rivista anarchica
anno 30 n.263
maggio 2000


Non al denAro

Uscita appena in tempo per essere distribuita a Genova il 12 marzo scorso, in occasione del maxi-concerto promosso dalla famiglia e dalla Fondazione De André al teatro Carlo Felice (2.000 persone in teatro, 30.000 nell'antistante piazza De Ferrari), Signora Libertà, Signorina Anarchia sta andando bene.
Le prime 2.000 copie sono volate via: 800 nelle librerie, 200 a Marco Pandin responsabile della "Musica per A", le altre mille subito richieste (e anticipatamente pagate). Ne abbiamo subito ristampate altre 2.000 (e abbiamo approfittato dell'occasione per correggere qualche piccola imprecisione). A queste 4.000 copie di Signora Libertà, Signorina Anarchia si potrebbero poi aggiungere - in un ideale computo "deandresiano" - le 4.200 copie stampate e (anch'esse in breve tempo esaurite) del numero 252 (marzo '99) di "A" - con la copertina ed un dossier interno su De André.
Per chi - come noi - opera nel campo dell'editoria alternativa, fuori dai "canali ufficiali" della pubblicità e della grande distribuzione, queste "piccole" cifre sono in realtà significative. Nell'aprile 1973 - tanto per citare il top della nostra hit parade - il numero 20 di "A" (interamente dedicato all'antifascismo anarchico) raggiunse la tiratura di 13.000 copie e le ultime due pagine, dedicate alla vicenda dell'anarchico salernitano Giovanni Marini, vennero ristampate a parte in un volantone distribuito in decine di migliaia di copie. Ma erano altri tempi...
Il successo di questo nostro "special" su Faber (come De André era chiamato dagli amici) conferma non solo la notorietà del cantautore scomparso, ma anche (e soprattutto) l'interesse che suscita il suo rapporto con l'anarchismo. Non solo perchè Fabrizio si è sempre dichiarato anarchico; non solo perchè di questo suo anarchismo c'è traccia importante in tante sue interviste o canzoni. Ma soprattutto perchè l'intera sua opera poetica si nutre anche dei valori più alti dell'anarchismo - la solidarietà in particolare verso i reietti di questo pianeta, la ribellione all'ingiustizia, il rifiuto del conformismo, la tenace volontà di andare aldilà e contro le convenzioni, la sottolineatura della libertà e della responsabilità individuale.
Non c'è omaggio alla moda, in questa nostra iniziativa editoriale. Nè maldestro tentativo di "cavalcare" la notorietà del personaggio per fare cassetta.
Noi siamo davvero convinti - com'è scritto in uno degli interventi della monografia - che Fabrizio De André sia una delle voci più incisive ed originali della cultura libertaria in Italia. Ed è l'attenzione per questa cultura, prima ancora che l'apprezzamento per l'opera di De André o l'amicizia personale che ha legato alcuni di noi a Fabrizio (e viceversa), che ci spinge ad impegnarci sul "fronte De André".
Questo spiega anche il prezzo decisamente basso (a noi Signora Libertà, Signorina Anarchia è costato quasi 2.000 lire a copia, e lo vendiamo - a chi ne ordina almeno 10 copie - a 2.500 lire). L'impegno che mettiamo nella diffusione di questa monografia è parte del più generale impegno nella diffusione delle idee e delle pratiche libertarie.

Signora Libertà
Signorina Anarchia

contiene scritti di Paolo Finzi, Alessandro Gennari, Romano Giuffrida e Bruno Bigoni (lo trovate ripubblicato in questo numero di "A" a pag. 38), Mauro Macario, Gianna Nannini, Mauro Pagani, Marco Pandin, Cristina Valenti. C'è poi un'intervista (poco conosciuta) a Fabrizio realizzata nel '93 da Luciano Lanza. E molte foto di Reinhold Kohl.
Formato rivista (A4), 24 pagine, stampato in bicromia, costa 5.000 lire. È distribuita nelle librerie dalla Diest (via Cavalcanti 11, Torino) oppure può essere acquistata mediante versamento anticipato del relativo importo sul nostro conto corrente postale. Non effettuiamo spedizioni in contrassegno. Non inviamo copie in conto-deposito.
Chi volesse accelerare i tempi, può inviarci - per posta o per fax - una fotocopia dell'attestazione dell'avvenuto versamento.
Per ogni richiesta inferiore alle 10 copie, chiediamo di aggiungere un piccolo contributo (almeno mille lire) per le spese di spedizione postale.
Chi ne richiede almeno 10 copie, non deve niente per le spese di spedizione postale. E soprattutto paga ogni copia solo lire 2.500 (invece di 5.000).