Rivista Anarchica Online
Quell'ora
maledetta
di Massimo Panizza / Carlo Oliva / Fabrizio Eva
Alla fine hanno
vinto loro, i clericali. Come sempre. E i "laici",
ingabbiati nella logica concordataria, hanno detto molto e fatto
niente per contrastare quest'ulteriore manovra oscurantista.
Fuori la chiesa
dalla scuola!
Mi pare che dicesse
così, o qualcosa del genere: "Nella scuola deve continuare ad
esserci un momento di riflessione e di ricerca sui problemi
esistenziali". Era un'insegnante di religione, laica, alla quale
chiesi cosa pensasse sulla questione della religione a scuola. E
presenti c'erano altri insegnanti. "Perché gli studenti devono
dibattere e riflettere sulla propria esistenza guidati da un prete o
comunque da un emissario del vescovado?" - ribatto. Dubbio azzardato
per una qualsiasi scuola di provincia. Gli occhi che
incontravo con lo sguardo schizzavano come proiettili alle pareti. E
salvati dal campanello i miei interlocutori hanno trovato scampo
nelle rispettive aule. E le porte si sono immediatamente chiuse. Una
volta tanto in orario. Il preside sarebbe orgoglioso di me se
sapesse; sono anni che sbraita contro i ritardi. Rimane l'insegnante
di religione che non se la sente di lasciare la pecorella smarrita ai
suoi deliri. Ma quando le faccio notare che il suo vangelo condanna
la prevaricazione, l'intolleranza e i privilegi e che l'ora di
religione nella scuola è tutte quante queste cose, credo mi abbia
odiato, ma non se l'è sentita di mettere in discussione se stessa. E
ha chiuso la porta. Prima o poi la riacchiappo, però. Ne ho parlato
subito dopo con gli studenti e si è innescata una discussione
interessante soprattutto perché le opposte fazioni si sono ritrovate
a riflettere su posizioni assunte acriticamente. In soldoni i
genitori desiderano per i figli che a scuola venga impartita
un'educazione fondata sui valori cattolici. E i figli? E i non
cattolici? Sembrano leciti i soli desideri dei genitori cattolici? Non mi stupisce che
alla struttura scolastica si richieda di improntare l'individuo
moralmente; mi annichilisce che secondo l'insegnante di religione (e
diffusa tra gli studenti) sopravviva, oggi 1986, l'identificazione
dell'etica con la religione e della religione con la cattolica.
Questo da l'idea di quanto mamma chiesa affondi gli artigli nella
cultura delle persone... nonostante la televisione. E io che penso? A
parte un sonoro "Fuori la chiesa!" da una scuola che sempre più
anelo come luogo di ricerca, di apertura, fabbrica di cultura,
biblioteca parlante, penso che le decisioni del ministro Falcucci non
sgraveranno sostanzialmente il peso della materia religione. Anzi.
Diventando facoltativa, quindi scelta, il prete potrà finalmente
confessarmi gli studenti; a parte i diavoletti che sceglieranno invece
l'alternativa laica. Inoltre continueranno le discriminazioni dove la
gran maggioranza presenzierà alle ore di religione. E gli insegnanti
cattolici indirizzeranno meglio i loro dardi. In nome di Dio. La
chiesa di stato continuerà ad esercitare pressioni e a condizionare
in profondità - più di quello che si pensi. Che fare nella
scuola? Continuare a parlare, con studenti e insegnanti, cattolici e
non, su un problema che rimane sostanzialmente aperto. La religione
deve uscire dalla scuola. È
inaccettabile per tutti, non ultimi gli stessi cattolici.
Inchiodiamoli una volta tanto sulle loro smaccate contraddizioni.
Massimo Panizza
Quei giovanotti
di C.L.
