rivista anarchica
anno 29 n.259
dicembre 1999 - gennaio 2000


Scoperto il gene del peccato originale
di Francesca "Dada" Knorr

Un recente libro ripropone la questione dei rapporti tra religione cattolica e scienza, sotto una nuova luce. Divina, naturalmente.

 

Questa storia inizia con un pilota di formula uno che va dal papa. Prima di lui sfilano tanti altri: viene presentato un bebè che Wojtyla tocca con due spintarelle come per sincerarsi che sia vivo, poi una bambina che offre la guancia ma che il papa, in un guizzo malfermo, afferra al collo e rigira verso la bocca, un gesto da Nosferatu che ha scioccato parecchie ragazzine che conosco, uno spettacolo che "non dovrebbero trasmettere in prima serata".
Prima del pilota hanno sfilato in tanti, tutti vanno dal papa, quasi che questi fosse un gobbo amuleto, un dispensatore di papa-diplomi di moralità, una fresca sorgente di bon-bon-bontà etiche, l'unico che può scacciare meglio di aglio e travaglio guerre e carestie: un papa-griffe (1) anche, un autorizzatore, il grande vecchio che concede e retrocede, che separa i buoni dai cattivi: i buoni alla luce di un cerimoniale vaticano attorniato da guardie svizzere brille e cardinali mollicci, ed i cattivi sepolti nei rimasugli cinerei delle loro oscure botteghe del dubbio. E cos'é la fede, e l'assenza di fede in Italia, in questo paese di colonnati riverniciati per il Giubileo? Una questione di inferno e paradiso, di essere out o in.
Già Vattimo, su La Stampa (2), aveva ricordato la questione col suo "Voglio andare dal Papa", chiedendosi perché mai, lui ed il filosofo cattolico Pietro Prini, non venissero mai presentati al pontefice, mentre ogni genere di miscredenti sì. (L'Inferno è una sala d'attesa?). Secondo Vattimo, le gerarchie cattoliche dovrebbero iniziare in tal modo un riconoscimento del dissenso cattolico. Infatti Prini è l'autore di un libro molto discusso, "Lo scisma sommerso", cui il Vattimo plaude per le tesi di una "società aperta" (3) e la messa in dubbio di certi catechismi cattolici, tra i quali appunto quello dell'inferno, che non si addicono più alla società moderna.
Vogliate seguirmi in questo viaggio tra le fiamme infernali, che vi procurerà certo qualche indulgenza se non proprio un colpo di sonno. Innanzitutto Prini inizia il suo libro citando Ratzinger (o Nazzinger), sulla questione del vocabolo 'aggiornamento' introdotto dal Concilio Vaticano II, ed in ciò parte con lo stesso piede de 'i Millenari' nel loro libro 'Via col vento in Vaticano'(4), che omaggiano Ratzinger sin dall'inizio della loro lavoro di diffamazione dei carrieristi ecclesiastici. Guarda guarda: sia un filosofo, docente a La Sapienza, che dei misteriosi preti romani, sembrano perseguitati dalle ombre dell'inquisizione o perlomeno molto dispiaciuti nella consapevolezza che ciò che diranno non piacerà a chi sanno. Ma lasciamo i Millenari bruciare nelle loro invidie Vaticane, essi ci confermano il solito pregiudizio nei confronti degli arrampicatori di ogni ceto e classe sociale, che ad un certo momento si vestono sempre da ribelli.
Prini, invece, dopo le prime righe su Ratzinger e sulle discussioni circa la parola 'aggiornamento' che suscitò, appunto, molti sofismi ma pochi cambiamenti, ci informa su quello che egli definisce uno 'scisma' in atto (dagli anni '60 quindi) nel mondo cattolico su rilevanti argomenti della fede.

