di Chavismo. Ecco quel che ne 
                  è venuto fuori. 
                   
                  Buongiorno Nelson, vuoi cominciare a dirci brevemente 
                  di che si tratta El Libertario? 
                  El Libertario nasce nel 1995 come bimensile e ad oggi esce in 
                  pratica con tre-quattro numeri annuali. Tiriamo 2?000-2?500 
                  copie, distribuite essenzialmente in Venezuela attraverso collettivi 
                  e gente affine, in 24 fra città e paesi. Al momento siamo 
                  l'unica pubblicazione venezuelana della sinistra extraparlamentare. 
                  Ci finanziamo con la vendita di libri e con prodotti affini, 
                  come magliette, cd di musica e cene. Siamo un giornale anarchico, 
                  fatto da anarchici, ma per lettori non anarchici. Questo per 
                  noi ha molto valore. Ci siamo vincolati a una quantità 
                  di lotte sociali e conflitti ed è proprio questo che 
                  ci interessa. Non siamo interessati a convertire chi ci legge 
                  alla buona novella dell'anarchia, ma al fatto che si potenzino 
                  le lotte sociali, che i movimenti sociali recuperino la loro 
                  autonomia e i loro programmi. Come priorità diamo espressione 
                  a queste lotte, poi siccome siamo risultati essere la pubblicazione 
                  più regolare dell'America, si possono trovare anche voci 
                  ed esperienze di altri paesi, in maniera che ci si conosca reciprocamente. 
                  In terzo luogo, la diffusione specifica degli ideali anarchici; 
                  però questo non ci converte in una voce teorica esclusiva, 
                  ma ripeto, pratica e concretamente coinvolta nelle lotte sociali.
                 
                 Il processo chavista si può intendere come un 
                  processo veramente rivoluzionario e socialista? 
                  Guarda, posso dire che si autocaratterizza in questo modo, o 
                  meglio che Chavez si è autocaratterizzato come qualsiasi 
                  cosa: ha detto di essere cristiano; in Cina, di fronte alla 
                  tomba di Mao, si è detto maoista, poi si è detto 
                  trozkista quando ha ricevuto la visita di Alan Woods, poi peronista, 
                  all'occasione anche gramsciano. Adesso sta appoggiando apertamente 
                  il regime di Al Assad in Siria, prima quello di Gheddafi, poi 
                  quello di Lukashenko e Mugabe. Lui esprime pubblicamente il 
                  suo sostegno. Chavez è un personaggio così. Poi 
                  si dice che lui è una figura, ma che intanto il popolo 
                  sta costruendo un processo socialista. 
                   
                  E tu cosa ne pensi? 
                  Ti voglio fare un esempio: qui con me ho un film che parla del 
                  Venezuela e che si chiama: Fabricas tomadas “La 
                  presa delle fabbriche”. Parla delle fabbriche venezuelane 
                  ed è espressione della mistificazione che avviene in 
                  Europa sul processo politico in atto in Venezuela. Lo abbiamo 
                  conosciuto grazie a qualche compagno che ha viaggiato all'estero. 
                  Un film sconosciuto in Venezuela. Lo abbiamo portato in alcune 
                  di queste fabbriche e in questo modo anche gli stessi lavoratori 
                  si sono resi conto che stavano costruendo il socialismo. Ti 
                  intervistano, montano l'intervista come vogliono e il gioco 
                  è fatto, passa un'immagine che poi non esiste. In realtà 
                  queste non sono imprese socialiste, ma imprese statali con pessime 
                  condizioni di lavoro. Ecco un esempio di che cosa consiste questo 
                  socialismo: subappalti. Da noi non si chiamano imprese temporanee, 
                  contratti temporanei, che suona più capitalista, da noi 
                  le chiamiamo “cooperative”. Ad esempio io sono il 
                  compagno Nelson Mendez che vuole contribuire al processo per 
                  il socialismo, fondo una cooperativa e dico ai soci (che in 
                  realtà non lo sono) questo è quanto vi pagherò, 
                  firmate tutto quello che vi porto e silenzio. Sono quel tipo 
                  di imprese dove supponendo di essere socio, non esistono diritti 
                  del lavoro, non esiste contrattazione. Queste sono le imprese 
                  socialiste. 
                   
                  Quindi tanto fumo e niente arrosto? 
                  Guarda, ovviamente se siete invitati a qualche tour ufficiale, 
                  succede come con Caterina la Grande in Russia e il suo primo 
                  ministro Potëmkin, che quando passava la regina faceva 
                  costruire un paese di scenografie finte, con dei contadini grassottelli, 
                  e poi rapidamente le smontavano per rimontarle dove sarebbe 
                  passata la regina il giorno successivo. Ecco questo è 
                  quel che succede in Venezuela. 
                  Se andate voi, vi portano in una fabbrica dove un funzionario 
                  mascherato da operaio vi parlerà dell'anarcosindacalismo, 
                  se siete maoisti, ci sarà un altro funzionario esperto 
                  in maoismo che vi farà da guida. Se vuoi lasciarti convincere 
                  ti convincono che stanno costruendo effettivamente il socialismo. 
                  Per quello che vedo comunque queste fabbriche funzionano solo 
                  perché lo Stato gli dà i soldi. Le cooperative 
                  agricole non sono tali, dove sono i prodotti? Dove è 
                  il circuito di distribuzione dei prodotti? Come arrivano al 
                  consumatore? Appena cominci a vedere i dettagli ti accorgi dell'impostura. 
                   
