rivista anarchica
anno 36 n. 320
ottobre 2006


lettere

 

Noi siamo il crepuscolo

Salve,
io sono Riccardo un compagno che vi legge più frequentemente nell’ultimo anno. Conosco solo di vista Paolo Finzi, poiché frequento l’Ateneo Libertario di Milano, e volevo farvi i miei complimenti. Soprattutto nel numero 318, i 3 articoli sull’anarchismo, li ho trovati utili ad una riflessione che sto facendo in questo periodo sullo stato del nostro movimento. A dire il vero qui ci vuole una precisazione su cosa intendo per nostro movimento. Io vengo da una lunga esperienza in Socialismo rivoluzionario, e nell’ultimo periodo, per diverse ragioni, ne sono uscito. Anche se sono alla ricerca di nuovi punti di riferimento da circa un anno, io mi sento ancora un socialista, almeno nel senso originario del termine, ed è proprio per questo che mi sono avvicinato all’anarchismo, visto da me come socialismo libertario. Non so se sbaglio, ma io la vedo così. Ora veniamo a noi.
Noi siamo il crepuscolo di un movimento che ha avuto una storia entusiasmante, capace, forse, di rappresentare al meglio le aspirazioni di emancipazione espresse dagli sfruttati e gli oppressi e di incarnare il sentimento di libertà e fratellanza, presente nell’animo umano.
Il nostro movimento, quello anarchico, socialista e libertario, antiautoritario, presente nei movimenti sociali, nelle lotte e nei sindacati di classe, nei processi di organizzazione quotidiana della nostra gente e ovviamente massimamente nei processi rivoluzionari, così come in alcuni intellettuali così capaci di dar voce al grido di ribellione e al desiderio di libertà, questo movimento, dalle mille sfaccettature e posizioni (comuniste anarchiche, sindacaliste anarchiche, socialiste libertarie, collettiviste, individualiste, ecc.), è, ormai da tempo, al suo termine, almeno così come noi lo conosciamo. E di questo ne abbiamo diversi segnali.
Se ai primi del novecento, Malatesta, Berneri e tanti altri dibattevano su come innovare il programma, su come non perdere l’influenza che la componete libertaria aveva avuto e su come rafforzarla, oggi la discussione è un’altra, o almeno dovrebbe esserlo.
In alcune occasioni, ho sentito dire da più di un compagno, che l’idea d’anarchia non morirà mai. Questa affermazione, che sembra l’ultimo grido di speranza per cercare di esorcizzare una morte inevitabile, perché tutto ciò che è umano ha un inizio ed una fine (e noi non siamo esenti da questa legge), mi sembra errata. Se si intende per anarchia l’idea di libertà, giustizia sociale, uguaglianza, allora ritengo che ci sia un errore, poiché la nostra idea incarna queste aspirazioni, e più precisamente ne è l’incarnazione in questa epoca storica, ma non è la stessa cosa. In passati antichi o in altre latitudini e longitudini, queste aspirazioni, tutte umane, come la violenza e l’egoismo, si sono espresse sotto altre forme: religiose, politiche, filosofiche, ecc.
Allora sì, queste aspirazioni continueranno a vivere e a muovere l’umanità e rappresenteranno sempre ciò che di meglio sappiamo essere e fare. Solo che prenderanno altre forme, utilizzeranno altri linguaggi. Mi piace pensare allora, che le prossime generazioni e genti guarderanno indietro e si ispireranno al nostro movimento e alla lotta della nostra gente. Anche per questo, credere che siamo il crepuscolo e la fine di una storia, non vuol dire ripiegarsi, arrendersi, ma anzi implica comunque un compito importante.
Invece, mi spiace dirlo, alcune volte vedo di più i segni deleteri della fine: settarismo, autoreferenzialità, difficoltà enorme nel confrontarsi e discutere soprattutto tra simili (cioè all’interno del movimento stesso) e ancora altro.
Interpretare al meglio ciò che siamo o, meglio, vorremo essere, non è cosa semplice.
A presto e buon lavoro compagni!

Riccardo Bonelli
(Milano)

 

 

 

 

 

I nostri fondi neri

Sottoscrizioni.
Gruppi anarchici imolesi, per ricavato autoproduzioni, 100,00; Aurora e Paolo (Milano) ricordando Alfonso Failla, 500,00; Roberto Malnati (Malnate – Va) 20,00; Paolo Faceri (Feltre – Bl) 20,00; Enzo Boeri (Vignate – Mi) 70,00; Ettore Brocca (Soresina – Cr) 100,00; Roberto Di Giovannantonio (Roseto degli Abruzzi – Te) 16,00; Giorgina Arian Levi (Torino) 20,00; Laura Steffenoni (Lodi) 50,00; Rino Quartieri (Zorlesco – Lo) 20,00; Marco Paglietti (Cagliari) 20,00; Antonino Pennisi (Acireale – Ct) 20,00; Massimo Scarfagna (Vaiano – Si) 20,00; Alessandro Delfanti (Piacenza) 100,00; Romeo Muratori (Rimini) 5,00; Carolina Tobia (Rennslaer – USA) ricordando il caro Galileo Tobia, 152,00; Leonardo Muggeo (Canosa di Puglia) 20,00.
Totale euro 1.253,00.

Abbonamenti sostenitori.
(quando non altrimenti specificato, si tratta di 100,00 euro) Alessandro Milazzo (Linguaglossa – Ct), Gianfranco Di Nardo (Roma), Roberto Pietrella (Roma); Giampiero Manuali (Perugia); Sergio Guercio (Torino); Luigi Pogni (Segrate – Mi) per Antonio Odoni; Enore Raffuzzi Fiorentini (Imola).
Totale euro 700,00.