rivista anarchica
anno 28 n.249
novembre 1998

Illustrazione di Natale Galli

E la cagnetta Laica
vaga nello spazio
di Francesca Palazzi Arduini

 

Una chiesa che si pretende “universale” si comporta di conseguenza.
Le strategie in uso per mettere a tacere chi dissente
sono evidenziate anche dalla persistenza del reato di vilipendio.

 

Vorrei raccontarvi le mie attuali impressioni circa il processo di indottrinamento svolto dalla Chiesa cattolica in vista del Giubileo, essendo stata condannata in primo grado a otto mesi per vilipendio al Papa, ed avendo vinto il processo d’Appello il 28 settembre di quest’anno (1), dopo quattro anni di attesa. Processo vinto richiamandoci alla non procedibilità (art. 313 C.P.) nel caso di questi reati d’opinione, senza l’autorizzazione del Ministro della giustizia, che il Tribunale naturalmente, per non “perder tempo”, non aveva richiesto. Vorrei comunque riassumere ed aggiornare sul perché la Chiesa ha ritenuto necessaria una condanna simbolica nei confronti di noi anticlericali fanesi. In Italia, infatti, la laicità dello Stato è considerata con benevolenza simile a quella dei russi per la loro cagnetta Laika, lanciata con simpatia nello spazio e mai più ritornata.
Come sapete bene, il termine “cattolico” significa “universale, generale”(2). Dunque, è molto pericoloso permettersi di dissentire dalla presunzione di coloro che dirigono questa Chiesa. Da sempre, infatti, costoro o hanno fatto “Stato a parte”, o hanno tentato di includere tutti sotto il loro governo teocratico. Uno Stato pontificio, tuttora, usufruisce di servizi pubblici e di riconoscimento internazionale a livello diplomatico pur essendo irrilevante a livello demografico: ma la Chiesa cattolica basa il suo potere temporale sulla supposizione del numero dei suoi credenti che divengono automaticamente suoi aderenti e suo popolo.
E’ di questi mesi la campagna pubblicitaria per l’otto per mille alla Chiesa cattolica, sul cui utilizzo non verrà mai fatta abbastanza chiarezza. Il Vaticano è una monarchia ma oltretutto è “solo” la sede della Chiesa cattolica e quest’ultima ha un alter ego: il cristianesimo.
Così, quando alla Chiesa vengono attribuite delle colpe, delle brutte figure, dei crimini, essa può cambiar di nome, e rifarsi a quel Vangelo il cui ispiratore dovrebbe essere anche il garante della divinità della Chiesa.Tutto il resto è transitorio, la storia della chiesa è quindi di volta in volta diretta da un clero fallibile perché umano, o ispirato e infallibile perché divino, a seconda che si tratti di giustificare dei madornali errori o di indurre a seguire dei diktat. (3)
Sembra addirittura essere un delitto, di fronte a questa potenza universale, dire di non credere in dio; peccato veniale è invece il dire che non si riconosce la Chiesa cattolica quale portavoce di dio. Ma attenzione, nonostante l’ufficiale benevolenza della Chiesa nei confronti di coloro che professano altre religioni, quel pericoloso aggettivo, “universale”, è sempre al lavoro e dimostra in più documenti e dichiarazioni che la Chiesa intende conquistare tutti i credenti alla sua fede, ritenuta quella assoluta e quindi la migliore. (4)
Già il battesimo, attraverso il quale essa annovera sin da neonate le persone nell’albo dei suoi credenti, è misura di questa tendenza al dominio numerico e formale; c’è poi stata la regola dello Stato confessionale, per cui, in virtù dell’alleanza col potere temporale, la Chiesa si è aggiudicata privilegi legali, dall’educazione al sostegno finanziario, alla possibilità di reprimere il pensiero dei non credenti tramite il reato di vilipendio. Nel nostro caso, la condanna, nonostante la richiesta di assoluzione da parte del Pubblico Ministero, era stata “trasformata” da vilipendio alla religione (art. 402 C.P.) a vilipendio al Papa in quanto Capo di Stato (art. 278, che parifica con il Trattato del ‘29 il Papa al Presidente della Repubblica). Questi reati, attraverso i quali si perseguita chi, a dire della Chiesa, la offende, assimilano il cattolicesimo ai fondamentalismi (5), da sempre intolleranti nei confronti della critica e della satira; chi, infatti, che si creda emissario di dio, ammetterebbe di potersi vedere criticato o addirittura messo in ridicolo come un re nudo? Così, tutt’ora nel Codice Penale italiano, nonostante la declamata laicità dello Stato, esiste il reato di vilipendio alla religione, e bisogna quindi fare attenzione a non irritare l’arrossato culetto pontificale. (6)

