Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 16 nr. 135
marzo 1986


Rivista Anarchica Online

Musica & idee
a cura di Marco Pandin (marcpan@tin.it)

È successo proprio per caso, molto tempo fa. Durante una riunione, complice certamente il turbinoso incontro con Annie Anxiety, un'amica poetessa anarchica americana, ci si è ritrovati ad accarezzare l'idea di dedicare qualche pagina a quei compagni che si conoscono come "poeti", come "gente che scrive", e che magari mette in mostra solo raramente i propri lavori.
L'intenzione, sinora, è purtroppo rimasta tale: la "corsa all'occupazione" dello spazio su questo giornale può essere però innescata da una scintilla accesa a Torino dall'intraprendente Blu Bus. Freschissima di pubblicazione, è la cassetta "Schizzi di sangue".
Come mai se ne parla su questa rubrica? Perché musica e poesia vanno d'accordo, specialmente se accostate con naturalezza, come in questo caso. Entrambe sono davvero importanti per stringere le viti del nostro essere, per tenere stretti assieme i pezzi della nostra esistenza. A me succede di provare frequentemente questo "bisogno di poesia", quel calore vago ed indescrivibile che soltanto "certe parole" messe assieme una dopo l'altra in un "certo modo" sanno trasmettere. Poesia in forma di parole, più spesso appoggiata alla musica: l'emozione della voce della mai dimenticata Patti Smith, o, più recentemente, l'intimità e i sussurri di Suzanne Vega.
Pur se non paragonabile come dimensioni, organizzazione e frenesia al circuito statunitense, quello dei piccoli poeti italiani è un giro improvvisato, fatto di occasioni silenziose e mal propagandate, ma è un circuito che esiste. Decine di fotocopie raccolte a fascicoli, piccolissime fanzine anche scritte a mano, bigliettini, telefonate accidentali: tante persone sconosciute alle quali la giacchetta di "poeta" si abbottona troppo stretta (quale peso grava su questa parola: già a scuola ci hanno fatto partire col piede sbagliato nei confronti di questa forma di comunicazione!). Un universo sfocato, simile a quello della musica, delle arti visive, solo vissuto marginalmente, sottovoce, in maniera più intima e tepida.
Sulle note introduttive a "Schizzi di sangue" si legge: "...Se abbiamo realizzato una cassetta (e non un libretto, come sarebbe stato più semplice ed economico) è perché volevamo provare un'altra forma di comunicazione della poesia, che fosse pratica e stimolante, e anche perché volevamo in un certo qual modo superare la poesia, sostituendo la voce alla parola stampata, facendola diventare così quasi una forma d'espressione teatrale, e aggiungendo suoni che nascono dalle parole e rumori di una realtà dal cui scontro con l'essere vivente nasce la poesia. Quest'ultima non è morta sui libri di scuola. È un qualcosa di vivo, genuino, a disposizione di tutti (e non solo di qualche vecchio mestierante con un editore alle spalle). La poesia è voglia di gridare ancora, è comunicazione di stimoli, idee, emozioni in quanto arte. Arte perché nasce dal dramma, dalle contraddizioni, dalle tensioni, dal cemento, dai vetri rotti e dal niente da fare...".
"Schizzi di sangue" comprende scritti di Anna, Sdro (del Kollettivo), Lalli, Mario Boi, Marco Barbera, Renzo Daveti (dei Fall Out), Vanni Picciuolo, Stefano Giaccone e Marvi. Gli stili, le atmosfere, le vibrazioni, i volumi sono tanto diversi quanto uniformemente tesi ad una voglia di vivere e creare incontenibile e tremante.
Scrive Lalli (29 anni, dolcissima) di se stessa: "...Credo profondamente che la mia vita sia comune a quella di migliaia di altre persone e che oggi io scriva o canti dipenda essenzialmente da un fattore di fortuna più che altro, da un interagire di molte persone che nel mondo, a me attorno, o lontane, mi permette di poter esprimere questi modi di comunicazione. Spero solo di poter fare io altrettanto con qualcun altro. Sogni, opinioni, sofferenze, amori, paure, sono il mare, si specchiano nelle porte aperte dell'immaginazione, della sensibilità. Le parole su di me sono poco importanti..."
E poi ancora Marco Barbera, vent'anni appena compiuti, l'ultimo nipote di John Giorno: "...Le mie poesie sono sensazioni raccolte attraverso immagini che cerco poi di descrivere con un linguaggio semplice e colorato. Arthur Rimbaud disse che il poeta "prova lui stesso tutte le forme d'amore, di sofferenza e di follia, sperimenta su di sé tutti i veleni per non conservarne che la quintessenza" . Io sono convinto che il peggior veleno che noi tutti, oggi, sperimentiamo su noi stessi sia il potere e, nel caso specifico, il consumismo ed il declino di una società post-industriale. È quindi ora che la poesia parli di cessi, siringhe sui marciapiedi, insegne al neon, sale giochi, fast-food e macchine della polizia...".
E ancora Vanni Picciuolo (che assieme a Stefano Giaccone ha prodotto e registrato i commenti musicali improvvisati che accompagnano la quasi totalità delle letture), che ritaglia per sé uno spazio breve, riempiendolo con manciate luminose di impressionante profondità.
Ancora una volta, Blu Bus riesce a realizzare un prodotto importante e particolare, ricchissimo di stimoli, sfaccettature, spunti di riflessione.
"Schizzi di sangue" costa 5.000 lire, ma il suo valore è ben maggiore: mi auguro che questo invito a procurare per voi stessi (e, soprattutto, per un amico/a) questa cassetta, non rimanga sospeso in aria.
Il contatto è, naturalmente, Blu Bus c/o Stefano Giaccone, Corso Siracusa 66, 10136 Torino.
La cassetta è dedicata a Benjamin Moloise, poeta impiccato dai nazisti sudafricani.