                    Autolavaggi 
                  e silicone  
                  Soprattutto nei primi anni, Chavez ha puntato molto 
                  sul popolo protagonista della rivoluzione bolivariana. Il cittadino 
                  che partecipa attivamente e può-deve contribuire al miglioramento 
                  della sua comunità. Sotto questo profilo si parla dei 
                  Consigli Comunali come di assemblee dove questa partecipazione 
                  si manifesta effettivamente. Che ne pensi?  
                  Allora, ci sono molte cose da dire su questi consigli. Innanzitutto 
                  ogni Consiglio Comunale ha base territoriale e ogni gruppo di 
                  200 famiglie di ogni barrio può formarlo. Dovrebbe essere 
                  una rete di partecipazione cittadina, ma in realtà è 
                  una rete di clientele, senza nessuna possibilità di autonomia. 
                  Non si può concepire un Consiglio Comunale che per essere 
                  autonomo decide di non ricevere i finanziamenti statali perché 
                  ti etichettano subito come agente dell'imperialismo. 
                  Qui in Europa ho incontrato un compagno che mi diceva: “Questi 
                  Consigli Comunali mi sembrano molto vicini alle nostre idee.” 
                  Tutto però resta solo sulla carta, come il potere alla 
                  comunità, ad esempio perché il Consiglio Comunale 
                  si può insediare solo e in ultima istanza, con la decisione 
                  della presidenza della Repubblica: è il presidente della 
                  Repubblica che accetta o no qualsiasi Consiglio Comunale del 
                  Venezuela. Ovviamente se sei raccomandato e sei del partito 
                  il presidente firma. Ma se non sei del partito e appari nella 
                  lista dei nemici confezionata dal governo, la famosa lista Tascon... 
                   
                  Tu che numero sei di questa lista? 
                  No io non l'ho firmata, perché era una raccolta di firme 
                  per decidere se si era favorevoli o no alla rielezione di Chavez 
                  ed io come anarchico non ho partecipato a questo processo di 
                  legittimizzazione elettorale. Noi non appariamo in questa lista. 
                  Però chi ha firmato è tutta gente che ha sostenuto 
                  quello che noi chiamiamo referendum revocatorio e se si propone 
                  un Consiglio Comunale dove la maggioranza è in questa 
                  lista te lo puoi scordare, non esiste proprio. 
                   
                  Puoi spiegarci meglio? 
                  Supponiamo allora: esiste un Consiglio Comunale, la cosa più 
                  frequente è che sia formato da opportunisti, gente che 
                  cerca un'opportunità. Ti faccio un esempio incredibile: 
                  ultimamente in Venezuela è arrivata la moda nordamericana 
                  della chirurgia plastica, quindi nel barrio dove vive la signora 
                  che lavora a casa mia, la prima cosa che fece la presidentessa 
                  del Consiglio Comunale è stata di utilizzare i soldi 
                  arrivati dallo Stato per rifarsi il seno. Si può anche 
                  intendere come un miglioramento sociale, però per favore... 
                  Posso continuare: in questo stesso barrio la signora ci racconta 
                  che adesso il Consiglio Comunale ha in progetto un polilavaggio 
                  socialista...  
                   
                  E cosa sarebbe? 
                  Beh ho fatto la stessa domanda anche io. Un polilavaggio socialista 
                  è un posto dove puoi andare a lavarti la macchina, però 
                  stiamo parlando di un barrio, dove ci sono mille necessità, 
                  che serve avere un polilavaggio per auto di lusso? Questo è 
                  un altro chiaro pretesto per dividersi i soldi che arrivano. 
                  Posso continuare parlando del barrio dove io vivo che si chiama 
                  Los Rosales. Ecco, nel Consiglio Comunale dove vivo c'è 
                  una minoranza di chavisti onesti, di buona gente, gente che 
                  vuole lavorare per la sua comunità e quindi, per questione 
                  di amicizia, abbiamo collaborato per alcune battaglie concrete, 
                  come ad esempio contro un deposito industriale di pneumatici, 
                  proibito da tutte la leggi, perché situato in una zona 
                  residenziale. Questo deposito è accanto a casa mia. Hanno 
                  comprato una casa e clandestinamente la usano come deposito. 
                  Quindi la gente del Consiglio ci ha accompagnato in questa lotta 
                  e abbiamo avuto quarantimila ostacoli e problemi, anche se apparentemente 
                  sono loro il potere comunale, sono loro che rappresentano la 
                  comunità e che dovrebbero decidere. Il deposito è 
                  ancora lì. 
                  Altro esempio: per installare delle rivendite di liquori nel 
                  barrio si suppone, secondo la legge, che chi ti debba dare l'autorizzazione 
                  definitiva sia il Consiglio Comunale. 
                  Nel periodo in cui abbiamo controllato, invece, hanno aperto 
                  tre liquorerie contrariamente a quanto espresso dal Consiglio. 
                  L'apertura di una liquoreria e la vendita di liquore portano 
                  il problema che la gente comincia a bere nello stesso luogo 
                  in cui compra e gli abitanti del barrio non vogliono più 
                  rivenditori accanto alle loro case. Il Consiglio Comunale si 
                  è opposto per tre volte e le tre liquorerie sono ancora 
                  lì. Quindi alla fine anche gli stessi chavisti si domandano: 
                  “Che tipo di potere comunale è questo se non possiamo 
                  decidere su nulla?”. Che faccio, continuo? 
                   