1. Processo vinto grazie all’articolo 313 C.P. che limita l’interventismo dei Tribunali in merito ai reati d’opinione, che ha offerto anche una graziosa scappatoia alla Corte per non addentrarsi in questioni di libertà d’espressione andando a discutere del reato; la mia difesa è stata curata dall’avv. Giovanni Flora, ordinario di Diritto Penale a Firenze, che ha tenuto, in un’Aula gremita di Digos, una interessante lezione sull’articolo in questione.
2. E’ il greco katholicòs..
3. Interessante lo speaker di raiuno in occasione dell’uscita del documento della chiesa cattolica circa le responsabilità nell’alleanza coi nazisti e quindi nel genocidio degli ebrei. dice: “responsabilità dei cristiani” e non “della chiesa cattolica”.
4. Da
La Civiltà Cattolica 3 maggio 1986, Quale religione?: “...dicendo che il cristianesimo è la religione -divina-, e quindi la religione -assoluta- e pienamente -vera-, non intendiamo squalificare le altre religioni...”.
5. A proposito di fondamentalismo, la chiesa cattolica non lo sarebbe perché, al contrario dei taleban, convive con la società tecnologica e laica, a tale proposito molto interessante l’immagine su
L’Osservatore Romano del 4 aprile 1998, dove il card.Sodano benedice due computer.
6. Per altri chiarimenti vedi “Vilipendio, manualetto sulle offese alle autorità” da me curato e pubblicato nel 1995 dalla Associazione per lo Sbattezzo.

