Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 16 nr. 135
marzo 1986


Rivista Anarchica Online

Quell'ora maledetta
di Massimo Panizza / Carlo Oliva / Fabrizio Eva

Alla fine hanno vinto loro, i clericali. Come sempre. E i "laici", ingabbiati nella logica concordataria, hanno detto molto e fatto niente per contrastare quest'ulteriore manovra oscurantista.

Fuori la chiesa dalla scuola!

Mi pare che dicesse così, o qualcosa del genere: "Nella scuola deve continuare ad esserci un momento di riflessione e di ricerca sui problemi esistenziali". Era un'insegnante di religione, laica, alla quale chiesi cosa pensasse sulla questione della religione a scuola. E presenti c'erano altri insegnanti. "Perché gli studenti devono dibattere e riflettere sulla propria esistenza guidati da un prete o comunque da un emissario del vescovado?" - ribatto. Dubbio azzardato per una qualsiasi scuola di provincia.
Gli occhi che incontravo con lo sguardo schizzavano come proiettili alle pareti. E salvati dal campanello i miei interlocutori hanno trovato scampo nelle rispettive aule. E le porte si sono immediatamente chiuse. Una volta tanto in orario. Il preside sarebbe orgoglioso di me se sapesse; sono anni che sbraita contro i ritardi. Rimane l'insegnante di religione che non se la sente di lasciare la pecorella smarrita ai suoi deliri. Ma quando le faccio notare che il suo vangelo condanna la prevaricazione, l'intolleranza e i privilegi e che l'ora di religione nella scuola è tutte quante queste cose, credo mi abbia odiato, ma non se l'è sentita di mettere in discussione se stessa. E ha chiuso la porta. Prima o poi la riacchiappo, però.
Ne ho parlato subito dopo con gli studenti e si è innescata una discussione interessante soprattutto perché le opposte fazioni si sono ritrovate a riflettere su posizioni assunte acriticamente. In soldoni i genitori desiderano per i figli che a scuola venga impartita un'educazione fondata sui valori cattolici. E i figli? E i non cattolici? Sembrano leciti i soli desideri dei genitori cattolici?
Non mi stupisce che alla struttura scolastica si richieda di improntare l'individuo moralmente; mi annichilisce che secondo l'insegnante di religione (e diffusa tra gli studenti) sopravviva, oggi 1986, l'identificazione dell'etica con la religione e della religione con la cattolica. Questo da l'idea di quanto mamma chiesa affondi gli artigli nella cultura delle persone... nonostante la televisione.
E io che penso? A parte un sonoro "Fuori la chiesa!" da una scuola che sempre più anelo come luogo di ricerca, di apertura, fabbrica di cultura, biblioteca parlante, penso che le decisioni del ministro Falcucci non sgraveranno sostanzialmente il peso della materia religione. Anzi. Diventando facoltativa, quindi scelta, il prete potrà finalmente confessarmi gli studenti; a parte i diavoletti che sceglieranno invece l'alternativa laica. Inoltre continueranno le discriminazioni dove la gran maggioranza presenzierà alle ore di religione. E gli insegnanti cattolici indirizzeranno meglio i loro dardi. In nome di Dio. La chiesa di stato continuerà ad esercitare pressioni e a condizionare in profondità - più di quello che si pensi.
Che fare nella scuola? Continuare a parlare, con studenti e insegnanti, cattolici e non, su un problema che rimane sostanzialmente aperto. La religione deve uscire dalla scuola. È inaccettabile per tutti, non ultimi gli stessi cattolici. Inchiodiamoli una volta tanto sulle loro smaccate contraddizioni.

Massimo Panizza

Quei giovanotti di C.L.