                  Prego Nelson... 
                  Allora andiamo avanti: con le risorse a disposizione, la priorità 
                  espressa dal Consiglio Comunale era un progetto di miglioramento 
                  della scuola pubblica del barrio. Che succede? Qualche burocrata 
                  rifiuta perché preferisce sfruttare queste risorse per 
                  restaurare una piazza molto visibile, che viene meglio nelle 
                  fotografie al momento dell'inaugurazione e quindi, dall'alto, 
                  si decide che il denaro era per questa piazza e non per quello 
                  che aveva deciso la comunità. Questa è la realtà 
                  del potere comunale: un meccanismo clientelare affinché 
                  la gente possa ricevere certi benefici. Ricordando che siamo 
                  uno stato petrolifero che vive del petrolio, e quindi non è 
                  come da voi in Europa, dove il capitalismo deve stringere sui 
                  lavoratori perché sennò dove può produrre 
                  ricchezza se non dal lavoro? Ecco in Venezuela non è 
                  così. Le risorse vengono dal petrolio, abbiamo 20.000 
                  lavoratori in questo settore, quindi il tema non è sfruttarli 
                  più o meno, anzi hanno anche ottenuto dei miglioramenti, 
                  il tema è il mercato del prezzo del petrolio, adesso 
                  che viene l'inverno e il freddo ne venderemo di più e 
                  questo significa un enorme quantità di denaro. Siamo 
                  uno stato clientelare, ma non per invenzione del chavismo, è 
                  sempre stato così. 
                 
                   Il 
                  deterioramento delle missioni sociali 
                  E i programmi sociali voluti da Chavez ad esempio nel 
                  campo sanitario? 
                  Quando Chavez arriva al potere, le missioni sociali all'inizio 
                  del processo ebbero successo, come ad esempio “Barrio 
                  Adentro” che portava per la prima volta la sanità 
                  dentro i quartieri disagiati. Quindi perfetto, lo Stato comincia 
                  a finanziare programmi sociali. Però nella misura in 
                  cui si ebbe il tempo di formarsi una struttura burocratica centralizzata 
                  cominciarono tutti i mali classici legati a questo tipo di amministrazione: 
                  arrivò un funzionario che si rese conto che poteva prendere 
                  una tangente sull'acquisto dei medicamenti, ne arrivo un altro 
                  che si accorse che poteva lavorare la metà delle ore, 
                  ad esempio così fecero tanti volontari cubani, che prendevano 
                  denaro per queste missioni, ma la metà dello stipendio 
                  rimaneva allo Stato cubano, quindi scoprirono: primo, che non 
                  era necessario rimanere tutto il giorno dentro le missioni e 
                  secondo, che se cominciavano a fare interventi di chirurgia 
                  plastica avrebbero guadagnato di più. Quindi qualsiasi 
                  telefonista, qualsiasi segretaria cominciò a rifarsi 
                  i seni pagando in nero i medici cubani. Queste missioni cominciarono 
                  a deteriorarsi. Abbiamo conosciuto medici che arrivarono molto 
                  entusiasti che avrebbero lavorato anche 16 ore solo se fosse 
                  stato necessario e che, dopo un anno, se ne andarono con un 
                  disincanto davvero triste perché si scontrarono con una 
                  dirigenza militare che alla luce del sole si portava via i medicamenti 
                  e gli strumenti medici per rivenderli chissà dove e loro 
                  rimanevano senza nulla. Arrivarono come chavisti, ma dopo questa 
                  esperienza nel programma medico se ne andarono molto disillusi. 
                  E questo in generale è quello che succede anche agli 
                  altri programmi sociali, come il programma delle coperative, 
                  la missione “Che Guevara” dove ti pagano per imparare 
                  a fare una cooperativa, ma in ultima istanza il risultato non 
                  conta. 
                   