Illustrazione di Natale Galli

La domanda è “dove inizia l’irritabilità?”. I test pampers danno risultati variabili; in alcuni casi si è dimostrato che l’offesa consiste nel non volersi annoverare tra i cattolici:
Infatti l’Associazione per lo Sbattezzo si vide inquisita da pretori e visitata da carabinieri sin dall’inizio (7). Il meeting anticlericale di Fano vide i partecipanti e gli organizzatori oggetto di una schedatura e di un silenzioso ma attivo servizio di controllo poliziesco, ulteriore prova del fatto che viviamo in uno Stato confessionale. Andando per ordine, si potrebbe descrivere così il tentativo di stroncare le attività anticlericali in Fano:
-fede, gli integralisti cattolici ed il clero credono che si tratti delle solite contestazioni passeggere, però sostengono la loro fede con la richiesta pressante alla polizia ed ai politici di rendere difficile lo svolgimento in spazi pubblici delle iniziative anticlericali;
-speranza, gli integralisti sperano di poter raccogliere durante queste iniziative elementi validi per denunciare gli organizzatori rendendogli così dura la vita, però riescono a raccogliere solo piccole cose, evidentemente marginali alle iniziative, e a procurargli solo qualche esposto in pretura, ben presto archiviato perché irrisorio;
-carità, integralisti e politici si alleano prendendo al volo il dono che gli fanno alcuni provocatori che causano disordini in città durante le iniziative; vietano così per un anno gli spazi pubblici al meeting anticlericale, che però si svolge lo stesso.
Provato che non era possibile ottenere la cessazione delle attività anticlericali con divieti ed esposti, con calunnie e diffamazione tramite pulpito o stampa compiacente, ai censori non rimaneva che ritentare la strada della legge, sfruttando il reato di vilipendio. Usando anche una raccolta di firme di individui che poi testimonieranno di non sapere cosa stavano firmando, si giunge alla condanna, tramite giudici ben inseriti nel “contesto locale”, per il reato di vilipendio al papa; naturalmente i condannati non sono coloro che sono stati fermati o visti affiggere il materiale “incriminato’ (due manifesti dei quali uno è un inserto di un giornale,“ il male”, appiccicato su di un muro al meeting) ma quelli che la Chiesa cattolica ha individuato come i “motori locali” delle iniziative da bloccare.
La condanna si può considerare come emessa dalla Chiesa, e non da un tribunale dello Stato italiano, ed è la Chiesa che si è sentita offesa, nella persona del clero e di alcuni cittadini male informati e ben manipolati durante omelie e pettegolezzi cittadini.
Quello che sembrerebbe un evento locale è stato molto di più: non solo perché è stato pubblicizzato dalla stampa e dalla tv come gli integralisti richiedevano, in maniera da attaccare gli anticlericali presentandoli come fuorilegge, ma perché i meeting anticlericali erano da anni un punto d’incontro nazionale che stava ribaltando l’idea diffusa che l’anticlericale fosse un personaggio d’altri tempi e un po’ balzano.
Ai meeting (ed io ne ho visti undici, dal 1984 in poi) è stato possibile discutere liberamente del perché gli obiettori totali al servizio militare andavano i galera, mentre i medici cattolici obiettori all’aborto no, o del come la chiesa utilizzava i soldi ricavati dall’otto per mille, dei guasti psicologici dell’educazione religiosa... tutti argomenti che la chiesa mette ancora all’indice. Bisogna riflettere anche sulla strategia consueta che la Chiesa cattolica, cioè universale, usa per neutralizzare i dissidenti ed i non credenti:

7. Richieste di indagini sulla associazione e sulla liceità di non volersi annoverare tra i credenti, cioè secondo la Chiesa i battezzati, furono avanzate dal pretore di Modena, Persico, nel 1986; le forze dell’ordine si mossero per acquisire materiale e nominativi.