Ho motivo di credere che i lettori di questa rivista non si saranno scandalizzati più di tanto di fronte all'indegno pasticcio con cui s'è conclusa in Parlamento la polemica sull'ora di religione. O per lo meno non si saranno scandalizzati per i motivi addotti sui grandi periodici nazionali da tanti "laici" di ferro, da sempre usi a collaborare con la Democrazia Cristiana. Che un ministro modifichi con una circolare una legge e un trattato internazionale non è poi niente di strano; che la Chiesa chieda di più di quanto è convenuto e trovi legioni di sedicenti uomini di stato disposti a concederglielo è assolutamente normale. Che di fronte alle superiori necessità politiche del pentapartito (e del partito comunista, naturalmente) tacessero tutte le proteste e tutte le obiezioni di coscienza era del tutto prevedibile. Non è nemmeno il caso di scomodare, come ha fatto qualcuno, il fantasma di Enrico quarto, per cui notoriamente Parigi valeva una messa. I nostri uomini politici (quelli laici, dico, visto che i cattolici in queste faccende fanno il loro mestiere) sono disposti a sorbirsi intere novene per quattro soldi.
Il senso generale della vicenda, comunque, è chiarissimo. A farne le spese sono sempre i fruitori della scuola pubblica, i cittadini. Coloro che, secondo l'ineffabile formula in uso, vorranno "non avvalersi" dell'insegnamento religioso, e dovranno, esattamente come prima, compilare un modulo ad hoc (oggi, chi "non" vuole l'esonero non deve compilare alcunché: non sarebbe logico mantenere lo stesso principio, invertendo i termini?). I bambini delle materne, che al momento dell'ora di religione, potranno godere del privilegio di essere divisi, già alla loro tenera età, in "buoni" e "cattivi", con i presumibili benefici effetti sulla loro psiche. Gli studenti delle superiori, cui è stato promesso che con apposita legge sarà concesso il diritto di scegliere in proprio, senza scomodare la mamma, se avvalersi o no, ma scommettiamo che la legge non sarà pronta all'inizio del prossimo anno scolastico, magari per motivi di tempi "tecnici"? Gli studenti che, in un modo o nell'altro, sceglieranno di non avvalersi, e che dovranno sorbirsi, chissà perché, delle non meglio precisate "attività culturali alternative", di cui è facile prevedere tutto il male possibile. Naturalmente può sempre darsi, per ipotesi, che tali attività rappresentino, chissà, un'esperienza di alto interesse culturale ed educativo, ma allora a rimetterci saranno i ragazzi che avranno scelto di avvalersi dell'insegnamento religioso, che hanno anche loro i loro diritti, no? Aspettiamo comunque la promessa data della fine di aprile, per vedere cosa ci proporranno i beneamati governanti. Si accettano scommesse.
Personalmente ho sempre lamentato, tra le innumerevoli carenze della nostra scuola, la scarsità di informazione critica fornita in materia religiosa. Ma è ben noto a chiunque bazzichi negli edifici scolastici che non a questo fine è programmata l'attività dei tanti giovanotti di belle speranze e aderenti a Comunione e Liberazione che i vari uffici catechistici diocesani mandano a far lezione in ogni istituto. Con occasionali eccezioni, si tratta di reclutatori e organizzatori di gruppi politici, simpaticamente remunerati da quello stato i cui fondamenti mondani essi criticano. Il problema, forse, non è esattamente quello se avvalersi o non avvalersi della loro opera. Ma vallo a spiegare ai laici...