                  “Barrio Adentro” è un modello alternativo 
                  alla sanità pubblica, un modello che non si integra, 
                  ma che sembra disperdere le risorse, senza che in fondo né 
                  il primo né la seconda abbiano di che accudire i propri 
                  pazienti. Che situazione ti risulta negli ospedali pubblici 
                  venezuelani? 
                  Guarda, negli ospedali pubblici oltre a doverti portare le medicine 
                  da casa, devi portarti le lenzuola e mettere tutto in una cassa 
                  chiusa e possibilmente legarla al letto o a te stesso per evitare 
                  che ti rubino tutto. I medici devono stare molto attenti perché 
                  frequentemente le sparatorie proseguono in ospedale1, 
                  arrivano i feriti e arrivano poi le bande rivali che vogliono 
                  terminare il loro lavoro. Il tema della salute è terribile. 
                  Ci sono poi alcune missioni, come la “Mision Milagro” 
                  che aveva come scopo ridare la vista a tutti i sudamericani, 
                  con specialisti, laboratori ben puliti e con interviste a bambini 
                  dell'Ecuador o della Bolivia o con vecchiette del Perù 
                  che dicono: “Grazie a dio che esiste il presidente Chavez 
                  che mi ha ridato la vista, mentre nel mio paese nessuno mi voleva 
                  aiutare.” In concreto però, si deteriorano le missioni, 
                  il sistema pubblico va malissimo, c'è uno spreco di denaro 
                  tremendo e quindi la gente diventa dipendente dal sistema privato. 
                  Però, visto che c'è così tanta domanda 
                  di salute di qualità anche nel privato, devi vedere se 
                  poi ci sono letti liberi per te... 
                   
                  E nel campo educativo, che sforzi ha messo in campo la 
                  rivoluzione bolivariana? 
                  Questi programmi sociali dei quali si è tanto parlato 
                  vanno visti nel senso di dare alla gente risorse e denaro. E 
                  questo crea una clientela politica. Come per le missioni educative, 
                  “Robinson” per la primaria, “Sucre” 
                  per la media e la missione “Che Guevara” per formare 
                  futuri fondatori di cooperative. 
                  In Venezuela stanno facendo tanti di questi corsi che siamo 
                  diventati uno dei paesi con più cooperative del mondo. 
                  Però sono cooperative fittizie. Siamo un paese dal socialismo 
                  rentista, non interessa che tu produca o no, quel che è 
                  importante e che tu possa dare un appoggio clientelare allo 
                  Stato. 
                   
                  Un appoggio clientelare attraverso la formazione? 
                  Succede qualcosa del genere con le borse di studio per ragazzi 
                  che avevano difficoltà a studiare perché lavoravano 
                  e quindi gli si dava questa borsa di studio perché potessero 
                  frequentare la scuola secondaria e gli si semplificavano un 
                  po' i corsi. Questi studenti dei settori popolari ora se ne 
                  vanno dalla scuola perché prendono i soldi senza che 
                  nessuno esiga nulla da loro: si crea una perversione secondo 
                  la quale tu devi solo iscriverti a questi programmi formativi 
                  e ti cominciano a pagare, non ci sono obblighi di presentarsi 
                  a scuola né di dare esami. 
                  Conosco una persona che lavora in questi programmi e mi raccontò 
                  che, visto che non si facevano esami, propose altre forme di 
                  valutazione, come il lavoro di gruppo. Perfetto, nessun alunno 
                  eseguì le dispense e questa professoressa, visto che 
                  non era stata in grado di valutare gli alunni, pensava di non 
                  poter dare il certificato di fine corso. La fecero chiamare 
                  dal Ministero, dopo le lamentele degli studenti, e le diedero 
                  un imprinting di formazione ideologica, dicendole: “Compagna, 
                  devi capire che questo è un programma per il popolo e 
                  quindi non puoi tenere questa attitudine borghese.” Le 
                  fecero vedere un documentario dove Chavez parlava di questa 
                  missione e lei comprese che doveva semplicemente promuovere 
                  tutti senza distinzione. 
                   
                  A quanto ammontano queste borse di studio e come vengono 
                  erogate? 
                  La borsa di studio è circa la metà di un salario 
                  minimo. Al cambio officiale in dollari un salario minimo è 
                  di circa 350 dollari. Calcola che è permesso stare in 
                  due o tre missioni allo stesso tempo, quindi, sommando le borse 
                  di studio, arrivi a più di un salario normale e nella 
                  stessa famiglia tre o quattro membri possono fare lo stesso. 
                  Quindi le persone, specialmente dei settori popolari, stanno 
                  smettendo di lavorare e di studiare. 
                  Accanto a questo, come se fosse poco, Chavez, nel suo impegno 
                  per affrontare i nemici politici, che qualifica come imperialisti, 
                  cerca di rendere debole l'opposizione creando dei favoritismi 
                  e visto che, nella storia del paese, il governo ha sempre potuto 
                  sfruttare questa rendita gigantesca, chi è vicino a chi 
                  ha il potere può sfruttare appalti, prestiti, appoggio 
                  e quindi da quando è iniziato lo sfruttamento petrolifero, 
                  la borghesia è stata sempre protetta e appoggiata dallo 
                  Stato e questo governo non è stata un'eccezione. Noi 
                  abbiamo adottato il termine “boliborghesia”, la 
                  borghesia bolivariana e cioè tutte le persone che appoggiano 
                  il governo. 
                   