I primi vengono dipinti come eretici, un po’ matti, o vittima della secolarizzazione, o appartenenti a sette (termine spregevole per dei gran signori della globalizzazione come gli ecclesiastici cattolici); è divertente notare come molto spesso il vaticano nei suoi documenti (8) attribuisca a queste sette proprietà che sono anche sue: come il reggersi su capi carismatici, l’offrire pasti, il porsi in un contesto sociale protetto ecc.
Del resto è la Chiesa stessa un coacervo di comportamenti che vanno dalla liturgia al rito miracoloso, alla trance ed altri eventi già della cultura pagana, alla lacrimazione della madonna (con sangue maschile!), alla ostensione di lenzuola non per protesta contro l’inquinamento, ma per beneficenza dei terribili savoiardi, che con questa “prova” (che ricorda quella di verginità dopo le nozze nell’islam) convincono gli increduli. Anche se lo stesso pontefice raccomanda agli scienziati di vagliare attentamente le prove della provenienza della sindone. Così, nel caso dopo l’ostensione questi scoprissero che è un lenzuolo nuovo, lui se ne sarebbe già... lavato le mani.
I non credenti invece sono gli “intoccabili”, ma altresì coloro che vanno a tutti i costi conquistati, pena il loro soffrire terribilmente... e soprattutto la sofferenza delle statistiche sulla fede. La Chiesa fa carte false per passare ogni giorno alla stampa notizie di conversioni di personaggi edonisti ed istrionici, tipo Gassman, che una volta vicini al letto di morte, o ad un assegno, vedono improvvisamente che non possono più vivere, appunto, senza dio. La Chiesa è “venditrice di senso”, e quindi cerca in tutti i modi nuovi mercati; il fatto è che lo fa anche con gli sgambetti e le tecniche commerciali più infide: spot, film, libri, quotidiani: dove non si estende ormai il dominio politico ed economico del vaticano? dio è il senso obbligatorio di marcia: chiunque dubiti, o non creda, o creda in un qualcosa di diverso, è un pericolo per la chiesa... universale.
Allora ha senso parlare di Chiesa che si sente offesa, che si sente addirittura minacciata?
In realtà siamo noi, ad essere minacciate. E mi riferisco quale esempio primo alle donne, coccolate e lusingate dal papa nei suoi documenti, e poi messe alle strette: il nostro destino è nel parto, dobbiamo procreare, perché non è il nostro intuito ed il nostro desiderio a decidere, ma la chiesa, che cerca di farlo con ogni mezzo possibile, dagli attacchi alla contraccezione, agli anatemi (con dati manipolati) contro l’aborto, alla giustificazione etica indiretta degli assassini di donne, siano essi medici che preferiscono la vita del feto a quella della madre, che fidanzati delusi, che mariti depressi. La donna è colpevole, dice la Chiesa, se è libera da legami.
Siamo in pericolo. Noi donne siamo le prime ad essere più che offese, siamo minacciate. perché chi nei suoi documenti dice che portiamo una “cultura di morte” (9) non solo ci offende, ma giustifica la violenza nei nostri confronti. Nell’essere nemica della libertà delle donne la Chiesa cattolica, con le sue dichiarazioni ed i suoi intenti, è schierata con le altre religioni monoteiste, ebraica ed islamica, di radice patriarcale, cioè, per farla breve, totalmente volte a strumentalizzare le donne. E’ indispensabile analizzare questo lato anche delle attuali azioni diplomatiche del vaticano nei confronti delle altre religioni. (10)

8. Vedi il documento vaticano sul fenomeno delle “sette”, ed anche l’articolo “a proposito delle sette”, risp. in La Civiltà Cattolica 17 maggio 1986 e 5 luglio 1986.Nel primo di questi articoli, redatto in base ad un rapporto-censimento, si ammetteva che le sette in fondo non erano che “un fenomeno di dissidenza” che non rientrava nelle forme religiose dei “fratelli separati”(ortodossi, protestanti...), poi si accomunavano varie forme religiose dicendo che queste “sette” erano: “... per lo più autoritarie nella loro struttura; fanno ricorso ad un certo lavaggio del cervello e a un controllo mentale ...” ecc.

9. Pontificio consiglio per la famiglia, 27 febbraio 1988, Dichiarazione sulla caduta della fecondità nel mondo. A proposito di diritto alla contraccezione, della pratica della sterilizzazione, e dell’aborto, nonché delle famiglie non eterosessuali: “i nuovi diritti... sfociano fatalmente nella violenza e nella barbarie e introducono la cultura della morte”.

10. Come la “città di dio”, la megaspeculazione da quasi seimila miliardi che nascerà in provincia di Latina per celebrare l’unione tra le tre grandi religioni monoteistiche. v. Diario della Settimana, 16 giugno 1998.