Ho motivo di
credere che i lettori di questa rivista non si saranno scandalizzati
più di tanto di fronte all'indegno pasticcio con cui s'è conclusa
in Parlamento la polemica sull'ora di religione. O per lo meno non si
saranno scandalizzati per i motivi addotti sui grandi periodici
nazionali da tanti "laici" di ferro, da sempre usi a
collaborare con la Democrazia Cristiana. Che un ministro modifichi
con una circolare una legge e un trattato internazionale non è poi
niente di strano; che la Chiesa chieda di più di quanto è convenuto
e trovi legioni di sedicenti uomini di stato disposti a
concederglielo è assolutamente normale. Che di fronte alle superiori
necessità politiche del pentapartito (e del partito comunista,
naturalmente) tacessero tutte le proteste e tutte le obiezioni di
coscienza era del tutto prevedibile. Non è nemmeno il caso di
scomodare, come ha fatto qualcuno, il fantasma di Enrico quarto, per
cui notoriamente Parigi valeva una messa. I nostri uomini politici
(quelli laici, dico, visto che i cattolici in queste faccende fanno
il loro mestiere) sono disposti a sorbirsi intere novene per quattro
soldi. Il senso generale
della vicenda, comunque, è chiarissimo. A farne le spese sono sempre
i fruitori della scuola pubblica, i cittadini. Coloro che, secondo
l'ineffabile formula in uso, vorranno "non avvalersi"
dell'insegnamento religioso, e dovranno, esattamente come prima,
compilare un modulo ad hoc (oggi, chi "non" vuole
l'esonero non deve compilare alcunché: non sarebbe logico mantenere
lo stesso principio, invertendo i termini?). I bambini delle materne,
che al momento dell'ora di religione, potranno godere del privilegio
di essere divisi, già alla loro tenera età, in "buoni" e
"cattivi", con i presumibili benefici effetti sulla loro
psiche. Gli studenti delle superiori, cui è stato promesso che con
apposita legge sarà concesso il diritto di scegliere in proprio,
senza scomodare la mamma, se avvalersi o no, ma scommettiamo che la
legge non sarà pronta all'inizio del prossimo anno scolastico,
magari per motivi di tempi "tecnici"? Gli studenti che, in
un modo o nell'altro, sceglieranno di non avvalersi, e che dovranno
sorbirsi, chissà perché, delle non meglio precisate "attività
culturali alternative", di cui è facile prevedere tutto il male
possibile. Naturalmente può sempre darsi, per ipotesi, che tali
attività rappresentino, chissà, un'esperienza di alto interesse
culturale ed educativo, ma allora a rimetterci saranno i ragazzi che
avranno scelto di avvalersi dell'insegnamento religioso, che hanno
anche loro i loro diritti, no? Aspettiamo comunque la promessa data
della fine di aprile, per vedere cosa ci proporranno i beneamati
governanti. Si accettano scommesse. Personalmente ho
sempre lamentato, tra le innumerevoli carenze della nostra scuola, la
scarsità di informazione critica fornita in materia religiosa. Ma è
ben noto a chiunque bazzichi negli edifici scolastici che non a
questo fine è programmata l'attività dei tanti giovanotti di belle
speranze e aderenti a Comunione e Liberazione che i vari uffici
catechistici diocesani mandano a far lezione in ogni istituto. Con
occasionali eccezioni, si tratta di reclutatori e organizzatori di
gruppi politici, simpaticamente remunerati da quello stato i cui
fondamenti mondani essi criticano. Il problema, forse, non è
esattamente quello se avvalersi o non avvalersi della loro opera. Ma
vallo a spiegare ai laici...