                    Una 
                  nave chiamata Condoleezza
                  Di che tipo di appoggio gode il sistema Chavez, a parte 
                  la rete clientelare di cui ci parlavi? 
                  I banchieri non hanno problemi a farsi fotografare con Chavez 
                  perché il governo gli dà risorse e gli propone 
                  affari sempre molto favorevoli. Ti do un esempio più 
                  vicino a voi europei: la Spagna. Parlo del banco di Santander 
                  in Venezuela che, esattamente come il banco di Bilbao e Vizcaya, 
                  appoggiò la candidatura di Chavez con dei finanziamenti 
                  e ciò si è reso molto utile per gli attuali affari 
                  delle filiali venezuelane. Il banco di Santander cominciò 
                  a fare affari con Madoff, il finanziere truffatore, che con 
                  il vecchio schema della catena, fregò anche questa banca 
                  che quindi, da un giorno all'altro, si trovò con una 
                  necessità rapidissima di liquidità e dove la cercò? 
                  Cercò di recuperarla con la vendita delle sue filiali 
                  al governo venezuelano, che le pagò anche qualcosa di 
                  più che il giusto e che poi la promosse come una nazionalizzazione 
                  dove il popolo prendeva il controllo delle banche. 
                  Dove furono le proteste? Il Partito Popolare si mosse un po' 
                  timidamente dando a Chavez del comunista, però anche 
                  il banco di Santander fece pressione perché le critiche 
                  smettessero, per paura di veder sfumare l'affare. Gli diedero 
                  denaro quando serviva. 
                  Il banco di Santander oggi è statale ed è diventato 
                  il banco di Venezuela. Il banco Bilbao e Vizcaya non ha avuto 
                  questo problema e anche per loro gli affari vanno alla grande, 
                  della Repsol non parliamo nemmeno. Della Chevron? Voi ricordate 
                  il discorso di Chavez in Boliva quando disse di sentire odoro 
                  di zolfo come se ci fosse il diavolo? 
                  Bene, Chevron-Texaco arriva in Venezuela nel 1996 e l'espansione 
                  dei suoi affari in Venezuela è stata straordinaria, specialmente 
                  parlando di gas e di petrolio fuori costa. Viene da chiedere, 
                  ma Chevron-Texaco non era il diavolo, essendo l'impresa in cui 
                  la famiglia Bush ha più interessi? Da dove pensate che 
                  sia uscita Condoleezza Rice? Come pensate si chiami la nave 
                  petroliera più grande della Chevron-Texaco? Condoleezza, 
                  perché Condoleezza Rice viene dalla giunta direttiva 
                  dell'impresa. Durante le scorse elezioni presidenziali, Chevron 
                  ha fatto affari talmente grandi e positivi, che su Libertario 
                  abbiamo citato, senza togliere una virgola, le parole del presidente 
                  dell'impresa che chiedeva alla gente di votare per Chavez! Perché 
                  Chavez può garantire la continuità della presenza 
                  di Chevron-Texaco. 
                   
                  Per comprendere la realtà venezuelana bisogna aver 
                  ben presente la sua (tossico)dipendenza dalla rendita petrolifera. 
                  Puoi darci qualche dettaglio sulla storia di questo legame? 
                  Il Venezuela ha nazionalizzato il petrolio nel 1976. Lo Stato 
                  prese controllo di tutta la produzione, perché il quel 
                  periodo, come successe infatti anche in Iraq, Libia, Nigeria, 
                  c'erano le condizioni politiche per farlo. In quel momento era 
                  vitale avere il controllo dell'estrazione. 
                  Negli anni novanta, quando comincia il discorso dell'esaurimento 
                  del petrolio, torna a interessare il tema della proprietà, 
                  discorso però molto spinoso in Venezuela, visto che si 
                  era creato tutto un mito attorno alla nazionalizzazione del 
                  petrolio, che il popolo considerava suo. Allo stesso tempo esisteva 
                  la possibilità legale, come sempre esiste nelle pieghe 
                  dalle legge, di creare imprese miste dove il capitale straniero 
                  partecipasse, però, politicamente poteva essere molto 
                  pericoloso per i governi, permettere ciò. 
                  La sinistra protestava e gridava allo scandalo ogni volta che 
                  si prospettava un cambiamento di questo tipo; stiamo parlando 
                  della fine dei ottanta inizio novanta, quindi specialmente nei 
                  novanta, quando comincia la pressione del capitale per prendere 
                  il controllo della produzione, si adotta la figura dell' “associazione 
                  strategica” (fra impresa e Stato) che comincia a funzionare 
                  in Venezuela sotto il secondo governo di Carlos Andres Perez 
                  nel 1989-90. In che cosa consiste l'associazione strategica? 
                  È un affitto: io ho una casa, te l'affitto e tu la utilizzi, 
                  ma il bene resta mio e alle condizioni che si decidono insieme. 
                  Le imprese ne approfittarono, ben felici di inserirsi in uno 
                  dei paesi con le riserve petrolifere più grandi del mondo. 
                  Poi che succede con Chavez e la sua prosopopea di sinistra? 
                  Per inciso, ho incontrato persone in Europa convinte che sia 
                  stato Chavez a nazionalizzare il petrolio (anche se il processo 
                  di nazionalizzazione era avvenuto da molto tempo), quindi, avendo 
                  l'appoggio, è lui che accelera il processo e inserisce 
                  le “imprese miste” che permettono che sino a un 
                  40 per cento della proprietà (quindi non si parla più 
                  di affitto) diventi capitale straniero – e nel caso del 
                  gas fino all'80 per cento. 
                   
