Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 19 nr. 164
maggio 1989


Rivista Anarchica Online

Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)

Environs

"... Noi crediamo che esistano molti modi per accostarsi alla musica e di porgerla: c'è il dopolavorismo (casa del popolo, ARCI, birreria, ecc.); c'è la corsa dei tacchini che, sospinti dai piani d'investimento delle multinazionali s'intruppano, per scelta o per necessità. Il professionismo che ci lascia stupefatti di fronte alla perfezione tecnica, e relegati nel "vuoto stellare" che si crea tra esecutore e "consumatore" (nonché incazzati di fronte al perpetuarsi del dominio della merce sulla libertà). Ed altri ancora. Quanti di noi, suonatori-ascoltatori-poeti-saltimbanchi-uomini-videofacenti-grafisti -donne-ballerini vorrebbero uscire da tutti questi schemi? Quanti di noi vorrebbero tentare di ricalare i propri sforzi, la propria poesia, il proprio tempo dentro un senso/direzione, una rete fatta di esperimenti, memoria, storia, futuri, antagonismo? Tutta qua la nostra presunzione: non sono che cose raccolte in giro, mescolate tra loro, cercando nuove parole, nuovi legami, nuove letture nel nostro passato, nuove sensibilità. Discorsi fumosi, come questi anni che ci tocca vivere...".
Il parallelo Inghilterra/Italia Crass/Franti (anzi, ex-Crass/ex-Franti) potrebbe riaccendersi in questi tempi. Due paesi, due ambienti diversi e culturalmente ben distinti, anche se geograficamente poco lontani, un destino comune: un comune senso di lottare, di utilizzare la creatività per costruire la migliore delle rivoluzioni.
Quella dei sentimenti, della libertà del cuore, del sorriso dell'anima. Come non provare una stretta al cuore ascoltando magari "How does it feel" e, adesso, "Telegramma"? Alla memoria riaffiorano immagini di guerra e violenza, le Falklands come Sabra e Chatila, e come il Vietnam, l'Afghanistan, il Tibet, Brixton e mille altre ancora. Sfaccettature di una stessa filosofia, distruttiva e..."fumosa, come questi anni che ci tocca vivere".
Paralleli geografico-musicali a parte (è solo una delle possibili letture del fenomeno ENVIRONS), con "3 Luglio 1969" ha inizio un altro nuovo corso della musica alternativa nazionale. Dopo "la nuova musica italiana cantata in italiano" (che mirava forse a conquistare una fettina di mercato, più che una fettina di cuore dell'ascoltatore...), gli Environs più semplicemente e sinceramente propongono la "musica e basta".
Intrecciano l'Italia, Torino, la Palestina, l'America, e ancora Albert Ayler, John Cale e l'"Inno della Rivolta". Parlano d'amore e rivoluzione con la stessa naturalezza con la quale si racconta la propria storia ad una persona amica, o ad un bicchiere di vino, o ad un gatto accoccolato sulle ginocchia. Claudio Villiot, Lalli, Stefano Giaccone e Toni Ciavarra parlano di Louis Armstrong e di Nico come se fossero stati loro vecchi amici. E non è forse vero? Quanti tra noi hanno mai pensato di entrare in così intimi rapporti con i musicisti e le voci dentro ai dischi che più si amano?
Un'intera facciata di questo disco è occupata da "Streams":
"...l'inseguimento di una traccia dentro la musica americana (?), ovvero ciò che abbiamo amato, ascoltato e, in qualche misura, imparato a suonare. Seguire una traccia nella nostra cultura musicale sarebbe stato, per noi, purtroppo innaturale, non avendo con essa un rapporto vivo. Del resto, qual'è la nostra musica? Il folk? I cantautori? La canzone napoletana? In "Streams" e, soprattutto, in altre parti del disco, ci sono tentativi di uscire dallo stallo folk intellettuale/pop anglofilo. Muoversi all'interno delle "musiche" e uscirne fuori con piccole pepite. Cioè segni, identità.
Qualcosa da non barattare con collanine...".
L'altra facciata riesce immediatamente a conficcare un coltello fino al manico anche nell'anima più dura (iniziate ad ascoltare il disco da questo lato!): la voce di Lalli in "Close watch" di John Cale è lama affilata, un'interpretazione intensa e commovente per una delle canzoni più toccanti dell'ex-Velvet. Di "Telegramma" vi ho raccontato prima: da aggiungere, ora, una segnalazione per l'intermezzo musicale, davvero diabolico ed evocativo.
Un breve passaggio per celebrare ancora l'amore per Velvet Underground e la sacerdotessa Nico, recentemente scomparsa: "My funny Valentine" è registrata con mezzi di fortuna eppure, così "sporca", ruvida e appena abbozzata riesce ad avere nuovo spessore. Il conclusivo "lnno della Rivolta", sostituisce oggi l'"Internazionale" degli Area di dodici anni fa: i fantasmi sono rievocati e si scatenano...
L'America, la Palestina, l'Italia, Torino: il percorso all'inverso. "...3 Luglio 1969: giorno in cui gli operai della Fiat in sciopero e gli studenti, insieme alla gente del quartiere Mirafiori, si scontrarono con la polizia per ore ed ore in Corso Traiano, "liberando" una vasta zona della città.
Ricercare le tracce alle spalle rientra nella dimensione esistenziale degli uomini, legare i segni tra loro per rilanciarli in avanti. E Corso Traiano, per Torino, per noi, vuol dire autonomia, segno nero su bianco, rottura. Questo ancora il perimetro entro il quale cresciamo...".
"3 Luglio 1969" è edito da Inisheer, piccola etichetta discografica indipendente torinese, della quale ci siamo occupati altre volte. Oltre a questo album, gli Environs hanno pubblicato un 45 giri con "No man can find the war" di Tim Buckley. Recentemente, Inisheer ha pubblicato anche alcune registrazioni dei romani Gronge.