Carlo Oliva
I nostri diritti
e noi
Recentemente
sull'ora di religione cattolica nelle scuole di stato se ne sono
dette e scritte di ogni genere; tutti argomenti con la maiuscola:
Verità, Valori, Principi, Morale e chi più ne ha più ne metta. Come genitore (e
come insegnante) vorrei parlare invece di cose che iniziano con la
minuscola; di quella condizione quotidiana, fatta di cose spicciole,
che però danno l'esatto valore della realizzazione dei concetti con
la maiuscola. Inutile avere una legge che parla della libertà quando
questa non ha modo di trasformarsi in atti concreti. Norma: il
concordato monarco-fascista rinnovato recentemente dallo stato
repubblicano-resistenziale concede il diritto all'esonero dell'ora di
religione cattolica. Realtà: (voce melensa del direttore e/o
maestra) "non mi chieda di far uscire il bambino dalla classe
perché altrimenti ne soffrirebbe" poi aggiunge (voce
condiscendente- persuasiva) "e poi guardi che quella mezz'oretta
non...". Cioè io ho il diritto di non far seguire a mio figlio
le lezioni di religione cattolica, ma lui non può uscire dalla
classe. Qualche genitore fortunato riesce ad ottenere che la
religione si faccia alla prima o all'ultima ora, ma la
disapprovazione dell'istituzione è palpabile. Sempre perché il
bambino ne soffrirebbe. Le nuove norme
(rivedibili fra un anno) stabiliscono per fortuna le ore di religione
all'inizio e alla fine delle lezioni, ma avendo introdotto la
cosiddetta attività alternativa non si capisce bene l'utilità di
questo provvedimento, a meno che mi si conceda di tenere a casa mio
figlio. I poveri cattolici martiri e perseguitati in questa Italia
diabolica temono che le attività alternative (o lo stare a casa)
siano più allettanti dell'ora di religione; preferirebbero qualche
"tratto di corda" come ai bei tempi dell'inquisizione. Norma: la
Costituzione sancisce che i cittadini non vanno discriminati per le
loro scelte religiose. Realtà: almeno tre bambini nella classe di
mio figlio dovrebbero essere esonerati (e così è per molte altre
classi), ma i genitori non lo fanno per timore che i bambini vengano
ghettizzati. I bambini escludono gli altri se qualche adulto gli fa
vedere come si fa e poi mio figlio è ghettizzato perché non è un
tifoso di calcio; della religione agli altri non importa un
accidente, sgranano gli occhi perché non guarda le partite o Drive
in o i film dell'orrore. Altro timore dei
genitori, siccome non si sa bene cosa sono le attività alternative,
è meglio che stia in classe. Per me quasi tutto è meglio che stare
in classe durante l'ora di religione. Mi si dice "ma si
raccontano delle favole"; a parte il fatto che le favole le
dovrebbe raccontare la maestra, non mi piacciono tanto le favole in
cui c'è sempre qualcuno che fa il cattivo e per questo viene punito.
La paura dell'inferno è la struttura portante dell'idea religiosa
riversata sui bambini. I poveri cattolici
soffrono perché qualche bambino non sentirà la Verità (cattolica),
per compensarli dall'anno prossimo si faranno due ore di religione
cattolica anche alla materna. Sulla base delle sciocchezze citate dai
suoi compagni d'asilo confortati dalla Verità, mio figlio a tre anni
scambiava le insegne delle farmacie per gesù bambino! Allora facciamo
storia delle religioni! Non mi va bene come ora a parte (perché non
la fanno in Storia?), e tantomeno tenuta da insegnanti cattolici
scelti dal vescovo! Dall'anno prossimo
il rendimento nell'ora di religione non verrà più indicato in
pagella con gli altri voti: era ora; in compenso gli insegnanti di
religione entreranno in ruolo, così docenti scelti dalla Curia
diventeranno dipendenti statali. Insomma allo stato (e quindi ai
cittadini) tocca solo pagare. Gli studenti delle
superiori potranno decidere autonomamente se fare o no l'ora di
religione. Decisione già contestata dai poveri cattolici i quali
considerano i figli proprietà privata almeno fino ai 18 anni. Notare che queste
ultime norme sono il contrario di quelle sottoscritte dal ministro
Falcucci con il card. Poletti; per cercare di salvare il ...posto
alla Falcucci il pentapartito governativo ha fatto concessioni che
non erano state ottenute con le scaramucce parlamentari. Questo è il
colmo del grottesco. Sono un po'
pessimista per il futuro; la massa dei genitori, anche quelli più
fermi nelle loro idee laiche, hanno dietro di loro tali e tante paure
ed un tale stato di dipendenza ideologica (veramente "angelica")
dalla religione che temo non si riesca a rendere reale il diritto
alle scelte individuali in materia di religione o di opinioni
politiche. Il "bisogno"
della sudditanza è il nostro avversario più difficile.
Fabrizio Eva
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