                  Quindi si passa da un affitto dell'“associazione 
                  strategica” ad una vendita in partnership fra Stato e 
                  capitale nelle “imprese miste”? 
                  Nel caso del gas, utilizzando il pretesto che in Venezuela non 
                  si era mai investito nel settore e quindi servivano infrastrutture, 
                  parliamo praticamente di privatizzazione. 
                  Per quel che riguarda il petrolio, lo Stato si sobbarca una 
                  serie di costi addizionali come luce e acqua e quindi il capitale 
                  straniero si interessa. Ci vendono il racconto che ci stiamo 
                  svincolando dalla dipendenza nei confronti dell'imperialismo 
                  americano, perché adesso sono arrivate imprese come la 
                  russa Lukoil, ma anche qui di che cosa si tratta? Di un capitalismo 
                  transnazionale che nasconde interessi americani e britannici 
                  perché in certi luoghi preferiscono agire sotto una bandiera 
                  differente dalla propria. 
                   
                  Nel percorso che ci stai raccontando e cioè dal 
                  petrolio statale, alle associazioni strategiche, sino alle imprese 
                  miste, che differenze sono esistite in termini di impatto ambientale? 
                  Il tema ambientale è una nostra preoccupazione e quello 
                  che abbiamo capito è che tutti in America Latina – 
                  sinistra, centro e destra – insabbiano il problema. Il 
                  punto è che, con l'aumento dello sfruttamento, tramite 
                  processi produttivi più complessi (come richiede il petrolio 
                  venezuelano che è tantissimo ma non di buonissima qualità) 
                  aumentano anche i rischi di contaminazione durante le fasi di 
                  trasporto e raffinazione. Questi rischi stanno già diventando 
                  evidenti. In marzo ad esempio, nello Stato di Monagas abbiamo 
                  avuto una perdita dentro il fiume Guarapiche che passa per il 
                  capoluogo Maturin, e come hanno cercato di contenere il danno? 
                  Con uomini senza nessun tipo di protezione messi dentro il fiume 
                  a togliere il petrolio per denaro. Orribile. 
                   
                  Ma non esistono associazioni che si battono contro queste 
                  porcherie? 
                  In tempo di elezioni questo problema non interessa politicamente 
                  a nessuno. Tutti pensano esclusivamente ad approfittarsi della 
                  rendita del petrolio. Personalmente credo che questa politica 
                  di sfruttamento implichi maggiori rischi, però è 
                  altrettanto vero che la maggioranza della gente ne è 
                  assolutamente inconsapevole, anche perché molte delle 
                  associazioni ONG ambientaliste sono finanziate sia dallo Stato 
                  che dalle imprese petrolifere e quindi non esiste un ambientalismo 
                  autonomo che lotti onestamente. 
                  Siccome nessuno vuole mettersi contro la gallina dalle uova 
                  d'oro della rendita petrolifera, questi temi sono rimossi dal 
                  discorso pubblico, li trovi giusto su Libertario o in altri 
                  due o tre mezzi di espressione alternativi.
                 
                   Logiche 
                  mafioso-clientelari  nei sindacati 
                  Un altro tema affrontato spesso su Libertario è 
                  la continua violenza assassina contro sindacalisti e lavoratori. 
                  Cosa ci dici in merito? 
                  Tutti sanno che il paese dove si assassinano più sindacalisti 
                  è la Colombia. Però nessuno parla del secondo 
                  paese, e nessuno parla del paese dove quest'anno, 2012, ci sono 
                  stati più omicidi di sindacalisti, questo paese è 
                  il Venezuela. Come nasce questa violenza? Siamo sempre alla 
                  questione del clientelismo e della rendita petrolifera. 
                  Fra gli aspetti perversi stabilitisi in Venezuela da molto tempo, 
                  specialmente nel settore della costruzione e nel settore petrolifero 
                  dove si lavora molto, succede che le imprese hanno bisogno di 
                  lavoratori a tempo determinato per svolgere alcune mansioni, 
                  ben pagate, ma a tempo, come chiudere un pozzo. Ecco, le imprese 
                  hanno dato a certi sindacati la possibilità di scegliere 
                  quali lavoratori impiegare e questo ha generato un meccanismo 
                  di corruzione terribile, ugualmente nel settore delle costruzioni. 
                  È il sindacato che decide chi viene assunto. E i dirigenti 
                  sindacali chiedono denaro per raccomandare un'assunzione. Nella 
                  realtà questo genera un tipo di pratica mafiosa. Prima 
                  si controllava la violenza, si cercavano alternative, mentre 
                  adesso no. In ogni caso si tratta di una violenza di tipo mafioso: 
                  non posso dire che si stiano ammazzando dirigenti sindacali 
                  compromessi con le lotte operaie, solo in casi minori infatti 
                  sono stati ammazzati attivisti e militanti. 
                   