Innanzitutto sono state le "scoperte scientifiche" che, secondo Prini, hanno modificato il comportamento dei cattolici e le loro convinzioni tanto da renderle del tutto discoste dalla vecchia dottrina cattolica. Ebbè, certo che molta gente è stata arrostita, molti libri vietati, ma alla fine il gregge, guardando in sù, non ha più pensato che il sole gli girasse intorno, né che Noè avesse caricato sull'arca due esemplari di Tirannosaurus Rex (sai che puzza!). Insomma, per Prini, la Chiesa dovrebbe tenere in considerazione le scoperte scientifiche, fermo restando che è l'offerta di senso della fede a rendere morale la scienza. Da un lato quindi, la ricerca scientifica sembra scacciare i diavoli della ignoranza e le muffe della superstizione (5), dall'altro per Prini la scienza è un' entità a sé stante, una macchina priva di senso morale e bisognosa della fede per essere guidata e non mettere in atto ogni balzano esperimento le venga in mente. E su questo porterei l'attenzione, innanzitutto perché mi chiedo quali 'stop' morali abbia mai messo la Chiesa alla scienza: sull'aborto e sulla sperimentazione genetica? Solo per ribadire il controllo sulla maternità e sulle coppie etero. Per il resto, non mi sembra che ci fosse una maggioranza di cattolici tra coloro che in questi decenni si sono battuti (e qui si parla di ben altro che di 'altolà' moraleggianti) contro il nucleare, contro la vivisezione, o contro l'espianto a cuore battente, o contro le pratiche di quella 'psichiatria' che Prini stesso nel suo libro loda, forse a proposito di esorcismi, per la sua 'efficacia terapeutica' (6). Vorrei far notare che, dopo capitoli sulla liceità del sesso (7), è proprio unendo una sua definizione di 'interpersonalità' e la conoscenza scientifica del fatto che "è al nono giorno dopo la fecondazione che si annida lo zigote", che Prini spiega perché una donna non dovrebbe abortire, per non deludere questo 'dialogo' interpersonale tra lei e lo zigote. Questa affermazione piacerà molto agli antiabortisti, sempre alla ricerca di nuova carne al sangue per le loro battaglie contro la libertà di scelta. Peccato che invece Prini si sia espresso favorevolmente sull'evoluzionismo (ora combattuto negli Usa tanto da essere fuorilegge in molte scuole), sarebbe piaciuto di più alle gerarchie. In compenso, con la sua moralità, egli decide che gli esperimenti genetici sui non-umani sono legittimi: "almeno fino a quando non ne deriva un disordine nell'equilibrio della vita sulla Terra" (8)... che forse spingerà il Papa a uno dei suoi appelli allarmati dal pulpito? "Frateli, il proliferare dei lombrichi da ostia ci mete in alarme...", oppure "l'Osservatore Romano ha lanciato oggi un monito a chi ha permesso il brevetto delle maxi-sanguisughe, ormai dette -di Lourdes-".
E sulla libertà femminile Prini si è mantenuto in riga, bravo: non una parola sul ruolo delle donne nella società e nella Chiesa. (9)
Del resto, non siamo noi donne, con la capostipite Eva, che abbiamo indotto il genere umano al peccato, in primo luogo alla superbia di volere conoscere come stanno le cose mangiando quella meluccia? Ma il problema è che "il 60% dei cattolici italiani non crede che esista l'Inferno" (10), dice Prini, come interpretare quindi il peccato, e la punizione in questa società? Perché è proprio nel concetto di peccato che si differenzia l'umanesimo religioso da ogni altra filosofia, sottolinea.

 

