Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 11 nr. 94
estate 1981


Rivista Anarchica Online

Educare meno educare tutti
di R.D.L.

"Il libro di Spring è eccezionale. Si differenzia nettamente dalla recente, confusa ondata di scritti sulla scolarizzazione obbligatoria. In mezzo a questa montagna di carta "pro" e "contro", Spring colloca la sfida pedagogica radicale all'interno di quella tradizione libertaria dell'anarchismo che le è più congeniale.... Questo è l'unico libro leggibile, a mia conoscenza, che lo faccia con un linguaggio semplice e con la lucidità dello storico preparato. Chi studia la pedagogia contemporanea non può non leggerlo". Questo è il giudizio decisamente positivo che Ivan Illich dà del libro di Joel Spring. L'educazione libertaria, (pagg.175, lire 4.000) da poco uscito per le Edizioni Antistato.
Spring, docente di pedagogia nell'università di Cincinnati (Ohio), è un tipico esponente di quella cultura americana che, pur rifuggendo da uno stretto legame ideologico con l'anarchismo, si riconosce in un'area libertaria fortemente influenzata da anarchici come Emma Goldman o Paul Goodman. L'evidente "taglio americano" del libro, oltre che dall'avere come modello di riferimento il sistema scolastico statunitense, viene appunto determinato da questo particolare background, che si palesa in alcune scelte sorprendenti per quella che potrebbe essere un'impostazione di tipo "europeo", cioè profondamente radicata in un patrimonio culturale dal quale è difficile prescindere. Ed appunto sorprende nel libro l'assenza dei fondamentali contributi di Bakunin e Kropotkin sull'educazione, ignorati dall'autore che preferisce rifarsi a quegli anarchici, come Godwin, Stirner o Ferrer, che hanno maggiormente influenzato la cultura libertaria americana. È questo, forse, l'appunto più rilevante da fare al libro, e non tanto perché ignora i "padri dell'anarchia", quanto perché ingnorandoli non sviluppa sufficientemente la teoria dell'istruzione integrale, dell'integrazione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale che sta alla base di ogni discorso anarchico sull'educazione. Ma al di là di questa carenza, e di una certa sfasatura tra l'approccio coerentemente rivoluzionario e libertario della parte critica e la limitatezza delle proposte operative conclusive, il positivo giudizio di Illich (considerato dall'autore il più conseguente epigono libertario della tradizione educativa anti-autoritaria) rispecchia il valore di questo volume.
Il libro (il cui titolo originale, A Primer of Libertarian Education, in italiano suona pressappoco "un ABC dell'educazione libertaria") intende essere una prima, ma esauriente lettura della problematica educativa libertaria, cioè di una trasmissione non-autoritaria dei valori e delle conoscenze, vista nella sua evoluzione storica. Con un linguaggio semplice e chiaro, ma con una profonda conoscenza della materia, Spring ripercorre il processo storico con il quale si sviluppa la teoria pedagogica anti-autoritaria, dalle prime formulazioni antistataliste e contrarie alla scolarizzazione di Godwin fino alla società de-scolarizzata di Illich, teoria basata sul rifiuto costante, e sempre più articolato, di un processo educativo ideato dal potere per garantire la propria sopravvivenza. Come giustamente afferma Marcello Bernardi nel suo saggio introduttivo: "Per educazione si intende comunemente quel complesso di operazioni dirette a fornire a una persona, di solito al bambino, tutte le informazioni e le norme che lo rendono adatto a vivere secondo i suggerimenti e le esigenze del costume in cui quella persona è inserita. Scopo dell'educazione dunque non è quello di evolvere un individuo verso la propria realizzazione, e quindi renderlo felice, ma di far sì che l'individuo s'adatti a quel tanto di infelicità che gli viene imposto da un sistema dato e considerato immutabile. In altri termini, come direbbe Marcuse, l'educazione tende a fare in modo che l'uomo viva liberamente la propria mancanza di libertà".
Contro questo concetto di educazione, che avvia il meccanismo perverso che si instaura tra potere ed educazione, cosicché l'uno produce l'altro (ed entrambi la subordinazione), il pensiero libertario e le sperimentazioni pedagogiche che ne hanno accompagnato ed influenzato lo sviluppo si sono mossi per realizzare, come afferma Spring, "un sistema educativo idoneo a creare una personalità anti-autoritaria che non accetti passivamente gli imperativi del sistema socio-politico e che esiga un maggiore controllo ed una maggiore facoltà decisionale". La storia dell'educazione libertaria è,così, la storia dei nodi teorici che sono stati via via affrontati per emancipare l'individuo dal potere, per sottrarlo ad un processo educativo globale che lo modella secondo le esigenze sociali, economiche, culturali del sistema gerarchico. Un processo storico che si è sviluppato grazie al contributo di tre principali filoni di pensiero, che l'autore identifica nell'anarchismo, in alcune tesi marxiste rilette in chiave libertaria e nell'apporto di alcuni esponenti della sinistra freudiana, come Reich e Neill.
L'anarchismo, in particolare, è la dottrina sociale che in maniera più coerente ed estrema si è posta il problema dell'autodeterminazione e dell'autonomia individuale nel processo educativo. "Essere padroni di se stessi", secondo la terminologia stirneriana, è l'obiettivo che si deve porre l'educazione libertaria per sottrarre l'individuo al controllo ideologico del potere, che si trasmette grazie alla cellula gerarchica della struttura di potere: la famiglia, e alla nuova agenzia di socializzazione ideata dallo stato moderno per riprodurre la sua dominazione: la scuola. Oltre ad identificare questi meccanismi di riproduzione e di legittimazione del potere e le influenze socio-economiche che hanno determinato il fenomeno della progressiva scolarizzazione di massa, oltre ad affermare l'irrinunciabile dimensione individuale dell'emancipazione, l'anarchismo spinge la sua critica fino a toccare la fondamentale questione del metodo e della trasmissione non-autoritaria dei valori libertari. È possibile trasmettere valori e conoscenze senza imporle attraverso un metodo educativo che libertario nei fini, può risultare autoritario nei mezzi? L'atto dell'educare è in se stesso un atto autoritario o esiste, come afferma Tolstoi, una trasmissione libertaria, che identifica nella cultura, ed una trasmissione autoritaria che identifica nell'educazione (cioè nel tentativo cosciente di rendere qualcuno simile a se stessi)? E ancora, deve e può sopravvivere l'istituzione-scuola, come credeva Ferrer, o bisogna de-scolarizzare la società, come afferma Illich?
Questi ed altri sono gli interrogativi, i dubbi, le sfide che l'anarchismo affronta nell'elaborare una concezione educativa che affonda le proprie radici nell'inconciliabile contrasto tra dominio e libertà. Un'elaborazione che, secondo Spring si arricchisce del contributo di altri pensatori, di provenienza marxista come Freire o freudiana come Reich, che, pur estranei all'anarchismo, hanno contribuito in maniera fondamentale a costruire una concezione educativa libertaria, sviluppando tematiche come l'alienazione culturale degli oppressi, la repressione sessuale, la personalità gregaristico-autoritaria, ecc.... Grazie ad esperimenti pratici come l'Escuela Moderna di Ferrer o Summerhill di Neill, come il movimento per le "free schools" o per i "free playgrounds", grazie all'insostituibile esperienza, per quanto di positivo e di negativo ha prodotto, dei kibbutz, l'educazione libertaria ha potuto sperimentare nella realtà tante delle sue convinzioni, tante delle sue speranze, correggendosi, trasformandosi e spingendosi sempre più avanti, oltre il concetto stesso di "educazione".