rivista anarchica
anno 41 n. 363
giugno 2011


Trentasette
anni fa


 

a cura della redazione

 

 

“Già in questo numero – si legge nell’Ai lettori di “A” 31 (agosto-settembre 1974) – c’è la quasi novità di un servizio speciale sul Portogallo, basato essenzialmente sul materiale raccolto da un redattore recatosi appositamente a Lisbona. Viaggi come questo sono purtroppo necessari per la la lentezza e l’incompletezza degli scambi informativi tra anarchici a livello internazionale (e anche nazionale!). Non possiamo però permetterceli che in occasioni particolari (come facemmo l’anno scorso per l’occupazione della L.I.P. E stavolta per la defascistizzazione del Portogallo). Lo stato delle nostre finanze, nonostante il generoso contributo di lettori e compagni alla sottoscrizione, è infatti sempre precario. Il programma di aumentare la tiratura e lanciare una diffusione nazionale commerciale è rinviato... a tempi migliori.”

Lisbona,
1° maggio 1974.
«il nostro destino
sarà opera
di noi stessi»:
così sta scritto
in uno dei molti striscioni
che caratterizzano
la numerosa
presenza degli anarchici al
memorabile
corteo del primo maggio
(oltre mezzo milione
di lavoratori per le
vie di Lisbona)

Nella presentazione del “dossier Portogallo” si legge: Un redattore della nostra rivista si è recato a Lisbona dal 19 al 22 luglio. Oltre duemila persone al comizio commemorativo della rivoluzione sociale del ‘36, in un clima di entusiasmo e di sentita partecipazione. Vecchi anarchici fieri del loro fiocco nero uniti a molti giovani avvicinatisi recentemente al movimento anarchico. Interessante colloquio del nostro inviato con Emidio Santana, anziano militante anarchico e anarco-sindacalista, unico superstite del gruppo anarchico che nel ‘37 fallì un attentato contro il dittatore fascista Salazar. Il testo integrale di una lunga intervista rilasciata al nostro inviato dal giovane anarchico Julio F., esule in Francia, tornato a Lisbona per aiutare la ricostruzione del movimento anarchico. La matrice proletaria dell’anarchismo portoghese dalle gloriose lotte degli anni venti all’attuale impegno nelle lotte autonome del proletariato. Il ruolo controrivoluzionario del partito comunista e la sua linea politica interclassista. Verso la ripresa della pubblicazione del glorioso quotidiano anarco-sindacalista “A Batalha”. Realtà e speranze dell’anarchismo portoghese oggi.”
Tra gli altri articoli presenti in questo numero, spicca La voracità dello stato è la causa principale dell’inflazione, di Emilio Cipriano (cioè Luciano Lanza), che prosegue l’interessante serie dei suoi articoli di carattere economico-finanziario – che costituiscono uno dei filoni originali di “A”, una vera e propria novità nel campo della pubblicistica anarchica (in genere solo episodicamente attenta a questo aspetto del sociale).
Chiude questo numero di “A” la pubblicazione del “condensato” di un saggio (“Tecnologia e rivoluzione libertaria”) dell’anarchico nord-americano Murray Bookchin, che segna in qualche modo l’inizio del “rapporto” tra “A” e il padre dell’ecologia sociale. Un rapporto fondamentale nella storia della nostra rivista, basato su intensi rapporti umani e politici, sulla pubblicazione di libri (da parte delle Edizioni Antistato prima, di Eleuthera poi), e poi seminari, giri di conferenze in Italia dello stesso Bookchin, fino al libro di Selva Varengo recentemente edito da Zero in Condotta e alle numerose conferenze di presentazione che Selva sta facendo in giro per l’Italia e che costituiscono ulteriori occasioni per conoscere e dibattere uno dei pensatori più originali e stimolanti dell’anarchismo.
Ci piace pensare che tutto abbia avuto origine con la pubblicazione di quelle 4 paginette, 37 anni fa.