Carlo Oliva

I nostri diritti e noi

Recentemente sull'ora di religione cattolica nelle scuole di stato se ne sono dette e scritte di ogni genere; tutti argomenti con la maiuscola: Verità, Valori, Principi, Morale e chi più ne ha più ne metta.
Come genitore (e come insegnante) vorrei parlare invece di cose che iniziano con la minuscola; di quella condizione quotidiana, fatta di cose spicciole, che però danno l'esatto valore della realizzazione dei concetti con la maiuscola. Inutile avere una legge che parla della libertà quando questa non ha modo di trasformarsi in atti concreti.
Norma: il concordato monarco-fascista rinnovato recentemente dallo stato repubblicano-resistenziale concede il diritto all'esonero dell'ora di religione cattolica. Realtà: (voce melensa del direttore e/o maestra) "non mi chieda di far uscire il bambino dalla classe perché altrimenti ne soffrirebbe" poi aggiunge (voce condiscendente- persuasiva) "e poi guardi che quella mezz'oretta non...". Cioè io ho il diritto di non far seguire a mio figlio le lezioni di religione cattolica, ma lui non può uscire dalla classe. Qualche genitore fortunato riesce ad ottenere che la religione si faccia alla prima o all'ultima ora, ma la disapprovazione dell'istituzione è palpabile. Sempre perché il bambino ne soffrirebbe.
Le nuove norme (rivedibili fra un anno) stabiliscono per fortuna le ore di religione all'inizio e alla fine delle lezioni, ma avendo introdotto la cosiddetta attività alternativa non si capisce bene l'utilità di questo provvedimento, a meno che mi si conceda di tenere a casa mio figlio. I poveri cattolici martiri e perseguitati in questa Italia diabolica temono che le attività alternative (o lo stare a casa) siano più allettanti dell'ora di religione; preferirebbero qualche "tratto di corda" come ai bei tempi dell'inquisizione.
Norma: la Costituzione sancisce che i cittadini non vanno discriminati per le loro scelte religiose. Realtà: almeno tre bambini nella classe di mio figlio dovrebbero essere esonerati (e così è per molte altre classi), ma i genitori non lo fanno per timore che i bambini vengano ghettizzati. I bambini escludono gli altri se qualche adulto gli fa vedere come si fa e poi mio figlio è ghettizzato perché non è un tifoso di calcio; della religione agli altri non importa un accidente, sgranano gli occhi perché non guarda le partite o Drive in o i film dell'orrore.
Altro timore dei genitori, siccome non si sa bene cosa sono le attività alternative, è meglio che stia in classe. Per me quasi tutto è meglio che stare in classe durante l'ora di religione. Mi si dice "ma si raccontano delle favole"; a parte il fatto che le favole le dovrebbe raccontare la maestra, non mi piacciono tanto le favole in cui c'è sempre qualcuno che fa il cattivo e per questo viene punito. La paura dell'inferno è la struttura portante dell'idea religiosa riversata sui bambini.
I poveri cattolici soffrono perché qualche bambino non sentirà la Verità (cattolica), per compensarli dall'anno prossimo si faranno due ore di religione cattolica anche alla materna. Sulla base delle sciocchezze citate dai suoi compagni d'asilo confortati dalla Verità, mio figlio a tre anni scambiava le insegne delle farmacie per gesù bambino!
Allora facciamo storia delle religioni! Non mi va bene come ora a parte (perché non la fanno in Storia?), e tantomeno tenuta da insegnanti cattolici scelti dal vescovo!
Dall'anno prossimo il rendimento nell'ora di religione non verrà più indicato in pagella con gli altri voti: era ora; in compenso gli insegnanti di religione entreranno in ruolo, così docenti scelti dalla Curia diventeranno dipendenti statali. Insomma allo stato (e quindi ai cittadini) tocca solo pagare.
Gli studenti delle superiori potranno decidere autonomamente se fare o no l'ora di religione. Decisione già contestata dai poveri cattolici i quali considerano i figli proprietà privata almeno fino ai 18 anni.
Notare che queste ultime norme sono il contrario di quelle sottoscritte dal ministro Falcucci con il card. Poletti; per cercare di salvare il ...posto alla Falcucci il pentapartito governativo ha fatto concessioni che non erano state ottenute con le scaramucce parlamentari. Questo è il colmo del grottesco.
Sono un po' pessimista per il futuro; la massa dei genitori, anche quelli più fermi nelle loro idee laiche, hanno dietro di loro tali e tante paure ed un tale stato di dipendenza ideologica (veramente "angelica") dalla religione che temo non si riesca a rendere reale il diritto alle scelte individuali in materia di religione o di opinioni politiche.
Il "bisogno" della sudditanza è il nostro avversario più difficile.

Fabrizio Eva