La Chiesa cattolica teorizza la colpa di ogni sessualità che non sia finalizzata alla procreazione e con questa colpa assolve comunque il maschio, deus ex machina.
E naturalmente tace sulla mutilazione delle donne. (11)
A proposito di “interconfessionalità”: il reato di vilipendio è chiaramente strumento di repressione utile alle chiese con scopi di dominio anche secolare, ma viene spacciato (lo ha fatto anche la corte costituzionale) come reato che punisce le offese a tutte le divinità, cosa che sappiamo inattuata ed inattuabile, sia perché i credenti in altre divinità non sembrano interessati a perseguire penalmente dei detrattori, sia perché è chiaro che le autorità italiane non ritengono che altri credenti posseggano dignità, tanto da stilare rapporti sulle possibili minacce al giubileo cattolico. La stampa riprende poi questo dossier descrivendo quali “sette” (e quindi in maniera spregiativa) sia i buddisti italiani che coloro che praticano il tantra yoga, congiuntamente a satanisti vari ed altri “fenomeni”. (12) Nel frattempo, dall’ottobre 1986, il papa tiene ad Assisi gli incontri interconfessionali di preghiera per la pace, gestendo il suo pacifismo, tra un giubileo “dei militari” (previsto nelle celebrazioni del 2000) e l’altro. Questi incontri vedono vari rappresentanti di confessioni religiose al suo cospetto, tutti naturalmente forniti di ortodossia e paramenti.
E se lo Stato stila ancora queste liste di organizzazioni religiose (e gruppi comunque critici verso il cattolicesimo) da considerarsi minacce per l’ordine pubblico, ad uso e consumo del vaticano, le minacce più tangibili, e quelle vere, sono fatte da secoli di dis-educazione morale: è a causa di questa che le ragazze minorenni partoriscono e poi gettano il bambino nel cassonetto, e sempre a causa di questa che il gay meridionale si dà fuoco in piazza san Pietro, o la guardia svizzera dà di matto come ogni altro militare di caserma benedetto e strabenedetto dal papa. Non sono eccezioni alla regola, sono la norma di una morale che reprime i sentimenti che ci sono nelle persone che poi divengono rabbia e disperazione (13).
Certo, la Chiesa offre la figura del prete e della suora come soluzione alle situazioni di malessere e di ogni altro problema morale e sociale: questi sono un alibi per l’intellettuale di sinistra, insoddisfatto delle proprie comodità e cresciuto in seminario, ed ora finalmente al governo. Preti e suore impegnati sono anche un alibi per la chiesa cattolica, che con essi propaganda la faccia di operosa struttura umanitaria, giustificando la struttura di dominio morale e politico che c’è dietro. (14)

11. Nel documento già citato sulla caduta della fecondità nel mondo sono molte le accuse (riprese da proteste femministe) alla sterilizzazione di massa. E’ difficile invece trovare parole della Chiesa sulla mutilazione genitale alle donne africane e su altre forme “canoniche” di violenza alle donne. Vedi Internazionale, 15 maggio 1998: “...si calcola che fra 100 e 130 milioni di donne viventi abbiano subito la chirurgia genitale e che ogni anno ne vengano mutilate altre 2 milioni, soprattutto bambine fra i 4 e i 12 anni” .

12. La Repubblica, 30 Aprile 1998: “Sette, è allarme per il Giubileo”, a fianco di una foto con tizi in maschera nera e cappuccetti stile KKK, e annovera tra quelli che chiama “movimenti”, e non sette, i buddisti ed i pentecostali. Il sociologo M. Introvigne dice che non è il caso di allarmarsi o stilare liste nere. A proposito di Introvigne, e del Cesnur (Centro studi nuove religioni), vedi la polemica con l’organismo equivalente ma approvato dalla Cei, il Gris, sul “lavaggio del cervello” da parte delle sette, affermato dal Gris. La lista nera delle “sette” è stata compilata dal Viminale.

13. Su questo tema , W. Reich “Psicologia di massa del fascismo”, Sugarco 1976. (la bioenergia è nella lista nera).

14. “Il nuovo interesse degli intellettuali italiani per il prete” è un articolo di G. Mucci su La Civiltà cattolica II/1998 nel quale, citando anche S. Quinzio e la ricerca di “un prete santo”, egli ripropone la figura del prete illuminato e/o semplice, missionario e/o sapiente a seconda dei casi, quale figura salvifica di tutto “...non violenza, pace, più giustizia, riscatto dei poveri, liberazione della donna ecc.”.

