Rivista Anarchica Online
Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)
È
successo proprio per caso, molto tempo fa. Durante una riunione,
complice certamente il turbinoso incontro con Annie Anxiety, un'amica
poetessa anarchica americana, ci si è ritrovati ad accarezzare
l'idea di dedicare qualche pagina a quei compagni che si conoscono
come "poeti", come "gente che scrive", e che magari mette in
mostra solo raramente i propri lavori. L'intenzione,
sinora, è purtroppo rimasta tale: la "corsa all'occupazione"
dello spazio su questo giornale può essere però innescata da una
scintilla accesa a Torino dall'intraprendente Blu Bus. Freschissima
di pubblicazione, è la cassetta "Schizzi di sangue". Come mai se ne
parla su questa rubrica? Perché musica e poesia vanno d'accordo,
specialmente se accostate con naturalezza, come in questo caso.
Entrambe sono davvero importanti per stringere le viti del nostro
essere, per tenere stretti assieme i pezzi della nostra esistenza. A
me succede di provare frequentemente questo "bisogno di poesia",
quel calore vago ed indescrivibile che soltanto "certe parole"
messe assieme una dopo l'altra in un "certo modo" sanno
trasmettere. Poesia in forma di parole, più spesso appoggiata alla
musica: l'emozione della voce della mai dimenticata Patti Smith, o,
più recentemente, l'intimità e i sussurri di Suzanne Vega. Pur se non
paragonabile come dimensioni, organizzazione e frenesia al circuito
statunitense, quello dei piccoli poeti italiani è un giro
improvvisato, fatto di occasioni silenziose e mal propagandate, ma è
un circuito che esiste. Decine di fotocopie raccolte a fascicoli,
piccolissime fanzine anche scritte a mano, bigliettini, telefonate
accidentali: tante persone sconosciute alle quali la giacchetta di
"poeta" si abbottona troppo stretta (quale peso grava su questa
parola: già a scuola ci hanno fatto partire col piede sbagliato nei
confronti di questa forma di comunicazione!). Un universo sfocato,
simile a quello della musica, delle arti visive, solo vissuto
marginalmente, sottovoce, in maniera più intima e tepida. Sulle note
introduttive a "Schizzi di sangue" si legge: "...Se abbiamo
realizzato una cassetta (e non un libretto, come sarebbe stato più
semplice ed economico) è perché volevamo provare un'altra forma di
comunicazione della poesia, che fosse pratica e stimolante, e anche
perché volevamo in un certo qual modo superare la poesia,
sostituendo la voce alla parola stampata, facendola diventare così
quasi una forma d'espressione teatrale, e aggiungendo suoni che
nascono dalle parole e rumori di una realtà dal cui scontro con
l'essere vivente nasce la poesia. Quest'ultima non è morta sui libri
di scuola. È un qualcosa
di vivo, genuino, a disposizione di tutti (e non solo di qualche
vecchio mestierante con un editore alle spalle). La poesia è voglia
di gridare ancora, è comunicazione di stimoli, idee, emozioni in
quanto arte. Arte perché nasce dal dramma, dalle contraddizioni,
dalle tensioni, dal cemento, dai vetri rotti e dal niente da
fare...". "Schizzi di
sangue" comprende scritti di Anna, Sdro (del Kollettivo), Lalli,
Mario Boi, Marco Barbera, Renzo Daveti (dei Fall Out), Vanni
Picciuolo, Stefano Giaccone e Marvi. Gli stili, le atmosfere, le
vibrazioni, i volumi sono tanto diversi quanto uniformemente tesi ad
una voglia di vivere e creare incontenibile e tremante. Scrive Lalli (29
anni, dolcissima) di se stessa: "...Credo profondamente che la
mia vita sia comune a quella di migliaia di altre persone e che oggi
io scriva o canti dipenda essenzialmente da un fattore di fortuna più
che altro, da un interagire di molte persone che nel mondo, a me
attorno, o lontane, mi permette di poter esprimere questi modi di
comunicazione. Spero solo di poter fare io altrettanto con qualcun
altro. Sogni, opinioni, sofferenze, amori, paure, sono il mare, si
specchiano nelle porte aperte dell'immaginazione, della sensibilità.
Le parole su di me sono poco importanti..." E poi ancora Marco
Barbera, vent'anni appena compiuti, l'ultimo nipote di John Giorno:
"...Le mie poesie sono sensazioni raccolte attraverso immagini
che cerco poi di descrivere con un linguaggio semplice e colorato.
Arthur Rimbaud disse che il poeta "prova lui stesso tutte le forme
d'amore, di sofferenza e di follia, sperimenta su di sé tutti i
veleni per non conservarne che la quintessenza" . Io sono
convinto che il peggior veleno che noi tutti, oggi, sperimentiamo su
noi stessi sia il potere e, nel caso specifico, il consumismo ed il
declino di una società post-industriale. È quindi ora che la poesia
parli di cessi, siringhe sui marciapiedi, insegne al neon, sale
giochi, fast-food e macchine della polizia...". E ancora Vanni
Picciuolo (che assieme a Stefano Giaccone ha prodotto e registrato i
commenti musicali improvvisati che accompagnano la quasi totalità
delle letture), che ritaglia per sé uno spazio breve, riempiendolo
con manciate luminose di impressionante profondità. Ancora una volta,
Blu Bus riesce a realizzare un prodotto importante e particolare,
ricchissimo di stimoli, sfaccettature, spunti di riflessione. "Schizzi di
sangue" costa 5.000 lire, ma il suo valore è ben maggiore: mi
auguro che questo invito a procurare per voi stessi (e, soprattutto,
per un amico/a) questa cassetta, non rimanga sospeso in aria. Il contatto è,
naturalmente, Blu Bus c/o Stefano Giaccone, Corso Siracusa 66, 10136
Torino. La cassetta è
dedicata a Benjamin Moloise, poeta impiccato dai nazisti sudafricani.
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