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                Questo numero. Ancora un numero “speciale”, 
                  192 pagine, una settantina di scritti, tante notizie, opinioni, 
                  recensioni, ecc. Tante, ma mai abbastanza. Se solo dovessimo 
                  indicare le cose importanti alle quali nemmeno si accenna in 
                  questo (come in ogni) numero di “A”... E ancora 
                  una volta il prezzo di una copia sale 5,00 euro (ma per gli 
                  abbonati, nessun aggravio). 
                   
                  Distribuzione. Quest'estate, approfittando della pausa 
                  estiva (pausa per gli altri, sia ben chiaro), intendiamo analizzare 
                  nel dettaglio (abbonato per abbonato, diffusore per diffusore, 
                  libreria per libreria, ecc.) la posizione di tutta la nostra 
                  “rete” distributiva. Quindi, facciamo subito un 
                  appello urgente a chi è rimasto un po' indietro 
                  con il rinnovo dell'abbonamento o delle copie vendute. Lasciata 
                  passare qualche settimana dall'uscita di questo numero, inizieremo 
                  a scrivere (per posta elettronica o cartacea) a tanti di voi. 
                  Importanti, nella rete distributiva, sono anche i punti-vendita 
                  “compagneschi” o commerciali, i centri sociali, 
                  le librerie, ecc. Sono tempi difficili, in genere, per le riviste 
                  e l'editoria “altra”, quella al contempo piccola 
                  e non-allineata. E proprio questo numero che hai in mano è 
                  il primo, dopo 372 numeri in oltre 41 anni, che non viene venduto 
                  in nessuna libreria Feltrinelli. Con progressione costante, 
                  hanno fatto sapere a noi o al nostro distributore librario (la 
                  Diest di Torino, gestita dall'ottimo Enrico Vigna) che “A” 
                  a loro non interessa più, di cessare l'invio. Peccato, 
                  quella rete di librerie “di sinistra”, attenta – 
                  come l'omonima casa editrice – anche a tante istanze critiche, 
                  nelle quali negli anni '60 e '70 potevi trovare (e mettere in 
                  vendita) perfino fanzine, fogli locali, ecc. per noi da oggi 
                  è completamente off-limits. Peccato, dicevamo, che nella 
                  progressiva espulsione dal mercato (commerciale) delle voci 
                  fuori dal coro, antagoniste e resistenti, un ruolo da protagonista 
                  l'abbia giocato la rete delle Feltrinelli: quella che una volta 
                  era sinonimo e indice di pluralismo, di attenzione sociale, 
                  di apertura mentale, si è da tempo trasformata, di fatto, 
                  in una centrale dell'omogenizzazione, dello schiacciamento dei 
                  piccoli. Povero Giangiacomo... 
                  È importante assicurare la presenza di “A” 
                  nel maggior numero possibile di librerie, centri sociali, botteghe 
                  del commercio equo e solidale, ecc... Chiunque di voi può 
                  (forse) darci una mano in proposito, contattarci per sapere 
                  bene come funziona, farsi da tramite per stabilire nuovi rapporti 
                  e far arrivare la rivista in nuove librerie o posti simili. 
                  “A”, come tutte le testate “di movimento”, 
                  è nata per vivere appunto nei movimenti, nelle realtà 
                  di base, laddove la gente, i compagni si ritrovano. Sta anche 
                  a te far sì che questa sua naturale collocazione si concretizzi 
                  in spazi precisi, da comunicarci anche affinché noi li 
                  aggiungiamo nell'apposita doppia pagina con l'elenco dei punti-vendita. 
                  Un elenco importante, che aggiorniamo di mese in mese. Da questa 
                  volta, per esempio, grazie alla collaborazione di Domenico “Mimmo” 
                  Pucciarelli, sono raddoppiate le librerie francesi che ricevono 
                  qualche copia di “A”. E, grazie a Gasto, se ne aggiunge 
                  una a Praga. È al contempo una questione di immagine 
                  e di sostanza. Di immagine, perché il solo fatto che 
                  all'estero uno veda “in vetrina” una copia della 
                  nostra rivista dà concretamente il senso di un internazionalismo 
                  vissuto. E di sostanza, perché ovunque ci sono italiani 
                  all'estero o persone che masticano la nostra lingua e che possono 
                  trovare in “A”, oltre che una fonte di notizie e 
                  riflessioni, anche uno stimolo per analoghi progetti editoriali. 
                   
                  Sito. Certo “A” è anche on-line, dopo 
                  qualche settimana dall'uscita di ogni numero, leggibile e scaricabile, 
                  sia in italiano sia in inglese. E proprio in queste settimane 
                  parte un ulteriore “opportunità” on-line, 
                  cioè il riassunto sintetico di ogni numero in lingua 
                  francese. 
                  Tra breve, sarà ristrutturato l'intero sito di “A” 
                  e finalmente ci dovrebbe essere la possibilità di pagare 
                  tutto (dall'abbonamento ai nostri prodotti “collaterali”) 
                  anche con la carta di credito e altri sistemi on-line. 
                  A tutto questo stiamo lavorando e lavoreremo anche durante l'estate. 
                  Se non fosse che per solidarietà con noi, pensateci e 
                  inviateci a mezzo conto corrente la vostra concreta solidarietà. 
                  La redazione e soprattutto l'amministrazione anticipatamente 
                  ringraziano. 
                  Buona estate a voi e, grazie a voi, anche a noi. 
                  
                  la Redazione di “A” 
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