rivista anarchica
anno 41 n. 361
aprile 2011


Trentasette
anni fa


 

a cura della redazione

 

 

In copertina, su uno sfondo rosso sangue, l’immagine di un oppositore ammazzato, steso per terra. E la scritta “Terrore di stato in Brasile”. Così si presenta il n. 29 (maggio 1974) della rivista. L’articolo di apertura riprende naturalmente il tema di copertina, sulla base di documenti del Tribunale Russel raccolti da Pietro Granai, un anarchico di Carrara. In un riquadro redazionale, si analizza la situazione economica brasiliana e in particolare il Ruolo dei “generali del desarollo” (sviluppo).
Roberto Ambrosoli (il cui Anarchik, dopo l’exploit dei primi anni, è da tempo in sonno) riferisce della “rabbia e integrazione dei proletari immigrati nei ghetti torinesi” in uno scritto intitolato I “terroni” di Agnelli. È un bell’articolo, che testimonia della volontà di approfondire un argomento, andando aldilà delle allora consuete affermazioni scontate, per cercare di comprendere veramente la natura dei fenomeni socio-politici. Sono scritti di questo tipo che segnano la connotazione di “A” come vera e propria rivista di riflessione e di approfondimento, non scontata, utile sia per la diffusione delle idee (la mitica “propaganda”) sia per la formazione del “militante”, cui vengono forniti elementi di conoscenza e riflessione originali.
La psichiatria (e l’anti-psichiatria), la situazione economica italiana, la controrivoluzione stalinista del maggio 1937 a Barcellona, una biografia dell’anarchico Luigi Galleani, le segnalazioni librarie e le consuete “Cronache sovversive” (cioè brevi commenti e notizie dal mondo) chiudono questo numero.
Ci piace chiudere questa paginetta ricordando due anarchici, Aldo Rossi (53 anni) e Anna Pietroni (49 anni), di cui viene riferita la notizia della tragica morte in un incidente stradale. I due, compagni nella vita, erano insieme ad Ettore Paratore l’anima della redazione del settimanale anarchico Umanità Nova, organo della Federazione Anarchica Italiana. Subentrati nella sua gestione a precedenti redazioni composte prevalentemente da anziani militanti – quelli della generazione che aveva vissuto appieno, fin dal suo sorgere, la lotta contro il fascismo – Anna e Aldo erano attivamente impegnati nel rinnovamento e nel potenziamento dello storico settimanale anarchico. Con loro, noi di “A” avevamo uno stretto rapporto, che andava ben aldilà della normale collaborazione tra redattori delle due principali e più diffuse testate anarchiche, perché si concretizzava nel comune, diuturno, intenso impegno nella campagna politico-legale sulla “strage di Stato”. A Roma erano anche gli animatori del “Comitato politico-giuridico di difesa”, che lavorava in continuo contatto con quanti si battevano per la verità sulla strage di piazza Fontana e sull’assassinio di Pinelli.
Due persone veramente notevoli, per umanità e impegno, il cui ricordo ci riporta ad epoche ormai lontane, che però non vogliamo siano del tutto dimenticate, perché fanno parte della storia migliore dell’anarchismo militante da cui proveniamo e di cui – con tutte le differenze, aperture, nuove sensibilità, ecc. – ci consideriamo sempre parte.