Il peccato per Prini non è ignoranza che conduce a fare del male ma la deliberata scelta di fare del male, una posizione degli umani, che possono fare del male pur sapendo quali sono le conseguenze. Dunque, discostandosi da Socrate come da ogni altro successivo pensiero sulle cause del "male" (tutti dietrologi?), Prini identifica il peccatore in chi sceglie il male e rifiuta pure la grazia divina che giunge come 'correttivo' al suo libero arbitrio.
In parole povere: un' esistenza sfigata è data in eredità agli umani, che sono spesso volontariamente stronzi come se il 'peccato originale', consistesse nel fatto stesso di essere umani. Questi, anche se in grado di vedere i risultati infernali che la loro scelta provocherà, spesso scelgono comunque l'uovo alla gallina. Essi hanno un gusto, un piacere per il peccato che io per paradosso definirei...genetico! Dunque, il battesimo dei neonati (11), che viene spacciato per rito cristiano, incamerando tutti a forza nel conteggio dei cattolici del mondo, non serve a niente a questi peccatori impenitenti che bruceranno lo stesso all'inferno. Ma un inferno priniano, una posizione, uno stato... d'anima. Che da un lato consente di ritenere puniti gli irriducibili a Dio, dall'altro cancella quelle immagini 'fabulatorie' di penitenti tra i roghi, quelle vecchie liste di peccati (12), quelle ore al confessionale..., ammodernando la teologia, accorciando un pò il cilicio (longuette?), ammonendo a convertirsi ma senza dare precise indicazioni su come "lucrare le indulgenze" (13) e su quando decidersi a credere, purché prima o poi lo si faccia. Perché comunque per Prini è a 'Dio' che bisogna rivolgersi per avere un senso nella vita, e dopo la morte, ma il suo pare un Dio interiore, che si ricerca come attraverso le Confessioni di agostiniana memoria. Quasi come nell'ultimo episodio di Star Wars, nel quale si scopre che tutto l'intuito degli Jedi consiste in minuscoli esserini che hanno nel sangue e che gli suggeriscono cose molto utili.
Pur nella lontananza da immagini fosche, come quel 'cielo pieno di dannati che illuminano la Grazia del Signore' dipinto da molti "Padri della Chiesa", questo credente di Prini non convince, perché le sue idee partono dalla fede per farsi smussare dal resto del reale e dal confronto con gli altri, e quindi, come si diceva per la papale 'Fides et Ratio', questi pensieri somigliano più ad un accondiscendere che a un ricercare (il falso 'si sbaglio, corigetemi'). Rimane ad una non credente incomprensibile come si possa avere la faccia tosta di presentare tutta la filosofia non cattolica come cretina, alla quale contrapporre il pensiero cristiano, unico conscio del "male". Certo, con Prini siamo lontani da Baget Bozzo, che in un recente articolo (14) presentava la Weil come una "mistica " un pò manichea e, a mò del Papa, affermava che "l'illuminismo è morto come Kant di fronte... alla strage del mondo di questo secolo", con una operazione di ignoranza e retorica ben poco invidiabile. Però... siamo anche lontani da quella "società aperta" implorata da Vattimo, nella quale si discute di ogni cosa senza il razzismo della fede, la spada di damocle dell'inferiorità umana dei non credenti, sulla testa. Mysterium incarnationis. Proprio nel documento di indizione del Giubileo (15) che ha questo titolo, si ribadisce la volontà cattolica di non riconoscere ai non cattolici nessuna possibilità di "salvezza", oltre che si ricorda come il ruolo delle brave donne debba essere come quello di Maria "Donna
