Degradazione 
                    e capovolgimento 
                  
L'esistenza di un film è solo un po' 
                    meno effimera di quella di una bolla di sapone. Il tempo passa 
                    e lascia i suoi segni anche sul cinema. In che stato si trovano 
                    i vecchi film? In quale modo il pubblico di oggi si pone di 
                    fronte a tali film? Quale la percezione che abbiamo davanti 
                    a immagini del nostro passato? E non parlo dell'inevitabile 
                    invecchiamento e degrado della pellicola, della perdita dei 
                    valori fotografici, delle lacerazioni sulla celluloide, ma 
                    soprattutto della lenta ma inesorabile disgregazione dell'originale 
                    forma.
                    Il film però è soggetto ad un'altro invecchiamento, 
                    più grave e forse più rapido. Ancora oggi possiamo 
                    trarre un certo piacere rileggendo, per esempio La Commedia 
                    di Dante Alighieri, composta circa otto secoli fa, riconoscendovi 
                    delle invenzioni poetiche, delle strofe commoventi, delle 
                    scene fortemente pittoriche. Le opere letterarie hanno la 
                    fortuna di durare, di poter essere, da un'epoca all'altra, 
                    rivestite di un nuovo linguaggio, in qualche modo riallestite 
                    in segni espressivi adatti alla trasformazione della cultura 
                    e della mentalità del tempo.
                    Per il film non è la stessa cosa (o almeno non lo è 
                    nella maggior parte dei casi), in quanto il contenuto si trova 
                    indissolubilmente legato alla forma. Il significato generale 
                    e permanente di una parola può essere facilmente astratto 
                    da una più o meno particolare interpretazione che le 
                    da questo o quell'aspetto tipografico od ortografico. Il simbolismo 
                    di una immagine, invece, è così, esattamente 
                    il prodotto totale di una infinità di dettagli plastici, 
                    da possedere un senso rigorosamente proprio, quasi del tutto 
                    inadatto a diversioni. La ricchezza descrittiva dell'immagine 
                    dà, lo si voglia o no, un ritratto minuzioso, fisico 
                    e spirituale, dell'epoca in cui il film è nato. Mode, 
                    comportamenti, espressioni, manie, modi di assassinare e modi 
                    innocenti di stringere la mano, sfumature dei sentimenti e 
                    stile del bacio, tutto reca una impronta incancellabile. E 
                    di anno in anno questi segni troppo profondamente cronologizzati 
                    vengono a trovarsi svalutati, sviliti dallo stesso evolversi 
                    della vita, dall'evoluzione incessante dei costumi, dallo 
                    stesso progresso tecnico.
                    Così, per un film, il ritmo si trasforma in uno sconnesso 
                    dondolare, la poesia diventa sciocchezza, il dramma si muta 
                    in una divertente parodia. Ogni opera cinematografica, per 
                    sua stessa natura, è votata ad una degradazione e a 
                    un capovolgimento di valori in maniera così rapida 
                    ed ineluttabile come non ce n'è altro esempio tra tutte 
                    le arti. Ovviamente ciò non vale per tutti i film. 
                    Si salvano quelli (pochi) che hanno saputo in ogni tempo e 
                    luogo rinnovare linguaggio e dare forme adeguate a contenuti 
                    importanti.