Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
Chumbawamba
"Dai baby, facciamo la
rivoluzione / Paga sei sterline per il disco, sette per la maglietta
/ Una foto del gruppo e un biglietto per la terra promessa / Il
servizio d'ordine che picchia quelli che ballano al ritmo di una
manciata di monetine / Ecco un gruppo con le carte in regola / Vota
per il partito e tieni la bocca chiusa / Le stesse catene di comando
/ Tutto il potere portato via dalle nostre mani / I politici pagano
il pifferaio nel Paese dell'industria discografica / Dai baby,
facciamo la rivoluzione / Dicono che saremo tutti uguali quando
riusciranno a prendere il controllo / Vota per il partito e sguazza
nel rock'n'roll". Chi si è perso, come il
sottoscritto, la rara e fortunata occasione di assistere ad una delle
recenti performance italiane dei CHUMBAWAMBA di Leeds, potrà
trovare un po' di consolazione nei dischi del gruppo, specie nel
recente "Never mind the ballots, here's the rest of your life". Questo loro secondo (almeno credo)
album è stato pubblicato l'estate scorsa, dopo la General
Election inglese. Questa manciata di allegri sovversivi costituisce
quella che è rimasta, a mio avviso, una delle ultime cult-band
intelligenti al di là della Manica (dove sono finiti i Poison
Girls? Sigh...). Dopo un lungo periodo passato a
vivacchiare nel brulicante sottobosco alternativo, organizzando
economiche compilation su cassetta (economiche in senso di basso
prezzo, non di scarsa qualità), pubblicando documentatissime
fanzine anti-tutto e intrecciando rapporti di collaborazione, scambio
e solidarietà con altri gruppi musicali e microscopici centri
di produzione indipendente, un anno e mezzo fa i Chumbawamba hanno
improvvisamente goduto dei favori del giornalista illuminato John
Peel, che ha usato la BBC come trampolino di lancio del loro single
"Revolution" (come a dire i Franti con Renzo Arbore in
televisione...). Grande parte della critica musicale,
non solo inglese, si è quindi accorta ed innamorata di loro ed
altrettanto presto si è stancata e li ha dimenticati, falliti
tutti i tentativi di addomesticarli. Musicalmente questi Chumbawamba
possono essere considerati un collettivo di teatro comico impegnato
più che una punk-band in senso stretto. Le musiche sono un
accompagnamento semplice e anche divertente, fatto di strumenti
"normali" e qualche volta "poveri": una pianola
suonata con brio, le vecchie chitarre acustiche, ad esempio.
Spumeggiante e salterino, il Chumbawamba-sound ha però le
unghie affilate, così come i testi, del genere "dito
nell'occhio" più che "pugnalata al cuore". Con un sorriso beffardo eternamente
dipinto sulla faccia, questi allegri agitatori sono riusciti ad
essere ben più feroci e spietati di molte hardcore band
d'assalto. Oltre a "Never mind the ballots..." è
senz'altro da conoscere l'altro lp del gruppo "Pictures of
starving children sell records" , dedicate ai retroscena del
Live-Aid e all'assistenzialismo dell'industria discografica e delle
sue rockstar. Chumbawamba - c/o Box 4-46, The Calls
- GB Leeds
Jello Biafra
Cambiamo aria e continente: dalla
California arriva "No more cocoons", un album doppio
realizzato dal cantante, fondatore e "leader" dei Dead
Kennedys JELLO BIAFRA. Quelli che non apprezzano il rumore
punk della West Coast non hanno niente da temere: non una schitarrata,
non una rullata spaccatimpani. Questo disco è interamente
parlato. Sparse nelle quattro facciate ci sono dichiarazioni
infuocate, poesie lette, recitate e singhiozzate, urlate e sputate in
faccia ai benpensanti e ai perbenisti che vogliono chiudere la bocca
al rock terrorista. Al solito, nessuno ha pensato a quelli che
l'inglese non lo parlano: sarebbe stata un'idea eccezionale allegare
all'album un libretto coi testi, che possiamo solo immaginare
potenti, dissacranti, ricchi di purissima voglia di libertà e
di vita. Alternative Tentacles - Box 11458 - San Francisco -
California CA 94101 United States of America.
M.D.C.
Dal terzo album degli M.D.C., divenuti
per L'occasione MILLIONS 0F DAMN CHRISTIANS, le uniche cose che mi
sono piaciute sono la copertina, dove si vedono i quattro ex-mitici
Dave, Franco, Al e Gordon in posa da ultima cena, e il disegnetto
dell'etichetta, un cristo dall'espressione rapita in volo su uno
skateboard. "This blood's for You"
purtroppo è il proseguimento logico di "Smoke signals":
una strizzatina d'occhio alle nuove tendenze metallare, testi un po'
annacquati, specialmente se confrontati con la lava bollente e la
soda caustica degli esordi. I segni di rincoglionimento sono
evidenti. Spero di cambiare idea a proposito del loro eventuale
prossimo disco... R Radical Records – 2440 16th
Street Apt. 103 - San Francisco - California CA 94103 - United States
of America.
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