del silenzio e dell'ascolto, docile nelle mani del Padre...". Sta anche ai non credenti mettere in rilievo l'ipocrisia di una propaganda di fede che si regge sui soliti postulati dell'obbedienza alle gerarchie, della salvaguardia della casta sacerdotale e dei suoi privilegi nonché della sua unica legittimità a produrre teorie sul mondo. Gli aggiustamenti epocali di filosofi come Prini, invece, che ora lavorano ai margini, saranno risucchiati dalle cannucce vaticane per 'aggiustare' (aggiornare) la teologia, il catechismo e quant'altro nel caso che la pressione ed il dissenso sociale del gregge risultasse insopportabile (ingovernabile per fortuna lo è già). E infatti... qual'è di già la risposta dei gesuiti a coloro che come Prini mettono in dubbio la "consistenza infernale"?
Apritevi inferi! Basta leggere Civiltà Cattolica per capire come si siano scocciati di tutto questo parlare dell'inferno, che li costringe a scendere in campo onde racconciare un pò la situazione. "che vale a impegnarsi in grandi sacrifici se poi la salvezza è sicura per tutti, buoni e malvagi?" (16), ecco, in sintesi, la stizza; poi però, dopo aver ribadito che comunque è cosa arcinota che "molti saranno i chiamati, ma pochi gli eletti", e cioè che come per le lezioni solo pochi potranno usufruire del regno dei cieli...dopo quindi questa precisazione oligarchica, si tratta di parlare di cosa sia mai questo inferno, possibilmente smentendo le tesi di quei teologi che dicono che 'è vuoto', o di Lombardi Vallauri che dice che 'è una vergogna' (17), o di Prini che dice che non è fuoco e fiamme. E come risolvono la questione i nostri prestigiatori, coloro che già nel 1657 Pascal affermava ponessero "cuscini sotto il gomito dei peccatori"? Rispondono che l'inferno esiste, ma che non è un luogo bensì una "condizione" (beh, proprio "posizione" non potevano dire perché è lo stesso vocabolo che usa Prini). Basteranno le credit card a salvare i vip, dopo i loro pellegrinaggi e le benedizioni papali, da questa "condizione"? E soprattutto, viste le interpretazioni, le condizioni e le posizioni (non fate battute), quante anime possiede un credente? Due, quella laica e quella religiosa, o più? E come si salveranno entrambe? E se d'Alema andrà all'Inferno potrà usare la sua barchetta o dovrà usare quella vecchia di Caronte, più adatta a Cossutta?! Inoltre: se Andreotti andrà in Paradiso, il giorno del Giudizio Universale risorgerà con il suo attuale corpo o con quello di qualcun'altro, nel qual caso si potrebbe riaprire il processo? Beh, molte sono le domande, ed anche il problema del corpo, un macigno di problema per il cattolicesimo e non solo,striscia intrigante nella teologia. Si sa ad esempio che " è contro la natura dell'anima essere priva di corpo" (18) e che quindi i cattolici lo mortificano, poi lo inùmano (vocabolo pieno di doppio senso), e poi aspettano di riceverlo nell'al di là. Ma allora, dice il prete al suo gregge, non si dovrà più aver paura di peccare e di finire all'inferno: infatti, non è prevista la retrocessione, un punto in più a vantaggio del catechismo e a svantaggio del calcio.