                  E quindi come si originano questi assassinii? 
                  Da una parte c'è il sindacato che ripartisce le assunzioni 
                  e fra di loro bande di pistoleri che si fanno la guerra per 
                  il controllo di questo tipo di clientele. In generale si può 
                  dire che si ammazzano fra sindacalisti, ma credo che propriamente 
                  non si possano nemmeno più chiamare tali, ma mafiosi. 
                   
                  Su Libertario avete parlato spesso della vicenda di un 
                  vero sindacalista, Ruben Gonzalez. Puoi raccontarla ai nostri 
                  lettori? 
                  In minoranza esiste ancora un sindacalismo decente, onesto. 
                  Ruben Gonzalez fa il sindacalista nel sud del paese, nella miniera 
                  di ferro, settore siderurgico della Ferrominera Orinico. Ruben, 
                  chavista della prima ora, credendo nella possibilità 
                  di un miglioramento per i lavoratori, partecipò alle 
                  elezioni per incarichi politici, restando però sempre 
                  un uomo onesto, legato alla lotta sindacale. Pian piano cominciò 
                  a rendersi conto che i cambiamenti non avvenivano nonostante 
                  l'impresa lavorasse bene e mentre la rendita petrolifera saliva 
                  da un lato, le condizioni di lavoro si deterioravano dall'altro, 
                  anche con la contrattazione di lavoratori esterni a tempo determinato. 
                  Preso atto di ciò, cominciò a lottare e reclamare 
                  contro questo stato di cose. In automatico cominciarono le accuse 
                  di essere un imperialista, di servire un disegno della destra, 
                  di far parte di un piano capitalista. Tentarono di corromperlo, 
                  ma lui, anche in virtù della sua fede evangelica, ovviamente 
                  rifiutò. E così, siccome parliamo di un'impresa 
                  statale, venne accusato di attentare alla sicurezza nazionale, 
                  visto che si trattava di un'impresa strategica per il paese. 
                  Venne incarcerato, processato e condannato a sette anni. 
                  Ruben cominciò a leggere El Libertario in carcere. Dopo 
                  di che successe una cosa che non era mai successa sotto Chavez 
                  e cioè che sindacalisti chavisti e dell'opposizione diedero 
                  vita a un comitato per chiedere la liberazione di Ruben. Fu 
                  questo che alla fine lo fece liberare: una pressione sindacale 
                  al di fuori dell'orientamento politico, insieme alla pressione 
                  dei lavoratori. Dopo nove-dieci mesi di carcere, senza assolverlo, 
                  gli sospesero la sentenza, e lo liberarono, con la spada di 
                  Damocle della sentenza sospesa. 
                   
                  E oggi? 
                  Alcune settimane fa, prima di venire in Europa, ho lasciato 
                  il Venezuela con la buona notizia che nelle elezioni sindacali 
                  della Ferrominera Orinoco, con 5000 lavoratori, e dove lo Stato 
                  ha utilizzato tutti i suoi mezzi per indirizzare le elezioni 
                  – compreso l'assassinio di un lavoratore – Ruben 
                  ha vinto l'elezione sconfiggendo il candidato socialista, che 
                  prima era di AD (Acciòn Democratica, un po' il PSOE spagnolo), 
                  come tanti altri prima erano del COPEI (PP per capirsi con un'analogia 
                  spagnola) e adesso portano la camicia rossa chavista. 
                   
                  Un'altra storia che avete affrontato è stata l'assassinio 
                  di Mijail Martinez, giovane video attivista dello Stato di Lara. 
                  In che contesto nasce questo crimine? 
                  Questo è un fatto molto vicino a noi, perché Mijail 
                  e il suo gruppo sono compagni che potevamo identificare come 
                  anarchici. Insomma, nello Stato di Lara, probabilmente ancora 
                  più che nel resto del paese, la violenza della delinquenza 
                  e la relativa impunità è molto alta soprattutto 
                  se associata alla partecipazione e alla complicità poliziesca. 
                  Molte delle armi che utilizzano i delinquenti sono di proprietà 
                  della polizia, vengono semplicemente affittate. Esiste la pratica 
                  del sequestro express e in un caso la vittima fu sequestrata 
                  addirittura all'interno di un commissariato2. 
                   
                  E i giudici? 
                  Bene grazie. 
                   
                  Ma esisteranno anche giudici onesti in Venezuela o no? 
                  Sono tutti compromessi o meglio, certo esisteranno, non bisogna 
                  generalizzare, ma quando ne conosci uno per piacere, presentamelo.
                 
