Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 153
marzo 1988


Rivista Anarchica Online

Fatti&misfatti
a cura della Redazione

12 mesi a Falciani

Giovedì 28 gennaio, al tribunale militare di La Spezia è stato processato il compagno Fabrizio Falciani, condannato a 12 mesi di reclusione per il suo rifiuto di obbedire alla chiamata del servizio di leva.
Fabrizio era stato arrestato il 18 gennaio presso la propria abitazione dove ha continuato regolarmente a vivere e lavorare dopo la mancata presentazione in caserma che avrebbe dovuto essere il 30 settembre '87.
Ai compagni la notizia del processo è pervenuta il giorno dopo, rendendo ovviamente impossibile la mobilitazione e la presenza ad una sentenza tenuta in semi-clandestinità. Non conosciamo ancora i dettagli, ma è sicuro che i "tempi" previsti legalmente per la notifica del processo non sono stati rispettati (l'avvocato d'ufficio che ha difeso Fabrizio non ha avuto evidentemente nessun interesse a far risaltare ciò per ottenere il rinvio dell'udienza) consolidando una pratica avviata con il caso Paolo Nadalin: impedire la comunicazione del processo per impedire la mobilitazione al processo stesso.

Cassa di Solidarietà Antimilitarista

Di fronte al carcere

Il 18 dicembre 1987 il Tribunale militare di Napoli condanna l'anarchico Giuseppe Coniglio a 16 mesi di carcere, cioè 4 mesi in più di quanto uguali processi abbiano sempre distribuito per il reato di rifiuto del servizio militare. All'inasprimento della condanna militare verso l'obiettore anarchico corrisponde uguale aggravamento delle pene ad obiettori con motivazioni diverse dalle nostre, vedi Testimoni di Geova.
Con queste parole si apre la "lettera aperta al movimento antimilitarista" elaborata nel corso di un'assemblea degli antimilitaristi anarchici del Nord Italia, tenutasi il 24 gennaio scorso presso il Circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa" di Milano - presenti gruppi ed individualità delle seguenti zone: Alessandria, Bergamo, Brescia, Carrara, Cuneo, Forlì, Genova, Jesi, Lecce, Lecco, Massa, Milano, Monza, Venezia, Modena e Sondrio.
Denunciando l'aumento della repressione militare verso tutto il movimento antimilitarista, i convenuti propongono una manifestazione antimilitarista di fronte al carcere giudiziario militare di Peschiera del Garda (VR), da tenersi domenica 27 marzo, e propongono che manifestazioni analoghe si tengano anche davanti al carcere militare di Forte Boccea, a Roma, dove è attualmente detenuto Fabrizio Falciani, e davanti al carcere militare di Palermo, dov'è rinchiuso Giuseppe Coniglio.

Un arresto assurdo

Mercoledì 10 febbraio, a Mestre, i carabinieri hanno arrestato Alessandro Canzoneri, 21 anni, su richiesta della magistratura genovese, nell'ambito dell'inchiesta sulle Unità Comuniste Combattenti.
Canzoneri è membro del Gruppo libertario di Carpenedo (Mestre) di cui è stato tra i fondatori. È inoltre membro della LAV (Lega Anti Vivisezione) e presta servizio volontario presso un canile. È anche attivo nella LOC.
In un comunicato, il Gruppo libertario di Carpenedo, nell'affermare l'assoluta estraneità di Canzoneri dalle accuse mossegli, sottolinea l'assurdità del tentato coinvolgimento di un militante libertario in organizzazioni paramilitari, tanto più di ispirazione marxista.
Nelle ultime settimane, sempre in Veneto, ci sono state perquisizioni ed intimidazioni verso altri militanti libertari conosciuti.

No all'estradizione!

Coinvolto dalle sole dichiarazioni del "pentito" Paghera nella vicenda giudiziaria connessa con il tentato rapimento, a Livorno, del figlio del petroliere Neri, l'anarchico livornese Roberto Gemignani si trova attualmente detenuto in Francia, sotto la minaccia di venir estradato in Italia. Già le prime quattro domande di libertà provvisoria, presentate dai suoi avvocati, sono state respinte. Ora c'è il rischio di una sua consegna alle autorità italiane - dove lo aspettano anni di carcere, inflittogli senza che a suo carico sia emersa la benché minima "prova" degna di questo nome.
In un documento del suo difensore, l'avvocato Gustavo Leone, di Firenze (pubblicato sul n. 5/1988 del settimanale anarchico Umanità Nova), vengono ricostruite con precisione le tappe di questa ennesima vicenda politico-giudiziaria.
L'avv. Leone, in particolare, ricorda che il processo contro Gemignani (terminato con la sua condanna ad 11 anni) ebbe a svolgersi in pieno clima "emergenziale". Laddove, a sostegno dell'innocenza dell'imputato, non valevano tanto le prove, quanto il comportamento processuale degli imputati (…). Si può tranquillamente affermare come, a parere di chi scrive, ciò influì non poco su coloro che furono i giudici della sentenza di Roberto Gemignani.
A sostegno di Gemignani sono state realizzate, negli ultimi tempi, diverse iniziative, soprattutto a Firenze ed a Livorno. In quest'ultima città, sabato 6 febbraio, un corteo ha attraversato il centro cittadino, fino alla sede del consolato francese. È stato anche stampato un manifesto su scala nazionale.
Una "campagna internazionale per la liberazione di Roberto Gemignani e di tutti gli italiani
imprigionati in Francia" è stata promossa da un Comité de contre-information et de solidarieté (65, rue Bichat – F, 75019 Paris), cui fanno riferimento diverse componenti del movimento libertario francese. Per il 6 marzo questo Comité promuove una giornata internazionale di sensibilizzazione e di mobilitazione.

Vandali all'opera

Nella notte tra il 15 ed il 16 gennaio, a Pozzuoli (NA), ignoti vandali se la sono presa con il monumento che ricorda Emanuele Visone, antifascista anarchico, scomparso di recente. Inaugurato il 4 luglio dello scorso anno, nel corso di un'iniziativa che aveva visto la presenza anche di anarchici provenienti da altre regioni, il monumento si trova nei giardini del Tempio di Serapide.
Si tratta di un grosso blocco di marmo, sul quale è stata apposta a sbalzo la seguente dicitura: "Ciò che più importa è che il popolo, gli uomini tutti perdano gli istinti pecorili che la millenaria schiavitù ha loro ispirato ed apprendano a pensare ed agire liberamente. Gli anarchici".
La statua è stata imbrattata con vernice ed i vetri che la proteggono sono stati infranti.
Il comitato promotore del monumento dedicato ad Emanuele Visone, in un comunicato ripreso dal quotidiano "Il Mattino", ha espresso la propria indignazione e protesta contro "L'intolleranza di quanti, ancora oggi, si accaniscono con atti vandalici e di devastazione contro un monumento ispirato ai valori libertari".
In precedenza, su alcuni squallidi settimanali erano apparse delle lettere anonime nelle quali, con parole offensive, si criticava l'iniziativa. Il monumento è stato prontamente "riparato".