Francesca "Dada" Knorr

 

1) 'Laici in cerca di fede', di Francesco Merlo, Corriere della Sera 14/01/1999. "...gli atei italiani stanno facendo a gara per svelare una seconda anima religiosa, e baciano pure qualche anello pingue e sospetto, come fa Bassolino con il cardinal Giordano".
2) 'Voglio andare dal Papa', lettera aperta di Gianni Vattimo, La Stampa 13/01/1999.
3) Pietro Prini, Lo scisma sommerso. Il messaggio cristiano, la società moderna e la Chiesa cattolica. Garzanti 1999.
Gianni Vattimo "Dacci oggi la società aperta", La Stampa, 2/01/1999. Il riferimento è alla 'società aperta auspicata da K. R. Popper come società basata sullo sviluppo della ragione umana nella sua peculiarità di facoltà critica, una società che non tollera ma stimola e si contrappone alla 'società chiusa', organicista e totalitaria basata su norme rigide e non modificabili. Vedi ed. it.: La società aperta e i suoi nemici, Armando, Roma, 1977.
4) Via col vento in Vaticano, Kaos edizioni, Milano 1999.
5) "è indubitabile che il mondo com'è costruito dalla scienza e dalla tecnica moderne sia un mondo esorcizzato dagli antichi regni dell'infernale"... "la scienza e la tecnica hanno messo in fuga i diavoli". cap. III.
6) "all'efficacia terapeutica della psichiatria moderna". cap.III.
7) Il cancro può trovare origine "in alcuni comportamenti sessuali", dice invece il Papa nella sua infinita sapienza, 1/10/1999.
8) cap. VI
9) "l'energia dell'Enel ...illumina ogni giorno i gesti più semplici di milioni di uomini e donne, ma anche i luoghi dei grandi eventi: dalle sale parto agli stadi..." (opuscolo spedito con tutte le fatture enel) noi donne siamo abituate ad essere prese in considerazione solo per una nostra peculiare funzione. Per il rapporto tra donne e Chiesa è di massimo interesse anche il saggio di Dinora Corsi: "Dal sacrificio al maleficio" in cui è storicamente delineata la definizione di donna come 'porta del diavolo'. "Dal sacrificio al maleficio. La donna e il sacro nell'eresia e nella stregoneria", in Quaderni Medioevali n. 30, dicembre 1990.
10) AA.VV. La religiosità in Italia, Milano 1995.
11) Jean Delumeau , Il peccato e la paura. L'idea di colpa in Occidente dal XIII al XVIII secolo, Il Mulino, 1987.
Delumeau illustra esaurientemente l'idea per cui ogni genitore era terrorizzato in passato dal fatto che il figlio morisse non battezzato e fosse quindi costretto a vivere nel Limbo e non ...in Paradiso. "il bambino era reputato battezzato, cristiano e salvo solo se non usciva (o non lo si faceva uscire) dal ventre materno". "...già nel 1556 Enrico II aveva emanato editto con cui si imponeva alle donne incinte la dichiarazione all'autorità". Esistevano sin dalla fine del Trecento (sino al XX secolo) i cosidetti Santuari di Rianimazione, consistenti in luoghi ove il neonato morto veniva deposto in attesa di scorgere un qualsiasi movimento animato che consentisse di ...battezzarlo. Ovviamente il movimento veniva spesso indotto, e il battesimo pagato.
12) La confessione, che anche Prini critica nel suo libro, divenne obbligatoria almeno una volta all'anno con il Concilio Lateranense quarto (1215). E le possibilità di peccare sono infinite: solo dai peccati capitali derivano 783 diverse possibilità di peccare. Il 'fare male' è diventato così colpa e necessità di espiazione amministrata e regolata dai confessori. Dai dieci ai diecimila comandamenti.
13) anche durante l'estate di quest'anno si è rinvigorito il dissenso tra chiese protestanti e chiesa cattolica circa le indulgenze, ed in vista del Giubileo è su questo tema che si presenta una scissione insanabile tra i mercanti vaticani ed i protestanti. L'indulgenza è una specie di assicurazione per il post-mortem, la remissione delle pene che il fedele deve praticare per non dover scontare nell'al di là la colpa commessa ma confessata! Solo il 31 ottobre di quest'anno, a distanza di 482 anni dalle Tesi luterane, cattolici e protestanti hanno firmato una strategica Dichiarazione in vista del Giubileo. Vi si ammette in sostanza che la salvezza è "Giustificata" principalmente dalla fede, e non dalle opere e dai meriti, che ne sono la conseguenza. Assente Ratzinger, la Chiesa cattolica acconsente così a rivedere la teoria della Giustificazione, come già auspicava il teologo Hans Küng dagli anni '50.
14) Baget Bozzo 'Se Satana è morto la redenzione è impossibile', L'Avvenire, 20/01/1999. Prini risponde a Bozzo facendo anche una divertente affermazione: " ...Bozzo, che all'inizio della sua carriera di scrittore politico cercava le ascendenze patristiche delle correnti della DC..." (Avvenire, 22/01/'99).
15) Mysterium incarnationis, Bolla di indizione del Giubileo del 2000, 29 novembre 1999.
16) La Civiltà Cattolica, 17 Luglio 1999, quad.3578. 'L'inferno. Riflessioni su un tema dibattuto', editoriale.
Vedi anche:
La predicazione dell'Inferno oggi, La civiltà cattolica 1992, quad.3404.
17) "Parla il professore messo al bando. L'inferno? È una vergogna. La pena eterna è contro i principi del diritto. È esagerata anche per Hitler. L'ex docente della cattolica rilancia la sua eresia." colloquio con L.Lombardi Vallauri a cura di S.Magister, L'Espresso 19/11/1998.
18) Tommaso d'Aquino, Summa contro i gentili.