Il mercato globale di dio richiede quindi lo spot pubblicitario che mostra che solo persone protette dalla Chiesa, istruite da questa, e credenti nel dio da essa dipinto, possono essere innanzitutto serene e quindi fare del bene agli altri. E tutte le volte che questo spot compare viene cancellato un pezzetto di storia fatto da persone non cattoliche, molte nemmeno credenti, che hanno lottato per la libertà ed i diritti umani. (15)
Con la costituzione di un “Comitato 28 settembre” (16) abbiamo cercato un confronto con la gente ed i media concentrandoci sulle tematiche di questo processo, senza entrare nel merito, quale “corte dei miracoli”, alle parate celebrative della Chiesa. Volevamo solo chiarezza (17), parola che non va d’accordo con le indulgenze che la Chiesa si appresta a distribuire a san Pietro (e con la lucrosa pagnotta giubilare distribuita: a tale proposito invito a varare l’iniziativa “uno strozzaprete per il Giubileo”). (18)
Oltre a questo c’è solo da augurarsi che in questi frangenti, l’anticlericalismo ed il libero pensiero non si prestino, più che agli strali dei soliti giornalisti pagati dai “vincenti”, alla sfiducia e alla antipatia di molte e di molti che, anche se fondamentalmente libertari in questioni di fede, non hanno mai accettato di schierarsi con movimenti troppo incoerenti o troppo sbrigativi. Che dire ad esempio della scarsa presenza delle donne o della rappresentazione delle donne in tanti momenti anticlericali, o dell’atteggiamento di alcuni che, come la Chiesa, ritengono devianti quelli che non la pensano come loro, leggi i credenti? Molti dimenticano spesso non solo che l’anticlericalismo non significa disprezzo per chi ha una fede ma lotta contro il clericalismo, cioè contro la struttura di dominio di una religione. Molti credono di poter ridurre la loro analisi anticlericale a mero documento d’analisi economica e tutt’al più politica, scordando che la religione ed il rito sono da millenni un bisogno dell’umanità e che c’è ben altro che le casse dello Ior a sostenere la fiducia che la gente ripone nel clero. E non si tratta di oppio!

Francesca Palazzi Arduini (Dada)

 

15. “ma signora, noi non siamo cristiani”, questa è la voce del cattivo scienziato che ha pubblicizzato un radiodramma di raitre di fantagenetica pochi mesi fa.
16. Chi volesse può consultare lo spazio di discussione alla pagina HYPERLINK http://www.pandora.it http://www.pandora.it/fdca/vili1.htm per il quale sto lavorando.
17. A tale proposito voglio specificare che all’ultima udienza del 1994, il tribunale di Pesaro emise la condanna dopo aver ascoltato le dichiarazioni di Federico Sora, imputato assieme a me, che volle precisare di essere comunque estraneo ai fatti in quanto la sua firma sulle richieste di spazi per il meeting riguardava l’area conviviale. Ma la linea difensiva concordata era che noi imputati non eravamo responsabili, tantomeno penalmente, di tutta un’iniziativa quale il meeting, cosa sulla quale era giusto insistere, oltre che i fatti non costituissero reato. In seguito, dopo aver redatto la millelire sul vilipendio (togliendo dai testi quell’ ultima dichiarazione), mi ritirai dal Circolo N. Papini da sempre promotore dei Meeting, scelta (fatta anche con un documento) che proprio per vari motivi etici e politici molti hanno fatto in questi anni, senza ottenere purtroppo meno tentativi manipolatori sulla propria persona e sulla propria opinione politica. faccio anche notare che la mia condanna, nel 1994, è stata emessa dichiarandomi “contumace” perché nessuno all’udienza si è tolto il disturbo di far notare che in quei giorni ero ricoverata in ospedale.
18. 1600/2000, per l’anniversario della morte di Giordano Bruno cercheremo di far sì che almeno questi atti di un processo non svaniscano nel nulla (di quello che fu fatto a Bruno esiste solo la condanna).