                   Storie 
                  di ordinaria violenza 
                  Quindi, tornando alla storia di Mijail? 
                  Il COVICIL, familiari di vittime, porta avanti un lotta coraggiosa 
                  contro questi abusi della polizia nella loro regione, quindi 
                  si muovono in condizioni molto difficili, gente che ha perso 
                  il marito, i figli... che si trova nella condizione di non aver 
                  nulla da perdere, difficile e ammirabile allo stesso tempo. 
                  Quando sei con loro capisci la loro rabbia, te la trasmettono. 
                  Adesso come adesso stanno guadagnando peso e spazio nella stampa, 
                  nei media prima nessuno se li filava, oggi invece, raccogliendo 
                  i piccoli aiuti economici che la gente gli offre, sono riusciti 
                  a uscire con due libri, e in questo Stato ci sono anche movimenti 
                  cooperativi indipendenti che li appoggiano, quindi in questa 
                  lotta si aggiungono anche molti ex chavisti che hanno rotto 
                  con il chavismo, come lo stesso padre di Mijail che venne imprigionato 
                  quando Chavez provò il suo primo golpe negli anni '90, 
                  e che venne anche eletto per questo sostegno come deputato regionale. 
                  Victor Martinez, il padre di Mijail, era però coinvolto 
                  in questa lotta contro l'impunità e nonostante fosse 
                  molto popolare nella sua regione, il chavismo gli tolse l'appoggio. 
                  Suo figlio cominciò ad essere il punto di riferimento 
                  media del Comitato, si occupava di registrare i loro interventi, 
                  di fare le fotografie, di documentare. E un giorno, nel dicembre 
                  del 2010, arrivarono dei pistoleros a casa sua, lo chiamarono 
                  per nome e lo ammazzarono. Dopo di che si montò una trama, 
                  per distrarre l'opinione pubblica, con un finto colpevole che 
                  poi venne rilasciato, i giornalisti furono aggrediti e minacciati. 
                  Violenza insomma. 
                  Il Comitato però continua con questa lotta contro un 
                  regime mascherato di populismo, ma in fondo autoritario, violento 
                  e molto corrotto. Calcola che prima di Chavez esisteva di base 
                  una tassa di corruzione: dovevi dare un 10 per cento del tuo 
                  giro di affari al funzionario di turno, adesso la tassa è 
                  salita al 15 per cento. Io conosco molti funzionari marxisti 
                  ai quali costava il vivere quotidiano e che adesso sono milionari, 
                  hanno belle macchine, la casa sulla spiaggia e, nonostante parlino 
                  male dell'imperialismo, amano andare con le loro famiglie a 
                  Miami e a Disneyworld. 
                   
                  Parli di nuovo dei boliborghesi? 
                  No, i boliborghesi sono ancora peggiori, loro hanno anche la 
                  possibilità di investire, fare affari grazie al loro 
                  ruolo nella rivoluzione bolivariana. In Panama ad esempio puoi 
                  mettere i tuoi conti in dollari e lì i venezuelani fanno 
                  quello che gli europei fanno in Svizzera. 
                   
                  Grazie Nelson, vuoi aggiungere qualcosa? 
                  L'ultimo tema che vorrei toccare è quello della sicurezza. 
                  Caracas è diventata una città sempre più 
                  pericolosa, viviamo chiusi fra le sbarre, viviamo con paura, 
                  viviamo auto reclusi, non usciamo dopo le otto di sera, abbiamo 
                  paura di camminare per le strade. Seguendo il tasso di omicidi 
                  per numero di popolazione la città più pericolosa 
                  del mondo è Ciudad Juárez, per l'alto numero di 
                  femminicidi e per la guerra dei narcos, poi c'è 
                  una città in Honduras che si chiama San Pedro Sula e 
                  poi c'è Caracas. 
                  Nel 1999, quando Chavez arriva al potere, in un anno, c'erano 
                  4400 omicidi in tutto il paese. Oggi la popolazione sarà 
                  cresciuta del 10 per cento però gli omicidi, l'anno passato, 
                  sono stati quasi 20.000 e quest'anno li supereremo di sicuro. 
                  E in questi 20.000 non sono compresi tutti i morti che cadono 
                  sotto l'etichetta di enfrentamiento, come dire, scontro 
                  a fuoco, in cui la polizia ammazza circa altre 4000 persone 
                  all'anno. 
                  C'è un discorso statale demagogico molto pericoloso, 
                  soprattutto se unito all'impunità del delinquente e al 
                  fatto che la polizia si è messa nel business della violenza 
                  e cioè che i poveri non sono colpevoli di nulla perché 
                  sono poveri. E questi delitti non si denunciano perché 
                  si sa che non ci sarà nessuna conseguenza per i criminali. 
                   
                  Fabrizio Dentini
                
 Note
 
                  - “La Amenaza” di Silvia Luzi e Luca Bellino, ogni 
                    fine settimana negli ospedali della capitale arrivano 30/40 
                    ragazzi ammazzati dal piombo. 
                  
 - Il COVICIL, Comitato di Vittime contro l'Impunità 
                    nello Stato Lara, calcola che dal 2000 al 2007 sono stati 
                    commessi da parte dei corpi polizieschi venezuelani 33.259 
                    casi di violazione dei diritti umani, come lesioni, violazione 
                    di domicilio, privazione della libertà, persecuzione, 
                    tortura, scomparsa forzata.
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